Creato da maryrose.ms il 14/05/2008

CONTROESODO

BREVI PAUSE PER RIPRENDERE FIATO

 

 

« L'UOMO VECCHIOEROS »

SOLZENICYN

Post n°38 pubblicato il 04 Agosto 2008 da maryrose.ms
 




Un omaggio a un grande scrittore e un grande uomo: A.Solzenicyn
Grazie al blog amico Berlicche

 

"L’intera
vita che mi è stata restituita da allora, non mi appartiene più nel
senso completo della parola: vi è stato immesso uno scopo”
A. Solzenicyn


Così anche Solzenicyn è morto. Forse il più grande tra gli scrittori
che animarono una stagione di sofferenza e dissenso, di repressione e
speranza; una speranza che non si era spenta sotto la repressione, una
repressione che fu spenta dalla speranza. La stagione del samizdat
(Lett."edito in proprio"), quando una rete sotteranea di persone libere
copiava a mano, con antiche macchine da scrivere, in rari casi
ciclostilando ogni genere di documento e libro tra quelli che il regime
sovietico proibiva. Una rete clandestina di persone libere, assetate di
vero.

Quel dissenso non era senza conseguenze personali: se
eri contro il regime della libertà, se non approvavi il comunismo non
potevi che essere pazzo. E quindi finivi in manicomio, o esiliato in
terre lontane e inospitali, nella migliore delle ipotesi.
Tra
quelle opere copiate con carta carbone e fatte circolare
clandestinamente c'erano anche quelle di Solzenicyn, e quando
arrivarono in occidente colpirono come un martello un'opinione pubblica
indifferente o negatrice. Kruscev utilizzò Solzenicyn per attaccare
Stalin, ma la frattura da lui stesso provocata inghiottì anche il
Presidente dell'URSS. L'esilio, l'esilio dall'amata terra per cui non
aveva neanche voluto ritirare il Nobel fu infine il modo in cui
l'Unione sovietica, che moriva e non lo sapeva, scelse per liberarsi
dello scrittore. Il corpo malato che espelle la parte sana
nell'illusione di salvarsi.

Sono storie di quaranta,
cinquant'anni fa e sembra passata un'era. Più nessuno ha il coraggio di
negare quella che fu la realtà. E quasi più nessuno ricorda com'erano
quegli anni, in cui la menzogna era quotidiana, conclamata. Solzenicyn,
più di molti altri, è stato tra quelli che l'hanno svelata. Ma essa non
è morta, vive in terre differenti; e quanti Solzenicyn oggi che nessuno
legge, a cui nessuno vuole credere?




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«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

LA MADRE

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La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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