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blog8 il 17/03/08 alle 18:16 via WEB
Gravi avvenimenti in Tibet
Secondo me bisogna esercitare una grande pressione su media ed autorita', che sino a che non sono subissati di proteste non fanno nulla, pensano solo alla economia ed al commercio e temono di inimicarsi i cinesi.
Qui c'e' una petizione da firmare:
http://www.comune.colognomonzese.mi.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=1932&idCat=1959&ID=13586
Spero che se ne facciano altre al nostro governo ed ai governi europei.
Ci sono gia' altre petizioni da firmare:
una per la liberazione del Panchen Lama, rapito da anni
Una per liberare Tenzin Delek Rinpoche
E si puo' promuovere "Una bandiera per uno status di piena autonomia per il Tibet", con l’esposizione permanente della bandiera tibetana in oltre 200 sedi di Comuni, Province e Regioni italiane
http://www.italiatibet.org/cosa%20puoi%20fare/campagne/campagne.htm
Un'altra idea che mi viene e' di focalizzare l'attenzione di piu' persone possibili in determinati momenti importanti, ad esempio l'inizio delle Olimpiadi, con l'impiego di preghiera ed intenzioni focalizzate, ha gia' funzionato.
Massimo
Elena ha scritto:
Ma cosa si può fare per aiutare questa gente in Tibet? Bisognerebbe sensibilizzare tutti gli atleti italiani ed indurli a decidere il boicottaggio delle olimpiadi. Sono mesi che penso che questa sia la decisione giusta : Ma chi convince gli atleti a questa decisione?. Basterebbe che un pugno di atleti decidessero di non presentarsi alle Olimpiadi che tutte le altre nazioni seguirebbero l'esempio. Il primo atto di coraggio dovrebbe partire da loro.
Io me lo auguro.
Elena
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blog8 il 16/03/08 alle 10:52 via WEB
Il Tibet?
Non è un fatto solo di Cina.
E' come se, nel mondo, si fossero tolte le catene ai demoni.
Si è instaurato apertamente ed accettato dai potenti e dalle moltitudini che li seguono, il principio che il più forte può calpestare il più debole senza che nessuno intervenga e senza che nessuno possa contrapporsi.
Nell'epoca del relativismo etico, la "morale" del più forte vince sempre.
Il nuovo ordine mondiale prevede la distruzione di tutte le religioni e delle filosofie che sostengono i principi della legge naturale.
Tutte le grandi religioni e le grandi filosofie come il buddismo sostengono gli stessi principi morali fondamentali, per questo debbono essere distrutte, perché sono l'ultimo ostacolo alla nuova religione umanitaria.
Solidarietà ai tibetani!
Solidarietà e vicinanza ai Buddisti!
Un caro saluto
don chisciotte (forse)
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Anonimo il 17/02/08 alle 15:23 via WEB
Credo che se si vuole evitare il degenerare verso la violenza e/o l'oppressione dobbiamo mobilitarci in prima persona noi cittadini nei vari ambiti di vita-lavoro-quartiere-istituzioni, ecc. in modo DIRETTO. Non possiamo continuare a lasciare che le decisioni si prendano come viene fatto ancora.
Basta vedere la situazione della Campania dove l'incoscienza e disonestà hanno generato sofferenza, preoccupazione e anche tendenza alla violenza nella popolazione esasperata per danni alal salute, all'agricoltura e al commercio, al turismo e a tutta la vita sociale e istituzionale, con danno economico e sociale internazionale e nazionale per tutto il paese.
I 14 miliardi spesi in pochi anni in Campania sono il builancio di uan finanziaria nazionale e non hanno portato neanche ad una raccolta differenziata......
Non si può avere fiducia in nessuno che sia delegato.......
Occorre seguire l'esempio di quei pochi (ancora) cittadini e comuni che si organizzano direttamente.
