CL0CHARD

Il mestiere piu' vecchio del mondo...ho sangue mezzo napoletano ed ho fatto fatica a comprenderla hahaha evito pensare chi non conosce questo dialetto come fara'...hahha ma forse era questo lo scopo......che non si capisse......ciao....

Ciao ... oltre ... come sia possibile essere astemi quando i propri natali son avvenuti tra i filari di nebbiolo (il nobile uvaggio che piantato nel "tuo" terreno da origine al vino Gattinara) ascolto e posto volentieri "cose" dialettali, la forza espressiva del dialetto è difficilmente riscontrabile in maniera diffusa nella lingua italica, questa poesia poi, è una fonte goliardicamente dissacrante, si può cogliere lo sberleffo all'imput che si fa inderogabile, fino al punto di risvegliar con occhi lucidi dal desio, le fanciulle della magione "chiusa", sempre pazzianno, al cospetto d'una possibile infezione, rinunciano all'unica fanciulla disponibile per ripiegare sull'anziana tenutaria, per convincerla non si fa scrupolo di richiamar la regola liturgica del giorno sacro, dissacrandolo eticamente con uno sberleffo --- il riferimento esplicito alla morale da esporre: fanno a vvedé ca po' // po' niente sanno --- è un chinar il capo alla regola che si fa liturgia --- nulla a che vedere con l'etica spontanea del dialogo e dei gesti tra le mura che fungono da isolante al mondo esterno della regola --- il classico esempio di come l'umano sappia far rivivere la favola di Apuleio, anche nel gioco goliardico, dissacrando Apuleio, Hesse, Neruda ec. ecc. con la semplice etica spontanea e sorridente --- non è necessario comprendelo appieno, ti basti ascoltare le gaie inflessioni per cogliere la gioia che sovrasta la tragedia d'essere umani e non "tragiche" deità di pensiero

In effetti, sono una astemia forzata, a me piace anche bere un goccio di vino in particolare questo buono buono...ma poi do i numeri... a dir il vero li do' anche senza bere, ma evito.Condivido con te che la forza del dialetto e' unico, detto poi da me amante della vecchia commedia napoletana, e di tutte le canzoni vecchie napoletane quelle con il sapore del sentimento, ci sono cresciuta e non le dimentico. E adoro anche altri dialetti. Io l'ho compresa a pienissimo hehehe ma oggi non l'avevo ascoltata ora invece si e acquista un gusto ancor piu' frizzante, questa flessione particolare, e' molto bella. Cin cin Amarcord ti mandero' una cassa di buon vino..Mentre io fra due settimane saro' dalle tue parti a mangiar piadine....caio Amarcord anche se preferirei chiamarti anima viaggiante a volte vedo il tuo alone passare nel mio blog...

Ciao ... oltre ... chissà che non mi decida ad esporre anche qualcosa di Gipo, in piemontese, ma mi sa che non sarebbe compreso, mentre ti posso assicurare che ha la medesima forza espressiva del napoletano, e questo vale per tutti i dialetti --- quest'anno le mie ferie sono insolitamente lunghe, 100 giorni inframmezzati da incombenze ineludibili, anche quest'anno non ho fatto programmi, una cosa solo so, che son gioiosamente in un momento goliardico, quindi non mi lascerò rapire da programmi prestabiliti

se lo farai mi ci vorra' la traduzione, vivo qui' da 13 anni ma ancora non capisco molto il dialetto, cambia da paese a paese..."guarda Gni no Gno" (guarda li' un nido) e chi ci sarebbe arrivato? fortunatamente sono molto mista e conosco bene "oiu bau a biu" (voglio andare a bere) pugliese...e poi sono vissuta 23 anni a roma e quindi nel traffico ho sentito spesso "sona n'mezzo e gambe de tu moje che c'e' traffico" questa inutile tradurla hehehe si proprio vero tutti belli i dialetti d'italia....ti ruberei volentieri solo 10gg dei tuoi 100, bravo va dove ti porta l'istinto senza programmi e sopratutto non lasciare a casa la gioia.......ciao un bacio

