Creato da brokeback_stories il 15/02/2006
Il luogo dei ricordi più intensi. Ognuno che ha vissuto una storia simile, di qualsiasi genere essa sia, è il benvenuto. Questo è il vostro spazio dove pubblicare i vostri ricordi da condividere insieme e ritrovarsi ancora per una volta insieme.

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Un raccontino nuovo di zecca, molto eccitante ...

Post n°6 pubblicato il 10 Agosto 2007 da brokeback_stories

In vacanza con papà
   
Avevo compiuto 18 anni e finalmente avevo finito la scuola.
Con mio padre avevo un rapporto strano: nonostante avessimo pochi anni di
differenza, mi impauriva la sua presenza fisica e il suo modo di fare
autoritario da militare quale era.
Papa' aveva allora 39 anni e mi aveva sempre trattato da suo pari anche se a
me veniva difficile contraccambiare.
Mia madre era andata via anni prima, lasciando papa' per un suo collega e
recidendo definitivamente i rapporti con noi.
Andavo in palestra con papa', spesso lo avevo visto nudo anche a casa.
Spesso mi soffermavo in bagno ad ammirare il suo corpo e il suo sesso, me lo
immaginavo a letto come una furia umana e sapevo che era molto ben dotato in
quanto molte mattine mi era capitato di vederlo entrare in bagno in slip e
vedere il rigonfiamento sulle mutande.
Finito la scuola, mi aveva promesso di passare con me un po di vacanze e ci
eravamo organizzati comperandoci una tenda: il suo sogno era di andare in
giro con la moto e la canadese ed abbandonare l'alloggio al mare che
possedevamo.
Partimmo finalmente per la vacanza con la moto, pochi vestiti, la tenda e
due sacchi a pelo diretti al sud.
Durante il viaggio, nonostante le numerose fermate lungo gli autogrill,
abbiamo parlato poco anche perché lui sapeva che la velocità in moto mi
spaventava e non perdeva occasione per dirmi che non avevo i coglioni e ci
rideva sopra. Io ero terrorizzato per le sue spericolatezze e mi incazzavo
quando mi offendeva e lui non perdeva occasione per ridere.
Arrivammo finalmente al campeggio, sistemammo la tenda e poi andammo a fare
la doccia e poi a cena.
Quella sera mi chiese se ero stanco e che avrebbe avuto voglia di uscire e
mi ha chiesto se mi andava una birra oppure volevo uscire per i fatti miei.
Accettai la birra ed andammo in un locale facendo molto tardi.
Papa' aveva familiarizzato con un paio di ragazze del posto che facevano le
cascamorte con lui e lui ne approfittava per tenerle sulla corda : sapeva di
essere un bel tipo e con le donne ci sapeva fare. Spesso a casa ogni tanto
ne portava qualcuna e io sentivo i gemiti notturni. Me lo immaginavo scopare
e la cosa mi eccitava.
Quella sera tornammo in moto al campeggio, parcheggiammo e poi scherzammo
sulle donne che aveva conosciuto e mi diceva che non gli sarebbe dispiaciuto
fare una cosa a 4 e questo mi eccitava. Non aveva problemi a manifestare le
sue cose, sapevo da anni che si scopava fiumi di donne e la cosa non mi
imbarazzava ma, la proposta di farlo assieme era una novità e mi faceva
eccitare.
Facemmo la doccia, era notte fonda, eravamo uno di fronte all'altro. Potevo