Il supercommissario De Gennaro ha scoperto solo oggi che la maggior parte delle discariche che lui voleva usare non sono agibili, per l'inquinamento e altro come hanno accertato i suoi tecnici.
Non potevano accertarlo prima i vari commissari e autorità compreso il sindaco di Napoli? e cosa ha fatto la magistratura fino ad ieri? adesso si è svegliata e ha fatto sequestrare alcuni siti.
Si, DEMOCRAZIA DIRETTA. Che non significa anarchia ma decisioni delle popolazioni nelle forme che queste considerano opportune.
Tanto, lo stato non esiste già in mezza Italia da un pezzo e nel resto vediamo come vanno le cose.
I pezzi di istituzioni che funzionano ancora si debbono alleare con i cittadini che vogliono intervenire direttamente altrimenti la situazione continuerà a precipitare e sarà sempre più nelle mani di corrotti politici, mafiosi e dranghedisti.
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Anonimo il 22/01/08 alle 07:58 via WEB
Complimenti per il blog. Salutoni Anna
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Anonimo il 21/01/08 alle 15:47 via WEB
Ogg: Benazir Bhutto e il ruolo della donna nel nuovo stadio evolutivo
Grazie eacus per queste osservazioni.
Direi che le osservazioni dovrebbero partire in due direzioni. Da un
lato il problema del potere, a livello mondiale, e dall'altro il
problema del ruolo della donna, in ogni società particolare e a
livello mondiale. E considerando poi che i due problemi sono anche
strettamente connessi.
In Pakistan i due problemi si giocano e si incrociano . Una donna
stava per incrociare la strada del potere. Di fronte, il potere
particolare di un presidente che non vuole lasciare il potere,
dall'altro, un potere più grande, mondiale e strategico, che si
mantiene nel Pakistan attraverso l'attuale presidente, che si presta
ai giochi di una strategia, come al solito imperialistica, che non
prevede la democrazia in questo paese asiatico.
Una reale democrazia, dappertutto, è osteggiata tanto dal fanatismo
islamico che dall'imperialismo americano. Un paese che non si fa
colonizzare non piace a nessuno.
Non sappiamo quanto la Bhutto sarebbe riuscita ad assicurare
l'indipendenza del proprio paese, e quanto efficace sarebbe risultata
nella lotta contro il terrorismo talibano e contro l'ingerenza
americana che non vuole rinuciare a delle teste di ponte nel
territorio asiatico, dove la crescita del gigante cinese provoca
incubi incessanti agli americani ormai da parecchio tempo.
Purtroppo non ha potuto essere messa alla prova. O l'ha eliminata
Ben Laden, per non vedersi chiuso il Pakistan post elettorale, o l'ha
fatta eliminare Bush, via Musharaf, perché il Pakistan resti
militarmente nell'orbita americana.
La verità, naturalmente, non si saprà mai.
Ma quanto al ruolo delle donne, è chiaro che un mondo gestito dalle
donne sarebbe molto diverso da quello che abbiamo, che non potrebbe
essere peggio di quello che è. Forse non sarebbero più gli armamenti e
i soldi a contare, o almeno, forse non sarebbero più prioritari. Forse
ci sarebbero altri valori, altre priorità, e altre esigenze.
Sarebbe tanto bello provare. Ma anche questo, forse, non sarà mai.
Ciò non toglie che non dobbiamo esimerci dal provare, e che il mondo
migliore deve essere l'unico obiettivo che deve sempre muovere le
nostre azioni, i nostri pensieri, i nostri comportamenti. Altrimenti
vivere non avrebbe nessun senso.
cari saluti.
donato
--- In filosofiaediscussione@yahoogroups.com, "eacus2001" <eacus@...>
ha scritto:
>
> BENAZIR BHUTTO E IL RUOLO DELLA DONNA NEL NUOVO STADIO EVOLUTIVO
> Per un'analisi integrale della situazione
> vedi testo ai blog
> http://blogchefare.splinder.com
> http://blog.libero.it/BlogChefare
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Anonimo il 21/01/08 alle 15:44 via WEB
Anche Gandhi ha fatto un 'errore' simile a quello di Benazir Bhutto? E perché
non anche Martin Luther King, e perchè non anche lo stesso Gesù Cristo? e forse
anche tanti 'volontari' che ci rimettono la pelle ai nostri giorni?
