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« Messaggio #31governo contro il diritt... »

comuni no ogm free

Post n°32 pubblicato il 28 Agosto 2005 da carinci

http://www.rfb.it/comuni.liberi.ogm/manifesto.htm  link sulla dete comuni da cui e' stata presa la copia della delibera del comunde di romaPostato da: carinci a 18:33 | link | commenti (1)

 

Manifesto

Contro lo strapotere delle multinazionali dell'agribusiness si propone la creazione di un circuito di Comuni che si oppongano alla coltivazione e/o sperimentazione sul proprio territorio di nuove varietà di vegetali e allevamenti di animali creati in laboratorio con la manipolazione genetica.

Gli obiettivi specifici della campagna sono i seguenti:

  1. Evitare di compromettere l'equilibrio biologico e l'ecosistema, attraverso l'impollinazione incrociata e la deriva tra specie simili: le modifiche genetiche delle nuove varietà potrebbero trasferirsi alle altre colture generando conseguenze imprevedibili.

  2. Prevenire danni alla salute della popolazione. Le modifiche apportate ai vegetali ed agli animali attraverso la manipolazione genetica possono avere seri effetti negativi sulla salute dell'uomo e anche degli animali a cui siano destinati, allergie e sicuramente in alcuni casi resistenza agli antibiotici.

  3. Consentire alle aziende a conduzione biologica di poter continuare la propria attività in quanto non possono permettersi di subire una deriva da coltivazioni manipolate geneticamente, pena la revoca della Certificazione di qualità Biologica.
    Inoltre agli agricoltori confinanti con tali coltivazioni sarebbe di fatto impedita la possibilità di convertire il metodo di lavorazione convenzionale (con uso della chimica) con il metodo a conduzione biologica, limitando così la libertà di esercizio del proprio lavoro.

  4. Promuovere un modello di agricoltura dal massimo rispetto ambientale, che valorizzi le produzioni locali, di pregio, tradizionali, dalle rese più soddisfacenti sia dal punto di vista qualitativo che economico.

  5. Informare la popolazione sugli effetti perversi di una agricoltura industrializzata, dominata da un numero ristretto di grandi imprese multinazionali che non è solo fonte di rischi per la salute dell'uomo e di tutti gli esseri viventi, ma è anche la fonte di crescenti diseguaglianze nel mondo e genera disoccupazione e miseria nelle aree povere del pianeta.
    Infatti aver consentito la brevettabilità degli organismi ottenuti da modificazioni genetiche, ha di fatto creato la condizione per una concentrazione di potere nella produzione e distribuzione degli alimenti mai esistita prima d'ora.

Postato da: carinci a 18:31 | link | commenti

venerdì, 26 agosto 2005

 

Ordine del giorno del Comune di Roma

14 ottobre 1999

DICHIARAZIONE 
DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE, LUIGI NIERI

"Il Consiglio Comunale, all'unanimità, chiede che nel Comune di Roma non vengano coltivati e commercializzati cibi transgenici."

 

Il Consiglio Comunale di Roma ha approvato, all'unanimità, un Ordine del Giorno, primo firmatario Luigi Nieri, che impegna il Sindaco e la Giunta capitolina ad impedire che sul territorio del Comune di Roma vengano coltivati e commercializzati organismi geneticamente modificati.

Luigi Nieri ha dichiarato:

" Il Consiglio Comunale ha approvato un importante atto sul terreno della - sicurezza alimentare - raccogliendo le forti preoccupazioni provocate dalle modificazioni genetiche degli alimenti.

Il Consiglio Comunale di Roma si schiera dalla parte del buon cibo, della salute dei cittadini e della difesa dell'ambiente.

Tale decisione ha tenuto conto: "della giusta diffidenza verso l'uniformità genetica degli alimenti; della salvaguardia dei prodotti agricoli naturali che, da alcuni anni, si vedono mortificati in rapporto alla sempre più crescente richiesta, delle industrie di trasformazione, di prodotti alimentari uniformi; della difesa della salute dei cittadini; della difesa del territorio contro l'utilizzo di composti agrochimici che alterano gli ecosistemi della fauna e della flora; della ferma difesa della biodiversità come elemento fondante della Natura".

Serve ora una delibera che regolamenti l’intera vicenda, al fine di evitare che nei piatti dei romani arrivi il pomodoro transgenico, le fragole al gene di pesce dell'artico, il radicchio modificato, la soia o il mais della multinazionale Monsanto.

Il voto del Consiglio Comunale di Roma va nella direzione opposta rispetto alle decisioni della Unione Europea che permette la commercializzazione di nove prodotti alimentari modificati.

Il Consiglio Comunale, sceglie di stare dalla parte degli agricoltori locali, della produzione naturale e biologica, contro un’agricoltura modificata e globale, stretta nella morsa di un paio di multinazionali, che detengono la ricerca e la sperimentazione e, solo loro, possono disporre dei brevetti per riprodurre i semi modificati.

