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ciao, come stai? è da tanto che non ci si sente! buone...
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OVVIO CHE SONO IO QUELLO CHE HA RISPOSTO LI..
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che scemi i butei.. STASERA TUTTI ALLA FESTA DELL'UVA...
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il 03/10/2008 alle 16:22
 
il tone è amico intimo del barista del dery....
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il 03/10/2008 alle 13:23
 
il faso è morto, nei campi di sterminio il faso è morto
Inviato da: Anonimo
il 26/09/2008 alle 19:50
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rifiuti. Ultimatum agli inceneritori

Post n°105 pubblicato il 27 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

repubblica_inceneritori.jpg
Repubblica titola:
"Rifiuti. Ultimatum ai ribelli". Propone un indovinato accostamento con un mitragliere in Afghanistan, di certo casuale. Repubblica dovrebbe invece titolare: "Rifiuti. Ultimatum agli inceneritori", con una foto non casuale dell'Impregilo. Sarebbe un atto di coerenza. Jacopo Fo cita un articolo dell'ultimo Venerdì di Repubblica: ben 435 ricerche scientifiche provano un forte aumento di tumori e nascite malformi in prossimità degli inceneritori.

"Mi diverto.
E’ ormai chiaro che dentro i giornali italiani si combatte una battaglia durissima tra i direttori e un pugno di giornalisti che si rifiutano di tacere sempre e comunque.
Così abbiamo delle piccole soddisfazioni: alcune notizie bomba finalmente vengono pubblicate. Non le vedete in prima pagina, non hanno titoli a 9 colonne, non sono correlate da interviste e commenti. Però le notizie escono.
Ad esempio vengono pubblicate sul numero 1052 del Venerdì di Repubblica (16 maggio) a pagina 90 (coincidenza o magia alchemica il fatto che la paura nella Smorfia napoletana corrisponde al numero novanta?).
Ecco l’articoletto, secco secco. Un grande pezzo di sintesi giornalistica, probabilmente contrattato parola per parola in riunioni infuocate dei caporedattori, oppure sfuggito per errore alla penna rossa dei censori… Questo articolo credo che alla fine sia uscito perchè protetto dalla Divina Provvidenza in persona, è comunque stato stampato, nero su bianco, e ci dice che 435 (QUATTROCENTO TRENTACINQUE) ricerche scientifiche internazionali provano un aumento di tumori e nascite malformi spaventoso in prossimità dei termovalorizzatori.
Senza commento. Senza due righe di scuse verso il povero Beppe Grillo accusato con ogni tipo di cattiveria dalle colonne dello stesso giornale per essersi permesso di dire esattamente la stessa cosa: gli inceneritori puoi anche chiamarli termovalorizzatori ma ti ammazzano comunque.
Una nota stilistica che permette di capire appieno il meccanismo perverso utilizzato dai media per rendere di scarso interesse notizie di importanza capitale.
Il titolo può essere un modo per indurre le persone a leggere un articolo oppure a non leggerlo.
Se questo articolo fosse stato: “Aveva ragione Grillo gli inceneritori uccidono!” avrebbe destato grande curiosità. Allora lo hanno intitolato in modo tale da tagliargli le gambe: “Emissioni: Una ricerca francese sottolinea il rapporto diossina-cancro
QUANDO LA SALUTE SE NE VA IN FUMO (TOSSICO).
Capisci l’astuzia: non ti dice che le ricerche sono 435, come viene specificato poi nell’articolo. Non si pronuncia la parola proibita INCENERITORE. Si parla di EMISSIONI… Termine vago come la melma.
Questa tattica in effetti funziona. I lettori accorti dicono: “Però alla fine Repubblica le notizie le dà!” E continuano a comprarla. Mentre il 95 per cento dei lettori, un po’ meno attenti, non si accorge di quella notizia così imbarazzante.
Prova ne è che sono passati 5 giorni dall’uscita del Venerdì e se cerchi sul web: “diossina istituto statale di sorveglianza sanitaria francese”, non trovi niente a proposito di questa colossale notizia!
E non trovi niente neanche se digiti “diossina 435 ricerche PubMed”
Comunque giudica tu: ecco il testo integrale:
“Nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 20 per cento.
Lo dice una ricerca, resa pubblica dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, l’ultima delle 435 ricerche consultabili presso la biblioteca scientifica internazionale
PubMed che rilevano danni alla salute causati dai termovalorizzatori per le loro emissioni di diossina, prodotta dalla combustione della plastica insieme ad altri materiali. Questa molecola deve la sua micidiale azione ala capacità di concentrarsi negli organismi viventi e di penetrare nelle cellule. Qui va a “inceppare” uno dei principali meccanismi di controllo del Dna, scatenando le alterazioni dei geni che poi portano il cancro e le malformazioni neonatali.”
(Il pezzo non è firmato ma sta all’interno di una specie di box dentro un articolo di Arnaldo D’Amico.)
Spero ci si renda conto dell’importanza dell’ufficializzazione di una simile notizia: e ti invito quindi a farla girare e ripubblicarla sul tuo sito. Se riusciamo a far sapere a molti italiani come funziona questo giochetto dell’informazione ridimensionata (non censurata, non libera, omogenizzata) potremmo creare qualche altro problema ai signori dei giornali. Loro ormai lo sanno che chi legge i quotidiani poi va su internet…
FACCIAMOLI PIANGERE!
CITIAMOLI A MARTELLO OGNI VOLTA CHE PER SBAGLIO DICONO LA VERITA’.
Usare la forza dell’avversario per farlo cadere". Jacopo Fo