Ma 'occorre' (termine un pò inopportuno forse...)che ci siano anche questi
personaggi nella storia? e se sì che ruolo hanno? C'é un ruolo specifico per cui
non ci si fa (o non ci si può fare...) abbastanza 'serpenti' mantenendo la
purezza <<siate astuti come serpenti e puri come colombe>> come citi tu?.
Credo proprio che pochi parametri non bastano e siano riduttivi. Il fatto che
siano 'parametri spirituali'(con una loro profonda giustificazione, sia
chiaro...) non toglie che siano meno riduttivi nel senso che finiscono col farci
apparire 'quasi' inutile (o può sembrare così al momento) quello che fanno.
Se si deve fare affidamento anche alle frasi che citi del vangelo c'é anche da
considerare che chi le ha pronunciate aveva una visione più Integrale di quella
espressa in quelle stesse frasi..infatti era lì per fare ciò fino a un certo
punto e poi riteneva che era necessario farsi non più serpente ma agnello...e
altro ancora. INCOERENZA O ALTRO LIVELLO DI COSCIENZA? segnale di un nuovo
stadio evolutivo, magari anticipatore in coerenza con una visiobe nuova della
missione personale e umana e...?
Cogliamo - sappiamo cogliere - OGGI segnali di tale tipo? Vogliano usare gli
strumenti che abbiamo o ripetere pedisseguamente ('non creativamente' come
potrebbe 'piacere' a un dio se di un dio si tratta o di chiunque altro)per
intervenire (fosse anche solo con parole) nel fare la storia, o almeno cercare
di spiegarci la storia delle altre coscienze?
Alcuni cercano di spiegarci qualcosa in questo mondo in questa fase (a queste
coscienze che siamo qui oggi)anche in queste ore. Moriranno ammazzati anche
questi o si ritireranno mentre si spara? aspetteranno tempi migliori? dinanzi
all'avanzare dell'ondata caotica si nasconderanno? O come si esporranno?
E noi? che facciamo e faremo? C'é qualcosa che si può dire che non é scritto nel
vangelo? (sempre questo vangelo che mi sembra sempre meno capito da quelli che
lo citano a man bassa...).O faremo, se proprio vogliamo citare sempre il
vangelo- unio sforzo di capire a che punto siamo? (Gesù Cristo ci ha portato
almeno un pò avanti da fare questo sforzo?)
Potremmo - saremo capaci - (e personalmente me lo chiedo sempre per me, sicuro
che non me ne renderò conto fino alla prossima 'creduta' piccola 'illuminazione'
personale) percepire profondità diverse in coscienze diverse e stadi diversi da
quelli che viviamo anzitutto 'dentro di noi'? Lo faremo abbastanza velocemente
da evitare di ammazzarci gli uni con gli altri ancora di più ?
Questi stadi diversissimi(di coscienza) convivono anche nel sociale e la grande
impresa é concepirli e 'praticarli' in modo integrale (come dice Wilber in forme
nuove e adeguate ai tempi, o almeno ci prova, deve aver letto meglio di tanti
altri anche il vangelo...).
E' anche per questo che sto pubblicizzando Wilber - e non i vari 'riduzionismi'
sempliciotti di illustri personaggi laici e religiosi anche televisivi e
filosofi nostrani, e anche il suo recente scritto Integral Politics!(in cui
'stranamente' esamina attentamente il pensiero e il messaggio nientedimento che
di...Norberto Bobbio..già, proprio così-evidentemente da queste parti é stato
detto qualcosa ritenuto importante per orientamenti fondamentali in questo
momento, da qualcuno anche se nato e cresciuto in altri luoghi e culture).
