Creato da penelope3000 il 12/07/2008

MONDO GATTO

A PASSEGGIO TRA I GATTI NEI SECOLI

 

NAPOLEONE BONAPARTE

Post n°23 pubblicato il 06 Giugno 2011 da penelope3000
 

 

 

Napoleone Bonaparte , Condottiero, Statista, Imperatore dei francesi e Re d'Italia, nacque ad Ajaccio in Corsica il 15 agosto 1769.

Appartenente alla piccola nobiltà provinciale corsa, studiò nel collegio di Autun, poi indirizzato dal padre avvocato alla carriera militare studiò nel collegio militare di Brienne e, dopo i 15 anni, alla scuola militare di Parigi, ottenendo il grado di sottotenente di artiglieria un anno dopo.

La Francia sta affrontando le insurezioni della Rivoluzione Francese ed i meriti di Napolene Bonaparte sono tali che nel 1791 viene nominato comandante di battaglione nella Guardia Nazionale di Ajaccio ed in seguito, distintosi nell'assedio di Tolone, occupata dagli inglesi viene nominato Generale di Brigata nell'ottobre del 1793. Fervido sostenitore della causa giacobina e legato al gruppo di Robespierre, venne arrestato, dopo il colpo di stato del termidoro, radiato dall'esercito e reintegrato nei gradi quando Barras gli affidò il compito di reprimere il colpo di stato realista del 13 vendemmiaio 1795.

Avuto il 2 marzo 1796 il comando dell'Armata in Italia, con il compito di impegnare le forze austro-piemontesi, alleggerendo in tal modo il fronte tedesco, conseguì parecchie vittorie, fino alla Pace di Campoformio, consolidando ulteriormente la sua posizione. Dotato di un temperamento emotivo ed inquieto, desideroso di potere, dotato di uno spiccato senso dell'opportunità, forte del prestigio conquistato sul campo, nel settembre del 1797 aiutò il Direttorio ad eliminare dalle assemblee alcuni membri compiendo un vero e proprio colpo di stato (il Coup d'etat di Fruttidoro) ed impose una determinata linea diplomatica che pesò sull'assetto istituzionale dei territori conquistati. Nel 1798 gli fu affidata la spedizione in Egitto, destinata a tagliare i collegamenti dell'Inghilterra con l'India e gli altri suoi possedimenti d'oltremare.

All'inizio fu una campagna vittoriosa, Napoleone Bonaparte conquistò in giugno l'isola di Malta, in luglio Alessandria d'Egitto e cominciò ad avanzare verso la Siria, ma queste vittorie furono vanificata dalla distruzione, in agosto, della flotta francese ad opera dell'ammiraglio inglese Nelson nella baia di Abukir. Per colmo di sfortuna, l'esercito francese fu colpito dalla peste nel maggio 1799 e Napoleone, costretto ad abbandonare l'Egitto, salpò da Alessandria in agosto, riuscendo a malapena a sfuggire alla sorveglianza della flotta inglese ed a sbarcare in Francia, mentre il paese era sotto la minaccia dell'invasione. Il diciotto brumaio Napoleone, facendo ricorso all'esercito, instaurò una dittatura militare che, attraverso una riforma costituzionale, affidava il potere a tre Consoli, di cui il primo era lui stesso . Quando fu eletto Primo Console, Napoleone aveva solo 30 anni e gestiva un potere enorme: costrinse alla pace prima l'Austria nel 1801 e l'Inghilterra nel 1802 e poi si dedicò alla riorganizzazione interna della Francia. Fautore di una riorganizzazione dello stato fondata su un forte potere esecutivo e sull'accentramento amministrativo, Napoleone Bonaparte sottopose l'intero territorio francese al controllo del governo centrale tramite l'azione dei prefetti e dei sindaci che erano di nomina governativa.

Realizzò una grande riorganizzazione degli ordinamenti legislativi e diede grande importanza al Codice Civile che, estese a tutti gli Stati annessi o vassalli, sancendo i principi della libertà individuale, dell'uguaglianza giuridica e della proprietà privata.

Grande riformatore, Napoleone istituì la Banca di Francia per liberare lo stato dalla dipendenza dai banchieri privati; per favorire la pace sociale amnistiò i fuorusciti monarchici disposti a giurare fedeltà al regime e, per soddisfare le aspettative dei cattolici, stipulò nel 1801 un concordato con la Santa Sede, riconoscendo il cattolicesimo come religione della maggior parte dei francesi. La politica estera perseguita da Napoleone Bonaparte gli consentì, con la forza delle armi (guerre napoleoniche), di riorganizzare temporaneamente l'Europa centroccidentale in modo conforme agli interessi francesi, introducendo profonde riforme negli assetti istituzionali e sociali dei paesi assoggettati.

