Buenaonda Journal

Ognuno di noi da ragazzino, scopre una musica o un'artista che, come pezzo di un puzzle, completa in qualche modo la propria identità. A volte tante vite dipendono dal primo disco che si è ascoltato, altre no. Per te com'è andata? E' arrivato qualcuno come pezzo d'un puzzle a completare e a dare un volto alla tua identità nell'età adolescenziale?
Il primo disco che in assoluto mi ha folgorato sulla via della poesia e della vita è il Volume III di Fabrizio De Andrè, forse perché mia madre lo ascoltava ripetutamente quando ancora era in dolce attesa di me. Devo al grande Faber il mio mestiere, perché quando la musica mi si presentò all’improvviso con tutto il suo carico di eterna bellezza aveva gli occhi e il cuore de “La guerra di Piero”.

Guy Debord ha scritto "La Società dello Spettacolo". Un libro che sicuramente avrai letto. Ho trovato molte analogie nelle tue canzoni rispetto a quel romanzo. Credi che i temi trattati dallo scrittore,quindi, siano estremamente attuali?
Sono profetici più che attuali e questo lo ammetto mi preoccupa visto che uno dei suoi passi principali, a me molto caro, così cita: “Quanto più la necessità viene a essere socialmente sognata, tanto più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo grande sonno” .

Una domanda sui tuoi progetti. Quelli del passato? Quelli che porti tuttora avanti, per un futuro sempre in balia della musica? 
I prossimi progetti mi vedranno alle prese con lo spettacolo di Teatro/canzone dal titolo “L’Italia Dimenticata” e con l’uscita del mio nuovo album “La Società dello Spettacolo”.“L’Italia dimenticata” (testo di Andrea Nao, regia di Stefano Florio e Andrea Nao), è un viaggio accompagnato dalle splendide canzoni di Domenico Modugno all’interno di un’Italia dimenticata da non dimenticare alla ricerca di se stessi e delle proprie origini, sul palco oltre a me la “La Popular Ensamble”, monologhi e canzoni si alterneranno e spero di poter dare il meglio di me stesso fino all’ultimo respiro. L’album “La Società dello Spettacolo” uscirà tra qualche mese e siamo in fremente attesa, dico siamo perché come con il primo album “Al Mercato” ho condiviso l’intera scrittura con Stefano Florio il quale ne è anche produttore artistico. Sono estremamente soddisfatto di tutto in quest’album perché sento che abbiamo catturato quell’istintività che porta le canzoni a respirare di vita propria. Ogni brano è un racconto, una finestra sul mondo dove ogni singola nota ed ogni parola arriva subito a chi l’ascolta come un dialogo ad occhi negli occhi. I progetti del passato sono vari e devo a loro ciò che sono ora, dal primo Cd Ep titolato brevemente “Oggi che il qualunquismo è un’arte mi metto da parte e vivo le cose a modo mio” fino all’album “Al Mercato”, passando per lo spettacolo teatral-musicale “A Silva”, al progetto “La Buonafede” con il poeta performer Lello Voce sempre sotto la direzione di Stefano Florio, a tutte le ore passate a scrivere, a cantare, a vivere.

Le tue doti canore sono assolutamente elevate. Hai studiato/lavorato molto per raggiungere questi livelli?
Si, ho studiato molto ma soprattutto ho cercato di imparare dalle persone che fino ad oggi ho incontrato e che ancora stimo per la loro passione verso l’uso della voce. Studiare per me è sempre stato mettermi alla prova ogni giorno anche con stili e mondi diversi dai miei gusti personali, sono passato così dal canto polifonico al jazz per poi ritornare alle radici della musica che da sempre amo e che ha solide basi popolari, la musica dei popoli, della gente di quel sentimento che unisce terra e cielo.

Suoni anche la chitarra, giusto? Hai cominciato molto presto a suonare questo strumento?
Si, suono la chitarra da molto tempo, da quando ho sentito per la prima volta la magia di un accordo, dell’armonia che può accompagnare il canto, è stata come una droga anzi molto meglio perché non vi sono effetti collaterali, a parte la passione che cresce ogni giorno che passa.

Ho ascoltato con attenzione i testi delle tue canzoni. Ho apprezzato moltissimo questa tua voglia di comunicare e di condividere tutto in maniera molto diretta e assolutamente informale. Senti di dover dire qualcosa in merito alla comunicazione, nell'emozionare qualcuno?
Penso si riesca ad emozionare qualcuno quando si emoziona prima di tutto se stessi, da qui la sincerità in quello che si scrive, che si canta, che si crede, come cosa necessaria per arrivare dritti all’anima, senza vie di fuga, senza troppe architetture linguistiche che possono pur far moda ma poi nel tempo svaniscono mentre i sogni restano.

Io ho avuto il piacere di vedere il tuo spettacolo dal vivo quest'estate e sono rimasto estremamente coinvolto, dai testi, dalla musica, dalle atmosfere. ci dai qualche anticipazione sulle tue nuove performance dal vivo?
Quando metto i miei piedi sul palco sento ogni cosa scorrirmi addosso, non è facile descrivere questa sensazione ma è una cosa grande! Sono felice quando sento che tale energia viene condivisa dal pubblico perchè soltanto così ogni parola, ogni gesto, prendono una forma più vera e si crea una sorta di magia nell'aria. Ora stiamo fissando le date di presentazione del nuovo album "La Società dello Spettacolo", presto saranno pubblicate sul sito www.lucabassanese.it e www.myspace.com/lucabassanese, non vedo l'ora di ritrovare e riabbracciare le persone che con affetto ed entusiasmo continuano a seguire le mie date live, a volte ho la netta sensazione che siamo una bella famiglia!


Ringrazio particolarmente Luca, per la disponibilità, la gentilezza e la collaborazione dimostrate per la realizzazione di quest’intervista. Speriamo di poterlo rivedere presto con la realizzazione dei suoi nuovi progetti.


di Francesco Mastronardo