Creato da bibe.mt il 15/02/2007

RITORNI SENZA ANDATE

i fantasmi dell'arte

 

 

Fatti ed illusioni

Post n°106 pubblicato il 12 Aprile 2013 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Continuo a fare.
Continuo a vivere.
Continuo a credere.
Continuo ad investire.

Questi i fatti.


Continuo a fare con le persone.
Continuo a vivere con gli altri.
Continuo a credere negli amici.
Continuo ad investire sui rapporti umani.

Queste le illusioni.


Dell'esistenza dei fatti che creo, rispondo io, e io solo.

Del dissolvimento delle illusioni che creo, non risponde nessuno.


Nemmeno tu.

Anche tu.

 

Nei fatti, continui a non esistere.

Nelle illusioni, ti dissolvi con loro.

 

 
 
 

Pronto... Pronto?

Post n°105 pubblicato il 25 Febbraio 2013 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

DRRR! DRRR!

Rispondo io!

"Pronto... Pr...
Chi? Scusa, chi? Ah, sei tu.
Ciao. Sì... Io bene, abbastanza bene.
Tu? Sì, sì.
Continuo a fare cose...
Come? Da voi va molto meglio?
Cosa? E' cambiato?
Siete tutti più sereni adesso?
Sono felice per voi. Felicissimo.
Io? No, io non sono cambiato.
A me non serviva cambiare per essere più sereno.

Ciao e grazie"

Click.

Sì! ho risposto io!

Chi era?

Nessuno.

 
 
 

Giustizia

Post n°104 pubblicato il 12 Novembre 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Io non sono un credente. La giustizia la devo trovare nelle persone, nelle cose che mi accadono intorno. In questa vita, non nel nulla che verrà.

Per questo mi ostino a urlare il mio dolore e la mia rabbia per ogni ingiustizia, piccola o grande, che vedo o che subisco.

Ma a parlar continuamente di cose marce, ben che vada, rende l'alito cattivo. 

Oggi un amico mi ha dato un consiglio.

Un consiglio giusto.

Grazie.

 
 
 

Il mio Problema

Post n°103 pubblicato il 20 Settembre 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Il mio problema, il mio grosso problema, è che so esprimermi bene, nel parlare e nello scrivere.

Il mio problema, il mio grosso problema, è che possiedo la facoltà di spiegare con parole assolutamente calibrate e circostanziate ciò che sono e ciò che faccio, con esattezza.

Come gli antichi araldi, non proclamo e non descrivo nulla in più o in meno di ciò che precisamente provo e sento in me: non servono note a margine che esplichino la profondità del mio pensiero, magari espresso in forma disorganica attraverso parole inadeguate.

Il mio problema, il mio grosso problema, è che sono anche in grado di rispondere in pieno e con coscienza a qualsivoglia interlocutore che intenda pormi questioni su una qualunque parola da me detta o scritta.

Di più: potrei rendere conto anche delle parole da me omesse, perché la loro assenza testimonia la mia valutazione di non necessità ad usarle. Forse aiuta il fatto che le mie parole raccontano o esplicano comportamenti e pensieri lineari e corretti.

Conosco persone, invece, che, come incipit alle loro argomentazioni o speculazioni sovente affermano "...io non so parlare..." "...io non so scrivere..." e, pur avendo ragione, poi dicono e scrivono. Molto.

E le anime belle in ascolto o in lettura, come grandi dispenser di maionese, riempiono il vuoto sostanziale lasciato da questi "incapaci a scrivere o parlare" nel ripieno del tramezzino dei loro pensieri (in)espressi.

Quando esiste il vuoto, ognuno lo riempie con il suo presunto pieno, che quasi mai è quello pensato o non pensato da chi non sa scrivere o parlare.

E il problema di questi signori che dicono di non saper scrivere o parlare, il loro grosso problema, non è che quello di non saper scrivere o parlare.

Il loro problema, il loro grosso problema, è che non esistono parole dette o scritte che possano motivare compiutamente i loro comportamenti.

Non ci riuscirei nemmeno io, nonostante il mio problema, il mio grosso problema...

 
 
 

Meno male

Post n°102 pubblicato il 15 Settembre 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Ieri, passeggiando per Venezia, facevo delle considerazioni.

