Creato da biblios.centrostudi il 12/07/2014
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TAVECCHIO, DANI ALVES e le BANANE

Post n°8 pubblicato il 01 Agosto 2014 da biblios.centrostudi
 

Non conosco Tavecchio. Anzi, per la precisione, non ne avevo sentito mai parlare, prima della sua candidatura. E per questo non riesco a giudicarlo. Non so se sia veramente razzista oppure semplicemente ignorante in materia. Se sia la persona più adeguata per quel ruolo o uno che si trovava a passare di li per caso.
Sicuramente il caos che è montato dopo la sua frase (" noi invece diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così"), non è da sottovalutare. Perchè quella uscita è grave, senza dubbio. A pensar bene, figlia di una ignoranza di base, e di una poca dimestichezza con la lingua italiana e con le conferenze. A pensar male, degna di un razzista convinto.
Ma io voglio credere alla buona fede di Tavecchio. Credere che sia stata una uscita infelice. Brutta, pesante, inadeguata....ma fatta senza cattiveria. Cercando di spiegare un concetto per certi versi anche condivisibile. "Cerchiamo di valorizzare i nostri giovani, senza farsi ammaliare dall'esotico e dal fascino del giocatore straniero. Perchè spesso, effettivamente, il giocatore preso all'estero, risulta non essere all'altezza delle aspettative."
Il problema secondo me è un altro. Quante volte il candidato alla Presidenza, avrà letto e declamato ad alta voce quel discorso? Quante volte corretto, accorciato e allungato nelle varie parti? E tutte le volte, leggendo quel passaggio, non si è reso conto dell'oscenità che stava dicendo? Mai gli è venuto in mente che potesse per lo meno, toccare la sensibilità di alcuni, sfiorando un nervo scoperto? La perplessità sta quindi, se non sulla sua posizione verso i giocatori di colore, ma sulla sua capacità manageriale, sulla sua elasticità ed intelligenza, caratteristiche imprescindibili per un ruolo di tale importanza. Un ruolo che comunque prevede il saper essere un buon politico, empatico con tutti e attento ai comportamenti come alle parole.
Abbiamo chiuso un campionato 2013-2014 con l'apologia della banana mangiata in campo da Deni Alves. Ci troviamo ad aprire quello 2014-2015 con una scivolata su di una buccia, degna del miglior stereotipo di comica in bianco e nero. Sento già i "buuuu" in lontananza. Speriamo bene....

 
 
 

INZAGHI e LA STRADA PIU' CORTA

Post n°7 pubblicato il 31 Luglio 2014 da biblios.centrostudi
 

In una intervista di pochi giorni fa,Zeman ha dichiarato, senza riferimenti specifici, che anche gli allenatori dovrebbero fare gavetta, prima di allenare in serie A. Spesso le dichiarazioni del neo Mister cagliaritano, sono vittima del personaggio che gli è stato cucito addosso, ma, in questo caso, pongono l'accento su un aspetto davvero interessante.
In modo particolare fanno pensare a Filippo Inzaghi, catapultato al centro del mondo RossoNero, dopo aver allenato solamente 2 anni, gli Allievi e la Primavera. In linea teorica, la scelta del duo Galliani-Barbara Berlusconi , potrebbe essere affascinante e logica. E' arrivato il momento di ripartire, serve creare un nuovo ciclo puntando su giovani e mentalità giovane. In più Inzaghi è la dimostrazione pratica di attaccamento alla maglia e abnegazione. E' il giocatore che senza mezzi tecnici eccelsi è arrivato a vincere tutto e ad indossare le maglie più prestigiose (Juve, Milan, Italia), grazie alla sua costanza negli allenamenti e alla sua volontà nel migliorarsi giorno dopo giorno. E' amato dalla tifoseria soft, come dagli Ultras, e può fare da collante e da cuscinetto ad un Milan, non più in grado di investire sul mercato, come nel recente passato.
Visto però i risultati delle prime gare negli USA, i dubbi sono altri. Senza dare troppa importanza al punteggio, mix di condizione fisica e assenza di giocatori titolari, sono pronto a scommettere sulle capacità tecnico-tattiche di Mister Inzaghi. Quello che non mi convince è la sua capacità ad assumersi tutte le responsabilità. Se la squadra dovesse uscire con le ossa rotte dal pre-campionato, sarà in grado di mantenere saldamente il comando della nave? Un allenatore senza esperienza, sa come gestirsi, stretto a metà tra critica e spogliatoio? E in modo particolare riuscirà a mantenere fede alle sue idee e dimostrarsi sicuro con i giocatori? Perchè se così non sarà, potrebbe trovarsi facilmente in balia degli eventi.
Mi viene in mente l'esperienza negativa di un suo compagno di squadra, Rino Gattuso, maciullato in pochi mesi, dal campionato cadetto. E' vero che la piazza (Palermo) ed il presidente (Zamparini) non erano nell'insieme, le condizioni più comode da trovare. Ma sotto questo aspetto anche l'ambiente milanista non sembra poi così tranquillo. Correnti al proprio interno dividono il comando tra Galliani e B. Berlusconi. A rappresentare rispettivamente da una parte il nuovo corso, pieno di idee e voglia di rinnovare, dall'altra la storia, pregna di successi, ma da qualche anno in forte difficoltà. Spesso in questi casi l'allenatore è vittima del fuoco amico (leggi Seedorf), bersaglio di ripicche intestine pronte a essere messe in atto alle prime difficoltà. La campagna acquisti, figlia di una crisi economica e di un Presidente non più in grado di investire, va avanti a singhiozzo, senza una vera logica, alla ricerca del colpo a poco prezzo ma di grande effetto. Bene anche se Last Minute. Il gruppo non più omogeneo, non può essere l'appoggio per il Mister, che non potendo contare su uno zoccolo duro di leaders, deve per forza imporre la sua figura, con carisma e sicurezza. Ci riuscirà?
Non dimentichiamo che anche altri allenatori giovani, che sono poi risultati vincenti, si erano comunque già fatti le ossa. Antonio Conte alla Juve ci è arrivato dopo anni di esperienza di serie B, allenando Arezzo, Bari, Atalanta e Siena. Allegri al Milan è approdato dopo anni di C1 e 2 campionati di seria A, da allenatore del Cagliari. 21 stagioni da giocatore professionista e due da allenatore di giovanili, basteranno ad Inzaghi per ricoprire questo ruolo? Una scommessa affascinante ma molto rischiosa...

