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MENOPAUSA E' BELLO?

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Emergenza cuore per le donne. Sottovalutano i sintomi.

Post n°26 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da prima.o.poi.arriva
 

Le donne sono protette dagli ormoni fin oltre i 50 anni di età. Ma con la menopausa hanno più probabilità degli uomini di subire un infarto miocardico.

Parte uno uno studio multicentrico per indagare le differenze tra uomo e donne in caso di infarto. A promuoverlo è la Società Italiana di Cardiologia Invasiva (Gise), che lancia l’allarme sulla poca attenzione che le donne dedicano al loro sistema cardiocircolatorio.
Le donne, infatti, sono protette dagli ormoni fin oltre i cinquant’anni di età. Ma con la menopausa,  le probabilità di subire un infarto miocardico diventano addirittura maggiori di quelle degli uomini. E tanto più vivono a lungo, tanto più le probabilità di subire un infarto aumentano

Tre sono le ragioni:.
La prima è legata al fattore tempo ed è a sua volta dovuta a due fattori, responsabili del fatto che le donne arrivino più tardi in ospedale:
• le donne non hanno ancora chiaro che la principale causa di morte per loro è l’infarto miocardico e non il tumore alla mammella. Risultato: se una donna sente un dolore al petto non pensa all’infarto come prima possibilità, con la conseguenza di perdere tempo prezioso;
• le donne sono più “toste” degli uomini, più resistenti e anche con livello mediamente più alto di sopportazione del dolore. E spesso sono più ansiose nei confronti della salute dei propri cari che della propria.
La seconda ragione è legata all’età: a causa della protezione esercitata dagli ormoni, le donne entrano tardi nell’area di rischio cardiovascolare. Quindi, una donna che subisce un infarto ha un’età mediamente più elevata dell’uomo, la sua condizione è spesso complicata da un maggior numero di fattori di rischio e malattie associate, e ha spesso un calibro dei vasi coronarici inferiore a quello dell’uomo. Tutti questi fattori fanno sì che la donna sia più difficile da trattare e quindi abbia una probabilità minore di ricevere i trattamenti più adeguati.
La terza ragione risiede nel fatto che la mortalità nella donna colpita da infarto è maggiore nei primi giorni dopo il ricovero, in parte per le comorbidità, in parte per cause non ancora identificate.
 

Tratto parzialmente da quotidianosanità.it

 
 
 
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