da: http://www.beppegrillo.it/

 
 
 

Jole Santelli

Post n°104 pubblicato il 27 Maggio 2008 da chiamo_italia

guarda il video: http://www.pieroricca.org/2008/05/13/jole-santelli/

Moracciona calabrese dai tratti marcati, quarantenne a dicembre, Jole Santelli è un avvocato con un ottimo curriculum nel partito padronale. Nel 1994 s’iscrive a Forza Italia. Nel 1996 è assistente giuridica del gruppo parlamentare azzurro. Nel 2001 viene eletta deputata e poi riconfermata per due volte. La sua competenza è premiata con l’incarico di sottosegretario al ministerro della giustizia, retto dall’ingegner Roberto Castelli. Fino al 2006 si occupa di amministrazione della giustizia e leggi ad personas. Lei nega. “Furono tutte leggi di interesse generale”, mi ha detto a Roma il 29 aprile, quando l’abbiamo interpellata in occasione dell’inaugurazione della legislatura. L’equivoco, secondo Jole, nasce dal fatto che alcuni parlamentari si trovano a essere sotto inchiesta. E allora diventano “obiettivi sensibili” del pregiudizio. In realtà - sostiene Jole - le leggi valgono per tutti, mica si possono discriminare gli imputati che le scrivono e i delinquenti in fuga dai processi. Anzi, insistere sulla “contrapposizione fra magistratura e politica” - così la chiama Jole - impedisce di affrontare i veri problemi della giustizia. L’alternativa sarebbe tener fuori dalla politica chi ha grosse grane con la legge. Ma questo, secondo Jole, vorrebbe dire affidare ai giudici la selezione dei candidati. Nessun problema nemmeno sul versante conflitto di interessi. Se i cittadini votano Berlusconi, ragiona Jole, forse è perché pensano che chi è ricco non ha bisogno di rubare. E poi, aggiunge, se questa legge non andava bene perché la sinistra non l’ha cambiata? Fine dialettica, Jole Santelli s’è fatta le ossa come avvocato nel rinomato studio Previti. Ormai per Cesarone non c’è più niente da fare. Marcello Dell’Utri invece è ancora un “obiettivo sensibile” della malagiustizia. Ma Jole esclude interventi legislativi per salvarlo dalla furia delle toghe rosse. “Non è tecnicamente possibile”, giura. C’è da crederle?

