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IL ritorno del Nucleare, tutto così scontato?? di:Luca Landi

Post n°107 pubblicato il 28 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

chi è a favore del nucleare?!?

Chernobyl

Nucleare si, nucleare no: oggi vi ruberò un pò di tempo con un post piuttosto lungo perchè ritengo che l’argomento sia davvero importante.
Ormai sembra tutto assodato e scontato; il nucleare in Italia si deve fare perchè significa energia a basso costo, sicura e soprattutto la vera alternativa al carbone e al petrolio.
Almeno questo è quello che il neo Governo insediato si è
affrettato a dirci di fronte al barile di petrolio a oltre 130$; l’informazione poi, tranne poche voci fuori dal coro, si è accodata scodinzolante.
Ma come mamma mi ha insegnato quando tutto sembra andare troppo liscio c’è da farsi qualche domanda: vediamo quale.
Innanzitutto partirei dal mito che l’energia nucleare sia a basso costo.
Uno studio del MIT (Massachusettes Institute of Technology) del 2003 dal titolo
“The Future of Nuclear Power” dimostra come il kWh nucleare dell’attuale generazione di reattori costa 6.7 centesimi di $ contro i 4.2 delle centrali a carbone e i 5.8 delle centrali a gas; il continuo sviluppo tecnologico delle fonti rinnovabili e l’incremento del loro mercato fanno pensare che a breve anche queste siano in grado di arrivare a costi del tutto paragonabili. Nonostante la vita operativa dei reattori sia stata allungata da 30 a 40 anni e che si siano ignorati i costi del waste disposal, di fatto il nucleare non risulta ancora competitivo.
Allargando infatti la visuale scopriamo che da circa 15 anni nessun paese europeo ha messo in cantiere nuove centrali nucleari, salvo la Finlandia; peccato però che gli scandinavi stiano
incontrando crescenti problemi nella creazione di questo nuovo reattore che ha visto negli anni lievitare il maniera significativa il suo costo.
Risulta pertanto evidente come il nucleare comporti costi elevati fin dalla realizzazione degli impianti. Vanno poi ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi altissimi per smantellare la centrale nucleare al termine della sua attività; tutti questi costi non sono sostenibili da un’industria privata.
Lo Stato deve necessariamente intervenire a copertura delle spese aumentando tasse e imposte ai contribuenti; in breve, il basso costo dell’energia in bolletta potrebbe essere più che compensato dall’aggravio fiscale in termini di imposte. Di fatto, senza un’iniezione di denaro pubblico la sorte del nucleare negli Stati Uniti è segnata per mancanza di investitori privati (in merito è molto interessante questo articolo di Federico Valerio, presidente di Italia Nostra).
Pippo Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace,
ha osservato in merito:

“Se il nucleare fosse così economico come si spiega che nei paesi in cui il mercato è stato liberalizzato da tempo, Stati Uniti e Gran Bretagna, gli investimenti privati languono e i governi pensano di sussidiare pesantemente il nucleare?” … “Il nucleare risulta più costoso sia nel breve periodo che nel lungo periodo (2025), con un costo che supera i sei centesimi al chilowattora, il più alto tra tutte le fonti energetiche, eolico compreso. Altro che due centesimi. Non bariamo!”

Secondo argomento da valutare più approfonditamente: l’energia nucleare ormai è sicura.
Sicuramente le
centrali di terza generazione (quelle che attualmente siamo in grado di costruire) sono molto più sicure di quelle concepite in passato; sappiamo però che solo le centrali di quarta generazione (che avremo solo fra diversi anni) possono definirsi veramente sicure al 100% dal punto di vista strutturale.
Non ho sentito però nessuno parlare della sicurezza telematica di questi impianti che vengono ormai gestiti in buona parte da sistemi informatici; vi invito pertanto a leggere in merito questo
interessante articolo di Ira Winkler, presidente della società di sicurezza ISAG, dal titolo: “Sicurezza informatica di una centrale nucleare: sistemi facili da superare. Ecco come fare.”
Nel frattempo penso sia interessante andare a vedere come il
recente terremoto in Cina abbia danneggiato (in certi casi in maniera significativa) circa 50 centrali nucleari mettendo in serio rischio la sicurezza nazionale del paese asiatico; teniamo sempre in considerazione il fatto che l’Italia è un paese ad alto rischio sismico come ci ricordano i devastanti terremoti di Irpinia e Messina.
Passiamo all’approvvigionamento di uranio e alla gestione delle scorie; a che punto siamo?
Naturalmente tutti sappiamo che le centrali nucleari vanno alimentate con l’uranio, in pochi invece sanno cosa significhi estrarre, gestire e soprattutto smaltire questo minerale.
La
catena del nucleare comincia con l’estrazione dell’uranio; soltanto una parte infinitesimale, circa un decimillesimo, di ciò che viene estratto da una miniera d’uranio è utile alla fabbricazione di combustibile.
Per alimentare una centrale media da 1 GWatt servono ogni anno circa 230 tonnellate di concentrato di uranio; per questo pochi sanno che la stragrande maggioranza dell’uranio utilizzato da metà degli anni ‘90 ad oggi come carburante nelle centrali di mezzo mondo deriva in realtà dallo
smantellamento delle testate nucleari dell’ex Unione Sovietica.
La disponibilità mondiale di uranio è scarsa; l’uranio è sempre più difficile da estrarre e, come si vede nel grafico qui sotto di ASPO, a partire dagli anni 80, le centrali nucleari consumano più uranio di quanto l’industria minerale non ne produca.

