Il crollo del Nasdaq arrivò veloce e violento nel Marzo 2000. La Borsa dei titoli tecnologici fu travolta dal panico dopo anni di rialzi eccessivi. Euforie e crolli, bolle e crac, sono nel dna della Silicon Valley.
La culla delle rivoluzioni tecnologiche, incarna la visione del capitalismo definita dall’economista austriaco Joseph Schumpeter quale distruzione creatrice. L’innovazione germoglia sulle macerie dei fallimenti. Intanto, nonostante le rassicurazioni in merito alla assenza di contagio, l’Europa “brucia” 291 miliardi di capitalizzazioni. I giovani imprenditori della Silicon Valley, privi di memoria storica, non hanno previsto dopo la pandemia che ha agevolato i loro profitti, l’inevitabile contraccolpo del ritorno della normalità. Quando cresce l’inflazione le Banche Centrali elevano i tassi d’interesse con l’intenzione di contrastarla. Il basso costo del denaro ha consentito al sistema di finanziare i progetti arditi delle start-up con il venture capital. Nel contempo i vecchi titoli a reddito fisso che rendevano poco, hanno perso valore perché sul mercato arrivarono titoli di nuova emissione con rendimenti superiori. La regola ha riguardato anche gli investimenti sicuri come i Buoni del Tesoro americano. La Silicon Valley Bank aveva una clientela di start-up tecnologiche e si è sbilanciata negli impieghi. A differenza della crisi dei Sub Prime del 2008, la Silicon Valley Bank non ha investito in finanza tossica, ma in Buoni del Tesoro. Però un Treasury Bond emesso anni fa quando i rendimenti erano al 1%, vale meno oggi giacchè il Tesoro Usa paga interessi ben superiori sulle nuove emissioni. In condizione di normalità, l’Istituto Bancario potrebbe attendere che i titoli giungano a scadenza, ma in presenza di una crisi di liquidità, costretta a venderli in anticipo, realizza sicure perdite. Al diffondersi della informazione che Silicon Valley Bank era in difficoltà, la clientela preoccupata si è precipitata a svuotare i conti correnti. Nessuna Banca mantiene così tanta liquidità da poter fronteggiare un “assalto agli sportelli”, perciò è costretta a vendere titoli ed aggravare la condizione, subendo perdite. Il rischio di contagio riguarda Banche medie, come la Silicon Valley Bank che era la 16esima del paese. Altre hanno lo stesso problema, stanno sedute su una montagna di titoli buoni ma svalutati. L’intervento di Joe Biden, della segretaria al Tesoro Janet Yellen, del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, è stato rapido e robusto avendo percepito il serio rischio del contagio. Se dovessero fallire altre Banche, la Fed avrebbe le potenzialità per riportare la calma. Ogni Banca centrale è “prestatrice di ultima istanza” con il dovere di garantire la stabilità del sistema del credito. Quella americana ha una prerogativa in più: può stampare dollari senza limiti visto che è accettata universalmente. Per dedicarsi alla stabilità del sistema bancario, la Fed sarà costretta a una pausa nella lotta all’inflazione. I mercati si aspettano che Powell rinvii il prossimo aumento dei tassi d’interesse, nella attesa che questa tempesta sia domata.
(by web - modificato ed integrato)
N.B.: Che la Borsa sia un gioco, pur rappresentando il fondamentale riferimento del sistema capitalistico, è fatto noto, come è noto sia opportuno "ripartire il rischio" degli investimenti. La Silicon Valley Bank assomiglia alla Town che cresceva nel West Americano intorno alle miniere d'oro. Una Banca concentrata nel finanziare un settore produttivo innovativo, con una mission limitata, può realizzare utili stratosferici rimanendo esposta a rimbalzi assai pericolosi. I circa due anni di pandemia hanno visto crescere le piattaforme tecnologiche in modo abnorme. Non era normale ma incidentale ma il sistema non ha ritenuto necessario mettersi al riparo, illuso di poter procedere ad accumulare utili all'infinito.
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il 31/05/2024 alle 12:46
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