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« I NUOVI MOSTRI (DI SEMPR...INFAME E VILE RETORICA DI GUERRA »

Onna 15 settembre 2009 post meridium.

Post n°93 pubblicato il 16 Settembre 2009 da bonicaM

Sotto i riflettori abbaglianti di oltre duemila emittenti televisive al comando del supremo generale Bruno Vespa il Viscido, conduttore dell’eterno blabla televisivo Portaborse e Reggipalle, il miracolo a reti unificate si è compiuto. Silvio Superman, puntuale come i treni ai tempi della buonanima, è sceso dall’alto dei cieli all’ora prefissata reggendo nelle sue grandi mani tantissime casette colorate e arredate con ogni confort da donare (ma solo per fiction) ai terremotati abruzzesi che non abbiano mai votato comunista né bestemmiato il nome dell’altissimo Presidente del consiglio. Al suo apparire le oltre mille comparse chiamate a interpretare i ruoli dei terremotati di Onna (i veri abitanti erano stati preventivamente deportati in una discarica abusiva del feudo catanese del Berlusca), inalzavano le braccia al cielo piangendo come da copione e gridando in coro: Rosanna, Rosanna nell’alto dei cieli televisivi, benedetto il puttaniere azzurro che tutta l’Italia comprò. (Apro parentesi per informare che la suddetta Rosanna altri non è che la escort preferita del Berlusca). E subito il generale leccapalle Vespa si prostrava ai piedi di Superman Silvio sbavando le dovute parole: O signore non son degno di farti domande, ma tu dicci tutte le cazzate che vuoi ed io confermerò! I finti terremotati si accostarono allora all’unto e bisunto del signore Silvio per ricevere il dono tanto atteso sotto l’occhio porcino dei riflettori puntati come cannoni sul luogo dell’azione, mentre una celebre musica da Grande Bordello riecheggiava tra le macerie reali del terremoto rese però da sogno per l’immediato apparire di oltre trecento ragazze ignude aspiranti veline e show-girls con tette e culi protesi in religioso omaggio al signore di tutti i teleschermi Silvio il Cazzuto. A questo punto della trasmissione (come da copione) fecero il loro ingresso sulla scena, addobbati con abiti di corte da signorotti del seicento e con passo cadenzato a ritmo di menuetto, i più devoti cortigiani superlecchini di Silvio Superman: primo fra tutti il devoto Augusto Minzolini detto il velinaro, per la sua estrema abilità a passare sotto silenzio tutte quelle notizie che non siano di glorificazione del padrone; seguivano con facce avvinazzate e regolarmente fuori tempo nel passo cadenzato i due supremi imbecilli Capezzone e Gasparri recitanti da bravi scolaretti la FILASTROCCA DEL PADRONE HA SEMPRE RAGIONE inchinandosi ad ogni capoverso e sonorizzando adeguatamente la loro gioia servile con luridi peti ritmati... E fu proprio al primo incedere di tale pecoreccio gregge cortigiano che accadde ciò che nessun palinsesto aveva programmato! I cieli si aprirono rumorosamente fra tuoni e lampi e apparve, ospite non invitato, l’occhio triangolare visibilmente incazzato del padreterno che tosto parlò fulminando Silvio Berlusca: Ecco colui che viene nel nome del signore, l’unto e bisunto puttaniere che tutto compra e vende e che vorrebbe comprare pure me ovvero farmi sputtanare dal suo fidato killer Feltri Vittorio il cecchino per costringermi alle dimissioni celesti e impadronirsi così della mia alta carica divina. Subito due angioletti planarono sul capo del Viscido Vespa e, accostandosi agli occhi di lui, con mani gentili tennero bene aperte le palpebre di ciascun occhio nelle cui pupille il padreterno poté comodamente deporre due sputi celesti, uno per ciascuna pupilla, quale supremo riconoscimento dei grandi meriti giornalistici del Vespa medesimo. A tale miracolo Vespa il Viscido perse il lume della ragione e si lasciò sfuggire dalle labbra l’orrenda bestemmia contro il suo padrone di cui negò la stessa esistenza: Silvio Berlusca, tu non esisti... tu non sei mai esistito... tu sei solo un perfido nulla che aspira ad essere qualcosa! Finalmente dalla bocca del Viscido Vespa era fuoruscita la sola verità da lui conosciuta... e fu a quel punto che una scarica elettrica spense tutti i teleschermi! Morale della favola: anche dio nella sua immensa bontà talora potrebbe incazzarsi.

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