Sul clima, sulle stagioni che non sono più quelle di una volta, sul fatto che non si sa più cosa indossare...

Poi, qua e là, ho intravisto alcune facce di merda.
Tipo quelle che appartengono a quelli che vanno in piazza a vedere i ricchi leccare il gelato.

Tipo quelle che appartengono a quelli che invece dei gelati leccano i culi ai ricchi che leccano i gelati. 

Mi son detto: meno male che si avvicina il freddo, così si squagliano più lentamente, lasciando una traccia di sè un po' più lunga nel tempo.

Intendo le facce di merda, non i gelati.

 
 
 

Te piace o' Presepe? (Natale in casa Cupiello)

Post n°101 pubblicato il 06 Settembre 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Mamma ho deciso... mi voglio cambiare!

Sarò bbravo e bbuono e tutti me vorranno cchiù bbene.

Porterò doni e regali a chi ho maltrattato fino a ieri.

Ho deciso... mi voglio cambiare!

Poco m'emporta se quann'ero quaglione mi comportavo da mariuolo, e poco m'emporta se quann'ero nu' mariuolo in pochi me dicevano che lo ero.

Chilli nun ce sso cchiù! Me l'aggio tolti dalle palle!

Con gli altri chiangho, chiango tanto. E tutti me dicono "Povero quaglione! Quanto chiagne! Dev'essè proprio disperato e solo!"

Sai: o' miracolo delle lacrime napulitane! 

Ho deciso... mi voglio cambiare! 

E nun me piace o' Presepe, mamma.

Nun m'è mai piaciuto.

Come? Nun so' cambiato?

 
 
 

To whom it may concern

Post n°100 pubblicato il 31 Agosto 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Alla fine, ho ricevuto qualche bottiglia (vedi post precedente).

Nessuna in testa, per fortuna.

Più d'una aveva anche un qualcosa di scritto dentro. Il succo di tutti questi messaggi era: non smettere di scrivere.

Molti non commentano pubblicamente i miei post, mi hanno detto, per paura di "mescolarsi" con le opinioni espresse, che spesso sono scomode.

Va bene così. Non tutti scrivono sui blog. Si preferisce parlare attraverso frasi già scritte da macchine trituratrici delle individualità, con i cinguettii o con le facce libro.

Quindi, io continuerò a scrivere, anzi, a dipingere le tele, con i miei True Colors, che qualcuno, come tante altre cose mie, continua ad usare facendosi bello...

Non serve comportarsi troppo bene per essere migliori di tante persone che conosco e fare un figurone. Sono talmente meschine che basta appena essere normali.

 
 
 

Adieu!

Post n°99 pubblicato il 12 Agosto 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Ho posato in acqua molte bottiglie con dei bigliettini arrotolati dentro e, ultimamente, non ne è tornata indietro nemmeno una.

Neanche vuota.

Io ho finito le bottiglie.

Quindi scriverò messaggi solo per me, se nessuno mi risponderà.

Adieu! 

 
 
 

Opera (o non operare)

Post n°98 pubblicato il 10 Agosto 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

"Opera in modo che la massima della tua volontà (ossia il tuo agire o il tuo NON agire NdR) possa valere come principio di legislazione universale"

I. Kant

Senza la falsa modestia di cui è permeato il mondo d'oggi, penso proprio che Herr Kant, se avesse valutato la massima della mia volontà e del mio agire/non agire, mi avrebbe stretto la mano. Lo penso visto il prezzo che ho pagato e sto pagando per un comportamento che ritengo oggettivamente corretto.

Invece, penso proprio che Herr Kant, se valutasse la massima della volontà di molte persone che pensavo di conoscere e il loro reiterato agire/non agire, sputeterebbe loro filosoficamente in un occhio.

P.S. In tedesco, però...

P.P.S. E se gli basta la saliva, dato che ce ne vorrebbe tanta...    

 

 
 
 

Mi dispiace...

Post n°97 pubblicato il 21 Luglio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Mi dispiace...

ma non perché più di qualcuno/a mi ha chiesto se mi riferisco a lui/lei nelle mie invettive astratte.

Mi dispiace...

ma non perché molti/e di loro si riconoscono nelle mie elucubrazioni che, con allegorie ed iperboli,  generalmente parlano di situazioni e/o di persone spiacevoli. Situazioni e persone che vivo e incontro nella mia vita.