da: http://www.pieroricca.org/

 
 
 

Comunicato politico numero dodici

Post n°103 pubblicato il 26 Maggio 2008 da chiamo_italia

Delirio. Il ponte sullo stretto di Messina. Delirio. Le centrali nucleari. Delirio. L’esercito in Campania. Delirio. I nuovi inceneritori. Delirio. I condannati in Parlamento. Delirio. Il 95% dei reati impuniti grazie alle leggi ad personam. Delirio. Testa d’Asfalto presidente del Consiglio grazie alle concessioni televisive di Craxi. Delirio. La legge elettorale porcata. Delirio. Le elezioni politiche incostituzionali. Delirio. La volontà popolare ignorata con la cancellazione dei referendum sulla legge elettorale, sul finanziamento pubblico ai partiti e sul NO al nucleare. Delirio. L’Italia senza libera informazione, tra il Botswana e l’Iraq. Delirio. Campania, Calabria e Sicilia in mano alle mafie. Delirio. I roghi contro i campi Rom. Delirio. Bassolino e Iervolino non si dimettono. Delirio. Topo Gigio non li licenzia. Delirio. Ignorata la sentenza della Corte di Giustizia Europea contro la legge Gasparri. Delirio. Rete 4 ci costa 350.000 euro di multa ogni giorno dal primo gennaio 2006. Delirio. Amanti, segretarie, avvocati di fiducia, portavoce e tirapiedi sono senatori e deputati. Delirio. E’ assente solo il cavallo di Caligola. Delirio. L’allargamento delle basi americane in Italia. Delirio. Andreotti prescritto per mafia e senatore a vita. Delirio. I miliardi di euro della Comunità Europea scomparsi per magia in Campania. Delirio. La moratoria per gli ingressi dalla Romania applicata in quasi tutta Europa dal primo gennaio 2007, ma non in Italia. Delirio. 22.000 imprese italiane in Romania con i finanziamenti della Comunità Europea (le nostre tasse) e la disoccupazione in Italia. Delirio. Il prezzo del petrolio sale, le bollette e la benzina aumentano, ma ENEL e ENI fanno più utili. Delirio. Geronzi, plurinquisito, capo di Mediobanca. Delirio. Scaroni, condannato, capo dell’ENI. Delirio. Sei milioni di precari. Delirio. Lo sviluppo più basso e i costi dello Stato più alti d’Europa. Delirio. 350.000 firme per un Parlamento Pulito abbandonate nella cantina del Senato. Delirio. 1.636 miliardi di euro di debito pubblico e 70 miliardi di interesse ogni anno, pari a tre finanziarie. Delirio. Emma Marcegaglia esperta di energia nucleare e Rubbia in Spagna. Delirio.
Il Paese è entrato in un nuovo stato: il delirio. “Uno stato di alterazione e confusione mentale, con agitazione motoria e allucinazioni, dovuto a accessi febbrili acuti e malattie mentali” (Il Nuovo Zingarelli).
L’Italia ha avuto la febbre per troppo tempo, adesso è seguito il delirio. Delirio vuol dire uscire dal solco. Noi abbiamo deragliato. La nave è in mano al cuoco di bordo e il capitano è profondamente addormentato sotto coperta. In democrazia il capitano è la volontà popolare.
Le fragoline di bosco vanno raccolte. Ripeto: le fragoline di bosco vanno raccolte.

 
 
 

Antonio Ricci

Post n°102 pubblicato il 23 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

preso da : http://www.pieroricca.org/ 
c'è anche il video..

