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RITORNI SENZA ANDATE

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Mostri, Mostre o del Mostrare (ossia dell'essere Mostro)

Post n°167 pubblicato il 16 Aprile 2016 da bibe.mt

Se mostri un sorriso una volta, due o tre, dovresti sorridere sempre. Perché sei uno che sorride. 

Se mostri di essere forte una volta, due o tre, dovresti esserlo sempre. Perché sei uno forte.

Se mostri di credere in un'idea una volta, due o tre, dovresti crederci sempre. Perché sei uno che crede.

Se mostri di dire una cosa una volta, due o tre, dovresti dirla sempre. Perché sei uno che dice.

 

Se non mostri di essere tutto ciò che hai mostrato di essere una volta, due o tre...

Sei un Mostro, perché non mostri ciò che hai sempre mostrato. Ciò che sei sempre stato.

Un Mostro.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
marieo80 il 16/04/16 alle 10:39 via WEB
No. La vita e le circostanze ci fanno cambiare. Non necessariamente in peggio.
 
daphne_65
daphne_65 il 16/04/16 alle 14:37 via WEB
Chi sa come siamo veramente? Chi può dire di conoscere davvero qualcuno? I sorrisi spesso celano malinconie insospettabili, la forza può nascondere un bisogno di abbracci senza fine. Sono più sensibile di quanto sembri... non ricordo chi una volta mi ha detto questa frase, ma non è così per tutti? Il tempo che passa mi ha insegnato che non si può piacere a tutti e non deve essere un problema se si piace molto a qualcuno. Sei diventata dura... eh certo ... mica la mia vita è come "Beautiful"! Ma non sono un sasso e neanche un mostro. Chi è vicino alla mia anima lo capisce e non mi chiede di più.
 
SANDRA1977
SANDRA1977 il 16/04/16 alle 19:10 via WEB
Far abituare gli altri a noi nel "bene" (il LORO bene) è il risultato della nostra continua attenzione nei confronti dei loro bisogni e delle loro aspettative. Sorridiamo lo stesso anche se siamo tristi o arrabbiati, ci facciamo forza anche se vorremmo che qualcun altro fosse forte al posto nostro, cerchiamo di credere pur avendo mille dubbi, continuiamo a dire anche se spesso vorremmo soltanto tacere. La maggior parte delle volte facciamo esattamente ciò che gli altri si aspettano da noi, soffocando in parte i nostri bisogni e suscitando scalpore quando, anche solo per una volta, decidiamo di ascoltare noi stessi. La cosa più spiacevole è il dubbio nel momento in cui si alza la "protesta" contro di noi: "Sbagliavo prima o sbaglio ora?". Allo stesso modo, gli altri si abituano a noi anche nel "male", con l'unica differenza che quando ci sforziamo di migliorare il nostro comportamento, smussare i nostri difetti, avere un atteggiamento diverso e più positivo, raramente se ne accorgono (o per lo meno non subito); qui, invece, vale la regola "E' la prima impressione quella che conta"...
 
ldo67
ldo67 il 19/04/16 alle 17:47 via WEB
A volte rimaniamo ostaggio dell'immagine di noi stessi che abbiamo dato agli altri. Così, per non deludere e per non deluderci, diventiamo dei mostri. Di bravura, di disponibilità, di ascolto, di generosità, di forza... Dei fenomeni quasi innaturali. Fino a quando un urlo sale da dentro, inaspettato, e ci costringe a fermarci. Un malessere dell'anima o del corpo. Un mostro, questa volta in senso negativo, che ci fa paura e non riusciamo a controllare. Ci sta dicendo che non possiamo andare oltre: abbiamo superato le colonne d'Ercole dell'io, quelle che separano la nostra identità da quella degli altri e dobbiamo arretrare. Perché la forza, quella dei veri mostri, è di chi sa amare e, allo stesso tempo, amarsi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
marieo81 il 19/04/16 alle 21:14 via WEB
Caro Marieo80, sono gli "altri" (il tuo "prossimo") che ti considerano un mostro, per non essere stazionario in ciò che "mostri"...
 
SANDRA1977
SANDRA1977 il 01/05/16 alle 13:47 via WEB
In questo momento della mia vita ho deciso di non essere più il "mostro" che ero. Un mostro di altruismo, sacrificio e dedizione, il più delle volte persi per cause e persone che non se lo meritavano. Logicamente, quest'inversione di rotta fa ora di me un mostro di egoismo e inettitudine, ma d'ora in poi voglio tenere bene a mente che CHI SONO non coincide necessariamente con COSA FACCIO.
 
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