Mi dispiace...

ma non perché  tema di ferire qualcuno/a.

Mi dispiace...

perché il fatto che molti/e si riconoscano come destinatari dei miei post rende il numero di stronzi/e che mi circonda molto più grande di quanto io pensassi.

 
 
 

Pensavo...

Post n°96 pubblicato il 20 Luglio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Pensavo...

E' strano constatare il fatto che, di solito, chi accoltella ha più facilità di dimenticare il passato e di perdonare rispetto a chi viene accoltellato.

E questo porta alla conseguenza che, a chi viene accoltellato, si presentano sostanzialmente due problemi.

Il primo problema è quello di venire accusato da una pletora di anime buone di essere troppo "rancoroso": dopotutto chi ti aveva accoltellato, poverino, lo aveva fatto senza pensarci. E poi, adesso, è anche cambiato. 

Il secondo problema è la camicia tutta sporca di sangue.  

Lavi tu la mia camicia, anima buona? Qui, vedi?

Sulla schiena...

 

 
 
 

Bastava dirlo...

Post n°95 pubblicato il 11 Luglio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Conosco un tale che si arrabbiava con me quando gli consigliavo di indossare le camicie eleganti che aveva nel suo armadio in occasione di eventi più o meno importanti.

Lui voleva mettersi le canottiere.

Tanto strepitò, questo tale, che io non gli consigliai più nulla, mentre l'armadio si svuotava delle camicie eleganti che aveva.

Ed adesso, che potrebbe indossare sempre le sue amatissime canottiere, questo tale si affitta camicie da indossare.

Nemmeno tanto eleganti.

Piuttosto costose.

Bastava dirlo... 

 
 
 

Tutto a posto!

Post n°94 pubblicato il 06 Luglio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Tante facce sorridenti...

Tante frasi concilianti...

Con il tempo tutto si accomoderà...

"Ch'ha dato, ha dato, ha dato!
Ch'avuto, avuto avuto!
Scordammoce 'o passato..." Alt!

Perché?

Non simmo a Napoli, paisà!

E io non scordo nulla. 

 
 
 

Il Pifferaio di Hamelin

Post n°93 pubblicato il 03 Luglio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Ne conosco di pifferai magici!

Piccoli folletti dal piffero minuscolo che suonano per topini e per topine che altro non aspettano che seguire l'omino in calzamaglia multicolore.

Basta una nota triste ogni tanto, e il pifferaio di Hamelin fa entrare nelle orecchiette degli animalucci tutte le canzoncine che vuole, tanto loro sono convinti di averla capita, la musichetta ipnotica.

Io, vecchia pantegana grassa, non mi sono mai fatto fregare dal minuscolo strumento del pifferaio magico, quello che suona per un animaletto alla volta, facendogli perdere la ragione e la capacità di fare domande.

Ma lì in fondo...


Plunf! Un altro topino annegato.

  

 
 
 

Contromano

Post n°92 pubblicato il 01 Luglio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

"La Storia si ripete perchè
nessuno la prima volta stava ascoltando"

 

C'era un tale, che fece una gran brutta fine, che sentenziava "Molti nemici, molto Onore".

Io, che spero e mi sforzo di vivere serenamente, dico invece: "Molti amici, molto Onore".

Per valutare la tua vita, conta gli amici che hai al tuo fianco.

Non da oggi, non da ieri.

Gli amici che hai al tuo fianco da anni. Magari che hanno la tua stessa età. Non i conoscenti, non gli incontri occasionali, non i cortigiani, non quelli che vogliono carpirti benevolenze.

Gli amici che hanno percorso con te un lungo tratto di cammino, e che ancora continueranno a farlo.

I VERI AMICI.

Circondarsi di persone per un periodo breve, magari fino a che non crescono per poi rimpiazzarle, non significa avere amici.

Significa andare contromano da soli in un'autostrada, caricando autostoppisti ogni tanto.

Allora: li hai contati, i tuoi veri amici?

 

Quanti sono?

 
 
 

MISERIA e nobiltà (I Veri Colori/2)

Post n°91 pubblicato il 30 Giugno 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

"...Troyl: "Conosco un tale che si incazza
se gli danno del ladro solo
perché prende le cose degli altri."
Clessra: "Ed io ne conosco un altro che
si incazza con chi gli elenca
le carognate che fa agli altri"...