Abbiamo realizzato un video con Antonio Ricci. Lo offriamo gratis a “Striscia la notizia”. Il video è uno scambio di battute con l’uomo di “Drive In”, il gran visir della tv spazzatura, il celebrato maestro dell’infotainment. Milioni di assetati di comiche disvelatrici s’abbeverano ogni sera alla sua fonte. Emilio Fede ha querelato me, ma non lui, per il filmato della nostra contestazione alla informazione servile del Tg4, altra declinazione del genere comico. Un filmato che nella versione trasmessa dal gran visir non proponeva l’antefatto, cioè la nostra domanda a Fede sull’ abusivismo di Rete 4. Da oltre vent’anni attendevo l’incontro con Antonio Ricci: da quando, tornando a scuola dopo la domenica sera di “Drive In”, constatavo allibito che quasi tutti i miei compagni di seconda media ripetevano in coro i versi e le battute dell’avanspettacolo trash. Intuivo in quell’appiattimento del linguaggio, in quell’omologazione dell’immaginario la violenza del regime mediatico. Un regime affabile e spensierato che ha prodotto la platea del partito padronale della libertà. La famosa “audience”: masse desideranti attirate a milioni con barzellette quiz e tettone, i generi trainanti. Sguardi di persone venduti agli investitori pubblicitari. Minuto per minuto, tutti i giorni, per trent’ anni. Ricordatevi che lo spettatore tipo mentalmente ha undici anni e non è sveglio, insegnava l’impresario agli addetti ai contenuti, tra un bonifico a Craxi e un inchino a Gelli. A quella linea si sono attenuti, facendo miliardi a palate sulla testa e con il consenso degli undicenni. Il vero processo a Berlusconi (e a chi gli ha messo in mano, per criminale incoscienza, la lanterna magica) dovrebbe essere celebrato per corruzione morale del popolo italiano, come vide Fellini e scrisse l’ultimo Montanelli. Zeppe di pubblicità e disvalori, veicolate in concessione governativa di un bene pubblico come l’etere, le “sue” tv hanno trasformato l’Italia in un reality show, una sterminata periferia di consumatori passivi, di guardoni senza memoria, di piccoli egoisti. Le adolescenti italiane oggi sognano di fare la velina. Che male c’è, dice il gran visir del trash, è come voler fare il giornalista. Il suo impresario prese la Mondadori con la corruzione e governa: è normale? Certo che è normale, anzi io sono favorevole, risponde l’addetto ai circensens dal pizzo bianco. L’aspettavo per sfogare su di lui, mero esecutore, un lungo disgusto alla dittatura del trash. Lui ha risposto dandomi della velina barbuta. Buttate il televisore e compratevi un megafono!

 
 
 

Caro Mutui

Post n°101 pubblicato il 23 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

DUE VERSIONI A CONFRONTO 


da:
ilsole24ore di Nicoletta Cottone
Le banche, in base a un accordo con il ministero dell'Economia che sarà firmato entro 30 giorni, offriranno ai clienti la possibilità di rinegoziare i mutui prima casa a tasso variabile accesi prima del 2007. Questa è quella che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti annuncia al termine del Consiglio dei ministri come la vera novità di oggi. «La riforma – spiega Tremonti - é a costo zero. Non é un miracolo, ma un sollievo per molte famiglie».
leggi tutto l'articolo