vedere il suo cazzo, i coglioni, la schiuma sul corpo e lui vedeva le stesse
cose. Continuava a parlare come se nulla fosse anzi, ogni tanto faceva degli
apprezzamenti sul mio cazzo che vistosamente era piu' piccolo del suo e
rideva di gusto.
Finito la doccia andammo in tenda.
Continuammo a parlare per un po e poi si decise di dormire. Dormivamo
assieme in un materassino gonfiabile doppio ma ovviamente vicini visto lo
stretto spazio della canadese.
Era buio ma, i lampioni della strada, riuscivano ad illuminare all'interno
della tenda.
Papa' prima di dormire si tolse il costume e mi disse che non sopportava il
tessuto di notte chiedendomi se la cosa mi imbarazzasse.
Dissi ovviamente di no ma io continuavo a mantenerlo e sui mi sfotteva. Lo
tolsi anche io e mi misi di fianco di fronte a lui che stava con la schiena
a terra e gli occhi chiusi.
Io continuavo a guardarli il cazzo ed i peli del torace, quella luve anche
se era fioca, mi permetteva di vedere tutto. Papa' ogni tanto si accarezzava
i coglioni con fare maschio e questo mi eccitava da morire. Ero in tiro
senza rendermene conto, ero eccittato allo spasimo e avevo paura che se ne
accorgesse aprendo gli occhi. Cercai , facendo uno sforzo disumano, di
chiudere gli occhi e pensare ad altro ma durò poco. Mi sveglio' il russare
di mio padre, segno che stava dormendo,e ne aproffittai per riaprire gli
occhi e continuare a guardare il suo sesso. Ben presto mi accorsi che la mia
erezione era di nuovo al massimo.
Avevo dei sensi di colpa per quello che mi stava succedendo.
Avevo avuto qualche esperienza con le donne e, un paio di volte avevo
accettato difarmi spompinare da un amico ma nulla di piu'.
Fantasticai sulle dimensioni del cazzo mentre lo vedevo crescere anche se
non era in tiro. La cosa mi piaceva da morire.
Mi girai di lato cercando di dormire anche se avevo una serie infinita di
pensieri che mi turbavano il sonno.
Respiravo piano e non riuscivo a contenere l'erezione ma ero di spalle e
nessuno poteva vedermi.
Da li a poco papa' si giro' nella mia direzione: lo avevo sulla schiena,
sentivo il suo respiro sul collo, il contatto dei suoi peli sulla mia
schiena. Respiravo piano e a fatica, il cuore mi batteva all'impazzata.
Sertivo papa' sulla schiena, sentivo il suo sesso, il suo respiro, il suo
odore e la mia eccitazione era diventata incontenibile.
Respiravo a fatica cercando di non fare rumore ma di li' a poco si giro'
sull'altro lato.
Ero dispiaciuto e felice nello stesso tempo. Non riuscivo a gestire la
situazione ma sicuramente mi turbava.
Quando ormai ero deciso ad avviarmi a dormire, sentii di nuovo papa'
muoversi e girarsi di nuovo dalla mia parte. Questa volta, oltre ad sentirlo
sulla schiena, avevo la sua mano sopra in una sorta di abbraccio. Lo sentivo
tutto ma soprattutto sentivo il suo cazzo in tiro dietro. Se prima respiravo
a fatica, ora cercavo di trattenere il fiato piu' che potevo. La mia
erezione era divampata di nuovo ai massimi livelli. Sentivo il cazzo di
papa' appoggiato al mio culo, e mi stava abbracciando