Bobbio é solo un esempio, visto che siamo in Italia: viene esaminato in tutto il
mondo ma ben poco in Italia-ma lo stesso succede con Habermas (tedesco) appunto
con le sue indicazioni di scienze sociali e di attualità fornite anche a questo
papa. (Ho pubblicato il dibattito Wilber - Habermas su Alba Magica e in 'Il
futuro della religione' di Wilber).
Personalmente ritengo che anche Wilber rischia di essere ammazzato (o fatto
'fuori' in qualche modo,per esempio 'legalmente' alla Osho; in Italia lo sarebbe
già stato). Ma forse lo salva l'essere in un Paese che permette a tutte le
'sette' e 'non sette' di esserci e non solo a pochissime sette come in Italia.
Penso che la Bhutto a modo suo abbia provato a capire come agire in mezzo ai
lupi e alle altre coscienze ai vari stadi che convivono in questo tempo in quel
paese e forma particolare (Attenzione ai Molti di Platone e non solo all'Uno) e
soprattutto alle diverse coscienze in questo momento.
Onore a questa grande donna, ai suoi insegnamenti e al suo esperimento. Per lo
meno onoriamola con riflessioni un pò più approfondite.
-(strano che in Italia della Bhutto ne parlino così poco proprio le donne, leggo
molto di più e profondamente sui blog e news di tutto il mondo, dall'India agli
USA alla Spagna). Anche sui vari Newsgroups italiani succede la stessa cosa.
Sarà un segno di 'progresso'tutto locale?
Eacus
---------- Initial Header -----------
From : MEDICINA_OLISTICA_INTEGRALE@yahoogroups.com
BENAZIR BHUTTO E IL RUOLO DELLA
DONNA NEL NUOVO STADIO EVOLUTIVO
> carissimi amici
>
> Se la morte di Benazir Bhutto, rappresenta comunque un passo inevitabile nella
evoluzione dell'umanità e del.........
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Anonimo il 21/01/08 alle 15:40 via WEB
carissimi amici
Se la morte di Benazir Bhutto, rappresenta comunque un passo inevitabile nella evoluzione dell'umanità e del ruolo importante della donna in questo lento processo di presa coscienza , come ho letto nei siti sotto indicati, è pur vero che non perdono alla Bhutto l'imprudenza di aver sottovalutato la foza del regime in carica e di aver dichiarato con troppa sicurezza e determinazione la sua aperta avversione al leader assolutista Musharraf. Con il candore di chi crede fermamente nei valori della democrazia, si è presentata in mezzo ai lupi fidandosi solo della sua popolarità e dell'accoglienza calorosa che le veniva offerta.dalle masse a lei fedeli.. Pubblicamente, prima ancora di sapere quanto vincente sarebbe stato il suo elettorato, dichiarava che non avrebbe accettato alcun accordo con il governo in carica inviando un esplicito messaggio ad un capo già indebolito dai continui attentati terroristici di Al Quaeda. Quali effetti potevano avere queste dichiarazioni su un leader che già temeva la sconfitta elettorale e che solo in un accordo poteva sperare di aver salva la vita e conservare una parte di potere ? Vogliamo una volta tanto analizzare la psiche di un dittatore che sa di essere odiato, avversato e minacciato costantemente da invisibili forze sia all'esterno come all'interno del suo stesso palazzo. Al di là di quelli che erano stati i progetti segreti degli Usa " Bhutto-Musharraf " per realizzare una forza unitaria contro gli estremisti islamici, la Bhutto ha disorientato gli oppositori proprio con le sue ingenue dichiarazioni e come un' impavida 'pulcelle d'Orleans,' si è lanciata ad accusare ed attaccare il governo in carica. Quando mai un agnello si è salvato da un lupo affamato? Non disse Gesù:" io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi..siate astuti come serpenti e puri come colombe.."? E' forse mancato alla Bhutto la saggezza e la prudenza dei grandi statisti. Ma soprattutto è mancato l'appoggio e lo schieramento difensivo che solo i servizi di sicurezza di Musharraf potevano garantirle . Chi era Bhutto? Una colomba di pace stretta tra due fronti ugualmente a lei ostili. Gli estremisti islamici da una parte, da sempre nemici della emancipazione femminile e del ruolo della donna nella società moderna, relegata a moglie schiava tra pareti domestiche dove nessun estraneo deve mai entrare per vedere, sentire, parlare... dall'altro, un capo assolutista ma insicuro (come lo sono tutti i dittatori) e timoroso di finire tra le braccia mortali di un kamikaze o di un complotto di palazzo.
