Creato da cico1936 il 19/12/2009
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I galoppini moderni
Una volta si chiamavano "galoppini" quelli che andavano in giro per i paesi e per le città a fare la propaganda elettorale. Oggi non si fa più così. Oggi i galoppini riempiono la loro pagina di Facebook di link a favore del loro partito e contro quello degli altri (specialmente quello che ritengono più pericoloso per il loro successo). Ho contato sulla pagina di un "amico" una decina di "interventi"/ stile galoppino moderno. Mi chiedo dove trovi il tempo e, sopratutto, come fa ad essere nel XXI secolo ancora un galoppino ...galoppino
Chi è un galoppino?
Dice il Dizionario italiano Gabrielli:
1 Chi tutto il giorno si affanna a correre per sbrigare commissioni per conto di altri: fare il g. di qualcuno; è il g. dell'onorevole
‖ Galoppino elettorale, chi fa propaganda, nel periodo delle elezioni, per un partito politico o per un candidato
2 MECC In una cinghia di trasmissione, rullo di guida che consente di modificarne la direzione e regolarne la tensione
‖ In un albero con due ingranaggi del cambio di velocità, strumento che scorre dall'una all'altra posizione
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1 La sapienza: [ ...]
3 «Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo e ho ricoperto come nube la terra. 4 Ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. 5 Il giro del cielo da sola ho percorso, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. 6 Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio.7 Fra tutti questi cercai un luogo di riposo, in quale possedimento stabilirmi. 8 Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, il mio creatore mi fece posare la tenda e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele.
Siracide, 24, 1-8
La Sapienza nel suo viaggio iniziato nell'eternità è giunta, tramite Giacobbe, Israele e infine Gesù,
fino a noi. Il Dio della storia ha posto le sue radici nel mondo e lo sta poco per volta trasformando, secondo un suo disegno per noi imperscrutabile.
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FERRUCCIO DE BORTOLI
Vorrei tornare al titolo del nostro incontro, Dio, questo sconosciuto, e farvi una domanda più personale. Comincerei dal cardinale Ravasi, chiedendogli se nella sua Fede c'è stato qualche dubbio e se c'è stato qualche momento in cui la Fede ha vacillato.
GIANFRANCO RAVASI
Non esito a rispondere sì, pur sapendo di suscitare stupore ma anche una certa consolazione per i credenti. A mio soste¬gno ricordo che la Bibbia stessa ospita il momento deiroscurità, in cui si cammina sotto un cielo diventato improvvisamente vuoto e proietta sulla Terra lo sgomento per l'assenza di divinità. Mi riferisco al Li¬bro di Giobbe, uno dei capolavori dell'u¬manità, al di là della sua funzione religio¬sa. A un certo punto Giobbe arriva a rap¬presentare Dio in maniera quasi blasfema: «Sei come un generale trionfatore che mi sfonda il cranio, sei come un leopardo che affila gli occhi su di me per divorarmi, sei come un arciere sadico che mi colpisce» (Gb 16,9-14)7 Inoltre, ricordo il cammino di Abramo, nostro padre nella fede, sapendo che do vrà sacrificare il figlio Isacco a quel Dio che glielo aveva donato in tarda età, con¬tro ogni logica e ogni speranza umana, ma anche contraddicendo se stesso. Conside¬riamo pure l'esperienza dell'assenza di Dio sperimentata da Cristo ed espressa in un grido lacerante, mentre il Padre non ri¬sponde. La stessa tragica morte del Figlio di Dio scuote la nostra quiete e lacera le nostre presunte sicurezze con quell'imma¬gine cupa e gelida, accompagnata da un sonoro, straziante: «Ma Gesù, dando un forte grido, spirò» (Me 15,37).
