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Post n°260 pubblicato il 20 Febbraio 2011 da blue.chips

Ci incontrammo con T. in pieno inverno. Qui.  Tanti anni indietro,  e qualche anno prima della nascita di piccola H. Fu una magnifica serata di musica e poesie. A turno, ognuno declamava la sua poesia,  a cui si alternava un brano della tradizione finlandese.  Quando fu il momento di ascoltare mia moglie, con la sua fragile voce,  mi emozionai moltissimo.

Salattu kaipaus (dolore segreto)

 

Kuin huutoa kaiutttomaan metsààn

tämä rakkaus –

mykän huutoa,

ei ääntäkään tunteiden tueksi,

ei liikettä kertomaan

ikävästä.

 

Eevan hedelmà kypsyy:

vahva ja makea.

Lupaa kysymättä
se kätkeytyy tajunnan vaahteranoksiin,

ja metsän reunalla hiljaisuus

huokaa.

 

La sua poesia mi penetrò dentro l’anima come carta assorbente, e ogni cosa intorno sembrava perdere gravità, incidendo solchi nel cuore senza bordi.  
Quando lei scese dal palco, la sua figura snella fu inghiottita dall’abbraccio commosso delle sue amiche. Anche T. c’era; anche lei volle esserci.

Divennero amiche e si scambiarono segreti e parole, per un tempo.
Era quasi mezzanotte, quando uscimmo per andare in un caffè sulla Mannerhimintie. 
Fu proprio in quel luogo che T. chiese a mia moglie di rileggere la sua poesia, aggiungendo: “ho avuto la sensazione che si depositassero sulla mia pelle tutte le luci della notte”. 
Così lei la lesse, mentre tutta la piccola sala della Kahvila (caffetteria) era caduta in un silenzio impossibile. Non so cosa sia accaduto al mio volto, ai miei occhi, al mio essere,  ma T. aveva gli occhi lucidi e mi osservava; poi, rivolgendosi a mia moglie, con gli occhi indicando me,  le disse: “ti amerà per sempre”.

Così è stato. Gli occhi delle donne vedono lontano, conoscono il rifugio e il riposo dell’uomo. Forse, loro  hanno un dono in più nel cuore: un dono dal cielo affinché possano avere forza di resistere come vasi di creta in mezzo a vasi di ferro. Per questo accade che molte di loro sanno profondamente amare e dolcemente soffrire,  in silenzio; delicate e immense come una giovane alba primaverile.

La mia dolce sposa non volle mai dirmi perché aveva riversato in quella poesia quel silenzioso dolore. Come se fosse un dolore atavico,ab antiquo, dandogli una prefigurazione nel destino di Eva progenitrice: "Eevan hedelmà kypsyy" (il frutto di Eva matura).  Lei aveva già il sentore della sua grave malattia, ma pregava ogni giorno che il Signore le desse un bambino, anche se i medici avevano offerto una rara speranza. Lei aveva fede in Dio; aveva fede che ciò che è impossibile all’uomo a Dio non è precluso. Continuava a dire: “Il signore è il mio pastore, nulla mi mancherà, anche se camminassi nella valle della morte”. Così fu. Nacque una meravigliosa bimba: la nostra piccola H.

Oggi è un giorno molto freddo, si sfiorano i -25 gradi. Stamane siamo stati al culto domenicale nella piccola chiesa di Espoo ed abbiamo pregato per Annikka che Piccola H ormai la considera una sua sorellina. Spesso, nel suo silenzio  è intenta a pensarla e invoca le mani di Dio su di lei.  Le ho portato dei fiori e un lettore di fiabe..

Mentre ora scrivo, dalla mia scrivania ascolto piccola H suonare  il piano nel salone e cantare questa canzone  da lei ascoltata tante volte.
La sua voce è come quella di un piccolo usignolo che cerca nell’aria l’arrivo di tepore e un cibo per l’anima. Io da qui, mi commuovo e vorrei correre da lei per tenerla stretta , con i miei occhi umidi di gioia.
Resto qui, ad ascoltare solo; più tardi arriveranno ospiti ed è bene che mi faccia vedere con il viso disteso. 

Piccola H non conosce questa brevissima storia della sua mamma.
Un giorno la leggerà da questo diario. Forse, avrà in quel tempo già conosciuto l’amore per un ragazzo.  Spero che sia qualcuno che l’amerà per sempre, qualsiasi cosa accada nel percorso di vita, sotto questo cielo.
Lei può essere, comunque, sicura che su questa terra può capitare di camminare con gli angeli e non accorgersi del fruscìo delle loro ali: ci si  accorge solo dopo che sono volati via.
 A me è accaduto.

Shalom Blue.chips

Qui  ho letto parole preziose. A molti non diranno niente. Io ho provato un dolore profondo, ma anche gioia che, tanti altri, come me, guardano questo meraviglioso cosmo e i suoi colori, sotto il manto della sua grazia.

 
 
 
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