 
Cercavo di rilassarmi al massimo e di spostarmi piano per sentire e godere
di quella meravigliosa sensazione. Non avevo mai pensato a farmi scopare ma,
quella vicinanza del corpo mi faceva scoprire nuove sensazioni.
Sentivo papa' muoversi e sistemarsi poi, ad un certo punto si giro' schiena
a terra e disse a voce alta: cazzo non riesco a dormire.
Poi mi chiamo' ed io risposi, mi disse che non riusciva a dormire e ridendo
mi disse che era in tiro da bestia e io mi misi a ridere.
Sentii che apriva la cerniera della tenda e si accese una sigaretta e mi
disse: che fai, vuoi dormire? io risposi di no e lui mi disse girati allora
se non parlo con la tua testa visto che ero ancora di lato.
Mi girai piano piano, ero in erezione e mi vergognavo ma dovetti farlo.
Lui continuava a fumare, eravamo tutti e 2 schiena a terra con la testa sul
cuscino ma entrambi potevamo vedere il cazzo in tiro uno dell'altro.
Papa' disse: cazzo, anche tu sei in tiro e si mise a ridere. Spese la
sigaretta e richiuse la cerniera e disse che era una settimana che non
sborrava e che, per lui era una cosa straordinaria, infatti aveva una vita
sessuale molto movimentata.
Papa' parlava di sborrare e di scopare, qualcosa era cambiato nel nostro
rapporto, mi trattava da maschio e questo mi piaceva.
Alla sua affermazione di non sborrare da una settimana io sorrisi e lui mi
chiese da quanto tempo non scopavo e io dissi la verità, una decina di
giorni.
Papa' faceva degli apprezzamenti sulla tipa con cui stavo, a lui non piaceva
perche' aveva quell'aria da santerellina intoccabile e a lui quel genere di
donna non piaceva. Poi aggiunse che lui, alla mia età se non sborrava piu'
volte al giorno non riusciva neppure a concentrarsi e mi disse che si
ammazzava di seghe e io continuavo a ridere.
Mi chiese se mi facevo tante seghe ed io risposi che me le facevo ma non
tantissime.
Mentre parlavamo liberamente, si accese un'altra sigaretta e la offri' anche
a me. Sapeva che fumavo anche se non lo facevo spesso e la cosa non lo
disturbava.
Fumavamo uno a fianco all'altro e parlavamo come due maschi delle loro
esperienze: continuavamo ad essere in tiro e la vergogna era cessata.
Mentre fumavamo mi disse che il periodo peggiore lo aveva passato a militare
dove era entrato molto giovane e le regole erano allora molto rigide. Speso
per il suo carattere ribelle era consegnato in caserma e per un paio di mesi
non lo fecero uscire e diceva che era il periodo perggiore della sua vita:
costretto a fare seghe dalla mattina alla sera.
Ridevamo di gusto e poi mi disse che la sera, in camerata vedeva le lenzuola
deglia altri muoversi, ognuno si segava a letto e che in camerata con loro
c'era uno a cui piaceva il cazzo e qualche volta, molti di loro
approffittavano della bocca del loro commilitone.
Dopo questa affermazione io spalancai gli occhi dallo stupore e lui rise
come un matto e mi disse: ma che cazzo, fai il puritano? quando mancava la
materia prima dovevamo arrangiarci e rideva toccandosi il cazzo.
Quella affernmazione non mi stupiva ma mi eccittava allo spasimo.
Lui continuava a toccarsi ogni tanto il cazzo e io non sapevo piu' che fare.
Disse ad un certo punto: se fossi solo mi farei una bella sega ed io
aggiunsi: se vuoi esco e lui disse: puoi rimanere se la cosa non ti
imbarazza e trovai il coraggio di dire ok.
Mentre aveva il cazzo in mando disse: e tu non sborri? vuoi rimanere con il
cazzo in tiro fino a domani mattina? e rideva.
Aspettai che lui iniziasse il lento ritmo della sega, la luce era poca ma
potevo vedere che lo stava facendo e io lo imitai.
Ero talmente eccittato che facevo fatica a contenere la sborra ma dovevo
resistere. Lui continuava ma non arrivava poi smise e disse: mi sta sui
coglioni farmi una sega, ci metto una vita a venire da solo.
Io rimasi con il cazzo in mano e non sapevo che fare, smisi anche io.
Lui ridendo disse: fammela tu.
Ci furono secondi di perfetto silenzio dove non sentivo neppure il mio
respiro, non sapevo che fare. Lui sogghigno' e io mi titrovai a guardare il
suo cazzo senza dire una parola. Sentii lui dire: allora? e rideva. Non
sapevo che fare e mi misi su un gomito mentre evitavo di guardarlo in faccia:
ora guardavo solo il suo cazzo, lo vedevo bene ed ero eccitatissimo.
Lo presi in mano senza movere la mano e dissi solo: minchia se e' grosso.
Lui rise di gusto e disse: beh, non è malaccio, nessuna si è mai lamentata.
Continuavo a tenerlo in mano, facevo solo qualche pressione con le dita ma
non osavo fare la sega finchè lui mosse i fianchi e allora iniziai.
Sentivo che si irrigidiva e che cercava di ansimare meno che poteva, certo
la situazione eccittava anche lui. Di li a poco mi disse: sto per venire,
fallo anche tu.
Mi tolse la mano e continuo' da solo ed io feci altrettanto, di li a poco io
venni prima e lui un po dopo. Mi distesi schiena a terra dalla posizione in
cui ero e guardavo la sborra addosso a noi.
Lui disse: cazzo, ora sto meglio e poi disse: e tu? io risposi, si anche io.
Ci ripulimmo con le salviette poi la sigaretta e poi uscimmo fuori dalla
tenda per pisciare. Lo facevamo senza vergogna uno di fronte all'altro e poi
entrammo in tenda per dormire.
Mi misi di fianco e lui si mise dietro di me con la mano attorno e disse:
vedo che sei abbastanza disinibito, spero che la cosa non ti turbi ed io
dissi: ma dai, è piaciuto anche a me allora mi strinse e mi disse: ok
maschio, e poi facendo una battuta disse: beh, meno male che abbiamo
sborrato altrimenti in questa posizione, ti avrei spaccato il culo.
Si rideva ma quella battuta mi aveva messo di nuovo in tiro. Era un continuo
esplodere di esperienze quella notte.