Richiesta vs produzione uranio

Oggi, non c’è nessun sito di stoccaggio definitivo per scorie altamente radioattive, in nessuno dei 31 paesi nucleari. In realtà la grande maggioranza del combustibile utilizzato è conservata in vasche prossime ai reattori o in impianti di ritrattamento.
La gestione delle scorie nucleari è poi molto costosa; il costo dello smantellamento degli impianti britannici e della gestione delle relative scorie è stimato a più di 100 miliardi di euro, con la tendenza ad aumentare.
Altro punto da analizzare: ma è vero, come ci dicono, che le rinnovabili non possono oggi soddisfare la richiesta mondiale di energia?

Fotovoltaico Arabia Saudita

Uno studio del prof. Muneer* (immagine sopra) e riportato da Ugo Bardi sul sito di ASPO qualche mese fa dimostra come sia assolutamente possibile oggi, con le tecnologie disponibili, sostituire il petrolio con un progetto fotovoltaico in Arabia Saudita.
Ultimo punto sul quale vorrei riflettere con voi e che non viene mai citato da chi sostiene il nucleare; un sistema di produzione energetica basato su poche grandi centrali è il migliore rispetto ai nostri bisogni?
Ricordo in merito una bella
puntata di Report che per l’occasione andò in Germania, precisamente a Schonau. Ursula Sladek, AD di EWS Schonau ci raccontava come nella produzione di energia delle grandi centrali elettriche i due terzi dell’energia primaria semplicemente vengono dispersi nell’ambiente come calore di scarto; per risolvere il probolema a Schonau decisero di separare la propria rete elettrica da quella nazionale e di dotarsi di microcogeneratori e di rinnovabili per prodursi in maniera autonoma l’energia.
Nel sistema elettrico così com’è, verticale, in cima poche grandi centrali e in basso gli utenti che consumano e basta, le fonti di energia rinnovabile possono pure aumentare ma sono destinate a rimanere marginali; questo perchè la rete non è elastica percui deve poter sapere quant’è la disponibilità di capacità di produzione di energia momento per momento.
Per fare ciò bisognerebbe rovesciare il sistema, organizzando la rete elettrica per ricevere e non per distribuire; proprio come hanno fatto al
CESI ricerca di Milano.

*Muneer, T, Asif, M., Kubie, J, 2003. « Generation and transmission prospects for solar electricity: UK and global markets“ Energy Conversion and Management vol. 44 pp. 35–52

da: http://www.ilpassatore.it/2008/05/25/il-ritorno-del-nucleare-in-italia-tutto-cosi-scontato/

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Commenti al Post:
kora69
kora69 il 28/05/08 alle 12:14 via WEB
Molto interessante ben scritto ed argomentato benissimo…ma io ero gia’ contro le centrali nucleari, forse per questo mi hai convinta
 
 
chiamo_italia
chiamo_italia il 28/05/08 alle 15:11 via WEB
gia.. l'ho postato apposta.. La gente pero' non si rende conto da quello che si legge sui giornali o si ascolta in tv che questa teconologia fra 20anni(quando dovrebbero essere pronti e funzionanti) sarà sicuramente già superata! e siccome di soldi ne costa eccome direi che sarebbe molto piu' utile e corretto andare ad investire sulle nuove teconologie.. Va a farlo intendere ai politici!!!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 31/05/08 alle 14:17 via WEB
ciao teo e butei sono il faso vi scrivo dal internet caffe' del hotel a valencia volevo salutarvi tutti. un saluto a presto
 
 
chiamo_italia
chiamo_italia il 31/05/08 alle 18:30 via WEB
magico fasoli, facci impazzire le spagnolite... vai a vinscere anche per noi! baci
 
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