Ciao ... oltre ... il dialetto non si traduce, lo si respira come si respira l'essere che ti sta difronte, certo che il "patuà" delle vallate alpine è ostico, ma se ti rivolgi ai valligiani nella lingua madre, il piemontese di Torino, lo capiscono e ti rispondono in patuà, così impari velocemente --- sto gigioneggiando e ti rispondo mentre continuo la mia prima colazione e leggo: Componenti di realtà ideologiche di P. Watzlawich e sorrido al pensiero del nostro voler anticipare gli accadimenti con pensieri e gesti, un pò come assaporar l'aperitivo prima che il barman l'abbia servito, questo è lo strumento di costruzione empirica del desiderio mostratoci dai sommi del pensiero, bellissimo strumento con il difetto di chiuder la porta all'accadimento casuale --- quando si è in un intento, si chiudono mille e mille porte --- è dolcissimo sentirsi dire: sto guardando le stelle e penso che se anche tu le stai guardando intensamente, siamo assieme sulle stelle, ma è un desiderio chiuso in sè, ed io adoro la comunicazione globale, quella che ci porta entrambi su quell'astro, e ci porta travolgendoci nel e del viaggio --- questo è possibile se non si assume in se il desiderio e si affronta la vita con occhi di bimbo stupito e sorridente di ciò che le accade, quel bimbo non ha intento se non quello di VIVERE in ARMONIA con tutto ciò e chi lo circonda

Tutto ha inizio nel conoscere innanzi tutto noi stessi, e ragionare con la propria testa, farsi domande darsi risposte, che non saranno per tutti uguali, ma dipende dalla vita che ognuno di noi conduce. Abbandonare il perbenismo, le false ipocrisie, vivere senza aver vergogna di farlo, vivere senza paura dei giudizi altrui. Vivere senza influenze, la Tv ci propone modelli e false illusioni, e ancora qualche d'uno di noi ci crede...Comprendere noi stessi non basta una vita forse per farlo, ma quanto e' bello poter conoscersi. Non dimentichiamo pero' che ogni cosa che e' stata creata....prima e' stata in qualche modo sognata.....

Ciao ... oltre ... pensiero squisitamente femminile il tuo: ogni cosa che e' stata creata....prima e' stata in qualche modo sognata..... ed è questo pensiero che fa della donna la DONNA

bellissima, ma sopratutto da morire dal ridere,ahhahah sei fantastico e devo ringraziare anche il mio maestro .... un bacio sfiorato

Ciao ... Patty ... ho ben notato che le labbra di granito, ineludibili, hanno avuto vita breve, ammorbidite in te con un sorriso cristallino, se c'è chi vuol farsi venir i crampi da immobilità granitica, lascia che faccia, tu continua ad allenare i muscoli preposti al sorriso, oltre a rendere l'espressione più gaia, sono messaggeri di festa, di musica e danze, se mi baci mentre danzo, ti pesto i piedi

Non ho capito bene!!! Come faccio???!!! Cioè non ho capito tutto!!!

Ciao ... elenk ... non è fondamentale comprendere ogni singola parola, quel che è fondamentale è il senso, e ci troviamo al cospetto dun gruppo d'amici in preda alle medesime inderogabili pulsioni, la morale impone una considerevole dose di sacralità alle umanissime pulsioni, perchè ci si lasci cogliere dal sacro, qualsiasi sacro, è necessario credere, ogni credo ha insita la ripetitività per giungervi con l'aggravante che la ripetitività del credo si ammanta di liturgie che ottundono il pensiero, e le liturgie per poter esser tali necessitano d'una considerevole dose di sacralità, sia nel pensiero che nel gesto, il prodotto che se ne ricava risponde al nome di: autoipnosi --- questo è lo strumento principe per governare i popoli, tutti i popoli, lo sapevano ben i romani: "per dominar un popolo, non uccidere le sue deità, sostituisci le loro deità con le tue" --- come sia possibile è semplicissimo, ognuno di noi ha in se le sue credenze frutto dell'esperienza, ma l'esperienza è pigra, risponde all'innato principio d'equilibrio che è molto restio al cambiamento, quando lo trova, ripercorre all'indietro i suoi passi e ti fa compiere con molta attenzione i gesti, se il gesto è complesso, formato da un insieme di gesti, li si compie liturgicamente per controllare che ogni gesto sia quello giusto anche nella loro consequienzialità --- avrai compreso che involontariamente siamo tutti liturgici --- l'esposto infrange la liturgia insita nel rapporto sessuale, e come lo infrange, con uno sberleffo goliardico, al pari di quella combriccola di bimbi che affamati vorrebbero giunger al vasetto di nutella, ma poi placano l'appetito con un tozzo di pane duro

Mi dispiace per " hahahahaa"!!!! Buona seratta!!!