 
Papa' era dietro di me, il mio cazzo era di nuovo in tiro, pernsavo a quello
che era sucesso, alla sborrata, alla pisciata, al fatto che aveva ppena
detto che poteva incularmi.
Non parlavo, aspettavo che dormisse e continuavo a pensare a quello che era
successo. Papa' mi eccittava, lo avevo sempre visto molto maschio ma ora
eravamo entrati in un altra dimensione.
Da li a poco sentii di nuovo il suo cazzo che si muoveva, non sapevo se
dormiva, ma non avevo nessun timore, mi sistemai bene in modo tale di
poterlo sentire, era una bella senzazione. Il cazzo continuava a crescere di
dimensione, ora lo sentivo perfettamente, era di nuovo in tiro ed io con
lui.
Il suo braccio lo avevo attorno, ma sentivo il suo respiro pesante credetti
che si fosse addormentato.
aprii leggermente le gambe e toccai i suoi coglioni, prima non lo avevo
fatto, erano duri e grossi con pochi peli, i coglioni grossi mi avevano
sempre colpito quando lo vedevo sotto la doccia.
Li accarezzai un po poi decisi di smettere, chiusi le gambe, toccai i miei
coglioni che erano piu' piccoli dei suoi.
Dopo poco, sentii la sua mano muoversi sul mio petto, mi stava stringendo a
se e mi stava accarezzando, mi piaceva da morire poi smise.
Rimasi un po deluso e pensai che era normale e che stesse sognando e in
quella posizione non poteva sognare altro che sesso.
Smisi di toccarmi ed aprii ancora le gambe toccando nuovamente i coglioni,
questa volta presi anche in mano il cazzo e poi toccai ancora i coglioni.
Smisi, chiusi le gambe e appoggiai di nuovo la mano sul mio cazzo.
Quasi subito sentii la mano di papa' sul petto, mi stava accarezzando di
nuovo, mi spinsi ancora di piu' con la schiena verso il suo torace. Papa'
continuava ad accarezzarmi, io misi la mano dietro e cominciai a toccare il
cazzo ed i coglioni, mi sembrava una cosa normale, naturale mentre lui
continuava ad accarezzare il torace.
Sistemai il cazzo tra le mie chiappe in modo tale da poterlo sentire tutto e
mi avvicinai di piu' per non farlo scappare. Papa' smise di toccare il
torace, si allontano' un poco da dietro, non potevo vedere quello che stava
facendo, sentii solo le sue dita nel buco con qualcosa di scivoloso. Era la
saliva.
Si sistemo' ed appoggio' la cappella poi torno' ad abbracciarmi.
Sentii solo che mi diceva: rilassati che ti fotto.
Sentii la cappella che si faceva strada dentro il culo, sentivo dolore e
piacere, bagno' ancora il cazzo con la saliva e poi inizio' a spingere. Mi
chiese solo di rilassarmi e lo feci, mi sentivo slabbrare ma godevo, il
dolore mi eccittava, sentivo il cazzo che si faceva strada dentro poi sentii
i suoi peli sul culo e capii che era dentro, tutto dentro di me.
Rimase fermo per un po di tempo e poi inizio' a fottere, prima piano poi
sempre piu' forte. Ora mi stava chiavando alla grande, mi aveva messo pancia
a terra, sentivo che mi svangava e il suo respiro sul collo, aveva iniziato
a dirmi: ti piace il cazzo eh? allora prendilo, poi disse: ti allargo il
culo, dopo un po disse: ti sborro dentro ed aumento' il ritmo della scopata.
Io muovevo i fianchi e sborrai dopo di lui sul lenzuolo.
Mi lascia andare ad ansimare e lui fece lo stesso. Rimase un bel po dietro
dentro di me poi lo tolse. Prese le salviette e si puli' e io mi girai verso
di lui.
Mi chiede solo: ti è piaciuto? io dissi di si e lui disse: anche a me.
La mattina non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, pensavo a lui che
mi montava, al fatto che mi aveva sborrato dentro. Lui come io fummo presi
dai nostri giri, ci vedemmo solo a cena e poi, io aspettavo di andare a
letto, volevo rifarlo ma non successe piu' nulla per diversi giorni. Lui
usciva con le sue amicizie, io con le mie, quell'episodio era passato come
se nulla fosse.
La settimana di vacanza fini', dovevamo tornare a casa e cosi' facemmo.
Arrivammo a casa la sera tardi, scaricammo la moto , e prima lui poi io
andammo a fare la doccia.
Lui rimase li a radersi ed io lo vedevo di dietro, nudo ed ero eccittato.
Uscii dalla doccia in tiro, lui non disse nulla, accese una sigaretta per me
e per lui poi disse: vieni a dormire da me che voglio farti divertire.
Lo disse con fare maschio, non attese la mia risposta, aveva in mano un
tubetto di crema: sapevo che cosa avrebbe fatto e lo volevo.
Si mise a letto ed io mi stesi vicino a lui, mi prese per la testa e mi
disse: datti da fare portandomela sul cazzo.Aprii la bocca, misi dentro il
maggior numero di centimetri, ansimavo come una cagna e lui mi spingeva il
cazzo in bocca fino a farmi soffocare.
Diceva: ti piace il cazzo eh? ora girati . Prima di girarmi mi bacio' con la
lingua, io continuavo ad ansimare, non capivo piu' nulla, lo volevo di
nuovo.
Mi giro', unse il culo e mi scopo' alla grande, in tutte le posizioni, fino
a farmi sborrare senza toccarmi.
Da allora mi usa quando ha voglia come se fossi la sua troia personale.