Nel 1804 fu incoronato, dal Papa, Imperatore dei francesi, a Parigi, nella Chiesa di Notre Dame e, l'anno dopo, si proclamò Re d'Italia. Negli anni seguenti una lunga serie di vittorie gli permise di frantumare la terza coalizione, formata da Gran Bretagna, Austria e Russia e nel 1810, preoccupato di lasciare una discendenza, Napoleone sposò Marie Louise d'Austria che gli diede un figlio, Napoleone II. Nel 1812 Gran Bretagna, Russia e Svezia si allearono ad altre nazioni, dando vita alla quarta coalizione e nel tentativo abbatterla, Napoleone tentò l'invasione della Russia con 600.000 uomini, la "Grande Armata", invasione che si trasformò in una sconfitta che costò la vita di 500.000 uomini. Le nazioni coalizzate invasero la Francia indifesa, il 4 marzo 1814 Parigi venne occupata dalle truppe nemiche, il il 6 aprile Napoleone è costretto ad abdicare in favore di suo figlio e poi a rinunciare alla totalità dei suoi poteri andando in esilio all'isola d'Elba il 7 luglio dello stesso anno.

Durante il suo esilio, Austriaci, Prussiani, Inglesi e Russi, nel corso del Congresso di Vienna, si divisero quello che fu il Grande Impero di Napoleone Bonaparte che, nel marzo 1815, fuggi dalla prigionia e sbarcò in Francia, riorganizzò un esercito, sognando di riconquistare il potere, ma, dopo "cento giorni", il 18 giugno 1815 lo aspettava la disfatta sui campi di Waterloo . Confinato nella lontana Isola di Sant'Elena, Napoleone Bonaparte morì a Longwood, sotto la sorveglianza degli inglesi, il 5 Maggio 1821.


 

 
 
 

BACCO

Post n°22 pubblicato il 16 Novembre 2010 da penelope3000
 
Tag: BACCO

Bacco dal latino Bacchus nome dato nell'antica Roma al dio greco Dioniso, figlio di Giove e Semele, era (ed è ancora) venerato in antichità come il dio del vino.

La corrispondenza del latino Bacco e del greco Dioniso è pressoché totale: così come il dio latino è figlio di Giove e Semele analogamente Dioniso nasce secondo la mitologia greca dall'incontro tra Zeus e Semele nota anche come "Luna". Le modalità con cui avvenivano le celebrazioni in onore di Bacco e Dioniso sono in pratica le stesse anche se in Grecia il culto di Dioniso risale a tempi molto più antichi. Tali feste dette Baccanali consistevano in celebrazioni all'insegna della sfrenatezza alle quali partecipavano quasi sempre esclusivamente donne.

Secondo la mitologia greca, Bacco-Dioniso nasce appunto da Zeus e da Semele. Sull'identità della procreatrice vi sono in realtà anche altre versioni, ma la più famosa è quella che vede in Semele la madre di Dioniso. Secondo la leggenda ella si incontrò segretamente con Zeus spacciatosi per un comune uomo mortale e ne fu conquistata. La gelosa Era però trasformatasi in una vecchia donna rivelò a Semele la vera identità di Zeus e la convinse a farsi mostrare dal dio le proprie reali sembianze. Di fronte al rifiuto di Zeus di smascherarsi, Semele negò il suo amore, il dio allora infuriatosi svelò il suo aspetto fra tuoni e folgori così forti che Semele svanì. Il bambino in grembo, Dioniso appunto, fu però salvato da Ermete e nacque in seguito dalla coscia di Zeus divenendo così un dio immortale. La vendetta di Era però doveva ripetersi sul giovane Dioniso. I Titoni furono infatti incaricati dalla dea di uccidere il giovane Dioniso che fu però salvato dalla nonna Rea madre di Zeus che gli ridonò la vita. Zeus allora affidò il figlio alle cure della regina Ino che per proteggerlo lo nascose nelle stanze delle donne. Anche questo nascondiglio fu scovato da Era, tant'è che per proteggere il figlio Zeus ordinò a Ermete di trasformarlo in un capretto. Dioniso fu poi portato presso il Monte Elicona per essere affidato e allevato dalle ninfe le quali nascosero il dio in una grotta e lo nutrirono con il miele. E fu proprio sul Monte Elicona secondo la leggenda che Dioniso, trovata una vite, inventò il vino. Da adulto Dioniso, secondo la leggenda e il mito, viaggiò molto per il mondo, conquistò e fondò numerose città in cui diffuse il vino e la viticoltura.