 
 
 

ITURBamento

Post n°6 pubblicato il 29 Luglio 2014 da biblios.centrostudi
 

Le cifre che sono state rese pubbliche sull'acquisto di Iturbe, si aggirano sull'ordine dei 25 Milioni di Euro. Bonus più, bonus meno. Il giocatore era stato corteggiato a lungo dalla Juve, ma poi con una mossa a sorpresa, ammaliato e convinto, dal sempre bravo Sabatini, ad andare alla Roma. Ottimo acquisto, senza dubbio. Ma vale davvero 25 Milioni? Approfondiamo

PORTO: 6 gare in 1 Campionato e mezzo, con 1 goal realizzato
RIVER PLATE: 17 gare, 3 goal
HELLAS VERONA: 33 gare, 8 goal

I numeri vanno presi con le molle, perchè ci possiamo leggere tutto e il contrario di tutto. Ci possono dire che avendo solamente 21 anni, è un giocatore in crescita, che ogni anno si migliora. Ma potremmo anche leggerci i limiti di un giocatore che non è una punta, ma neanche un centrocampista.
Ma non voglio fare il critico a tutti i costi. Anzi. Sono convinto che Iturbe abbia le potenzialità di un campione vero. E sono altrettanto convinto che per gli schemi di Garcia sia assolutamente perfetto. Quello che mi lascia turbato, e non poco, e che sia stato pagato 25 Milioni d'Euro la scommessa potenziale di un futuro campione. In un campionato italiano in cui è conclamata una crisi economica senza precedenti, e che ormai ci ha declassato ai margini del mercato che conta, appare perlomeno stonata, quella cifra.

 

 
 
 

ALLEGRI e CONTEnti

Post n°5 pubblicato il 23 Luglio 2014 da biblios.centrostudi
 

 

PANCHINE D'ORO? - Un altro tentativo di spiegazione, viene fatto tirando in ballo le proposte di altre importanti panchine. Io non so se Conte diventerà il futuro CT azzurro, anche se in parte me lo auguro. Mi resta però davvero difficile da credere che, in mezzo ad una vera e propria guerra di potere generazionale, qualcuno in Lega possa aver fatto la ben che minima promessa. Sarebbe comunque aria fritta. E pensando a panchine estere, non ne vedo di libere. Almeno non così importanti da far vacillare così rapidamente, la volontà di Conte.

 

TRE SCUDETTI.....E ADESSO? - Mi resta già più facile credere che Conte abbia avuto grossi dubbi sulle effettive possibilità di evoluzione nell'immediato futuro. Dopo 3 scudetti consecutivi e record di punti, cosa poteva ancora chiedere ai suoi giocatori? Con quali stimoli poteva ancora spronarli? Per vincere, o perlomeno provare a vincere, una Champions League, c'era l'effettivo bisogno di forti investimenti. Almeno per poterlo fare già nel 2015. Ma la società è sempre stata chiara su questo: evoluzione costante nel tempo, ma tenendo sotto controllo il bilancio. Quindi il Mister si sarebbe trovato a che fare con giocatori appagati, con un obiettivo campionato, per quel che se ne dica, poco stimolante, ed un obiettivo Coppa, aleatorio. Da qui la probabile idea del cambio modulo e della rotazione di molti giocatori. Atleti nuovi, con stimoli nuovi, e capaci di mettere un pò di sale sulla coda dei veterani. Un modo di giocare diverso, che potesse stimolare anche il Coach juventino. Che potesse tirare fuori nuova linfa vitale da un professionista che vive il suo lavoro sempre al massimo, con attenzione maniacale su tutto e tutti. Queste probabilmente sono state le premesse per confermare l'impegno reciproco di lavorare ancora un ultimo anno assieme. Ma poi, come abbiamo visto, la realtà dei fatti, ha portato Conte a scelte diverse.

