ITALIANOCORSI D'ITALIANO - PROF.: NELSON FERNANDO CELIS |
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TEMATICA
GRAMMATICA:
Perché si scrive un amico ma un'amica? - #44
Il modo participio - #34
Participio e passato prossimo - #35, 36
L'imperfetto - #23
Il modo condizionale - #6-9
Verbi che si coniugano come FINIRE - #16
POESIA:
Potrai trovarmi (Sophie Thiault) - #40
No parola (Nelson Fernando Celis) - #3
Foglie d'erba (Walt Whitman) - #10
L'amore (Kahlil Gibran) - #13
Un po' di saggezza (Dalai Lama) - #30
CANZONI:
Luna (Alessandro Safina) - #15
La gatta (Gino Paoli) - #23, 25
Bella (Jovanotti) - #32
Povera Patria (Franco Battiato) - #42
FILM:
Nanni Moretti commenta IL CAIMANO - #27
Ricordati di me - #28
Interessante blog per approfondire nella conoscenza della lingua e cultura italiana: |
Post n°44 pubblicato il 09 Luglio 2011 da angelpoeta666
La regola da seguire è la seguente: l'elisione si segnala con l'apostrofo, il troncamento no. Per distinguere i due fenomeni si può fare una semplice prova: la parola in questione si può abbreviare anche davanti a parola cominciante per consonante? In caso affermativo (posso dire sia un amico sia un ragazzo, sia nessun amico sia nessun problema) si tratta di troncamento, e allora non devo usare l'apostrofo; in caso contrario (posso dire un'amica, ma non *un ragazza; pover'uomo ma non *pover ragazzo) si tratta di elisione, e allora devo usare l'apostrofo. (Da: Grammatica italiana di base, di Pietro Trifone e Massimo Palermo, 2a. edizione, Zanichelli, pagina 28) |
Post n°43 pubblicato il 11 Maggio 2009 da angelpoeta666
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Post n°42 pubblicato il 31 Marzo 2009 da angelpoeta666
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Potrai trovarmi qualche sera là in fondo all’anima giù dove nessun bussa mai alla porta. O forse lì alla fine del tempo dove tutto finisce o magari qua all’alba dove ogni mattina il sole mi aspetta. Potrai trovarmi qualche sera tra le righe di un poema ma mi basterebbe se c'incontrassimo per un attimo almeno all’angolo della strada. (Sophie Thiault, Viaggi nel corpo e altri miraggi, 2008) |
Quattro chirurghi discutono in ospedale della loro professione in un momento di pausa. 1. Il primo comincia: "Preferisco avere degli ingegneri sul mio tavolo operatorio. Quando li apro, tutto all'interno è numerato correttamente..." |
Post n°36 pubblicato il 29 Settembre 2008 da angelpoeta666
Forme regolari del participio passato: - Il participio passato dei verbi in -are (prima coniugazione) è sempre in -ato - Il participio passato dei verbi in -ere (seconda coniugazione) è –uto, con moltissime eccezioni. - Il participio passato dei verbi in -ire (terza coniugazione) è in –ito, tranne poche eccezioni.
