RITORNI SENZA ANDATE

Citando un altro famoso supereroe: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità". E' una frase che mi è sempre rimasta molto impressa perché crudelmente vera. Le grandi azioni di chi è dotato di "superpoteri" (in termini di capacità e generosità) corrono il rischio non solo di essere date per scontate, ma anche di essere oggetto di critica. Il comune mortale crede che ciò che per lui è impossibile il supereroe debba farlo anche meglio. Il punto è che non si smette mai di essere supereroi, neanche dopo aver tolto maschera e costume (che da soli non hanno alcun potere, sono solo dei placebi) per indossare i panni e gli occhiali* di Clark Kent, Peter Parker o Diana Prince... * è curioso come molti supereroi in "borghese" indossino gli occhiali.

C'era un volta un supereroe-che-non-sapeva-di-esserlo. A lui, a dire il vero, i supereroi stavano antipatici: 'sta menata dei poteri straordinari la trovava insopportabile. Mica è un merito saper saltare da un grattacielo all'altro, sfrecciare nel cielo come un razzo e affrontare ogni sorta di nemico senza paura. Ci si nasce supereroi, pensava. Come si nasce belli o brutti, con gli occhi chiari o scuri, portati per la matematica o no. Un giorno il supereroe-che-non-sapeva-di-esserlo si accorse che qualcosa nel suo corpo non andava e si spaventò. Lo infilarono in uno strano tubo che faceva un rumore inquietante, alieno, e quando uscì gli dissero che doveva combattere contro un nemico potente. Ma come faccio?, pensò. Io non sono un supereroe. Siete sicuri che tocca a me? Me lo date almeno il mantello? Fu così che da un giorno all'altro il supereroe-che-non-sapeva-di-esserlo iniziò la sua lotta. A tratti gli sembrava di farcela, in altri si sentiva sopraffatto. Ma non lo dava mai a vedere. Perché, visto che non poteva volare, sparare ragnatele dai polsi o diventare invisibile, la sua doveva essere una lotta tattica. Decise di non attaccare il nemico alle spalle, ma di guardarlo a viso aperto. E quando sentiva che l'angoscia lo assaliva, chiudeva gli occhi e guardava in fondo a se stesso, sempre più giù e chiedeva il dono della forza a ogni cellula del suo corpo, e si aggrappava a ogni alito di energia vitale che pulsava dentro e piano piano la paura si trasformava in coraggio. Un coraggio che non pensava nemmeno di avere e che ogni giorno rosicchiava un pezzetto di paura in più. Fu così che il supereroe-che-non-sapeva-di-esserlo vinse il suo nemico. Per lui, niente costumini aderenti e mascherine per nascondersi. Ma due armi potentissime e infallibili: il coraggio e l'amore. Per gli altri e per la vita. Ps Clark Kent mi sta antipatico con quell'aria da secchione. E poi fa pure il giornalista.

Credo che sia un post profondamente intimo e autobiografico (in parte ti me ne gavevi già parlà al riguardo...) ...o no go capio niente?...

I fatti scritti dalla vita sul tuo corpo e sulla tua mente sono bio-grafici. Leggerli ed interpretarli a modo proprio li rende auto-bio-grafici. Metabolizzarli e cercare di espellerli con certe parole invece che con altre fa chiedere se si è capito il senso. Delle parole. Della vita. O se no se ga capio niente...

...ghe so rivà dopo molte (ri)letture...

Che parola strana supereroe. Già eroe da l'idea di qualcuno che è (o crede di poter essere) superiore. Ma addirittura super! Pensandoci bene però ... Altro che costumi e tutine attillate ... siamo nudi. Tubi, tubicini, rumori interni o esterni ... per staccare tutti i fili che ti legano a quello che credi (temi) possa muoverli per te, bisogna tirare fuori la Forza. Quella con la effe maiuscola, quella che arriva dall'amore per la vita e per le persone che deciderai di tenerti vicino. Urlare con tutta la voce che hai "IO SONO QUI!", ma soprattutto voglio restarci perchè ho tante, troppe cose da fare ancora, tantissime persone da incontrare conoscere amare. No, non ci sono bacchette magiche o polverine, mantelli e mascherine. Solo voglia di vivere, di amare e di essere amati, di parlare e essere capiti. E sicuramente anche gli eroi (o supereroi) hanno bisogno di questo.