Credo che l'allenatore, in modo esasperante a certi livelli, sia un ruolo solitario. Hai la responsabilità di tutto e la faccia la metti sempre tu. Se perdi una partita perchè il tuo attaccante sbaglia un goal già fatto, la colpa è comunque la tua che lo hai messo in campo. Se i tuoi giocatori soffrono di guai muscolari per una preparazione sbagliata, la colpa è la tua che hai appoggiato le scelte del preparatore. Se la squadra vince ti prendi una parte dei meriti, ma se perde ti prendi tutte le colpe. Devi sopportare la gestione di atleti spesso ancora immaturi, senza mai sbottare. Devi assorbire le tensioni dello spogliatoio, facendo da cuscinetto tra varie correnti. Devi farti vedere poco euforico quando vinci ed estremamente ottimista quando le cose invece vanno male. E avanti con mille altri esempi. Tutto per dimostrare che, in ogni caso, sei un uomo solo. Che ha potere, è vero, ma che deve trovare l'equilibrio necessario e la capacità di mantenere una certa sanità mentale, sempre e comunque in solitario, facendo affidamento esclusivamente sulle tue forze. E questo lo puoi fare solo essendo in pace con te stesso. Credendo ciecamente in quello che andrai a fare. senza dubbi di sorta.

Ecco, io credo che Conte, si sia convinto, e sia stato convinto, di essere ancora in grado di farlo, ma si sia poi scontrato con la cruda realtà del campo. Da qui la decisione, sofferta ma pragmatica, di dire addio, o arrivederci, alla Torino bianconera. 

 

 

 
 
 

ALLEGRI e CONTEnti

Post n°4 pubblicato il 22 Luglio 2014 da biblios.centrostudi
 

 

Le vacanze sono un periodo rilassante e spensierato, che tutti aspettiamo con impazienza e concludiamo con tristezza. E, ovviamente, tutti subiamo il trauma del rientro. Sarà semplicemente successo questo a Mister Conte? Shock post vacanziero?? Battute a parte, le modalità con cui si è conclusa l'esperienza di Antonio Conte alla Juventus, è apparsa sinceramente  inaspettata e brutale, nei tempi sicuramente, ma anche nei modi. Si fa fatica ad avvicinare ad una società che negli ultimi anni ha fatto della programmazione la base dei propri successi, un addio così poco decoroso. Le ipotesi fatte sono molte, sfaccettate e tutte da comprovare. Quali preferiamo?

SUPERMERCATO o MERCATO RIONALE? - Molti fanno riferimento ai mancati acquisti da parte di Marotta & C per trovare la spiegazione alle dimissioni di Conte. Io non ne sono molto convinto, per due motivi. Il primo è che, facendo riferimento al summit di fine stagione, non credo che a Conte, siano stati promessi giocatori di chissà quale livello. Vedo la dirigenza Bianconera troppo seria, per sparare nomi irraggiungibili, ben conscia delle proprie limitate potenzialità economiche, al confronto a delle vere e proprie corazzate (leggi Real, Barcellona, Bayern, squadre di Premier e sceicchi vari). Seconda cosa, il mercato....doveva in pratica ancora iniziare!! Da sempre, quando ci sono i Campionati del Mondo, il mercato va a rilento e tutte, o quasi, le compravendite, vengono congelate per l'intera durata della manifestazione. La Juventus, come le altre squadre di Serie A, si era già mossa prendendo contatti, individuando obiettivi precisi e sondando il terreno con procuratori e società. Ma ancora aveva da muoversi fattivamente. Firme di contratti ed eventuali cessioni eccellenti, risultavano ancora tutte da mettere in atto. Pensare a Maggio scorso, che la società Bianconera potesse combattere a suon di 30/40 milioni di Euro a giocatore, sarebbe stata mera utopia. Sperare o provare a raggiungere un giocatore come Sanchez o come Cuadrado, appariva giusto, ma già in partenza, poco probabile. Strano quindi immaginare, un Antonio Conte, che si dimette dopo appena due giorni di ritiro, per una campagna acquisti ancora da impostare.

Segue.....     

 

 

 
 
 
 
 

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