la risposta di adiconsum
da:
http://giorgius.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1915331
ROMA - ''I mutuatari devono essere consapevoli che cio' che non viene pagato nella rata dovra' essere pagato a fine mutuo caricato degli interessi'' e "i vantaggi sembrano piu' per le banche che per i mutuatari". Cosi' Paolo Landi, dell'Adiconsum, chiarisce ai consumatori l'accordo tra governo e banche presentato ieri dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. ''Perche' il Governo non utilizza anche i 20 milioni di euro previsti in Finanziaria per i mutuatari in difficolta'? - chiede Landi -. Da come e' stato spiegato l'accordo, sembrerebbe che oltre un milione di famiglie avra' una riduzione del costo del proprio mutuo a tasso variabile. Non e' cosi'. Viene si' ridotta la rata del mutuo, ma la durata del mutuo si allunga e cio' che non si e' pagato oggi, sara' pagato in futuro caricato dei relativi interessi. L'aspetto positivo di questo accordo sta nel fatto che la banca e' obbligata a rinegoziare. L'anno preso a riferimento e' il 2006, in cui pero' si erano gia' registrati gli aumenti piu' rilevanti. L'abbassamento della rata del mutuo a tasso variabile di circa 100 euro viene addebitata su un conto finanziamento. Su queste somme maturano interessi ad un tasso fisso (oggi del 5,13%) che si cumulano nel corso degli anni fino alla scadenza del mutuo. Il vantaggio per le famiglie e' una rata del mutuo compatibile con il proprio reddito, ma cio' non comporta alcuna riduzione dei relativi interessi maturati e il pagamento di ulteriori interessi a scadenza. Parlare, quindi, di benefici di 800-1000 euro e' assolutamente fuori luogo". (Agr)
 

Mutui, consumatori: l'accordo non farà risparmiare - Leggi 

Mutui: Aduc, "Accordo Abi-Governo una beffa" -
Leggi

 
 
 

Occupazione americana, informazione Mentana

Post n°100 pubblicato il 23 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

Mi scrive un giornalista sulla presenza militare americana in Italia e sulla disinformazione fatta dai media. Il sito del Pentagono riporta che sono presenti 89 installazioni americane. Quelle segrete non ci sono, ma quelle pubbliche sono sufficienti per definire l'Italia un Paese semi libero. A Ghedi Torre e a Aviano ci sono 90 (NOVANTA) testate nucleari pronte all'uso. Gli americani sono gente simpatica, ma dubito che gradirebbero a Miami, New York e a San Francisco bombe atomiche, sommergibili nucleari e basi militari made in Italy. Testa d'Asfalto metterà il segreto militare anche sul sito del Pentagono oltre che sui siti della spazzatura? Aspettiamo il prossimo esilarante Consiglio dei ministri

"Caro Beppe,
mi chiamo Carlo Gubitosa, sono scrittore e giornalista freelance. Ci siamo incontrati in passato durante la "Carovana della Pace" organizzata nel 2004 dai missionari comboniani. Oltre a realizzare varie iniziative per una informazione pulita. Collaboro da anni con l'associazione PeaceLink che fa volontariato dell'informazione sulle questioni dell'ecopacifismo. Quindi la questione delle strutture militari straniere presenti sul territorio italiano ci sta molto a cuore.
A tale proposito, ti scrivo per segnalarti che il 6 maggio, durante la trasmissione Matrix, ti hanno fatto passare per un mentitore sul numero delle basi USA in Italia.
Ho fatto due conti, e dimostrato dati alla mano e con fonti del Pentagono che se tu hai sbagliato del 27% rispetto al dato ufficiale, Mentana ha sparato nell'etere numeri che distano del 92% dai dati ufficiali del Pentagono.
Mentana avrebbe potuto facilmente scoprire il giochetto delle installazioni e delle strutture che tecnicamente non sono definite "basi" e quindi per il Ministero non esistono, ma per gli italiani che se le trovano sotto casa esistono eccome.
Di seguito ti invio un mio articolo sulla vicenda. I contenuti sono verificabili da un
documento del Pentagono.
Al suo interno, i dati sull'Italia sono alle pagine:
- 128: Strutture dell'esercito (army)
- 153: Strutture della marina (navy)
- 178: Strutture dell'aviazione (air force)"
Carlo Gubitosa, c.gubitosa@peacelink.it, www.peacelink.it, www.giornalismi.info

