Creato da ragazzainterrotta77 il 13/08/2005

Apriti Cielo

**SEDUTA IN CIMA AD UN PARACARRO PENSANDO AI FATTI MIEI** La nostra testa è come una scatolina misteriosa. Dentro ci sono i pensieri e per fortuna nessuno può vedere quello che pensiamo altrimenti chissà che guaio! [E come dice un'altra Stefi... di figure ne faccio già abbastanza di mio, figurarsi se leggessero anche il pensiero...!]

 

 

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Non ero mai scesa cosė in basso.

Post n°5575 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da ragazzainterrotta77

"L’onda lunga dell’asfalto schiaccia le parole,
sguardi
persi oltre i vetri, oltre di noi…
il ritorno porta
addosso mal di testa e mal d’anima,
nei silenzi ognuno piano
fruga dentro di se..."

"Dal coma proverò a riemergere,
nelle nebbie mie lisergiche,
omadonna
che ora era,
era oggi o ieri sera?
20 notti e poco
giorno…
me le sento ora che torno…
ora che la fiesta è andata,
pace amore
e gioia infinita...!"

Ok, forse il contrario, 20 giorni e una sola notte. Forse.
In fondo a tutto questo girovagare c'è una grande soddisfazione che racchiude una serie
sconfinata di emozioni e sensazioni che, come sempre, mi è quasi impossibile raccontare a parole.
Ho provato a farlo con più di 4000 fotografie e una serie consistente di video che alcuni
fortunati (o sfortunati che dir si voglia) già hanno avuto la possibilità di "assaggiare" e apprezzare.
Dicevo di una grande soddisfazione, quella di 4 ragazzi che si sono conosciuti un anno fa tra Siria
e Giordania e tra una chiacchiera e l'altra hanno buttato lì l'idea di andare al sud del mondo.
Chiacchiere, chiacchiere e sogni.
Tra sms e mail che si
rimpallavano tra Genova e Bologna non so chi, in fondo, ci credesse di meno, ma so per certo chi ci ha creduto sempre.
Mon Amour.
Lui ha praticamente progettato tutto il viaggio.
No agenzie, no guide,
no referenti.
Tutto a 8 mani.
Era divertente vedere le facce di chi, nei lodge, rimaneva incuriosito da questi 4 ragazzi e si avvicinava
per chiedere con chi eravamo (compresa una guida italiana) ed osservare le loro espressioni stupite quando rispondevamo che eravamo soli, che avevamo fatto tutto noi.
7200 km percorsi tra sterrati, asfalto (davvero poco!) e strade che non so come definire... so solo che per ore e ore si mischiavano le ossa e si shakerava il cervello più non so quanti altri in mare, nell'Oceano Atlantico.
Le emozioni sono state innumerevoli, come quando abbiamo visto per la prima volta uno springbok
al lato della strada o quella degli elefanti e rinoceronti che l'attraversano proprio davanti alla tua auto.
O quando ogni tanto nel nulla scorgevi le giraffe...
 
Ho avuto un incontro
ravvicinato con un leone marino.
Amore a prima vista.
Ho dormito 2 notti con due gatti della savana più civili ed educati dei miei casalinghi.
Ho amato il colore giallo
delle distese di erba paglierina che si distendono per un'infinità di chilometri e il rosso delle dune che, di fronte alla loro imponenza, ti lasciano senza parole.
A me anche senza fiato :)
durante la scalata ho pensato anche di morire quelle 5-6 volte :)
E che dire degli orici, delle zebre, degli gnu?
Dei ghepardi... gattoni fuori misura che miagolano e fanno le fusa come Ernesto o del leopardo che aveva deciso di fare
uno spuntino con noi?
Bellissimo :)
O di mamma leonessa e i suoi cuccioli.
Roba da brividi che ti percorrono la schiena.
Ho visto tramonti magnifici e, per la terza volta, la pioggia nel deserto.
Ho rischiato di essere trasportata nell'oceano da una lieve brezza che, quando si calmava,
soffiava a 95 km/h circa!
Ho guidato all'inglese.
Abbiamo forato 5 volte e ora so cambiare le ruote ad una macchina (la tempistica era diventata da pit stop)
.
E chi l'avrebbe mai detto che per mangiar la miglior torta di mele del mondo si dovesse arrivare nel deserto?!
Ho imparato che quello che
conta, quando conosci qualcuno o semplicemente ti fermi a chiedere un'informazione è rispondere alla domanda più importante di tutte:
"Hello, how are you?".
Son riuscita a non farmi pizzicare
dai mosqito della malaria e neppure dalle normali zanzare, ma non ho evitato il morsetto di un ground beatle :)
Ho lasciato un pezzetto di cuore di Kalahari
e mi manca il caldo vento del bush che soffiava il tardo pomeriggio e infondeva un senso di tranquillità e pace.
Non ero mai scesa così in basso, e non avrei mai
immaginato che potesse essere così meraviglioso.

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AHAH! SGAMATO!

 

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