 
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Sempre da clubclassic.net ... Un racconto per Voi

Post n°5 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da brokeback_stories

LE FOTO DIMENTICATE   

Mi guardavo allo specchio con soddisfazione mista a nervosismo. Ancora una
volta avevo fatto le cose per bene. Approfittando dell'assenza di mia moglie
e dei figli, avevo saccheggiato il guardaroba intimo femminile provando e
riprovando gli indumenti che io stesso avevo regalato con lo scopo implicito
di poterli usare su di me. Ora davanti allo specchio c'era una creatura
aliena, cui pizzi e sete stavano decisamente bene ma dal quale traspariva un
viso che neanche il trucco pesante poteva trasformare in quello di una
creatura femminile. Che rabbia, dover vivere nei panni di un uomo! Che
rabbia dover solo fantasticare avventure erotiche con altri uomini,
immaginando di conquistarli in guepiere e calze di seta. La verità era
semplicemente disarmante: ero e rimanevo il classico uomo col vizio segreto
e saltuario del travestimento e con il desiderio di vivere una storia con un
uomo. Il classico padre di famiglia i cui impegni a malapena riuscivano a
trovare spazio per comprare di corsa perizoma e smalti, con la scusa del
regalo alla moglie.
Scattai delle foto esplicite e cercai di riversarle sul computer portatile e
rimisi tutto a posto, tornando agli abituali vestiti da uomo.
Il giorno dopo portai il portatile con me per utilizzare alcuni dati per
esigenze di ufficio. Lavorai alacremente dimenticando completamente il
pericoloso contenuto rimasto all'interno dell'elaboratore. Il mio
capoufficio mi chiese di poter consultare l'archivio dati durante la pausa
di pranzo e io acconsentì, dedicando i miei pensieri alla mensa e a una
simpatica collega che mi intrigava con il suo sorriso.
Il tuffo al cuore arrivò improvviso, durante il caffé. Iniziai a sudare e a
tremare, lasciai tutto e corsi su verso l'ufficio. Entrai di corsa
e.......il mio capo mi guardò con occhi attoniti, rosso in viso e incapace
di parlare. Una rapida occhiata al monitor mi tolse ogni residuo di dubbio.
La mia bocca truccata volgarmente campeggiava in una posizione lasciva che
non ammetteva dubbi.
Non riuscì a dire nulla. Mi uscì uno "scusa" e le mie mani afferrarono il
computer per chiuderne l'imbarazzante contenuto. Ugo, (questo il nome del
capo) si alzò senza dire una parola e si allontanò lasciandomi come il
peggior verme della terra.
Non sapevo cosa fare. Firmai un permesso e decisi di tornare a casa prima.
Immaginavo già il licenziamento. Passai una notte infernale, macerandomi
nella vergogna e impossibilitato a confessare anche una sola virgola a mia
moglie. Maledissi il mio "vizietto" ma non servì ad alleviare il terrore per
le conseguenze.
Il giorno seguente evitai in tutti i modi di incrociare lo sguardo di Ugo.
Il suo fisico grosso e decisamente abbondante non poteva passare inosservato
ma io decisi di cancellarlo dalla mia vista. E lui mi evitò con altrettanta
cura.
Fu durante la pausa pranzo che la mia vita cambiò improvvisamente.
Rimasi chiuso in stanza, facendo finta di lavorare, e solo all'ultimo minuto
mi accorsi di Ugo, tornato anzitempo dalla mensa.
Mi guardò con occhio nervoso e i suoi movimenti tradirono imbarazzo.
"Sono tornato per parlarti di cose molto private."
Lo guardai con terrore. Era giunto il momento del licenziamento, pensai!
"Volevo dirti che non devi preoccuparti....." Improvvisamente le nebbie
sembrarono diradarsi!
"Sai, quelle foto.....io le ho trovate.....molto belle".
Ero più confuso di prima. Cosa stava dicendo il mio capo? Lui aveva
apprezzato le mie immagini in guepiere?
"Volevo chiederti se ....posso....invitarti a cena a casa mia?"
Lo guardai ancora più confuso. Non riuscì a mettere insieme un pensiero
decente ma senza volerlo dissi: "sì, certo."
La sera dopo suonai al citofono con tutta l'ansia che potevo avere in corpo.
Ci avevo riflettutto tutta la notte e tutto il giorno: quello che stava per
travolgermi si era trasformata nella prima occasione della mia vita di
vivere un'avventura con un uomo. Avevo pensato alle mie fantasie, nelle
quali venivo strapazzato da culturisti depilati e pieni di muscoli, e le
avevo confrontate con quello che mi aspettava. Un uomo di mezza età,
decisamente irsuto e con una pancia prominente che confermava la sua
pinguedine. Eppure ero emozionato per questa stranissima opportunità.
Salì le scale con le gambe molli e trovai Ugo ad aspettarmi sulla porta. Mi
saluto con enfasi e mi colse di sorpresa baciandomi sulle guance.
Mi fece accomodare e fu bravissimo a stemperare la tensione, parlando del
più e del meno e alludendo in modo elegante alle immagini. Poi mi fece