Non tutti i verbi formano il participio passato in questo modo: -essere: stato - Claudio non è stato mai né a Roma né a Milano. -accendere: acceso - Chi ha acceso il televisore? -chiudere: chiuso - Hai chiuso la porta a chiave? -mettere: messo - Ho messo già lo zucchero nel caffè. -perdere: perso (perduto) - Hai perso il tuo ombrello? -prendere: preso - Avete preso le fotocopie che vi ho lasciato? -promettere: promesso - Claudia ha promesso di venire da me. -rendere: reso - Hai reso i soldi a Alessandro? -scendere: sceso - Sei scesa con l’ascensore o a piedi? -spendere: speso - Abbiamo speso tanto in quel viaggio! -correre: corso - Sono stanchi perché hanno corso tutto il giorno. -succedere: successo - Stamattina è successo un grave incidente in Via Verdi. -giungere: giunto - Finalmente siamo giunti a casa! -leggere: letto - Avete letto il giornale? -vincere: vinto - L’Italia ha vinto il campionato per caso. -fare: fatto - Signorina, che cosa ha fatto tutto il giorno? -scegliere: scelto - Ho scelto un disco bellissimo! -spegnere: spento - Avete spento la luce prima di uscire? -scrivere: scritto - Carlo ha scritto una lettera meravigliosa. -dire: detto - Cosa hai detto di me? -nascere: nato - Io sono nato a Bogota. -chiedere: chiesto - Mi hai chiesto ciò che non posso darti. -rispondere: risposto - Ancora non abbiamo risposto la domanda che ci hai fatto. -rimanere: rimasto - Laura è rimasta a casa di Ettore fino a tardi. -vedere: visto (veduto) - Avete visto il film fino alla fine? -bere: bevuto - Ieri sera abbiamo bevuto tre bottiglie di vino. -vivere: vissuto - Massimo è vissuto due anni in Colombia. -aprire: aperto - Ancora non hanno aperto il negozio! -offrire: offerto - Nelson ha offerto la cena a tutti. -morire: morto - Giulio è morto senza sapere la verità. -venire: venuto - Sta piovendo, perché non siete venuti dentro? -scoprire: scoperto - Ci sono ragazzi che hanno scoperto il valore dell’amicizia. -tradurre: tradotto - Ho tradotto un bel pezzo del poema. ATTENZIONE! Le parole “sempre”, “mai”, “ancora”, “più”, “già”, “appena”, “anche”, stanno di solito fra l’ausiliare ed il participio passato: es. hai già chiuso la valigia / Marco è appena arrivato da Roma. |
Post n°35 pubblicato il 29 Settembre 2008 da angelpoeta666
Il passato composto o prossimo si forma con il presente dei verbi ausiliari “essere” o “avere” più il participio passato del verbo.
Vogliono l’ausiliare “essere”: - quasi tutti i verbi intransitivi (succedere, essere, costare, riuscire, sembrare...) - i verbi intransitivi di trasformazione (diventare, divenire...) - i verbi pronominali. - i verbi di moto (movimento) che presuppongono un punto di partenza o di arrivo (andare, venire, uscire, entrare, salire, scendere, arrivare, partire, tornare, cadere...) - i verbi di stato e di stato in luogo (stare, restare, nascere, crescere, morire, ingrassare, rimanere, dimagrire, guarire...) - i verbi impersonali (piovere, nevicare, andare, costare, parere, piacere...) - i verbi riflessivi (pettinarsi, lavarsi, svegliarsi, ricordarsi, pentirsi, vestirsi...) Vogliono l’ausiliare “avere”: - tutti i verbi transitivi. - alcuni verbi intransitivi di movimento (camminare, viaggiare, passeggiare, nuotare) - alcuni verbi intransitivi (dormire, ridere, bussare...) - i verbi modali (dovere, potere, volere)
Alcuni verbi possono prendere “essere” o “avere”: - Cominciare e finire: il concerto è cominciato alle 8:00 ed è finito alle 10:00 / Ho cominciato un nuovo lavoro. / il cane ha finito tutta la zuppa. - Salire e scendere: sono salito in ascensore e sono sceso anche in ascensore. / Ho salito i gradini due a due e poi ho sceso lentamente. - I verbi modali (servili): quando ci sono i verbi servili di solito si preferisce usare l’ausiliare richiesto dall’ infinito che segue. Usati in senso assoluto prendono “avere”. Esempi: è dovuto uscire, è potuta andare, è voluto tornare. / ha dovuto ascoltare, ha potuto telefonare, ha voluto leggere. - I verbi che riferiscono fenomeni atmosferici: è nevicato / ha nevicato. |
Post n°34 pubblicato il 29 Settembre 2008 da angelpoeta666
MODO PARTICIPIO Il participio è un modo indefinito. Può essere: - Presente (mangiante) - Passato (mangiato) Il participio presente viene usato raramente come forma verbale: viene usato molto più spesso come aggettivo o sostantivo (es. il grillo parlante, gli studenti). Il participio passato è usato: - per formare i tempi composti; - come voce verbale a sé, sostituibile al gerundio. ATTENZIONE! - Il termine “participio” (da “partecipa”) indica che esso può avere due funzioni: di verbo e di aggettivo. Es. Il bambino è uscito. Un atleta emergente. Ho mangiato Ha voluto È partito Le parole scritte in nero sono parte integrante dei tre verbi espressi in forma composta. Tali forme sono costituite dagli ausiliari essere e avere e dal participio passato dei verbi volere, partire, mangiare. Per formare il participio passato di questi verbi, si opera nel modo seguente: - si isola la radice del verbo all’infinito, poi si aggiungono i suffissi: -ato, -uto, -ito.