Il Figlio di Dio, dunque, condivide la lo¬gica della fede come consegna di sé a un altro, e non come accettazione di una tesi astratta ed evidente simile al teorema di Pi¬tagora, o di una qualsiasi formula matema¬tica. L'affronta come un incontro d'amore, che non si gioca sulla logica ferrea e sulla di¬mostrazione di un assioma, ma sul rischio,
talvolta rivestito del silenzio dell'altro. Si tratta della vicenda del credere vissuta come mistero, magistralmente rappresen¬tata, sempre dallo stesso Bergman in Luci d'inverno, in cui un pastore perde la fede e, tuttavia, la rivive progressivamente in un paradossale e assoluto silenzio di Dio: «Se riuscissimo a essere sicuri... se riuscissimo a credere in una verità... se riuscissimo a credere...». E alla fine c'è un sorprendente approdo in cui si conserva tutto il rischio della fede segnata dal vuoto e dal silenzio. Appunto come accade al Figlio, al quale nessuna voce risponde al grido che egli lancia al Padre: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Eppure la meta è l'alba di Pasqua.
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L'uomo ha il 98,4% del suo Dna in comune con lo scimpanzé, il 97,7% con il gorilla , il 96,4% con l'orangutan. Secondo alcuni ricercatori, la differenza quantitativa si limiterebbe addirittura all'1,3% del patrimonio genetico. E comunque non sarebbe superiore al 2,5%. Ma che cosa significa tutto questo?
Le scimmie da millenni si limitano a mossette come grattarsi la crapa, coprirsi gli occhi, ecc. Usano volte qualche rudimentale strumento. Ma non parlano e non sanno creare immagini e non usano simboli. L'uomo nella sua storia ha Aristotele, Leonardo, Galileo, Dante, Einstein, Beethoven, ecc. ecc..ecc. Ha creato miglia e miglia di opere di pittura, scultura, musica, architettura, ecc. Ha scoperto milioni di leggi che Dio ha posto nella natura, che hanno permesso di curare molte malattie, che hanno permesso una comunicazione globale, che sarebbe stata follia solo immaginarla, ecc.. Tutto dipende d quella misera differenza del DND tra l'uomo e la scimmia? C'è stato, nell''evoluzione - non si sa quando - un gap, qualcosa è avvento al di fuori e al di sopra della natura. Che cosa e come è per noi, per ora, difficile da sapere. Ma come non pensare alla creazione biblica dell'uomo, creato ad immagine e somiglianza con Dio?
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Meno messe e più opere di bene
È da tempo un mio slogan. Blasfemo? No, perché io non escludo la preghiera, ma sostengo che, pregato l'essenziale (preghiere serali e mattutine, messa domenicale) l'andare tutti i giorni a messa o biasciare rosari dalla sera a mattina e trascurare le opere di bene non è conforme al Vangelo . Infatti: Matteo 7:21"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli."
San Paolo ci insegna che si può pregare in molti modi: 1Corinzi 10:31: "Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Tuttavia non disprezzo colo che sono portati alla preghiera. Infatti, ancora San Paolo ci dice: Corinzi 12: "4 Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5 vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; 6 vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: 8 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; 9 a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; 10 a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. 11 Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
Sono molte le vie al cristianesimo. Ci sono i contemplativi, i monaci e le monache di clausura, ma ci sono anche coloro che dedicano i loro tempo al prossimo (medici, infermieri, ecc o coloro che si dedicano alla ricerca scientifica o all'insegnamento o alle faccende domestiche o alla cura ed educazione della prole, ecc. ecc. in tutte queste cose "è unico e il medesimo lo Spirito" .
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Inviato da: IOSONOLAVITA1
il 29/07/2014 alle 12:50
Inviato da: cico1936
il 01/06/2014 alle 18:46
Inviato da: IOSONOLAVITA1
il 20/04/2014 alle 19:48
Inviato da: IOSONOLAVITA1
il 17/04/2014 alle 18:24
Inviato da: IOSONOLAVITA1
il 11/04/2014 alle 22:38