Secondo la leggenda dunque il vino sarebbe stato inventato dal nostro amico Bacco sul Monte Nisa in Elicona. In realtà sebbene il vino fosse diffusissimo nell'antica civiltà greca pare che l'inebriante bevanda non fosse un'invenzione ellenica. Attente ricerche infatti hanno rivelato che le prime vendemmie siano da attribuire alle popolazioni che abitavano le montagne a ridosso della costa meridionale del Mar Nero. In questa zona infatti, a causa di particolari condizioni ambientali il vitigno selvatico cresceva spontaneo. Di lì poi il vino si diffuse rapidamente tramite mercanti e viaggiatori nel bacino mediterraneo dalle prime coltivazioni sulle colline dell'Elicona (di lì la leggenda della creazione del vino)fino alla Libia e alla Palestina. La viticoltura poi si diffuse con la stessa rapidità anche ad oriente, in India e in Persia, parallelamente al culto del vino e a celebrazioni del tutto simili alle baccanali. Più tardi sbarcò in Europa portato come gustosa novità dai primi viaggiatori e dai mercanti stranieri.


 

 
 
 

IL GRANDE INQUISITORE

Post n°21 pubblicato il 23 Ottobre 2010 da penelope3000
 

 

 

 


Tomas de Torquemada (Valladolid, 1420 - Ávila, 16 settembre 1498) era priore del convento domenicano della Santa Cruz di Segovia e confessore dei Re Cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona.
Nell'ottobre 1483 fra Tomas viene nominato dai Re Cattolici, in base all'autonomia nella scelta dei giudici che i sovrani di Spagna avevano ottenuto da papa Sisto IV, che però non voleva farsi sfuggire il controllo di tale istituzione Inquisitore Generale per la Castiglia, l'Aragona, la León, la Catalogna e Valencia.
Egli riorganizza e centralizza con le famose Istructiones redatte periodicamente dal 1484 al 1498, l'Inquisizione spagnola che era in attività dal 1478 e il cui inizio in Spagna come altrove, era stato tumultuoso, violento, prevaricatorio. Qualche città sembra resistergli, come Saragozza e Barcellona, ma Torquemada persevera. Successivamente, anche Innocenzo VIII gli conferma la nomina, i sovrani erano, infatti, autonomi nella scelta dei giudici, ma il Papa si riservava di controfirmare le nomine.
Torquemada, con l'aiuto degli inquisitori a lui sottoposti era, infatti, Inquisitore Generale di tutta la Spagna e le colonie, istituisce processi molto rigorosi nei confronti di quegli ebrei convertiti al Cattolicesimo (marranos) che fossero sospettati di falsa conversione. Le prime misure inquisitoriali erano state approvate nel 1179 dal Concilio Lateranense III. Fra esse, in particolare, il dettato del canone 27 legittimava la scomunica e l'avvio di crociate contro gli eretici. Il procedimento inquisitorio fu formalizzato nella giurisdizione ecclesiastica da papa Lucio III nel 1184 con il decreto Ad abolendam, che stabilì il principio sconosciuto al diritto romano che si potesse formulare un'accusa di eresia contro qualcuno e iniziare un processo a suo carico, anche in assenza di testimoni attendibili. La condanna di ogni devianza teologica, morale o di costume dal canone religioso dominante venne poi ribadita nel 1215 dal Concilio Lateranense IV che dava vita all'istituzione di «procedure d'ufficio». Si poteva, cioè, instaurare un processo sulla base di semplici sospetti o delazioni. Non solo, chiunque fosse venuto a conoscenza di una possibile eresia doveva immediatamente denunciare il fatto al più vicino tribunale dell'Inquisizione, altrimenti sarebbe stato considerato corresponsabile.
Il termine "inquisizione", tuttavia, si trova documentato per la prima volta negli atti del Concilio di Tolosa tenutosi in Francia nel 1229. Per rispondere al dilagare di fenomeni ereticali e all'emorragia di fedeli la Chiesa cattolica rispose in due modi, appoggiandosi ai movimenti che pur richiamando a un più autentico cristianesimo non si staccavano da Roma e cioè domenicani e francescani; istituendo uno speciale tribunale ecclesiastico che avesse il compito di individuare gli eretici e di ricondurli alla «vera» fede, l'Inquisizione.