accomodare al tavolo e mi sorpresa con una cena molto squisita. Abbondammo
con il vino e la mia tensione svaniva sempre più di fronte al suo
interessamento. Poi, versò champagne in due flute e mi chiese di brindare ma
quando stavo per portare il bicchiere alla bocca mi chiese di incrociarlo a
mo' di fidanzatini. Io sorrisi imbarazzato e accettai e bevemmo in quella
strana posizione. Fu un attimo....ci guardammo negli occhi e lui decise di
rendere reale le mille fantasie che avevo covato negli anni. La sua bocca si
incollò alla mia e io non riuscì ad opporre resistenza. Anzi, mi lasciai
andare per ricevere dentro di me la sua lingua che mi esplorava con
impazienza. Una sua mano si strinse sulla mia vita mentre l'altra si
avvinghiò al mio collo e anche io eseguì gli stessi movimenti per
permettergli di stare più comodo. Non so come finimmo sdraiati sul divani
con la sua lingua che limonava dentro la mia bocca e un'estasi che cresceva
forte in me. Mi sentivo al settimo cielo, le paure erano scomparse e ora
stava uscendo prepotente il mio lato femminile. Senza rendermi conto iniziai
a sospirare e a mugolare con un tono di voce più alto. Non sembrava neanche
la mia voce! Le mie mani ora palpavano il suo fondoschiena e armeggiavano
con la zip dei suoi pantaloni. In pochi minuti tutto era cambiato. Lui non
era più il mio capoufficio obeso e irsuto che mai e poi mai avrei inserito
nelle mie fantasie. Ora era il mio amante fantastico che mi toccava dovunque
e mi riempiva di parole oscene e la sua pancia era diventata tremendamente
arrapante. Le mie dita accarezzavano con voglia il suo petto villoso e mai e
poi mai avrei immaginato di eccitarmi al solo tatto di quel tappeto di peli.
Poi finalmente trovai il coraggio di toccare il suo cazzo liberandolo dalle
sue mutandine. Mi sorpresi a desiderare il suo profumo intriso degli umori
più svariati e quando le mia dita lo strinsero mi accorsi della sua notevole
grandezza.
Fu lui a troncare l'ultima esitazione. "Dai succhiamelo come sa fare una
troia". Le sue parole mi incitarono ancora di più e la sua mano si appoggiò
sulla mia testa spingendola sul glande. Lo presi in bocca e quasi svenni per
l'emozione di avere nella mia cavità orale un palo di carne pulsante che
subito mi regalò gocce di sperma miste a tracce di urina. Quell'odore forte
inebriò i miei sensi e la mia bocca finalmente iniziò quel pompino che tante
volte avevo mimato con falli di plastica. Anche lui però non volle essere da
meno e si avventò sul mio cazzo con altrettanta foia. In pochi attimi
eravamo liberi dei nostri indumenti e il nostro 69 si concluse con una
reciproca eiaculazione che ci lasciò entrambi spossati. Ci riprendemmo
giusto il tempo per spostarci a letto. Sotto le lenzuola ci abbracciammo e
mi ritrovai quasi automaticamente a giocare il ruolo femminile. Mi facevo
coccolare e sussurravo paroline dolci e idiote, come una fidanzatina. Le
nostre reciproche mogli erano lontane anni luce dal nostro desiderio.
Passammo la notte a fare sesso. Il suo grosso membro entrò nel mio buchino
vergine con estrema facilità ma lui non volle ricevere lo stesso
trattamento. Voleva essere l'uomo della coppia e io gli fui grato per
questo. Mi lasciai cavalcare da lui e a ogni affondo lo trovavo più bello.
Mi sentivo sempre più femmine tra le sue braccia, il mio corpo depilato
cercava il contatto del suo fisico irsuto e la sua prominente pancia era
diventata un'altra parte che stuzzicava la mia sensualità.
La notte ci colse sfiniti. Alle due di notte dovetti rientrare a casa per
riprendere la mia vita normale. Ma dentro di me non ero più lo stesso.
Quella sera era nata "Lina".
Nei mesi seguenti io e Ugo diventammo amanti e con lui finalmente riuscì a
mettere in pratica la mia passione per il travestimento. Ero la sua troia e
la sua micetta vogliosa, mi riempiva di regali e in poco tempo avevo un
guardaroba degno di una principessa. Ci divertivamo ad andare in giro per
negozi con la scusa di acquistare regali per le nostre mogli: mi viziò
arrivando a regalarmi perfino anelli con pietre preziose, che poi io
indossavo durante le nostre serate amorose. E arrivammo perfino a rischiare
gli atti osceni in luogo pubblico, quando decisi di farli un pompino
inginocchiato sotto la sua scrivania o chiusi dentro a bagno pubblico. Ora
stiamo pensando di organizzare un finto viaggio di lavoro per fare una
vacanza da soli. Ugo mi ha comprato già alcune guepiere che ovviamente non
rinuncerò a indossare durante il viaggio e nella borsa ho già messo
parrucche e cosmetici, e scarpe dal tacco altissimo. Per una settimana sarò
la sua amante 24 ore al giorno e non posso fare a meno di ringraziare quelle
foto dimenticate sul computer.