Questo è anche un segnale molto chiaro diretto all’industria alimentare, che punta sempre più ad avere prodotti uniformi e alle grandi catene di ristorazione, come Mc Donald’s, sulle quali si deve avviare un controllo forte sui prodotti lavorati che vengono serviti nei fast- food.

Serve perciò una normativa che riesca a dare al consumatore la garanzia che il cibo che sceglie non contiene prodotti transgenici.

 


S.P.Q.R.

COMUNE DI ROMA

 

ORDINE DEL GIORNO

DEL CONSIGLIO COMUNALE

CONSIDERATO

che l’utilizzo nell’ agricoltura mondiale delle varietà ibride ad alto rendimento ha causato l’abbandono ed in alcuni casi la scomparsa degli ecotipi locali meglio adattati all’ambiente e più resistenti alle fitopatie;

che tali cambiamenti comportano una ristrutturazione del settore produttivo agricolo con gravi scompensi socio economici, in particolare a carico dei piccoli produttori agricoli;

che tale situazione ha portato all’uniformità genetica di queste culture con una pericolosa dipendenza per tutte le filiere produttive nei confronti di pochi detentori di brevetti;

che l’industria di trasformazione richiede sempre più prodotti uniformi mortificando le possibilità di sviluppo del mercato;

che i produttori agricoli sono costretti a poche e costose alternative produttive, con la conseguenza di un'ulteriore compressione dei prezzi dei prodotti agricoli ed un aumento, divenuto vieppiù insostenibile, dei costi di produzione degli stessi;

che la richiesta dei consumatori viene pilotata sempre più verso prodotti in apparenza sempre più uguali, in aperto contrasto con quanto si è delineato nel corso degli ultimi anni attraverso la nascita delle nicchie di mercato dei prodotti naturali e ad alta qualità;

TENUTO CONTO

che si è arrivati ad una situazione in cui l’alimentazione umana si basa su di un numero ristrettissimo di varietà alimentari;

che ciò comporta l'aumento dei rischi derivanti da malattie, nonché la tendenza all'aumento esponenziale dei rischi di crisi di mercato a livello complessivo;

che le imprese multinazionali hanno esteso le proprie strutture di ricerca, produzione e commercializzazione, fino a raggiungere le attuali posizioni di dominio e controllo nel comparto delle biotecnologie e in quello della produzione delle sementi, come più volte sottolineato con preoccupazione dalla stessa C.E.E.;

che la stessa F.A.O. da molti anni ha constatato la tendenza al rapido aumento di Paesi che perdevano la loro autosufficienza alimentare;

che l’uso di composti agrochimici ha alterato gli ecosistemi relativi alla fauna e alla flora;

che nessuno studio effettuato sino ad oggi può garantire quale sia l’impatto ambientale di un batterio o una pianta ingegnerizzati;

che la C.E.E. ha ancora in itinere la creazione di una normativa in materia assumendo al riguardo posizioni di grande cautela;

che sono pendenti alcuni ricorsi di Stati membri della C.E.E., rispetto alla normativa emanata ed alle autorizzazioni concesse per la commercializzazione e la produzione dei prodotti transgenici;

che la riforma della P.A.C. (politica agricola comune) prevede un particolare impegno verso il rispetto agro ambientale e la produzione di alimenti ad alta qualità;

che il Comune di Roma sta attuando una politica di salvaguardia del territorio e delle produzioni in esso presenti e che la diffusione di prodotti transgenici metterebbe in grave rischio tale politica e causando, altresì, gravi problemi socio economici sia ai piccoli produttori presenti sul territorio, sia alle grandi aree naturali.

IL CONSIGLIO COMUNALE

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

 

ad impedire che sul territorio del Comune di Roma vengano coltivati e commercializzati organismi geneticamente modificati;

ad impegnarsi nella tutela del consumatore, avviando un processo di conoscenza e di identificazione degli alimenti interessati da tecnologie transgeniche individuando, allo scopo, gli strumenti necessari a far si che sia possibile conoscere la reale provenienza dei prodotti contenenti gli O.M.G.;

a creare un tavolo di intesa con le industrie ed i commercianti del settore alimentare al fine di valorizzare le possibilità alternative che si creano sul mercato dei prodotti naturali e locali;

a richiedere al Governo Italiano di impegnarsi per la moratoria sui prodotti transgenici e per una valorizzazione dei prodotti locali e dei prodotti naturali;

a richiedere alla C.E.E. che la P.A.C. europea sia caratterizzata da una valorizzazione della qualità dei prodotti non modificati geneticamente, sviluppando la ricerca sul patrimonio naturale esistente in Europa.

F.TO

Luigi Nieri (PRC)

Dario Esposito (VERDI)

Roberto Petrassi (SOCIALISTI DEMOCRATICI)

Roberto Giulioli (DS)

Patrizia Ninci (DEMOCRATICI)

Ugo Sodano (PPI)

Luisa Laurelli (DS)

Postato da: carinci a 18:22 | link | commenti

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