RITORNI SENZA ANDATE

Ciò che hai scritto esprime proprio il concetto del post: non è necessario organizzare, scrivere, dipingere, ballare o fare palazzi con i fiammiferi per definire "vita propria" la nostra esistenza. Basta assumersi la responsabilità di vivere. Senza delegare ad ideologie o idoli lo scopo di rappresentarci. Un "ti amo" che la nostra mente partorisce vale come un sonetto di Shakespeare se il nostro sguardo sinceramente lo accompagna. Uno spettatore è tale sia che vada al Bagaglino o a sbavare per "Aspettando Godot". Un grande pensiero di altri non rende migliore chi lo ripete. Tutti dobbiamo trovare in noi stessi il protagonista della nostra vita, senza però cadere nella trappola della vuota ostentazione di Faccialibro o di Cinguettio. Basta citazioni, ovazioni, adorazioni, pose. In fondo, se citiamo troppo, passiamo più tempo a cercare una bella frase da ripetere che a vivere. Vivere.