...non conosco il dialetto...ma ho capito benissimo...però non mi viene da ridere...

Ciao ... ginevra ... il mio rider di ciò ha le fondamenta nel riconoscer in quella combriccola di goliardici i bimbi che sono in loro, dei bimbi che sanno giocare irriverentemente, facendo una serie interminabile di sberleffi alla sacralità imposta all'atto sessuale, difatti non copulano, per tacitar l'istinto che li comanda, ripiegano sulla vecchia tenutaria, ripiegano ad un gioco adolescenziale, di bimbi --- giocano ed irridino anche il giorno sacralizzato, giocano e si fanno beffe del loro esser in preda all'istinto della carne, giocano e si fanno beffe del loro esser preda della morale imposta, morale che nulla ha a che fare con l'etica spontanea che nasce nel relazionarsi, anzi, giungono ad un etica tra loro, sbeffeggiandosi e ridendo come bimbi di loro stessi, ma non sono bimbi, sono adulti che pongono la medesiama gioiosa attenzione che ponevano da bimbi quando giocavano, mettendosi delle regole etiche, non di morale, la regola etica, nata sul momento da queste parole: Pero' penzammo buono Che facimmo? ----- giocando infrange la forza dell'istinto della carne, l'etica naturale, umana, impone il bene comune, il non fare danno ed il cercar di non ricevere danno --- se il cliente della meretrice è malato, quel male noi lo portiamo dentro casa, meglio tacitar l'istinto con un giocar da ragazzini con l'ironia degli adulti che sanno ancora ridere di loro --- questo è ciò che mi fa sorridere giosamente, non certo la morale che impone tutt'ora le liturgie anche nelle relazioni più intime, quelle con se stesso prima che con l'altro-a ---- nel 1973 D. Rosenhan su pubblicava su "Scienze" (la dotta rivista dell'American Association Advancement of Science) un arguto articolo dal titolo: Esser Sani in Posti Insani ---- articolo che calzerebbe a pennello il mio esposto, dico calzerebbe perchè l'articolo riguardava la diagnosi l'errore su cui si basa la diagnosi psichiatrica, il buon Rosenhan è un eminente psicologo con notevoli sfumature sociologiche, ciò che NON ha posto in evidenza è che il concetto di patologia è figlio della morale, ossia di quell'insieme di norme imposte che dovrebbero regolare i rapporti interpersonali, la costruzione di norme vien assunta direttamente dal pigrissimo principio d'equilibrio, ed ecco che il nostro innato tender alla liturgia si amplifica, a discapito del naturale esser liturgici devo prontamente riconoscere che ogni scienza che diviene arte ha profonde radici liturgiche, sottolineo ogni scienza che diviene arte per evidenziare che è la non conoscenza, il non sapere, l'empirismo che induce alla patologia del gesto ripetitivo, gesto che diviene soggetto trasformando il soggetto originale, l'essere in strumento ---- come sia possibile svincolarsi da un processo naturale quando non si possiedono gli strumenti? --- solamente con il gioco, quel giocar che ha le fondamente nell'innato principio di piacere gioioso, di bimbo che giocando non concede al principio d'equilibrio di sovrastare il principio di piacere, difatti i bimbi amano curiosi partecipar a giochi nuovi, questa innata e gioiosa curiosità è lo strumento principe dell'essere per imparare, conoscere, amare, volere, desiderare, parò ... c'è sempre un però, per non far divenir patologicamente liturgica anche la curiosità, dev'essere gioiosamente, irriverentemente giocosa ---- ecco la radice del mio sorrider all'esposto, ed eccoti anche il NON sorrider del conoscer le radici di determinati comportamenti, non so sorridere quando vedo in quale percorso s'incammina l'essere che non ha strumenti sufficienti

tutto questo bel discorso è al di fuori della mia fede.

ciao.......capito...(niente)dovresti fare anche la traduzione in italiano...Kisss

Ciao ... Mary ... come ho scritto sopra, non si traduce il dialetto, però ho "tradotto" nel rispondere, il senso e le origini di quanto esposto --- sto sorridendo al pensiero di indurti a leggere le mie risposte

Infatti....appena potro' cerchero' di leggerle uffff quanto sei!