Homer Blind, When Ulysses arrived, Itaca, 2007

 

nobiltà: "In un mondo di presunti protagonisti diventati comparse e di comparse che non sono in grado nemmeno di diventare presunti protagonisti, è bello per me constatare che una delle cose degne della menzione altrui tra le tante che tu offri è una cosa che io ti avevo proposto e che, di conseguenza, non ti apparteneva in origine".


MISERIA: "Ma io l'ho fatta mia!"


nobiltà: "Come tutto il resto. Brava!" 

 

 
 
 

I Veri Colori

Post n°90 pubblicato il 18 Giugno 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

Mi ridai i Veri Colori?

Quelli che non conoscevi, quelli che ti ho prestato io.

Sì: io. 

Ti ho detto di guardarli, di ascoltarli. I Veri Colori, belli come l'arcobaleno. Perché tu non li avevi mai visti.

I veri Colori. Quelli che non volevi più usare, come tutte le cose che ti ho dato.

Mostrami un sorriso; non essere triste perché devi restituirmeli: in fondo erano miei.

Non l'avevi detto a tutti? Non hai detto che ti costringevo ad usare colori e pennelli che tu non volevi adoperare?

Tu volevi spatolare colori portati dal vento dell'amore. Colori che magnificavano l'anima tua al cospetto del Signore. Colori dalle tonalità pistacchio o limone, crema o banana.

Allora? Mi ridai i miei Veri Colori? 

Come? Te sei magnato pure quelli? 

 
 
 

Ricicli

Post n°89 pubblicato il 06 Giugno 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

C'erano una volta due principi, uno bello e buono e l'altro brutto e prepotente, che vivevano nello stesso castello.

Entrambi lavoravano per rendere il castello più bello, importante, sfarzoso. 

Da tutti i villaggi e paesi circostanti, la gente, i villani e i re venivano a visitare il castello e tutti, tra l'invidia e la meraviglia, dicevano: "Che bel Castello! Maccondirondirondello! Che belle pareti bianche! Che bei pavimenti rossi! Che splendidi arazzi con i cavalli! Che torri alte! Che piatti ricchi che ci servite! Arrosti di pernice, pasticci di cinghiale! Bravi, ma specialmente bravo tu, principe bello e buono!"

Ma un giorno, uno dei principi, quello bello e buono, si stancò di quel castello. Cominciò a confidare ad alcuni cortigiani, giullari e servitori che quel castello non gli piaceva... le pareti erano troppo... bianche, i pavimenti troppo... rossi; le torri, gli arazzi e il cibo servito, poi... non ne parliamo. E questo ogni giorno, ogni singolo giorno.

Tutto quello che era nel castello, secondo il principe bello e buono, era stato scelto ed imposto dall'altro, anche alcuni dei cortigiani che lui, bello e buono, non sopportava.

Il principe bello e buono era distrutto. Non mangiava, non dormiva, non respirava, voleva partire forse per sempre, fermarsi... Quante lacrime uscivano da quei magnifici occhi belli e buoni! 

Ed allora, il principe brutto e prepotente, che aveva scelto tutto a danno del principe bello e buono senza rendersene conto, decise di andarsene, pieno di vergogna per i suoi misfatti e partì per Samarcanda, a parlare con una nera signora, lasciando il principe bello e buono nel castello, con lo sguardo perso nel nulla.

Dopo un anno, il principe brutto e prepotente ritornò nel paese, curioso di visitare il nuovo castello. All'orizzonte, vide svettare... alte torri! Sorpreso, entrò e vide le pareti tutte dipinte di... bianco! I pavimenti, invece, erano rossi. Alle pareti c'erano degli splendidi arazzi con dei cavalli e il principe bello e buono gli fece servire arrosti di pernice e pasticcio di cinghiale. Di cinghiale!

Il principe brutto e prepotente, confuso e pentito, si diresse allora nella stanza del trono, dove il principe bello e buono era assiso, circondato dai servitori e da tutti i cortigiani con gli occhi raggianti! C'erano anche quelli che il principe bello e buono diceva imposti dal principe brutto e prepotente, ed essi erano felici e scodinzolanti più degli altri. E più degli altri guardavano con disprezzo il principe brutto e prepotente.