Le bufale di Mentana smentite dal Pentagono

"Sui media italiani la "Caccia al Grillo" e' lo sport venatorio piu' in voga, ed e' cosi' che il 6 maggio scorso Mentana su Matrix si e' affrettato a smentire le dichiarazioni fatte dal comico genovese il 25 aprile sul numero delle basi militari USA in Italia. Grillo dice che sono 113, mentre Chiara Cazzaniga, sguinzagliata da Mentana per pizzicare il comico con le mani nella marmellata, rivela che le basi statunitensi sarebbero sette, riportando testualmente e senza ulteriori verifiche i dispacci del ministero della Difesa e consultando come esperto "super partes" il generale in congedo Giovanni Bernardi.
Molti giornalisti festeggiano: visto che anche lui racconta bufale come noi? Durante uno dei soliti convegni in cui i giornalisti se la cantano e se la suonano tra loro, Edmondo Rho di Panorama applaude ai colleghi di Matrix spiegando che "ci vuole qualche inchiesta, un po' di memoria, e non solo un Grillo parlante, per capire come si è trasformata la società italiana e quali problemi sono rimasti irrisolti".
E allora provo a farla io una di queste inchieste, e scopro che per verificare quanto sia limitata la sovranità italiana in tema di installazioni militari si può chiedere direttamente al Pentagono. A dirmelo è Francesco Iannuzzelli, un amico esperto di questioni relative al disarmo, a dimostrazione che anche nell'era delle tecnologie la vera forza di un giornalista è la sua agenda, la sua rete di contatti e la capacità di ascoltare.
Francesco mi spiega che "il Pentagono rilascia ogni anno l'elenco di tutte le basi militari nel mondo, dal quale è facile ricavare quali e quante sono in Italia". Il documento si chiama "Base Structure Report" e si trova sul sito del Dipartimento della Difesa USA - www.defenselink.mil - con la parola chiave "bsr". I dati dell'edizione 2007 di questo rapporto, aggiornati al 30 settembre 2006, rivelano che nel nostro paese sono presenti 12 strutture militari USA per l'esercito, 21 per la marina e 16 per l'aviazione, per un totale di 49 installazioni, piu' altri 40 definiti come "insediamenti minori". Totale: 89 installazioni, alle quali vanno aggiunte le strutture NATO ed eventuali strutture non menzionate nei rapporti ufficiali.
Queste informazioni, confrontate con i numeri forniti da Matrix e Grillo, ci danno uno scostamento rispetto ai dati del Pentagono che raggiunge il 92% per i numeri sparati nell'etere da Chicco Mentana su imbeccata del ministero, e si ferma al 27% per i dati forniti dal comico Grillo.
Chi fa informazione con l'elmetto ha poco da festeggiare per le pagliuzze dei giullari, quando e' accecato dalla sua trave di giornalista fazioso o quanto meno poco professionale nel verificare cio' che manda in onda. A me è bastato spedire un'email per raggiungere le fonti dirette, possibile che a Mediaset non ci fosse nessuno capace di fare altrettanto?
Ancora una volta, la fonte migliore di informazioni di cui dispongo si rivela la mia testa capace di ragionamento insieme alla mia casella di posta elettronica e qualunque altro strumento mi permetta di entrare in relazione con altri."

 
 
 

Lo strano caso del Dr. Silvio e Mr. Biagi

Post n°99 pubblicato il 22 Maggio 2008 da chiamo_italia

per chi avesse ancora dubbi se berlusconi è o no un uomo falso, ecco altre prove.. 

AH già.. pero' fino a quando non vi colpisce di persona voi continuerete a votarlo... visto che PIUTTOSTO della sx si vota destra.... ... fate RIDERE.

