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VALUTAZIONE STRATEGICA

Post n°1278 pubblicato il 01 Marzo 2023 da fresbe
 

Una marca di surgelati con un noto brand, ha elevato in modo apparentemente sconsiderato, il prezzo dei suoi prodotti. Ragioniamo sulle possibili motivazioni.

Appare conseguenziale che ad una strategia basata sul prezzo e quindi sui ricavi, corrisponda una attenta valutazione in merito alle conseguenze. All’aumento del prezzo di vendita si avrà certo una riduzione delle vendite e quindi un calo della domanda. Non essendo l’impresa in esame monopolista ma soggetta alla concorrenza (che in in Supermercato dista lo spazio di centimetri...) è opportuno considerare la sua visione. Alla minor produzione corrisponderà un minor costo per il lavoro dipendente (licenziamenti, esuberi, cassa integrazione) una minor usura dei macchinari per produzione ed imballaggio, meno costi per trasporti, compensi ad agenti. L’intenzione sarebbe quella di mantenere il livello dei ricavi, riducendo i costi ma... nella pratica non sarà possibile. Il rischio maggiore è rappresentato dalla marginalità e dalla segmentazione del mercato con la definizione di una tipologia di cliente ad alto reddito che proseguirà nell’acquisto dei prodotti fidandosi della qualità suggerita dal “brand”. Presentare una busta di pollo alla diavola con patate a circa € 9,00, significa farla scadere nel frigo, consigliando la direzione del Supermercato ad escludere la merce proposta fuori dal prezzo accettabile. I prodotti cd. a “domanda rigida” di solito non riguardano l’alimentare, eccetto caviale & Co. ma bensì diamanti, pellicce, capi di alta moda, immobili etc. La materia prima utilizzata risulta reperibile a prezzi accessibili: pollo, patate, pesce, pasta, mozzarella, sughi...Si potrebbe ipotizzare una condizione di grave difficoltà economica dell’azienda, intenzionata a tagliare il costo del lavoro, chiusa all’angolo in difesa di un prodotto tipicamente di nicchia.
N.B.: Mentre il "racconto" della dottrina, rappresenta la strategia delle imprese rivolta alla "customer satisfaction" la realtà certifica le strategie dirette ai ricavi ed al contenimento dei costi. L'ipotesi della crescita generata dal concorso del cliente, resta una bella utopia.

Commenti al Post:
fresbe
fresbe il 09/03/23 alle 10:11 via WEB
Altro aspetto rilevante da esaminare, riguarda gli sconti del 50% sulla merce invenduta. Dal punto di vista del consumatore ci si domanda quale sia il margine di guadagno del venditore. In realtà, come noto, gli acquisti per quantitativi elevati da parte dei Super, consentono rilevanti sconti sui costi iniziali. Non essendo previsti "resi" in tempi prossimi alle scadenze, si preferisce realizzare il possibile...
 
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