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INZAGHI e LA STRADA PIU' CORTA

Post n°7 pubblicato il 31 Luglio 2014 da biblios.centrostudi
 

In una intervista di pochi giorni fa,Zeman ha dichiarato, senza riferimenti specifici, che anche gli allenatori dovrebbero fare gavetta, prima di allenare in serie A. Spesso le dichiarazioni del neo Mister cagliaritano, sono vittima del personaggio che gli è stato cucito addosso, ma, in questo caso, pongono l'accento su un aspetto davvero interessante.
In modo particolare fanno pensare a Filippo Inzaghi, catapultato al centro del mondo RossoNero, dopo aver allenato solamente 2 anni, gli Allievi e la Primavera. In linea teorica, la scelta del duo Galliani-Barbara Berlusconi , potrebbe essere affascinante e logica. E' arrivato il momento di ripartire, serve creare un nuovo ciclo puntando su giovani e mentalità giovane. In più Inzaghi è la dimostrazione pratica di attaccamento alla maglia e abnegazione. E' il giocatore che senza mezzi tecnici eccelsi è arrivato a vincere tutto e ad indossare le maglie più prestigiose (Juve, Milan, Italia), grazie alla sua costanza negli allenamenti e alla sua volontà nel migliorarsi giorno dopo giorno. E' amato dalla tifoseria soft, come dagli Ultras, e può fare da collante e da cuscinetto ad un Milan, non più in grado di investire sul mercato, come nel recente passato.
Visto però i risultati delle prime gare negli USA, i dubbi sono altri. Senza dare troppa importanza al punteggio, mix di condizione fisica e assenza di giocatori titolari, sono pronto a scommettere sulle capacità tecnico-tattiche di Mister Inzaghi. Quello che non mi convince è la sua capacità ad assumersi tutte le responsabilità. Se la squadra dovesse uscire con le ossa rotte dal pre-campionato, sarà in grado di mantenere saldamente il comando della nave? Un allenatore senza esperienza, sa come gestirsi, stretto a metà tra critica e spogliatoio? E in modo particolare riuscirà a mantenere fede alle sue idee e dimostrarsi sicuro con i giocatori? Perchè se così non sarà, potrebbe trovarsi facilmente in balia degli eventi.
Mi viene in mente l'esperienza negativa di un suo compagno di squadra, Rino Gattuso, maciullato in pochi mesi, dal campionato cadetto. E' vero che la piazza (Palermo) ed il presidente (Zamparini) non erano nell'insieme, le condizioni più comode da trovare. Ma sotto questo aspetto anche l'ambiente milanista non sembra poi così tranquillo. Correnti al proprio interno dividono il comando tra Galliani e B. Berlusconi. A rappresentare rispettivamente da una parte il nuovo corso, pieno di idee e voglia di rinnovare, dall'altra la storia, pregna di successi, ma da qualche anno in forte difficoltà. Spesso in questi casi l'allenatore è vittima del fuoco amico (leggi Seedorf), bersaglio di ripicche intestine pronte a essere messe in atto alle prime difficoltà. La campagna acquisti, figlia di una crisi economica e di un Presidente non più in grado di investire, va avanti a singhiozzo, senza una vera logica, alla ricerca del colpo a poco prezzo ma di grande effetto. Bene anche se Last Minute. Il gruppo non più omogeneo, non può essere l'appoggio per il Mister, che non potendo contare su uno zoccolo duro di leaders, deve per forza imporre la sua figura, con carisma e sicurezza. Ci riuscirà?
Non dimentichiamo che anche altri allenatori giovani, che sono poi risultati vincenti, si erano comunque già fatti le ossa. Antonio Conte alla Juve ci è arrivato dopo anni di esperienza di serie B, allenando Arezzo, Bari, Atalanta e Siena. Allegri al Milan è approdato dopo anni di C1 e 2 campionati di seria A, da allenatore del Cagliari. 21 stagioni da giocatore professionista e due da allenatore di giovanili, basteranno ad Inzaghi per ricoprire questo ruolo? Una scommessa affascinante ma molto rischiosa...

 
 
 
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