Il principe brutto e prepotente biascicò: "Perdonami, principe bello e buono, e voi solerti e leali cortigiani, se non avevo capito quali erano i vostri progetti e propositi. Tu, principe bello e buono, volevi torri alte e io ti ho imposto di costruire alte torri. Tu volevi pareti bianche e io bianche pareti. Tu volevi pavimenti rossi e io ti ho fatto posare rossi pavimenti. Adesso il castello è del tutto diverso e capisco i servitori, i giullari e i cortigiani che non ti hanno posto domande sul perché io me ne fossi andato: la differenza tra quello che io ti ho imposto e quello che tu invece hai costruito è troppo grande. Potevi rendere partecipe prima anche me dei tuoi propositi, mi sarei comportato meno da malvagio, magari assecondandoli. Ma il silenzio era dovuto alla la tua sofferenza che era troppo grande e bene hai fatto a renderne partecipi pochi cortigiani, quelli che ti accompagnavano nelle tue lontane stanze. Io ero troppo preso dalla nera signora per percepire il tuo immenso dolore."

Così dicendo, uscì a capo chino, lasciando il castello che aveva provato a rovinare senza riuscirci.

Ancora oggi, il principe brutto e prepotente vaga per tutte le discariche del reame, alla ricerca di recuperare i materiali smantellati del vecchio castello, non trovandone alcuno.

Come se qualcuno li avesse riciclati...

 
 
 

Metabolismi

Post n°88 pubblicato il 03 Maggio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

"Ce l'hai con me?
No, dico: ce l'hai con me?
Dimmi: stai parlando con me?"

Robert De Niro, Taxi Driver

 

Un tale, di cui non ricordo il nome, un giorno mi disse: "Ammiro molto la tua memoria e la tua capacità di reazione immediata a quello che accade intorno: dici sempre la cosa giusta al momento giusto. Io non possiedo queste doti e te le invidio molto."

Non ricordo nè dove nè quando il tizio in questione affermò questa verità assoluta, ma, a distanza di tempo (quanto, ripeto, non ricordo) gli dò assolutamente ragione: ho una grande memoria e una capacità di reazione immediata. 

Ma mentre la prima dote è un regalo della natura, la seconda è legata semplicemente a un fatto: ho una capacità di reazione immediata e dico (spesso) la cosa giusta al momento giusto solo perché mi faccio guidare dall'oggettività dell'analisi di ciò che accade attorno e delle conseguenze che io potrei eventualmente generare con il mio comportamento.

Mi spiego: se una persona mi sta per versare un secchio d'acqua sulla testa, mi scanso subito, senza pensarci. Se un uomo si avvicina con una torcia accesa, mi allontano immediatamente. Se un tale, pur in possesso di porto d'armi, spara una cazzata, reagisco.

Lo faccio immediatamente, senza pensarci. Non metabolizzo la sua cazzata e preparo una risposta o una rielaborazione dei fatti per giustificare un mio silenzio colpevole o un comportamento meschino. Reagisco. Subito. Con le parole e con i fatti.

E se invece iniziassi io, e ripeto, iniziassi io a comportarmi da stronzo, mi fermerei subito e chiederei immediatamente scusa al/ai miei interlocutori per quell'accenno di comportamento sbagliato.    

Conosco persone che invece motivano il loro comportamento - che loro stessi definiscono poco corretto - dopo giorni, settimane, addirittura mesi. 

Aspettano tanto tempo perché devono cancellare, reinventare, modificare, omettere.

In sunto: perché devono mentire. 

E perché prima devono convincere loro stessi di non essere stati così meschini. E ci mettono molto tempo.

Ma poi arrivano a credere completamente alle loro false verità e per questo sono i più pericolosi.

Chi mente sapendo di mentire, infatti, viene smascherato subito.
Basta uno sguardo, una frase, un silenzio.

Ma  chi invece si autoconvince di non aver detto o fatto quello che in realtà ha detto o fatto è più difficile da smascherare, dato che la maschera costruita è diventata il suo vero volto, anche interiore.

Uno che ritiene di aver fatto un errore deve chiedere scusa o giustificarsi subito.