In mezzo a questo mare di ostilità e di paura la Bhutto è stata lasciata indifesa sotto i colpi degli assalitori. Che siano stati gli uni o l'altro poco importa ormai. Quello che è certo che una speranza di democrazia e di emancipazione di milioni di donne islamiche è stata soffocata per non aver Ella saputo mediare e stabilire accordi di compromesso con il suo potenziale alleato e futuro nemico. Doveva usare l'astuzia del serpente invocato da Gesù per i suoi discepoli, e colpire il nemico quando i tempi fossero stati maturi e l'occasione di prendere le redini del paese una realtà consolidata.
Il mondo occidentale e gli Usa in primis, che hanno sommerso Musharaff di critiche per aver ordinato il coprifuoco per diversi giorni ed imprigionato la Bhutto al suo domicilio perchè preda della paura reale di essere fatto fuori da Al Queda con un attentato kamikaze, hanno contribuito ad ingigantire i pericoli di un agguato e forse a meditare una soluzione.. La risposta è venuta puntuale per distruggere quella piccola luce di speranza che si stava affacciando negli animi di milioni di donne e di uomini.
Io non credo nel martirio e nell'eroismo.. Lo trovo un gesto sciocco ed inutile. La morte della Bhutto ha comunque rallettanto il processo di democrazia e di emancipazione in quel paese. Non so quanto questa morte eroica servirà a coloro che vorranno ancora combattere per la libertà in Pakistan. Certamente la democrazia vincerà perchè ci è stato insegnato che il bene alla fine prevarrà sul male anche se oggi questi concetti sembrano anacronistici rispetto alla verità scientifica di come l'energia del bene e del male funzionino esattamente, ma.. quando questa democrazia prevarrà , è il grande dilemma.!! Quante altre violenze, quante morti , quanti anni di sofferenza dovranno ancora trascorrere prima che un altro simbolo trovi posto nel cuore di milioni di coscienze e dia inizio al cambiamento universale tanto sperato?
grazie
Elena
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Anonimo il 26/12/07 alle 00:21 via WEB
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog Napoli Romantica...
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Anonimo il 06/12/07 alle 14:31 via WEB
Credo che il Papa sia obbligato da ritorsioni possibili sulla comunita' cristiana cinese. Ci vorrebbe piu' coraggio, ma penso che questo coraggio costerebbe torture, incarceramenti, morti ed atre ritorsioni
Chang
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Anonimo il 03/12/07 alle 18:05 via WEB
Chi ha paura del Dalai Lama- Filippo Facci - Il Giornale, 30 novembre 2007
Si vergognino e basta. Lo facciano quei conduttori di talkshow che pensano che parlare del Dalai Lama e della Cina non faccia ascolti, e che un delitto molto vicino sia più interessante di carneficine molto lontane. Lo facciano quei miei colleghi, intrisi di realpolitik da cortile, che passano la vita a sezionare le cose bianche e naturalmente la milionesima ipotesi di proporzionale alla tedesca con soglia di sbarramento alla norvegese e scorporo alla molisana: convinti che determinate questioni siano solo velleità da idealisti e da radicaloidi anziché sostanza politica pura, allo stato brado.