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Post n°32 pubblicato il 17 Settembre 2008 da angelpoeta666
E gira gira il mondo |
Fin dal primo momento della nostra nascita siamo affidati alle cure e alla gentilezza dei nostri genitori. E poi, in seguito, nella vita, quando siamo oppressi dalla malattia e diventiamo vecchi, nuovamente dipendiamo dalla gentilezza degli altri. E giacché sia all’inizio che alla fine della nostra vita dipendiamo in tal modo dalla gentilezza degli altri, com’è che nel periodo mediano trascuriamo poi la gentilezza verso gli altri? (Dalai Lama, Oceano di saggezza) |
Post n°27 pubblicato il 13 Maggio 2008 da angelpoeta666
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La gatta (Gino Paoli, 1960) C’era una volta una gatta che aveva una macchia nera sul muso e una vecchia soffitta vicino al mare con una finestra a un passo dal cielo blu. Se la chitarra suonavo la gatta faceva le fusa e una stellina scendeva vicina vicina poi mi sorrideva e se ne tornava su. Ora non abito più là, tutto è cambiato non abito più là. Ho una casa bellissima, bellisima come vuoi tu. Ma, io ripenso a una gatta che aveva una macchia nera sul muso e una vecchia soffitta vicino al mare con una stellina, che ora non vedo più. Glossario: - Macchia: Segno lasciato da sostanze colorate o grasse sulla superficie dei corpi. / Chiazza di colore diverso dal resto. - Muso: La parte anteriore dela testa degli animali. - Soffitta: Stanza che si trova direttamente sotto il tetto. - Fusa, Fare le fusa: (n.f.pl.) Il rumore che fa un gatto quando è contento. Gino Paoli: È uno dei cantautori più importanti della musica leggera italiana, è nato a Monfalcone nel 1934, ma è considerato insieme a Luigi Tenco, Fabrizio De André, Bruno Lauzi e Umberto Bindi uno degli esponenti della Scuola Genovese, che negli anni 60 da origine alla Canzone italiana d’autore. L’imperfetto è un tempo del passato che indica azioni del passato incompiute (imperfettive), il cui momento di inizio e di fine è inespresso, indeterminato. Si usa per: - esprimere al passato fatti compiuti, ma ripetuti con il carattere dell’abitudine (di solito segnalato da avverbi); (Ogni giorno andavamo al mare) - descrivere persone, animali, oggetti, luoghi e situazioni; (C’era una volta una gatta che aveva una macchia nera sul muso) - raccontare azioni abituali; (Se la chitarra suonavo, la gatta faceva le fusa) - describere stati fisici e psicologici; (Mi sorrideva e se ne tornava su) - esprimere la durata di un fatto presentato nel suo svolgersi o parlare di azioni che si svolgono nello stesso momento e hanno la stessa durata. (Mentre suonavo la chitarra, la gatta giocava allegra) Forme regolari SUONARE SCENDERE APRIRE io suon AVO scend EVO apr IVO tu suon AVI scend EVI apr IVI lui/lei suon AVA scend EVA apr IVA noi suon AVAMO scend EVAMO apr IVAMO voi suon AVATE scend EVATE apr IVATE loro suon AVANO scend EVANO apr IVANO Alcuni verbi irregolari Essere: ero, eri, era, eravamo, eravate, erano Avere: avevo, avevi, aveva, avevamo, avevate, avevano Fare: facevo, facevi, faceva, facevamo, facevate, facevano Dire: dicevo, dicevi, diceva, dicevamo, dicevate, dicevano Bere: bevevo, bevevi, beveva, bevevamo, bevevate, bevevano Tradurre: traducevo, traducevi, traduceva, traducevamo, traducevate, traducevano Trarre: traevo, traevi, traeva, traevamo, traevate, traevano |