AHAHAH.... ottima scelta Ama... io riesco a capire quasi tutto ,anche se è un dialetto lontano dal mio linguaggio.. sai vado molto ad intuito e musicalità che le parole portano con se,ed il significato arriva accompagnato dal suono delle parole...;-)) Lisa P.S. quanto alla richiesta di traduzione che ti viene chiesta sopra.... eheheh sarei proprio curiosa di vederti all'opera... altro che sorriso...;-)))))))))))

Ciao ... Lisa ... sorridendo ho "tradotto" il non detto, le profonde radici che originano l'esposto ---- per la traduzione letterale, non credo di saper trovare la medesima intensità dei colori dialettali se non violentando l'opera esposta

ciao flen... troppo carina anche se non capisco tutto... hihihih mi ha fatto sorridere e mi sento felice di leggerti in questo periodo del gioco e della pazzia dolce... sono cose che mi appartengono sempre... e tu mi sai sempre scardinare ancora un pò... ti bacio

Ciao ... paprika ... cosè il giocar da adulti se non: l'aver assunto la psicologia degli istinti, la costituzione organica come motivo, la fisiologia come dialettica, la conoscenza come emozione --- una fusione simbiotica della ratio con la follia, l'esser interi, UNO, L'IO che sbeffeggiando la materia e la ratio li fa danzare assieme --- non sono io che ti scardino, se tu che vuoi scardinar credenze che impediscono il tuo moto, il tuo divenir --- non è dato comprendere ciò che NON è già in se, che poi una si stupisca del suo sè è bellissimo, ma non sono io a metter dentro "qualcosa", tuttalpiù posso evidenziar ciò che già c'è e non vien visto bene, ma guai fermasi, siamo in perenne movimento evolutivo, l'unico punto fermo che accolgo è l'etica, da non confondere con la morale, concetto logico estrapolato dalla cosa ed applicato all'essere --- come ora mi preme evidenziar una tua cosa che è propria del genere femminile, una sorta di autoimprinting che la donna si fa da sola, se non rammento male, queste dovrebbero esser tue parole: se non ti poni nella condizione la magia non accade --- questo porsi in condizione è il frutto d'esperienza, d'apprendimento che induce ad anticipar gli accadimenti incondizionati, casuali, tento di spiegarmi brevemente --- ti è andato un granello di polvere nell'occhio e mi chiedi aiuto, io soffierò nell'occhio per toglierti il fastidio -- il riflesso condizionato ti fa chiudere protettivamente la palpebra a protezione dell'occhio, sia che sia io a soffiare o che sia il vento, il riflesso incondizionato, ti fa chiudere la palpebra alla sola vista del mio gesto di soffiare, senza che io soffi, questa sorta di apprendimento, contrazione delle labbra = soffio in arrivo, è comune al genere animale, anche la mia cagnina, una yorkshire, tenendola in mano a mezzo metro dall'acqua, inizia a nuotare, anticipando così le parcezione, smette se l'allontano, ma se la tengo vicina non smette se non dopo un bel pò --- nel caso della donna che si pone in "aspettativa attiva" della magia, non muta la sua condizione finchè la magia non accade, non solo, la donna con questo porsi in condizione, riesce ad autoimprintarsi al punto di percepire e vivere tutta una serie di sensazioni, da quella tattile a quella olfattiva, che a caduta ampliano la piacevole percezione "condizionata" sessuale senza che ne esista il presupposto casuale condizionante --- il classico esempio dello "sperimentatore" e quello di porre la donna che si è posta in aspettativa della magia, in una stanza con dieci sconosciuti, accade che solo uno rilasci naturalmente i suoi ferormoni, mentre la donna in aspettativa rilascia una quantità notevole dei suoi, l'incontro tra questi due soggetti sarebbe il riconoscersi condizionatamente, sussistendo la condizione naturale --- avviene raramente --- il più delle volte sono i riflessi incondizionati a guidare la scelta, devo rammentare che i riflessi incondizionati sono pensieri che anticipano la natura, al pari della vista di un frutto polposo ma aspro e amaro, ma questo lo si scopre solo dopo averlo assaggiato, così la donna in quella stanza volge il suo interesse verso quell'uomo che sta imprecando perchè ha il conto corrente in rosso, a tutto pensa, al fatto che non può onorare le scadenze, non può andare al mare, tranne che alle persone che le stanno vicine, è chiuso in se alla ricerca d'una soluzione, ma la donna non demorde, lo guarda insistentemente, si avvicina, le parla e lo sfiora finchè lo strappa ai suoi pensieri, e lui è ben felice di poter non pensare ai suoi guai, ed ecco che la magia accade per entrambi, in modalità equipolente ma condizionata --- ora capirai da te perchè certe condizioni hanno vita breve non è possibile rinnovar le medesime condizioni, perchè frutto del pensiero, non della natura, la non conoscenza dei reali fattori che hanno prodotto la magia, induce a credere che sia rinnovabile, ripetibile, il passo sucessivo è quello d'una ricerca liturgica, un ripercorrer passo passo le condizioni, ponendo un'attenzione liturgica ai pensieri, ai gesti all'abbigliamento, al profumo come al makiage, per poi dar la colpa del non accadimento al clima o all'errato posizionamento delle nuvole in cielo ---- com mio infinito dispiacere debbo riconoscere che l'essere che è più addentro la natura perchè da la vita, è l'essere che più la rifugge con costruzioni fantasiose di solo pensiero ---- il gioco fa imparare correttamente, senza sogni avulsi, adentrandosi e divenendo natura, assumendo in se la psicologia degli istinti, la costituzione organica come motivo, la fisiologia come dialettica, la conoscenza come emozione ---- conosci te stessa per come sei non per come vorresti essere, dopo che ti sei conosciuta puoi anche giocare con il come vorresti, ed imparare a conoscer le altre donne racchise nei tuoi sogni --- è la durata di un alto sentire che fa l'essere superiore, è questa durata che disvela la condizione naturale, l'unica condizione rinnovabile

