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GLI OCCHI FREDDI DELLA NOTTE - VIII PUNTATA

Un attimo prima che Needle passasse all’azione, Norma aprì gli occhi. Lo sguardo della donna passò dalla sorpresa al terrore con la rapidità del fulmine. Ma l’uomo ebbe una reazione fulminea. Spinse con forza lo straccio sulla bocca e sul naso della donna. Lei ebbe solo il tempo di dimenarsi scompostamente per qualche secondo prima di perdere conoscenza. I due, tirato un sospiro di sollievo, dettero il via alla seconda fase del piano. Mugsy mise bocconi la donna. Guardò senza entusiasmo uno dei sederi più ammirati di Hollywood mentre Needle da una scatoletta traeva alcune supposte di Nembutal, un sonnifero assai potente. Faticò un po’ a toglierla dalla carta stagnola in cui era avvolta per via dei guanti. Ad un suo cenno, Mugsy entrò con il palmo di una mano fra le gambe dell’attrice e le sollevò il bacino. Needle introdusse la supposta nell’ano della donna svenuta e spinse a forza l’indice verso l’interno.
- È fatta! - disse al compagno quando sentì sparire la supposta nel retto.
Completò quindi l’operazione lasciando scivolar via da una bottiglietta a terra e sul letto diverse pillole di Nembutal. Ne mise alcune anche nella tasca della vestaglia che aveva raccolto da terra. Poi prese la cornetta del telefono e la lasciò sulla mano abbandonata della donna, il cui intestino intanto, come un tampone per l’inchiostro, stava assorbendo la massiccia dose di veleno introdotta. Nessuno mai più ne avrebbe potuto ricostruire il percorso seguito. Le pillole sparse sul letto avrebbero indotto gli inquirenti a credere che la vittima avesse deliberatamente ricercato il suicidio.
Quando l’alba del 5 agosto 1962 arrivò, il corpo di Norma Jeane Baker era privo di vita. All’età di soli 36 anni, una delle stelle più sfolgoranti, una delle dive più amate aveva smesso di brillare nel firmamento di Hollywood.
Alle otto di quella mattina, puntuale come sempre, Eunice ritornò a casa della sua padrona. Salì in camera da letto per assicurarsi che la signora non avesse bisogno di nulla. Sapeva che le probabilità di trovarla sveglia erano assai remote perché lei normalmente dormiva fino a tardi, ma aprì con estrema attenzione la porta della camera da letto. Quando vide Norma immersa in un mare di pillole e con il telefono in mano, sulle prime non pensò al peggio. Credette, o volle credere, che lei stesse dormendo. Ma quando s’accorse che il ventre della padrona era immobile, cacciò un urlo. Sconvolta, l’anziana donna scese le scale, inciampò sull’ultimo gradino e finì malamente a terra. Ma era tanta la frenesia che aveva di lasciare la casa che ritrovò l’equilibrio in un attimo, come se una mano gigantesca l’avesse aiutata a rialzarsi.
La polizia arrivò quattro ore e mezza dopo, perché tanto ci volle prima che Eunice si decidesse a farlo. Così pure l’ambulanza e i mezzi d’informazione. Una moltitudine di persone, vicine e lontane, richiamata dalle sirene, affollò la zona circostante per lungo tempo. Il numero dei fans, addolorati e increduli, crebbe di giorno in giorno e la zona fu inibita al pubblico per un vasto tratto.

FINE OTTAVA PUNTATA