Per ora sia votando dx che sx non è possibile scegliere una politica corretta che si basi sulla costituzione e democrazia,questo ormai si è capito! 
Pero' almeno si puo' scegliere il male minore; e il male minore non è chi fa finta che tutto vada per il meglio e che tutto è risolvibile, il male minore è chi affronta la realtà a viso aperto e cerca con l'aiuto di tutti di migliorarsi! ci vuole sacrificio per raccogliere i frutti un giorno... e questa politica non sarà mai fatta da un uomo falso come il vostro silvio

http://it.youtube.com/watch?v=7SGeC3vemrI

 
 
 

Emergenza sicurezza, la sua

Post n°98 pubblicato il 22 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

Ora d'aria
l'Unità, 21 maggio 2008
Ora basta, con la cultura del sospetto si sta davvero esagerando. Ma credete davvero che un giurista, un uomo di legge del calibro dell’on. avv. Niccolò Ghedini inserirebbe mai nel pacchetto sicurezza un codicillo di 13 righe che favorisce il suo cliente più illustre, Silvio Berlusconi? Ma andiamo, via. E’ vero che l’idea di affidare il pacchetto proprio a lui, lasciando inoperosi tutti i giureconsulti che impreziosiscono il governo - da Alfano a Calderoli, da Maroni alla Carfagna, senza dimenticare la Brambilla, esponente della scuola giurisprudenziale autoreggente - potrebbe ingenerare qualche malignità.

Qualcuno potrebbe persino malignare sul fatto che l’unica emergenza sicurezza che sta a cuore a Ghedini è quella del Cainano, imputato per corruzione giudiziaria del testimone Mills e per falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale nel processo Mediaset. Ma, conoscendo quel pezzo d’uomo dell’On. Avv., siamo pronti a giurare che il codicillo che allunga i processi di un paio di mesi (nel testo iniziale erano addirittura 2 anni) per dar modo all’imputato di decidere con comodo se patteggiare anche a fine dibattimento e rinviare la sentenza del processo Mills a dopo le ferie, quando il reato sarà caduto in prescrizione, è stato studiato soltanto al nobile scopo di abbreviarli, i processi. E poi - come lui stesso ha osservato, giustamente ferito da tutti quei sospetti seminati da decine di esponenti dell’opposizione irresponsabile e malfidata (cioè da Di Pietro) - vi pare possibile che un presidente del Consiglio possa patteggiare? Che figura farebbe agli occhi della comunità internazionale, da sempre abbagliata dalla sua cristallina moralità, dalla sua purissima innocenza, dalla sua immacolata reputazione? Sarebbe un colpo mortale alla sua immagine.

A parte il fatto che il processo si bloccherebbe anche se chiedesse di patteggiare Mills, qualcuno potrebbe obiettare che non sarebbe la prima volta che il Cainano chiede di patteggiare: il 27 giugno 1999, preceduto da una visita dialogante del fido Marcello Pera al procuratore D’Ambrosio, il Caimano travestito da agnellino salì le scale del palazzo di giustizia di Milano per una presentazione spontanea, accolto dai pm Ielo e Greco. Consegnò un memoriale di sei pagine, con una prima, timida ammissione: nelle sue società c’erano state “carenze organizzative e apparenti difetti di trasparenza”. Una rivoluzione copernicana per chi, fino al giorno prima, gridava al complotto, dipingeva il suo gruppo come un tempio di legalità e irrideva a ogni accusa dei pm (“Fondi neri? Gli unici che conosco sono quelli delle tazzine da caffè”). Fuori verbale, lasciò addirittura capire di essere disposto a patteggiare, per il mare di fondi neri (1500 miliardi di lire su 64 società off-shore nei paradisi fiscali) contestati nei processi All Iberian 1 e 2. Restava solo da stabilire il quantum. I suoi legali proposero meno di 3 mesi di reclusione, convertibile in una comoda pena pecuniaria di poche decine di milioni. Troppo poco, per la Procura: sia alla luce della gravità delle accuse, sia per l’impossibilità tecnica di accontentare l’illustre imputato. Per quei falsi in bilancio, quand’erano ancora reato, si partiva da una pena base minima di 1 anno, che con le attenuanti generiche scendeva a 8 mesi; con l’ulteriore attenuante del risarcimento del danno, passava a poco meno di 6 mesi e, con lo sconto del patteggiamento, a 4. Ma, per trasformare il carcere (virtuale) in multa, bisognava scendere sotto i 3. Pene comunque irrisorie, che nessun giudice avrebbe mai avallato. Così la trattativa si arenò dopo qualche mese. E subito, come per incanto, l’agnellino tornò Caimano, riprese la guerra ai giudici e, rientrato a Palazzo Chigi nel 2001, sistemò la faccenda depenalizzando il falso in bilancio. Con una legge scritta anche da Ghedini.

