Un blog creato da angelodiavolettob il 31/01/2008

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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da angelodiavolettob
Foto di angelodiavolettob

 Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno
Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio,
altezza imperiale, conte palatino,cavaliere del
sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di
 Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli,
 di Cicilia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia,
 di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro,
 conte e duca di Drivasto e Durazzo.
Totò non era un nobile solo sulla carta,
 ma anche nella vita di tutti i giorni.
Poco più che ragazzo iniziò il servizio
di leva a Napoli, imparando ben presto a marcare
 visita grazie alla sua innata capacità di simulare
 gravi malattie; ma quando venne trasferito a Livorno,
 fu costretto a subire le vessazioni di un caporale,
 "il caporale per antonomasia", promosso
"per mancanza di graduati disponibili,
 pur essendo quasi analfabeta".
"Durante le punizioni [ ... ], rimuginavo
in me un rancore senza fine nei confronti
dei caporali, verso coloro cioè che, muniti
di un’autorità immeritata e forti di una disciplina
 che impone ai sottoposti l’obbedienza senza discussione,
 esercitano tali loro meschini poteri [ ... ]. Contrapponevo,
ad essi, gli uomini, le persone, cioè, che sanno adoperare la
loro autorità senza abusare dei poteri loro commessi".
Da queste esperienze nascerà la famosa battuta: "Siamo uomini,
 o caporali?".
"E se qualche volta sono riuscito anche a commuovervi", scrisse
 a conclusione della sua biografia apparsa nel 1952, "ne sono felice,
 perché [ ... ] una lacrima è solo l’altra faccia del sorriso.
 E ci siamo capiti, perché ognuno di noi è passato attraverso gioie,
 dispiaceri e amare delusioni nella grande commedia della vita.
Altrimenti, se fossimo sempre impassibili, spettatori e non attori,
non saremmo veri uomini, ma caporali".
Con questa frase vi lascio meditare sulla grande nobiltà d'animo
dell'immortale Totò

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da angelodiavolettob

La meditazione
      La nostra paura più profonda
      non è di essere inadeguati.
      La nostra paura più profonda,
      è di essere potenti oltre ogni limite.
      E' la nostra luce, non la nostra ombra,
      a spaventarci di più.
      Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante,  pieno di talento,
      favoloso? "
      In realtà chi sei tu per NON esserlo?
      Siamo figli di Dio.
      Il nostro giocare in piccolo,
      non serve al mondo.
      Non c'è nulla di illuminato
      nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
      non si sentano insicuri intorno a noi.
      Siamo tutti nati per risplendere,
      come fanno i bambini.
      Siamo nati per rendere manifesta
      la gloria di Dio che è dentro di noi.
      Non solo in alcuni di noi:
      è in ognuno di noi.
      E quando permettiamo alla nostra luce
      di risplendere, inconsapevolmente diamo
      agli altri la possibilità di fare lo stesso.
      E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
      la nostra presenza
      automaticamente libera gli altri.
     

Nelson Mandela

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da angelodiavolettob
Foto di angelodiavolettob

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da angelodiavolettob
Foto di angelodiavolettob

 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da angelodiavolettob


      Canzone d’amore

      Per dire cos’ hai fatto
      di me, non ho parole. 

      cerco solo la notte
      fuggo davanti al sole.

      La notte mi par d’oro
      più di ogni sole al mondo,
      sogno allora una bella
      donna dal capo biondo.

      Sogno le dolci cose,
      che il tuo sguardo annunciava,
      remoto paradiso
      di canti risuonava.


      Guarda a lungo la notte
      e una nube veloce-
      per dire cos’ hai fatto
      di me, non ho la voce.

      Hermann Hesse

 
 
 
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