possibile??? ti avevo scritto un papiro e non ne resta traccia... naaaaaaa

Ciao ... paprika ... un sorriso alla tua sventura --- provo a darti la mia chiave di lettura, il giocare spontaneamente concede d'avvicinarsi il più possibile a ciò che si è effettivamente, è nel gioco che si sollevano i veli dell'imprintig socioculturale, un elidere quell'ipotesi di Lorenz, ove il pensiero concede financo di morire e resuscitare, "tanto muore il pensiero", addivenire alla raziomofità di Brunswik, quella ratio che è insita nella materia, quel sapere a-priori enunciato da Socrate, quella ratio che è scritta nelle nostre cellule, per giungervi è necessario porre il pensiero al servizio della materia, per poter e saper abbracciare la psicologia degli istinti naturali che rispondono alla costituzione organica donataci dalla natura e sviluppata dall'evoluzione enunciata da Darwin, dialettica con la propria materialità, con le proprie cellule, e finalmente regalarci l'emozione di conoscersi, stupendoci di ciò che ci accade naturalmente, non ciò che crediamo o vogliamo, ma proprio ciò che la natura ci dona, stupendoci di ciò che sa dirci la nostra materia, l'emozione di conoscersi è anche elidere "Il Lupo nella Steppa" di Hesse con l'utopia di Fromm che si realizza: l'essere consapevole ove il sogno è la realtà, il confronto tra la nostra finalmente conosciuta realtà con il mondo reale che è fuori di noi, il saper e poter comprendere se ci si sta confrontando con l'altro che è spontaneamente reale anche se non lo sa bene, oppure con l'altro che sta vivendo una sua fantasia irreale --- ed ecco che giunge il bimbo irriverente che sbeffeggia sia la realtà che la finzione, al pari del bimbo che giocando a nascondino scopre felicemente chi si è nascosto, sia che sia la realtà o la finzione, sberleffa gioiosamente entrabi, ma poi continua a giocare con la realtà, perchè la finzione è troppo prevedibile nella sua ripetitività liturgica, le è sufficente notare una piccola sequenza per accorgersi che quella è finzione e la sbeffeggia non giocandoci più, la "vive" al pari di quell'aquilone che non sa volare, resta appeso al soffitto, ogni tanto un alito di vento lo muove dando l'impressione del volo, ma è sempre li, chiuso, finto, ripetitivo, noiosamente liturgico anche se nel soffitto son stati disegnati prosceni bellissimi, ma finti --- è bellissimo poter veder quel pudico sguardo che si sta guardando dentro e impotente "vede" il rossor montarele sulle gote, lo sguardo che si fa implorante e smarrito nell'incontenibile frenesia di gioia che pervade, è impossibile vederlo nella finzione --- il buon Scopenhauer soleva dire: chi ha grandi occhi per vedere ha piccola mente per pensare --- mi piace confutarlo con lo sguardo di Giano, quello sguardo che vede contemporaneamente dentro e fuori, quello sguardo che sa veder l'armonia

certo, perchè non passare un'estate serena ridenno e pazziando accussì? o almeno illudendosi che possa essere.....illudersi costa così poco...buone vacanze, amar ^_*