Ecco, oggi qualcuno potrebbe obiettargli tutto ciò, se qualcuno ricordasse qualcosa. Ma per fortuna nessuno ricorda più nulla, e l’amnesia è il miglior viatico per il dialogo. Che, sia chiaro, deve proseguire. O vogliamo rischiare che entro l’estate, con tutti i problemi che già ha ereditato dalla sinistra - dai rom ai clandestini, dal buco nell’ozono alla monnezza, dall’Alitalia alla Costituzione, dal Codice penale all’Europa - quel pover’uomo venga pure condannato per corruzione di un testimone? Basta dunque con questi attacchi strumentali del Pd all’avvocato Ghedini e al suo illustre cliente per l’ennesima legge ad personam. Qualcuno obiettera: ma nessuno, nel Pd, ha attaccato Ghedini e il suo illustre cliente per l’ennesima legge ad personam. Appunto, ma non si sa mai. Meglio prevenire.

Il punto su Castelli - di Peter Gomez e Marco Travaglio

da http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

 
 
 

UN PO' DI NAPOLI ... HELP!

Post n°97 pubblicato il 21 Maggio 2008 da chiamo_italia
 
Tag: napoli

vediamo quando la situazione migliorerà.. intanto vediamo le immagini dei telegiornali NON italiani ..visto che i nostri tg hanno altro da raccontare..

http://it.youtube.com/watch?v=o8M2dhyQHKc

 
 
 

SOLDI NOSTRI TASCHE LORO

Post n°96 pubblicato il 21 Maggio 2008 da chiamo_italia
 

Per i politici le nostre tasse sono quisquilie, pinzillacchere, mance, disponibilità di spesa a loro totale discrezione. Una frase qui, un piccolo emendamento lì, un’aggiunta e, come per miracolo, si materializzano milioni di euro per i partiti.
Somme sottratte alla sanità, alle famiglie, alla sicurezza, alla scuola. Soldi che spariscono nel nulla.
Bersani prima PCI, poi PDS, quindi DS, poi PD e ora ombra-PDL è un maestro nell’utilizzo occulto dei soldi degli italiani.
Nella legge Bersani del 2006 c’è un codicillo sui giornali di partito. Se prima il partito, per avere i finanziamenti per un giornale, doveva essere presente in Parlamento, dopo, grazie al codicillo, non era più necessario.
Il requisito di rappresentanza parlamentare non è richiesto per le imprese editrici che risultano essere giornali od organismi di partito o movimenti politici che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi”.
Esiste un partito con due giornali, si chiama PD. Bersani aveva messo i contributi al sicuro prima della fusione.L’Unità riceve 6,5 milioni di euro di contributi, Europa 3,6 milioni. In tutto fanno 10,1 milioni di formaggio con i buchi per Topo Gigio. Soldi nostri, tasche loro.
Il codicillo è bipartisan. Riguarda anche i partiti scomparsi dal Parlamento, giornali come il Campanile di Mastella e Rinascita della sinistra e, a causa dell’accorpamento tra Forza Italia e AN, il Secolo d’Italia.
Soru sta comprando l’Unità. Riceverà contributi di 6,5 milioni di euro all’anno? Le nostre tasse faranno parte del suo bilancio?

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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