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il Blog di RANDAGIO CLANDESTINO

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LETTERA DI UN GIORNO QUALUNQUE CHIAMATO CAPODANNO

Post n°204 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da bonicaM

 

Tutto è pronto per il grande evento. Un giramento d’orbita terrestre chiamato anno solare volge al termine, ma non c’è sosta (di riflessione) per poi ripartire con un altro giramento d’orbita. Di fatto non c’è nessun reale cambiamento di direzione, è sempre lo stesso infinito giramento ripetuto miliardi di volte fino alla fermata finale che nessuno sa quando avverrà e se mai avverrà. Intanto fra qualche ora milioni e milioni di imbecilli criminali a due zampe (autoproclamati esseri superiori nel processo evolutivo di una specie animale) si scateneranno in un bombardamento mondiale di fuochi pirotecnici e botti di ogni genere per “festeggiare” il presunto inizio del nuovo giramento d’orbita terrestre, chiamato qui da noi anno 2013. Come sempre la festa avrà il suo bilancio di morti e feriti,  ma pare che questa sia l’unica forma di divertimento che l’umanità riesca a concepire: quella col botto finale. La conta delle vittime non sarà mai particolarmente tragica, anche perché è regolarmente ristretta ai responsabili dei botti (i suddetti bipedi autoproclamati esseri superiori), mentre al solito, come in tutte le guerre e in tutte le catastrofi della secolare “civiltà del mattatoio”, vengono esclusi dalla conta le principali vittime di sempre: gli animali non umani. Per loro la festa dei botti è la grande tragedia del terrore con tanti morti e feriti, colpiti dagli spari o terrorizzati fino ad impazzire, ali spezzate, zampe amputate, lacerazioni gravi. Auguri auguri, blaterazioni antropocentriche su qualcosa che non si sa bene cosa sia. Intanto si dichiara finito un anno e la “civiltà del mattatoio” giunta al punto più elevato della sua evoluzione con oltre dieci miliardi di animali non umani torturati e massacrati negli allevamenti e nelle catene di smontaggio della macellazione di massa, viene regolarmente santificata da cenoni e banchetti a base di corpi squartati e resi appetibili da raffinate arti culinarie. Un altro giramento d’orbita terrestre e altri dieci miliardi d’esseri viventi del tutto innocenti e non in grado di difendersi dalla follia umana soffriranno e moriranno in maniera atroce nell’indifferenza più totale di quegli stessi individui che pure si indignano e denunciano l’olocausto nazista o lo sterminio delle guerre umanitarie o lo sfruttamento dei lavoratori e la devastazione dell’ambiente con relativa scomparsa di intere specie animali; ma poi, al momento del pasto quotidiano, gustano con soddisfazione il prodotto più criminale del sistema del profitto e dello sfruttamento dei corpi viventi: le carni delle vittime più indifese di quel sistema criminale che loro credono (almeno dichiarano) di contestare.

Per quel che mi riguarda io non parteciperò alla “festa”. Oggi più che mai, con la lucida coscienza di chi ha lottato per quasi mezzo secolo contro ogni forma di sfruttamento accanto a tutte le lotte di liberazione per un mondo di eguali (utopie dai tanti nomi storicamente “devastate” dalla violenza del dominio dei più forti sui più deboli e l’una contro l’altra armata come anarchia-comunismo), io decido di dedicare gli anni che mi restano da vivere quasi esclusivamente alla lotta per i diritti di quei dieci miliardi di sfruttati che non possono autorganizzarsi in sindacati o partiti politici, né sono in grado di denunciare con parole umane la crudeltà e l’orrore del mattatoio e di quella ideologia a cui qualcuno oggi ha dato finalmente un nome: il carnismo, ovvero il fondamento stesso di tutte le forme di sfruttamento e di violenza che il sistema del profitto abbia escogitato, quel sistema che io chiamo “civiltà del mattatoio” e che non consentirà mai a nessun vivente di essere liberato dallo sfruttamento finché un solo animale rimarrà schiavo dell’ homo economicus.

Auguri dunque, ma solo agli amici e compagni che, riuniti nell’attesa del nuovo anno, reduci dalle dure lotte contro il razzismo, contro il capitalismo, contro il sessismo e l’omofobia, contro le guerre e la violenza dell’imperialismo, contro la pedofilia, contro ogni forma di criminalità e di ingiustizia sociale – a tutti voi auguri di cuore se avrete finalmente la coerenza di rifiutare di nutrirvi del prodotto più genuino di quel sistema contro cui dite di lottare: i corpi dilaniati di coloro cui è stato negato anche lo status di individui senzienti per essere reificati in massa anonima senza alcun diritto alla vita. Allora anch’io avrò un motivo valido per brindare con voi, perché in quel momento potrò convincere me stesso che nella mezzanotte di un giorno qualunque si stia preparando l’avvento di un anno nuovo davvero per tutti (dico tutti senza differenza di specie e di razza) gli esseri viventi di questo meraviglioso pianeta in cui sfruttamento e violenza sono stati i padroni incontrastati per troppi millenni.

 

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