Ciao ... Roses ... ho già avuto modo d'affermare che la poesia stupisce sempre un pò, ma incontrar chi è poesia sconvolge --- il mio esser specularmente aperto mi da modo d'accoglier chi è poesia non l'illusione, ma proprio chi lo è, sorrido al pensiero che non se ne rende ben conto --- certamente è necessario oltre ad esser aperto, un intento più o meno inconscio volto in una determinata direzione, c'è sempre un humus che fa da terreno fertile all'incontro con lo sberleffo gaio, nel mio caso posso presumere che sia dipeso da un esser aperti, da un esser soliti a scaravoltarsi la vita periodicamente, dal vivere in prima persona accadimenti tragici, dall'incontro come terza persona con la tragedia greca, dall'eccessiva formalità seriosa del luogo da me frequentato negli ultimi tempi, senza trascurare frequentazioni con persone che mi han fatto toccare con mano problematiche irrisolvibili, una delle quali per ben venticinque primavere ha condiviso tantissimi momenti con me, l'aver compreso come questa ed altre persone, chi più ferrato e chi meno, ma tutti affrontano l'irrisolvibile con il sorriso gaio, il mio esser speculare, all'incontro d'una persona simile, s'è spalancato estendendosi in mille vapori dai zampilli colorati, ed è li che mi son letteralmente bevuto i colori, colorandomi, ed è li che la ratio e la follia non più scisse dalla logica si son fuse gaiamente --- conosco profondamente la forza dell'illusione, so che un'illusione inconscia si trasforma in liturgia nella ripetitività della sua ricerca, so financo che è dato viverle le illusioni, ed è come vivere un sogno ad occhi aperti, chi non sa d'esser nel sogno, le succede di volerlo dilatare, ma se fai mente locale ai sogni, oltre ad aver una temporalità brevissima, sono mossi da pochi se non un unico desiderio, ed un unico desiderio non può occupare momenti d'altri desideri scadendo così nella ripetitività liturgica --- è bellissima l'illusione vissuta, lo è ancor più quando se ne è consapevoli, non lascia l'amaro del sogno troncato, perchè si sa che è stato il dono d'aver vissuto il sogno, chi non sa o non vuol sapere, chiederà all'altro i perchè, magari adducendole "colpe" senza comprendere che potrebbe esser stato un sogno vissuto da entrambi --- prima di chieder fuori di se, è opportuno chiedere in sè --- l'unica realtà che conosco nel suo divenir sogno e realtà fusi è la conoscenza, quella alta e profonda, quella fatta con il sorriso, quella che nasce dal gioco, irriverente alla rigida regola con il suo rigore nell'esser aperti anche allo sberleffo di sè, solo così è dato muoversi ed arricchirsi totalmente e non solamente e liturgicamente in poche ed estrapolate parti di ciò che si è ---- non v'è Semele che perdona, perchè non vi son sogni che girano in vergogna, vi son sberleffi alle tempeste, v'è condivisione gaia dei reciproci sogni, v'è l'accoglier il voler saper e comprender financo le tigri che vengono di notte con i loro artigli che incrociano i miei

NON C'è MOLTO DA RIDERE......HAI MESSO IN RIMA IL MESTIERE PIU' VECCHIO DEL MONDO....COME UOMO TU CI TROVI DA RIDERE...COME DONNA LO TROVO SQUALLIDO E TANTO TRISTE.....SCUSA LA MIA SINCERITA'..

Ciao ... nadjma distratta .... la poesia fa parte di quella collezione denominata: l'inferno della poesia napoletana, l'artista di cui senti la voce dicente è uno dei monumenti del teatro italiano ---- nelle mie risposte ai vari commenti c'è la chiave di lettura, e ti posso assicurare che non è per nulla squallida se non per chi legge senza comprendere o vorrebbe che tutto il mondo sia comprensibile secondo una linea interpretativa liturgicamente dogmatica --- non siamo tutti uguali