Creato da: comitsalutepubblica il 13/05/2008
FRONTE POPOLARE PER LO SVILUPPO DELLE CULTURE DEL DISSENSO
OTTANTACINQUESIMA DENUNCIA
Post n°110 pubblicato il 21 Settembre 2008 da comitsalutepubblica
8 settembre 2008
Sul “Giornale di Vicenza” di ieri 7 settembre, a pag. 18, ci ha informato che il Presidente del Consiglio ha scritto una lettera al Sindaco di Vicenza per indurlo a recedere dalla effettuazione del Referendum popolare, già fissato per il 5 ottobre, relativo all’utilizzo, o meno, dell’ex aeroporto “Dal Molin” per l’ampliamento della Base americana a Vicenza. Il Premier correda la sua lettera con argomentazioni giuridiche su cui altri, esperti in materia, eventualmente discuteranno. Ciò che mi ha stupito, come cittadino, sono alcune frasi contenute in tale lettera, che riporto dal virgolettato: “ Le ricordo ancora una volta che la consultazione popolare da lei indetta si manifesta ancora più gravemente inopportuna” e, soprattutto: “ la consultazione popolare…..( seguono valutazioni giuridiche) …rischierebbe,infine, di fomentare ulteriori tensioni interne ed esterne non facilmente prevedibili.” Di fronte a tali affermazioni sono, da un lato, disorientato perché ritengo che in uno stato democratico, la consultazione popolare, tra l’altro in un contesto politico che nomina continuamente federalismo ed autonomia, debba esser garantita. D’altro canto sono preoccupato, sul versante della sicurezza, perché non mi sarei mai aspettato che si assegnasse ad un referendum popolare la potenzialità di “fomentare” tensioni “non facilmente prevedibili” Ora, il significato del verbo “fomentare” è inequivocabile: i vocabolari lo traducono con “istigare”, “alimentare”; mi sembra “gravemente inopportuna” quindi tale attribuzione scaricata dal presidente del Consiglio su un mezzo della democrazia, quale il Referendum vicentino, per lo più giunto alla fase finale del suo iter organizzativo. A mio avviso, invece, il Referendum è un mezzo corretto per incanalare le tensioni, che preesistevano ad esso e, ( dirò una cosa ovvia) lo Stato, con le Istituzioni che ne discendono, dovrebbe farsi garante di una regolare marcia di avvicinamento al Referendum e di un suo tranquillo svolgimento
Cordiali saluti Giovanni Cappellari Pedavena(Bl)
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il 21/10/2011 alle 10:44
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