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CLIMA DI INTOLLERANZA CONTRO GLI STRANIERI

Post n°3 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da cico1936

TRA DIVIETI E DELIBERE CLIMA DI INTOLLERANZA CONTRO GLI STRANIERI
OPERAZIONI GROTTESCHE CHE AVVELENANO IL PAESE
Tolleranza doppio zero. E nessuna misericordia. Soltanto uso strumentale di ogni fantasia che passa per la testa. Frutto dell'insana politica di questi tempi. Paura e ossessione per la sicurezza ci hanno portato all'assurdo. Come a delibere ed emendamenti sparati a getto continuo contro gli stranieri, secondo il rito (ormai frusto) della provocazione, tra applausi fragorosi, per poi fare un passo indietro. Com'è accaduto per l'emendamento sulla cassa integrazione "speciale" (cioè dimezzata) per gli immigrati. Cosa già vista per le "classi separate" a scuola. Ma questo è un "gioco" molto pericoloso. Prima o poi, rischia di sfuggire di mano. Anche la religione non è esente da strumentalizzazioni. Si distribuiscono crocifissi come fossero volantini di propaganda. Al tem¬po stesso, la croce non alberga più nei cuori. A Genova il presidio leghista per il crocifisso è finito in rissa. Sbagliato parlare di scontro di civiltà. Perché è anticristiano usare la croce per dividere o com¬battere. Quelle braccia allargate non escludono nessuno. Abbrac¬ciano l'umanità intera.
Alle provocazioni non basta rispondere con spallucce. Il vento che prima soffiava nelle pianure padane, ora spira nelle aule del Parlamento. Fa capolino tra gli emendamenti alla Finanziaria. Era prevedibile che accadesse. Così la proposta di dimezzare agli stranieri la cassa integrazio¬ne trova, purtroppo, consenso. Anche se il quotidiano cattolico Avvenire l'ha definita "aberrante". Per molti, la solita logica: gli esseri umani non sono tutti uguali. Via così, da una discriminazione all'altra. Nel nome dell'interes¬se dei cittadini italiani. Forti del consenso popolare. Come se ba¬stasse solo ciò. Anche Filato s'ap¬pellò al popolo per condannare Gesù e liberare Barabba! Chi discrimina non può atteg¬giarsi a difensore del crocifisso, quasi lottasse per la bandiera di partito. Difficile capire come si può essere a favore della vita, contro la pillola abortiva, e pro¬muovere ridicole e grottesche operazioni, che stanno avvele¬nando il Paese. Come la caccia agli extracomu-nitari con l'operazione White Christmas. O come il proliferare di delibere comunali che alimen¬tano la fabbrica dell'intolleranza.
Ormai non c'è più limite alla fan¬tasia. Si va dal divieto di vendere kebab senza accompagnarlo da "polenta, brovada e musetto" in Friuli alla proibizione ai minori di settantenni di sedersi sulle panchine a Pordenone. Dalla messa al bando del gioco del cric¬ket a Brescia (perché praticato da pachistani), al bonus di 500 euro ai vigili per ogni clandestino sco¬vato. Dal numero verde di Cantù per denunciare i clandestini, ai cartelli stradali di Varallo Sesia che vietano burka e niqab, come fossero un pericolo pubblico. Dal divieto di sposarsi a Cernobbio se prima i vigili non avranno ac¬certato "la pulizia di muri e pavi¬menti" nell'abitazione degli sposi-ni all'assurdo dell'assegnazione dell'Ambrogino d'oro, a Milano, alla pattuglia di polizia urbana che va a caccia di irregolari, trat¬tenendoli in un bus con le sbarre.
Stiamo scivolando verso il ba¬ratro. Pochi alzano la voce a se¬gnalare il pericolo. Un clima di intolleranza si spalma nel Paese. Nell'indifferenza generale. An¬che questa è emergenza etica. Al pari delle questioni bioetiche. C'è ancora, per fortuna, un ba¬luardo nella Chiesa. Papa Bene¬detto XVI ci ricorda, opportuna¬mente, che «Gesù stesso da bam¬bino ha vissuto l'esperienza del migrante perché, per sfuggire al¬le minacce di Erode, dovette rifu¬giarsi in Egitto insieme a Giusep¬pe e Maria»
Famiglia cristiana - n. 49/2009

 
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