Abolire - Demolire - Pulire – Seppellire Adire – Aggredire – Ardire – Bandire – Condire – Custodire – Esaudire – Gradire – Impedire - Obbedire (Ubbidire) – Rinverdire - Sbalordire – Scandire – Spedire –Stordire – Tradire Agire – Reagire – Ruggire Arrichire Arrosire – Tossire Asserire - Aterrire - Barrire - Chiarire - Digerire - Dimagrire – Esaurire – Fiorire – Guarire – Infierire – Inserire – Perire – Preterire – Rinvigorire – Riverire – Smagrire – Sparire – Suggerire Atribuire – Contribuire – Distribuire – Retribuire Capire - Colpire - Compire – Concepire - Rapire – Scolpire – Stupire Compartire – Compatire – Garantire – Patire – Ripartire (distribuire) – Sbigottire – Smaltire – Sortire - Starnutire – Zittire Costituire – Intuire – Istituire – Restituire – Sostituire Costruire – Istruire – Ricostruire Diminuire – Sminuire Ferire – Afferire – Conferire – Differire – Interferire – Preferire – Profferire – Riferire – Trasferire Finire – Definire - Fornire – Guarnire – Premonire – Premunire - Punire – Riunire –Schernire – Svanire – Unire Impazzire Influire Inibire – Proibire – Subire Inveire Stabilire – Prestabilire |
LUNA (Pintus e Musumarra) Canta original: Alessandro Safina Only you can hear my soul Only you can hear my soul Luna tu, quanti sono i canti che risuonano, desideri che attraverso i secoli han solcato il cielo per raggiungerti, porto per poeti che non scrivono e che il loro senno spesso perdono; tu accogli i sospiri di chi spasima e regali un sogno ad ogni anima. Luna che mi guardi, adesso ascoltami. Only you can hear my soul Only you can hear my soul Luna tu, che conosci il tempo dell’eternità e il sentiero stretto della verità, fa più luce dentro questo cuore mio, questo cuore d’uomo che non sa, non sa... Che l’amore può nascondere il dolore, come un fuoco ti può bruciare l’anima. Luna tu, tu rischiari il cielo e la sua immensità e ci mostri solo la metà che vuoi, come poi facciamo quasi sempre noi, angeli di Creta che non volano, anime di carta che si incendiano, cuori come foglie che poi cadono sogni fatti d’aria che svaniscono, figli della Terra e figli tuoi che sai... Che l’amore può nascondere il dolore, come un fuoco ti può bruciare l’anima. [Alba lux, diva mea, diva es silentissima] Ma è con l’amore che respira il nostro cuore, è la forza che tutto muove e illumina. Only you can hear my soul [Alba lux, diva mea, diva es silentissima] Only you can hear my soul [Alba lux, diva mea, diva es silentissima].
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"Quando l'Amore vi chiama, seguitelo, Benché le sue vie siano ardue e ripide. E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui, Anche se la spada nascosta tra le sue penne può ferirvi. E quando vi parla, credetegli, Anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni come il Vento del del nord quando devasta il vostro giardino. [...] L'amore non dona che se stesso e nulla prende se non da se stesso. L'amore non possiede né vorrebbe esser posseduto; poiché l'amore basta all'amore. [...] Quando amate non dovreste dire: "Dio è nel mio cuore", ma piuttosto "Io sono nel cuore di Dio". E non pensate di poter voi condurre l'amore, poiché è l'amore che, se vi trova degni, condurrà voi. L'amore non ha altro desiderio che di consumarsi. Ma se amate e, dunque, ardete, siano questi i vostri desideri: Dissolversi ed essere come un ruscello che scorre e canta la sua melodia alla notte. Conoscere la pena che dà l'eccesso di tenerezza. Esser feriti dalla stessa comprensione d'amore. Destarsi all'alba con un cuore alato e rendere grazie per un nuovo giorno d'amore Riposarsi nel meriggio e meditare sull'estasi che dà l'amore; Rientrare a casa, la sera, pieni di gratitudine e Addormentarsi con una preghiera per l'amato nel cuore e un canto di lode sulle labbra. (Kahlil Gibran, The Prophet, 1923) |
Inviato da: elr7ab
il 15/09/2024 alle 10:48
Inviato da: Dubai Aquarium & Und
il 13/09/2024 alle 11:51
Inviato da: steevmarkle
il 10/09/2024 alle 09:21
Inviato da: steevmarkle
il 10/09/2024 alle 09:21
Inviato da: adrita
il 05/09/2024 alle 15:08