L'Inquisizione medievale operò soprattutto nel sud della Francia e nel nord Italia, cioè nelle due aree dov'erano maggiormente presenti Catari e Valdesi. In Spagna fu presente nel regno di Aragona, ma non nel regno di Castiglia. Nel resto d'Europa non sembra abbia avuto una particolare incisività, anche se si estese alla Germania, dove sarà fatta propria dai riformisti di Lutero e in Scandinavia. L'Inquisizione spagnola nacque nel 1478 per iniziativa di Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia e fu ufficializzata da una bolla di Papa Sisto IV. A differenza dell'inquisizione medievale, qui gli Inquisitori dipendevano dalla corona spagnola e non dal Papa. Loro compito principale, almeno inizialmente, fu occuparsi degli Ebrei convertiti al cristianesimo, i cosiddetti conversos (appunto convertiti) o marrani. Dalla penisola iberica i tribunali dell'Inquisizione passarono ai possedimenti spagnoli nel mondo, Sicilia, Sardegna e poi Messico, Lima, Cartagena des Indias. Dato che gli Inquisitori potevano agire in tutti i territori dell'Impero, mentre i giudici ordinari dipendevano dai singoli stati e non potevano valicarli, i re spagnoli col tempo trasformarono l'apparato dell'Inquisizione in una specie di polizia segreta internazionale col compito di prevenire possibili colpi di stato. All'interno di questa Inquisizione gli storici distinguono 4 momenti:
Nascita (1478-1530): periodo di intensa attività e pene severe; obiettivo principale i conversos (gli ebrei convertiti), gli eretici e i focolai protestanti dell'Università di Alcalà de Henares e di Siviglia. Decadenza (1530-1640), eccetto una recrudescenza sotto il regno di Filippo II, questo periodo fu caratterizzato da una notevole diminuzione del numero di processi; obiettivo principale furono i nuovi convertiti al Cristianesimo e la censura dei libri; agli inquisitori fu anche chiesto di sorvegliare l'attività degli stranieri sospettati di crimini ideologici. Rinascita (1640-1660): le fonti testimoniano un aumento del numero di processi.
Dissoluzione (1668-1820), in quest'ultimo periodo il tribunale si limitò a coartare la libertà di espressione e a impedire la propagazione di idee ritenute eccessivamente progressiste. Nel 1820 fu abolita definitivamente, anche se qualche episodio continuò nei territori dominati dai carlisti. Dopo il 1834 non si hanno più notizie di processi inquisitoriali. Se, nel corso di un processo contro un eretico, l'inquisito (il termine moderno deriva proprio dall'uso medievale) accettava subito di ritrattare poteva di norma non subire alcuna grave conseguenza, l'indagato confessava la propria colpa (vera o presunta) gli si faceva dichiarare pubblicamente il proprio errore, la volontà di non ripeterlo per il futuro e l'impegno a denunciare al Santo Uffizio eventuali eresie di cui fosse venuto a conoscenza (la cosiddetta abiura). In caso contrario l'ufficiale inquisitore minacciava la tortura e, di fronte a un ulteriore diniego, procedeva alle vie di fatto.
Se l'imputato, nonostante tutto, persisteva, allora il Tribunale dichiarava la propria incapacità a ricondurre l'eretico dentro i confini della Chiesa e lo affidava al tribunale civile che ne aveva la giurisdizione (si tenga presente che il diritto medievale non distingueva fra reato e peccato), ciò in quanto il Tribunale dell'Inquisizione non ebbe mai il potere di eseguire direttamente condanne a morte né al carcere, e quest'onere era rimesso al "braccio secolare". Tale situazione creò un rapporto di reciproco compromesso per cui la Chiesa aveva bisogno del potere civile per eseguire le condanne corporali (non per nulla si cominciò a parlare, appunto, di braccio secolare) e il potere politico, spesso, utilizzò la copertura dei Tribunali dell'Inquisizione per dare una veste di legittimità ideale alle proprie campagne repressive.