Si vergogni il presidente della Camera Fausto Bertinotti, capace di intrattenersi 50 volte al giorno coi cronisti e però incapace di dare una risposta ufficiale ai 285 parlamentari che per iniziativa di Benedetto Della Vedova gli hanno chiesto di ricevere il Dalai Lama con tutti i crismi, e se possibile di farlo parlare nell'emiciclo parlamentare.
Si vergogni Romano Prodi, l'uomo che vorrebbe sospendere l'embargo delle armi alla Cina, il presidente del Consiglio che non incontrerà il Dalai Lama questo dicembre come non volle incontrarlo nell'ottobre 2006: nel 1994, diversamente, il Dalai Lama fu ricevuto ufficialmente da Oscar Luigi Scalfaro e dal premier Silvio Berlusconi, eppure l'import-export con la Cina rimase in piedi. Si vergognino pure, dal primo all'ultimo, i comunisti italiani: è l'unico gruppo dove non compare neppure un firmatario tra i 285 che hanno chiesto a Bertinotti d'incontrare il leader tibetano. Rifondazione comunista? Solo Pietro Folena e Maurizio Acerbo: solo loro due riescono a scacciare il sospetto che la sinistra italiana sia multilaterale solo in chiave antiamericana.
Poi c'è il Vaticano, che ha certo responsabilità più complicate giacché milioni di cattolici cinesi rischiano persecuzioni ogni giorno: ma va detto che neppure Benedetto XVI, che a sua volta non incontrerà il Dalai Lama, ne esce infine splendidamente. Ma è tutto il nostro Paese a uscirne come il solito paesaggio di mezze stature e piccoli interessi: nei mesi scorsi gli Usa e George Bush hanno ricevuto il Dalai Lama inteso come rifugiato politico dalla Cina, e gli hanno pure appigliato la medaglia d'oro del Congresso: se ne sono fregati degli strepiti altezzosi e delle minacce di ritorsioni di Pechino. Lo stesso hanno fatto Canada e Austria e Germania: e basti che lo Stato guidato da Angela Merkel è il primo Paese europeo per interscambio ed export e investimenti verso la Cina.
È difficile dar torto al riformatore liberale Benedetto Della Vedova: quello del Dalai Lama è un problema politico, non diplomatico o protocollare, e ciò nonostante il governo sta ostentando un silenzio perfettamente allineato ai desiderata di Pechino. Ma non occorre essere degli economisti per comprendere che è Pechino, in primo luogo, a non potersi permettere di azzerare l'interscambio commerciale con l'Occidente. Certo, Cina non olet, e l'economia più di tanto non può certo farsi condizionare dai dati sulla pena di morte in Cina, dalle notizie sugli organi espiantati e rivenduti senza il consenso dei familiari, dalle torture, dai cattolici ammazzati, dai dissidenti imbottiti di psicofarmaci, dai lager dove milioni di uomini imprigionati senza processo alimentano un'economia anche fondata sullo schiavismo. I maestri della realpolitik possono raccontarsi che la libertà economica porterà anche alla libertà democratica dei cinesi, e pazienza se di questo processo per ora non v'è traccia, anzi. Pazienza se nessuno condannerà la Repubblica Popolare Cinese per la sua produzione industriale e manifatturiera operata nei lager, e se nessuno boicotterà le Olimpiadi come proposto anche da don Piero Gheddo su questo giornale.
Sono sogni, velleità da idealisti. Se tuttavia riuscissimo perlomeno a non farci dettare l'agenda istituzionale dai cinesi, non rifiutandoci vergognosamente d'incontrare un leader spirituale e nonviolento che ha la valenza civile e democratica di mille monaci birmani, sarebbe qualcosa.
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