Le scuse postume, le giustificazioni dopo mesi, non sono scuse o giustificazioni. Perchè bisogna spiegare a chi si chiede scusa o a chi ascolta la giustificazione prima di tutto le ragioni del comportamento che ha portato a chiedere scusa o a giustificarsi. E poi bisogna chiedere scusa o giustificare il fatto di aver aspettato tanto tempo a chiedere scusa o a giustificarsi.

Già il fatto che uno richieda di poter spiegare oggi il comportamento tenuto mesi prima, è grave. Nella sua logica dovrebbe aspettare ancora dei mesi per spiegare a se stesso e poi agli altri anche l'assenza e il silenzio dei mesi precedenti al cosiddetto "chiarimento" odierno.

E questo innesca un tempo senza fine. Una vita.

Sì: ho un tempo di reazione immediata a ciò che accade.

Ho anche un'altra dote, secondo qualcuno, ma non ricordo quale...  non ho proprio memoria. Tra qualche mese, comunque, contatterò chi legge per spiegare il fatto che io non dovevo chiedere scusa adesso.

Un'ultima cosa: parlo con te. Perché ritieni che le poche verità contenute in questo post (se ve ne sono) riguardino proprio te? Chi sei? Robert De Niro?
Leggiti il post 86, Bob, "Code di paglia", così tranquillizzi la tua coscienza artificiale, costruita con tanta fatica. 

 

 A Bibe piace questo post.  

 
 
 

Nostoi (Νόστοι)

Post n°87 pubblicato il 02 Maggio 2012 da bibe.mt
Foto di bibe.mt

E' facile e contemporaneamente difficile per me accettare la realtà che mi circonda.

Una realtà fatta di addii senza partenze, di parole scollegate dai fatti, di verità negate dalla realtà, di oggettività soggettive, di ritorni senza andate.

Secondo me, le parole non svolgono più il compito di aiutare ad esplicare la realtà, anzi, spesso creano un universo parallelo che si contrappone in toto a quello che sostanzialmente dovrebbe essere l'unico contesto realmente valutabile: quello dei fatti.

Mi spiego: se fai una cosa scorretta e contemporaneamente dici che è sbagliato farla, le due cose tra loro contrapposte non dovrebbero avere lo stesso valore; di conseguenza la seconda (virtuale) non può aver la forza di annullare, di negare, di sostituirsi alla prima (sostanziale).

Io giudicherei ciò che tu fai, non il fatto che tu dica che la cosa non si deve fare. Anzi, addirittura valuterei in maniera maggiormente negativa le due cose, aggiungendole l'una all'altra: è sbagliato che tu faccia una cosa scorretta ed è doppiamente sbagliato che tu dica che non bisogna farla.   

Io ho cercato di fare del mio agire il muto testimone di un'etica che un tempo credevo universale. Nel caso tentassi di spiegare con le parole ciò che faccio, non farei altro che integrare, o meglio, semplificare il senso del mio costante agire, non andrei a nasconderlo, o peggio, a negarlo. 

Altri invece passano il tempo a spruzzare boccette di profumo al pino silvestre sulla montagna di merda che continuano ad accumulare con le loro figure. 

E mentre molti, scodinzolando, continuano a fingere di apprezzare solo il profumo del pino silvestre (le parole) e di non avvertire minimamente l'odore di merda che sale (i fatti), io ho come la sensazione... sempre più forte... quasi dirompente... che qualcuno stia cagando in una pineta. Abbondantemente.

Nostoi...  

 Mi liko da solo    

 
 
 

COS'è RITORNI SENZA ANDATE

Ritorni senza Andate è un Blog, non una testata giornalistica. Non va considerato un prodotto editoriale ai sensi della Legge 62/2001. Ritorni senza Andate propone riflessioni, cerca di analizzare le contraddizioni, le meraviglie e le ipocrisie dell'animo umano. Purtroppo per voi mi arrogo il diritto di esserne io il rappresentante e la voce. Il Blog non accetta commenti anonimi o chiaramente istigatori di potenziali scontri più che di discussione. Grazie a chi legge e a chi trova il tempo di interagire con me. 

 

AREA PERSONALE

 

ULTIME VISITE AL BLOG

sbaglisignoraldo67alexenzo22bibe.mteles515daphne_65andrew_mehrtensDizzlymakandalansa007sabif72SANDRA1977vita1954cnasserit
 

FACEBOOK

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963