 

 
 
 

GIULIO CESARE

Post n°20 pubblicato il 09 Ottobre 2010 da penelope3000
 

 

Giulio Cesare (ca. 100 - 44 a.C.) fu il primo "dittatore", artefice indiscusso della grandezza del futuro impero romano di cui sarà principe, non a caso, ilfiglio adottivo Ottaviano, primo "Cesare Augusto". Di Cesare le cronache abbondano di notizie, fin dai tempi che lo videro affacciarsi sul palcoscenico politico dell'Urbe e poi intrepido comandante dell'esercito romano, con cui riporto clamorose vittorie ed annessioni di nuovi territori che ingigantirono il potere di Roma in area mediterranea. Personaggio chiave del travagliato passaggio tra la repubblica romana e l'impero, Cesare non fu mai imperatore, ma pose le basi per la solida attuazione
dell'Impero. Figura d'eccezione letterato, storico, generale e politico di straordinaria lungimiranza iniziò già da vivo a costruire il mito di se stesso. Si presentò infatti come discendente di Venere, legato quindi al mito originario della stessa città di Roma risalente, secondo l'antica tradizione, allo stesso Enea, figlio di Venere, che si vuole sbarcato sulle rive tirreniche laziali al termine del suo lungo peregrinare, esule da Troia, come narra l'Eneide virgiliana.
Questa trama leggendaria, magistralmente costruita da Cesare, sarebbe stata ripresa e sviluppata dai suo successori al comando dell'Impero, ed instancabilmente elaborata fino ai tempi nostri. Probabilmente, senza la fine tragica del suo assassinio, che lo colse nel momento del massimo fulgore evitandogli vecchiaia e decadenza, il mito di Cesare non si sarebbe affermato con altrettanta forza. Di Cesare e del suo più stretto contorno politico e culturale, toccando i momenti forti della sua ascesa al potere ricordiamo gli alleati avversari come Crasso, Pompeo, Cicerone, le campagne militari che gli diedero gloria e ricchezza, l'avventura egiziana e l'incontro con Cleopatra, regina d'Egitto,l'ambiente culturale e artistico romano di quegli anni; fino alla morte, avvenuta alle idi di marzo del 44 a.C., alla successione al potere nelle mani del giovane figlio adottivo Ottaviano e l'apoteosi. La memoria e il "culto" di tale eccezionale figura non si persero mai, neppure nei secoli di decadenza dell'Impero e negli anni oscuri successivi alle invasioni barbariche in Italia.

Fu però in età medievale, e particolarmente con l'avverarsi del Sacro Romano Impero (inizi IX secolo), che il mito del fondatore dell'impero riprese, tanto da additarsi nella sfera sovrastante l'obelisco vaticano l'urna cineraria del grande condottiero.

Si trattò per lo più di una ripresa del mito in senso ideologico politico, tesa a riaffermare i valori unificanti del nuovo impero carolingio. All'arte spettò il compito di illustrare tale recupero. Specialmente a partire dal Duecento e poi dal Trecento, il recupero dell'antico si afferma anche attraverso le immagini dei grandi protagonisti della storia romana, e Cesare è ovviamente tra questi. In pieno Rinascimento i celebrati cicli ad affresco del Mantegna o di Andrea del Sarto, dedicati al dittatore romano, sono conforto e paragone per il nuovo principe e il suo imperium. Letteratura e musica celebrano i fasti di Roma come quelli di Cesare,e basterà citare a mo' di esempio il Julius Caesar di William Shakespeare. Il mito di Cesare e il "Cesarismo" traversano i secoli e paiono riacutizzarsi tra fine Settecento e Ottocento: l'interesse per l'antico e per i suoi protagonisti riesplode con forza nel secolo dell'Illuminismo e tra i suoi protagonisti, e basterà citare l'eredità sfociata poi nella figura e nel ruolo di Napoleone I. Mentre in Italia, nel primo Novecento, il mito romano troverà nell'ideologia fascista il luogo privilegiato per un nuovo "ritorno".
Sempre nel Novecento è anche e forse soprattutto il cinema, settima arte, ad aver tenuto vivo il mito di Cesare fino a noi; tanto che dall'epoca del muto ad oggi, sono oltre cento le pellicole che lo vedono diretto o indiretto protagonista.

