Romanze da salottoBlog del tenore Giovanni Bresciani |
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PANORAMI NATURALI...
intorno a Santa Teresa di Gallura
Caletta intorno a S. Teresa di Gallura
Faro Istriano
nell'Ogliastra
Pan di Zucchero" di fronte a Masua
Primavera sulla collina Torinese
ancora in primavera sulla collina Torinese
Un'aiuola in Torino
in una villa sulla collina Torinese
un bocciolo di fiore sardo
altro interessante fiore sardo
un fico d'india "sardo"
PANORAMI, CONTINUA...
Tramonto sull'arco alpino Torinese
Tramonto sull'isola di San Pietro
Primizie della Val di Susa
un mazzolin di fiori, incontaminato
accanto al sentiero, verso la vetta
un incontro montano, non casuale
in Italia ce ne sono tante...
queste, sarde, vocalizzano anche!
Fenicotteri a Carloforte
Fenicotteri al tramonto
PANORAMI DI "PIETRE" SARDE
"La Conca" Isola di San Pietro
"La Conca" Isola di San Pietro
"La Conca" Isola di San Pietro
"La Conca" Isola di San Pietro
Le "Colonne" dell'Isola di San Pietro
All'Isola di San Pietro lo chiamano "Orrido"
Pietre bucate sull'Isola di San Pietro
Altre pietre di forma strana sull'Isola
Queste pietre assomigliano a qualcuno
Un fungo detto il Pulpito dai Carlofortini
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Stasera mi va di farVi leggere alcuni versi che io canto. Si sa che ogni musicista scrivendo per i cantanti, si è avvalso di poeti più o meno noti per trascrive in versi i testi scritti nel soggetto del dramma o “romanza” letterale prescelto in modo da poterli abbinare ed adattare alla composizione che viene “sentita” dall’estro (il melodramma).
A volte vi è stata una battaglia epistolare, vedasi i carteggi di Verdi – ove non contento, è pure intervenuto Lui direttamente nei testi (nel Trovatore: “Un cadavere muto, anzi uno scheletro”) e così pure con Puccini dove per esempio il testo della Bohème è stato scritto a quattro mani: il Giacosa, l’Illica (poeta e librettista) il Ricordi (editore) e lo stesso Puccini. Analogamente è stato fatto anche per le romanze non d’opera ed verosimilmente per le canzoni, ovvero compositore si avvale del “poeta”.
Anche nelle romanze da salotto ho cantato versi di poeti o librettisti noti come il Ghislanzoni (librettista dell’Aida) nella romanza “Pena d’Amore di Mascagni, del Boito nella serenata “Luna fedel” di Denza ed infine diverse composizioni del Tosti su testi di Gabriele D’Annunzio.
Di questo Poeta, amato ed odiato, comunque oggetto di discussione, trascrivo due testi alquanto significativi di modo che possiate apprezzare lo stato descrittivo.
Il primo “Van li effluvi de le rose” incalzante e distensivo, espresso con tonalità languide, che viene abbinato musicalmente dal Tosti alla elegiaca ode “O falce di luna calante” scritta nella seconda sezione di “Canto novo”, nota anche agli studenti degli Istituti Superiori.
Van li effluvi de le rose da i verzieri
da le corde van le note de l’amore
lungi van per l’alta notte
piena d’incantesimi.
L’aspro vin di giovinezza brilla ed arde
ne le arterie umane: reca l’aura a tratti
un tepor voluttuoso
d’aliti femminei.
Spiran l’acque a i solitari lidi; vanno,
van li effluvi de le rose da i verzieri,
van le note de l’amore
lungi e le meteore.
Il secondo “In van preghi” che fa parte delle “Quattro canzoni d’Amaranta” è una travolgente ed eterea lirica che viene armonicamente inserita in una sognante composizione musicale avvolgente.
In van preghi, in vano aneli,
in van mostri il cuore infranto.
Sono forse umidi i cieli
perché noi abbiamo pianto?
Il dolor nostro è senz’ala.
Non ha volo il grido imbelle.
Piangi e prega! Qual dio cala
pel cammino delle stelle?
Abbandonati alla polve
e su lei prono ti giaci.
La supina madre assolve
d’ogni colpa chi la baci.
In un Ade senza dio
dormi quanto puoi profondo.
Tutto è sogno, tutto è oblio:
l’asfodelo è il fior del Mondo.
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