 
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Da clubclassic.net

Post n°4 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da brokeback_stories

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN: L’AMORE GAY TRA IERI E OGGI
 
di: Dr. Massimo Piscitelli (Psicologo e Sessuologo)


I segreti di Brokeback Mountain è un film che racconta una storia d’amore tra due uomini. E’ una storia ambientata in un mondo molto lontano e diverso dal nostro, la provincia rurale americana, in un passato che, seppur recente, sembra remoto, antico e che, in ogni caso, non è mai stato il nostro. E’ una storia antica, estranea, straniera.
E’ la storia dell’incontro tra due uomini, due cowboy, che scoprono di desiderarsi e di volersi amare. Non è una storia semplice però, ma è un amore ostacolato, che non può che essere vissuto se non in condizioni di estrema sicurezza, in “posti fuori mano”, come dice uno dei due protagonisti, solo nelle foreste isolate del Wyoming, protetti dalla vastità degli spazi che li separano dalla società in cui, inevitabilmente, devono però sempre rientrare, rinunciando alla loro intimità e a loro stessi.
Un amore segreto che può essere vissuto solo protetto dalla violenza del omofobia (della società e la loro). 
 Quella dei due cowboy di Brokeback mi ricorda un’altra storia di amore gay, quella di Maurice, scritta però molto tempo prima, da E. M. Foster e ambientata nei primi anni del secolo, in Inghilterra. Sono storie d’amore gay all’apparenza molto diverse, ma in fondo molto simili, perché l’amore, in entrambi i casi, non arriva mai ad essere libero ma è condannato inesorabilmente ad essere condizionato, limitato, costantemente minacciato. E Foster, per anni tentato di dare una fine tragica al romanzo, lascia ai protagonisti la speranza, ma li immagina rifugiati e nascosti in qualche foresta, fuggiaschi e braccati.
Ma cosa c’entrano con i gay italiani del terzo millennio storie come queste? Certo sono storie di gay raccontate senza pudore e reticenze alla società intera, e forse solo per questo meritano la nostra attenzione. Ma mi domando, perché storie d’amore come queste, che dovrebbero parlare al cuore, invece finiscono col colpire allo stomaco? Certo la storia dei cowboy finisce tragicamente, con una morte che toglie ogni speranza e condanna ad un destino di nostalgia e solitudine. E forse solo per questo si dovrebbe capire l’amaro che ti rimane dentro alla fine del film. Ma se la tragedia ci commuove e la commozione dura il tempo delle lacrime, questa storia d’amore ti lascia un dolore sordo che non arriva al cuore ma ti rimane sullo stomaco.
Ma cosa significa questa pesantezza, cosa centra con i gay? Forse è una storia che ci riguarda molto più di quello che noi stessi siamo disposti a riconoscere e ad ammettere perché fa risuonare le paure più profonde e viscerali dei gay, di quelli che si stanno ora riconoscendo, che la paura la sentono appena sotto la pelle, e dei gay che si considerano orgogliosi di esserlo, che queste paure le hanno superate, o almeno sperano di averlo fatto e soprattutto di non incontrarle più.
Ma acuta o attutita che sia, la paura nei gay esiste ancora, e basta un film a farla risuonare. E’ la paura della società e della violenza, che non è solo quella fisica ma soprattutto quella verbale, che ti arriva amplificata e moltiplicata quotidianamente dai giornali, dalle televisioni, da internet. Una violenza che si esprime nel disprezzo chiaro e diretto di alcuni, ma in modo che spaventa ancora di più, nella mancanza di una chiara, dura, esplicita protezione da parte di altri. I gay quindi sono ancora vulnerabili, minacciati e, anche se fa male ammetterlo, ancora molto indifesi.
Ma non è solo la paura della società ostile e di quella indifferente. E’ la paura che essere gay significhi essere condannati ad una vita fatta di rabbia e rammarico per quello che sei e che non sei capace di cambiare. E’ la paura di perdere per questo l’amore della tua famiglia, di essere condannato ad una vita di solitudine, una vita dove la speranza di un incontro, di una passione, di un amore che ti dia tutto l’affetto di cui senti di avere bisogno ed a cui vuoi dedicare la tua stessa vita, per te, non può esserci. E se mai ci sarà, sarà comunque un amore che dovrai difendere con forza e determinazione, tutti i giorni, un amore che dovrà ancora essere protetto e un po’ nascosto, non più nei boschi, ma nell’anonimato delle città, dove però, neppure lì lo si può mostrare liberamente, ma con necessaria discrezione. O al massimo, per i più fortunati, si può vivere per qualche ora senza inibizioni tra le mura sicure e protette da ingressi controllati dei locali gay, moderni rifugi nascosti nelle periferie fuori mano nella foresta metropolitana.
 