La produzione cinematografica inerente Cesare può suddividersi sinteticamente in tre periodi: gli anni Dieci del Novecento, col suo cinema d'impianto teatrale; quella degli anni Cinquanta e Sessanta, che popolarizza le gesta di Cesare e degli antichi romani; infine gli anni delle grandi produzione hollywoodiane a Cinecittà, la via più breve per esportare oltre oceano il mito di cesare e di Roma antica.
Tra gli attori che hanno dato il loro volto a quello di Cesare, due hanno segnato nell'immaginario cinematografico i suoi tratti e il suo carattere: LOUIS CALHERN nel "Giulio Cesare" di Joseph L. Mankiewicz, del 1953, e Rex Harrison, Cesare in "Cleopatra", dello stesso regista, girato nel 1963.


 

 
 
 

TRISTANO E ISOTTA

Post n°19 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da penelope3000
 

 

La leggenda di Tristano e Isotta, di origine celtica, rappresenta uno dei più bei romanzi della letteratura cortese. Nonostante sia stato rielaborato più volte da un gran numero di autori, gli elementi fondamentali della storia non sono mai stati intaccati. L'amore adulterino, nato per errore, tra il nobile cavaliere Tristano e la bionda principessa d'Irlanda Isotta e la loro tragica morte, rappresentano i fattori portanti di ogni versione del romanzo. Si tratta di un amore peccaminoso ma allo stesso tempo irrinunciabile, destinato a finire solo con la morte degli amanti. Al fine di portare la pace tra il regno di Irlanda e il regno di Cornovaglia, Isotta è costretta a sposare Marco, re di Cornovaglia e zio di Tristano.
La notte delle nozze Isotta e Marco avrebbero dovuto bere un filtro d'amore, preparato dalla madre di lei, che sarebbe servito a far innamorare per sempre gli sposi. Ma le cose non andarono come da programma. La pozione fu infatti bevuta per errore da Tristano che, assetato, ne prese un pò e offrì ciò che ne rimaneva ad Isotta. Così i due si innamorarono perdutamente, ma Isotta, fedele alla sua promessa, fu obbligata a sposare il re di Cornovaglia e a diventare così regina. Quello tra Tristano e Isotta è un amore travagliato, illegittimo, drammatico e motivo di grandi sofferenze. Vivono la loro storia in gran segreto, ma la gioia che regala questo sentimento è di breve durata. Troppi sono i sensi di colpa dei due giovani amanti e il dolore provato per l'impossibilità di vivere appieno questa storia travolgente.
Un giorno il re Marco sorprese Isotta dormire insieme al suo amante. La reazione iniziale fu quella di uccidere entrambi. Il re notò però che tra i due, in segno di castità, giaceva la spada di Tristano. Colpito da ciò il re rinunciò alla vendetta, ma volle lasciare un segnale ai due amanti. Li avvertì della scoperta della loro storia sostituendo la spada di Tristano con la sua. Al risveglio i due giovani capirono immediatamente cosa era accaduto. Tristano, sopraffatto dai sensi di colpa, convinse Isotta a tornare dal suo sposo, mentre lui decise di passare il resto della sua vita in Bretagna, pensando, erroneamente, che la distanza potesse essergli d'aiuto per dimenticare la sua dolce amata dai capelli color oro.
La lontananza non durò però a lungo. Tristano, dopo un breve periodo di tempo, capì che la vita senza la dolce Isotta non aveva più senso per lui, il vuoto rappresentato dalla sua mancanza era incolmabile, troppo era il dolore provato, doveva assolutamente fare qualcosa per risolvere la situazione. Decise così incautamente di tornare dallo zio, fingendosi però pazzo. Il re Marco, che in fondo era una persona di buon cuore, si lasciò impietosire, e diede il permesso a Tristano di frequentare liberamente la sua corte.
La bontà del re di Cornovaglia non venne ripagata. Passarono solo pochi giorni e il giovane cavaliere innamorato riuscì a raggiungere il proprio obiettivo. Non fu difficile per lui trovare l'occasione per incontrare la sua Isotta. I due ricominciarono a frequentarsi assiduamente, di nascosto da tutti e soprattutto dal re Marco, sposo tradito. Quest'ultimo, tormentato da mille sospetti, iniziò a spiare il nipote. Non impiegò molto tempo a capire che l'amore tra il giovane e la sua Isotta non era mai finito. Accecato dalla gelosia, questa volta non ebbe nessuna compassione e in preda ad un forte desiderio di vendetta decise di uccidere Tristano. Isotta, disperata, si gettò sul corpo del suo amato cavaliere e, per il forte dolore provato, si lasciò morire.


 

 
 
 
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