Creato da penelope3000 il 12/07/2008

MONDO GATTO

A PASSEGGIO TRA I GATTI NEI SECOLI

 

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ONDINE

Post n°12 pubblicato il 20 Luglio 2010 da penelope3000
 

 

“Ondine” o “La Naiade” è un balletto in sei scene che nasce dalla fantasia della coppia Jules Perrot e Fanny Cerrito e non ha niente a che fare con il racconto di De la Motte Fouqué , “Undine”, che invece ispirò il balletto di Ashton. Messo in scena per la prima volta il 22 giugno 1843 fu celebrato non solo per la grazia delle musiche ma soprattutto per la drammaticità e il virtuosismo interpretativo della Cerrito, che eccelleva nel “pas de l’Ombre”.

Nel 1851 il balletto fu riallestito da Perrot in Russia, a Peterhof presso la residenza dello Zar, con Carlotta Grisi come protagonista. In quell’occasione il palcoscenico fu allestito sulle acque del lago e le Naiadi facevano la loro comparsa sulla scena avanzando su barche a forma di conchiglia.

Nel 1874 e in seguito nel 1892 fu Marius Petipa a riproporre il balletto modificando progressivamente la coreografia originale e assegnando il ruolo di Ondine all’ultima grande interprete: Mathilda Kshessinkaja. Recentemente Pierre Lacotte ha riproposto la sua versione di Ondine al Teatro Marinsky dando vita a una coreografia che poco ha potuto attingere dalle versioni di Perrot e Petipa per mancanza della documentazione originale, ma ha preso spunto dalle atmosfere di Bournonville ricostruendo un balletto che mescola stili e variazioni che spaziano dalle tarantelle in stile napoletano dei pescatori a quelle romantiche ed eleganti delle Naiadi.

La trama vuole che su una spiaggia siciliana paesani e pescatori stiano preparandosi a festeggiare la Madonna: Matteo, giovane pescatore innamorato di Giannina con la quale convolerà a nozze il giorno successivo alla festa, invita tutti gli amici al matrimonio. Dopo i complimenti agli sposi e una danza festosa tutti partono per il paese dove si terrà la festa religiosa, solo Matteo si trattiene sulla spiaggia per pescare un pesce per la cena. Quando lancia la sua rete in mare, dall’acqua emerge una conchiglia al cui interno si cela una bellissima creatura che spesso Matteo aveva visto nei suoi sogni.
E’ una Naiade: il suo nome è Ondine, è innamorata del giovane pescatore e
a lui si palesa per chiederne l’amore. Matteo la respinge ma questa lo seduce con una danza e lo spinge a seguirla fin su un’alta roccia da cui, buttandosi giù, lo invita a fare altrettanto. L’intervento di alcuni pescatori che trattengono Matteo, però, spezza l’incantesimo. In paese, intanto, Giannina e sua madre Teresa sono in attesa di Matteo nella sua capanna. Quando questi torna, racconta la sua esperienza con la Naiade: Giannina, rattristata, sta filando la seta aiutata dal giovane quando, all’improvviso, si spalanca la finestra come aperta da un forte vento ed entra Ondine.

Ondine, stizzita dall’amore del giovane per Giannina, si è resa visibile solo a Matteo e tenta di sedurlo convincendolo a gettarsi con lei dalla finestra aperta ma Giannina, accortasi del cambiamento del giovane rimprovera il fidanzato di incostanza proprio il giorno antecedente le loro nozze. Solo Teresa riesce a mettere pace tra i due giovani. Rimasto solo Matteo si addormenta in poltrona e Ondine, decisa a conquistarlo ad ogni costo gli appare in sogno per mostrargli il meraviglioso mondo marino cui appartiene.

La scena onirica si svolge all’interno di una caverna sottomarina: Ondine compare in mezzo tra Naiadi con i capelli sciolti, vestite con abiti azzurri su cui spiccano splendidi monili di corallo e danza per lui in un “pas de six”. Sicura di averlo conquistato si getta ai suoi piedi quando Hidrola, sua madre e regina delle acque, la ammonisce circa la fragilità umana cercando di dissuaderla dal proposito, ma Ondine cogliendo una rosa le risponde che preferirebbe appassire prima di rinunciare al suo amore per Matteo. Intanto si è giunti alla vigilia delle nozze: in paese la festa è al culmine e dopo le preghiere tutti danzano un’animata tarantella che s’interrompe solo al suono della campana del Vespero che riporta tutti alla preghiera. Mentre tutti sono inginocchiati, assorti nella preghiera, Ondine emerge dalla fontana posta accanto all’altare; Matteo tenta di raggiungerla ma Giannina che nota la sua agitazione lo riprende esortandolo a pregare. La festa prosegue fino al tramonto poi i due giovani tornano a casa: stanno per mettere la barca al riparo quando Ondine getta Giannina nell’acqua prendendone il posto e le sembianze.

Qui si apre la danza del celebre “pas de l’ombre” che Ondine balla dopo aver guardato il riflesso della sua nuova ombra umana sul terreno. Giannina, però, non è morta: soccorsa dalle Naiadi è stata portata al palazzo della regina Hidrola. Ondine/Giannina nel frattempo dorme e Hidrola di soppiatto la veglia con tristezza, svanendo nel momento in cui la giovane apre gli occhi: Ondine si sveglia stanca, esausta. Non è abituata al nuovo corpo e prega sua madre: questa la esorta a lasciare il suo stato mortale prima che sia troppo tardi ma al rifiuto della giovane sparisce di nuovo.

Il giorno delle nozze è giunto: Teresa e Matteo raggiungono Ondine a casa e qui i due giovani sposi danzano il “pas de la rose fletrie” una vivace tarantella. La danza porta Ondine, già molto affaticata, allo stremo delle forze tanto che Matteo si dichiara preoccupato di sposare una ragazza troppo debole.

Inizia il corteo nuziale ma la Naiade, sempre più debole, cammina con difficoltà aiutata da Matteo. Hidrola e le Naiadi cercano di salvare Ondine restituendo il proprio corpo a Giannina e Matteo riconoscendola finalmente come la vera amata è nuovamente felice mentre Ondine , tornata immortale, viene portata in trionfo dalle Naiadi nella sua casa sotto il mare.

 

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