E’ una coppia, quella gay, che ha paura del mondo in cui vive, perché sente che, se si trova a confrontarsi con la società, coinvolta in un conflitto, è veramente indifesa. Che sia in un ospedale dove non puoi decidere del destino del tuo compagno, che sia per chiedere un mutuo di poter comprarti una casa con lui, o per decidere dove e come seppellirlo, o come potrà continuare a vivere dignitosamente dopo la tua morte, quello che senti è la paura del sentirsi vulnerabili e senza possibilità di difendersi. E la paura diventa anche vergogna perché un uomo adulto, ci è insegnato, deve essere capace di difendersi, di difendere la sua identità ed il suo diritto ad amare.
Non è una colpa ammettere di avere paura, anche perché, anche se la scacci in basso, lontano il più possibile dalla coscienza, ti rimane sempre li, sullo stomaco e basta un film a rifarla suonare dentro.
Il segreti di Brokeback Mountain sono questi: i gay hanno ancora dentro molte paure da riconoscere e da affrontare, per smettere di fuggire e per essere finalmente liberi di amarsi e di amare, sempre e ovunque, nelle foreste e nelle strade affollate.
 
 

Dr. Massimo Piscitelli (Psicologo e Sessuologo)

 
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Il mio BrokeBack

Post n°3 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da brokeback_stories

La storia potrebbe sembrare molto semplice, ma vi garantisco che è di quelle che lascia il segno.

Vacanze estive. Paesino dei parenti. A 16/17 anni ognuno di noi comincia a percepire i primi pruriti, la voglia di scoprire, l'eccitazione che ti fa sentire le guance e le orecchie rosse. Con un mio cugino, insieme al quale avevo iniziatoa fumare le prime sigarette, a guardare i primi giornalini porno. E proprio in un pomeriggio, caldo, di quelli che senti solo le cicale cantare, ci siamo ritrovati a guardare il solito giornalino, ormai consumato dai nostri sguardi e dai nostri desideri: ci siamo iniziati a confidare cosa facevamo ripensando a quelle foto, come ci toccavamo, cosa sentivamo. E da lì il passo è stato breve ... Abbiamo iniziato a sperimentare insieme quello che fino ad allora facevamo da soli, e pian piano ci siamo ritrovati uno tra le braccia dell'altro. Abbiamo sperimentato di tutto, insieme, appassionati, caldi e felici. Un estate indimenticabile. Ogni momento era buono per toccarsi, baciarsi, godere insieme.

Lo so, qualcuno di voi inorridisce a questa immagine, ma vi giuro che pagherei oro per riprovare ancora quelle emozioni. Oggi la vita ci ha portati lontani, ognuno con la propria vita, i propri interessi, ed io non frequento nemmeno più quel paesino, dove ho lasciato il mio ricordo che a voi confido.

Spero di poter leggere anche i vostri ...

 
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Una foto ...

Post n°2 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da brokeback_stories
Foto di brokeback_stories

Una foto del film.

 
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