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Post n°3 pubblicato il 16 Maggio 2007 da settimononincenerire
Le vie infinite dei rifiuti L'inquinamento costante e sistematico dell'ambiente e dei suoi abitanti sta cambiando la morfologia del paesaggio, rendendolo ormai molto simile ad una grande discarica. Ciò che è visibile ad occhio nudo, tuttavia, non basta per comprendere un fenomeno molto più complesso, il cosiddetto "business dei rifiuti" Alessandro Iacuelli, il fisico e giornalista che ha pubblicato il libro "Le vie infinite dei rifiuti, il sistema campano", è stato a far visita all'inceneritore/termovalorizzatore di Brescia, dell'ASM.
martedì, 15 maggio 2007 .: Alex321 nell'inceneritore :. Entrare in un impianto di incenerimento, è sempre come entrare all'inferno. Prima di tutto per il calore. Poi per l'odore. Per l'odore di morte. Morte non solo umana, ma proprio morte della materia, morte di atomi e molecole e oggetti che manipoliamo nella nostra vita.
La fossa. Entriamo dalla fossa, dove avviene il conferimento, sull'estremità sinistra del disegno qui sopra, dopo essere passati per il punto di controllo per evitare che vengano immessi materiali radioattivi nell'impianto. Scenario di metallo sporco e consunto. Odore di monnezza e di ruggine. La sensazione che resta appiccicata addosso è quella di essere entrati nella città di Zion, ed essere involontarie comparse di Matrix: stessi colori, stessa atmosfera. Brutto. Molto brutto. La griglia. Dante Alighieri aveva visto giusto. L'inferno è così. Avvicinarsi al visore che, dalla parete adiabatica, affaccia direttamente dentro la camera di combustione, abbassare la leva che apre il visore. E' fortemente schermato, e molto opaco, ma ci si trova le fiamme alte praticamente addosso. Nonostante la schermatura, arriva una vampata di calore. Nonostante l'opacità, la luce è fortissima. E le fiamme si vedono. Le fiamme dell'inferno. La turbina. Vista da vicino, e da sotto, sembra grande. In realtà è meno della metà di una turbina da idroelettrico, e fin qui è anche normale: gli attriti in gioco con l'idroelettrico sono molto maggiori, lì è acqua. Ma è piccola anche rispetto a quelle delle centrali a vapore, petrolio o carbone che sia. Il teleriscaldamento. 400 Km di gallerie e tubature sotto la città, coincidenti con il tessuto stradale. Fino a portare il calore nelle case. E' per questo che la turbina è piccola (e leggera) occorre far perdere quanta meno pressione possibile al vapore. Si perde molto, è vero, ma qui la fregatura è un'altra. Non è tecnologica. E' solo politica ed economica. Diciamo che in base ad un meccanismo decisamente perverso... quel che succede è che i cittadini pagano due volte per la stessa cosa. Ma è un meccanismo talmente perverso che magari lo spiegherò un'altra volta, perchè poi mi arrabbio :) No no, il CIP6 non c'entra, visto che l'impianto di Brescia non gode di questi soldi, non ha il CIP6. E guadagna lo stesso, grazie a questi perversi meccanismi. Le scorie. Accidenti quanto sono brutte. Le scorie raccolte sotto la griglia, sono simili a ghiaia/brecciolino di colore grigio grigio bruciato. Contengono tutte le parti non combustibili alla temperatura della griglia: metalli ed altre schifezze. Poi ci sono le scorie fermate dai filtri. Sono quelle che finiscono polverizzate e vengono portate via dal fumo. Infatti sono anche dette "polveri di abbattimento fumi". Vengono fermate dai filtri (quelle di diametro aerodinamico maggiore di 6 micron! Quelle più piccole invece vengono immesse in atmosfera). Sono più pericolose di quelle precedenti: non posso essere assolutamente ingerite o inalate. Contengono metalli pesanti polverizzati, furani, e schifezze dal peso molecolare alto, dai nomi lunghi. Da quando esiste l'impianto, vengono mandate via autocisterna in Germania, pagando, dove vengono stoccate e tombate in miniere dove è finita da anni l'attività estrattiva. Altre cose. La cosa più divertente, è la cabina del gruista. Un uomo, seduto e in condizioni di forte stress, manovra la grande gru prensile, montata su un carro ponte. Con una abilità manuale spaventosa, manovra due leve elettriche, con la quale fa scendere la grande mano metallica sul fondo della fossa. Muovendo le grandi dita della gru, rivolta il cumulo di rifiuti, lo fa diventare omogeneo il più possibile, poi ne preleva una quantità compresa tra i 2500 ed i 5000 Kg. Li solleva fino a 40 metri di altezza, e poi li lascia cadere nella larga imboccatura ad imbuto della camera di combustione. Ma non può lasciarli cadere così alla rinfusa. Socchiudendo e richiudendo rapidamente le dita della gru, deve spargere il carico sul bordo dell imbuto. Se sbaglia, si avranno emissioni fuori norma al camino! La mia impressione, è che se l'impianto dovesse sforare i limiti di legge per i fumi velenosi... darebbero la colpa all'operaio gruista. La plancia di controllo la conosciamo tutti: viene mostrata in TV molto spesso. In pratica, sono entrato con qualcosa che non è un pregiudizio, ma è la certezza scientifica della nocività e della non convenienza di un inceneritore, e la visita mi ha convinto che avevo visto giusto. |
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COSTITUZIONE COMITATO NO INCENERITORE
In data 30 Aprile 2007 si è costituito ufficialmente il Comitato “Settimo: non incenerire!”. Tale Comitato nasce dalla mobilitazione spontanea dei cittadini, non ha alcun legame o riferimento a partiti o movimenti politici e persegue lo scopo di far maturare e diffondere nella coscienza collettiva e nelle Istituzioni, il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Il Comitato si prefigge di fornire informazioni e sensibilizzare i cittadini sulle problematiche riguardanti la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, contrastando democraticamente la realizzazione di un impianto d’incenerimento sul territorio settimese e, in genere, gli "sprechi" e i "danni" legati al trattamento termico dei rifiuti, promuovendo la politica della riduzione, del riciclo e del riutilizzo.