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Alessandro Mendini

Architettura

Arte

Design

dal controdesign

alle nuove utopie

dell'arte

e dell'architettura

oltre la bellezza...

Biografia per immagini a cura di

Vittorio Del Piano  

Questa specie di bozzetto – un post-ritratto puro – con immagini e parole realizzato per 'guardare le parole' e per 'leggere le immagini' nelle pagine di questo libro-documento per Alessasndro Mendini, ho tentato di realizzarlo a mio modo “ritratto     à-decollage outre…” e non nel mio studio della vecchia Accademia di Belle Arti, ma elaborato in una nuova e modernissima tipografia (con la radice nella stampa tradizionale e un fusto stamperia d’arte digitalizzata con una rete di computer), dove capto che aleggia negli inchiostri, nella carta e nei nuovi supporti e colori l’alito di Gutembergh ancora oggi, in piena epoca tecnologica-eletttronica.

Consapevole che le parole scritte e le immagini dei mass-media volteggiano diabolicamente nello spazio del mondo contemporaneo, anziché studiare  le parole e le immagini per essere fondanti  della libertà di pensiero, per contribuire e anche all’evoluzione del gusto e alla comunicazione pura e non manipolata, controllata fortemente ne presente villaggio globale da certa carta stampata (superflua) e tv (mal gestita) amplificanti – cosa in comune a molti – «solo la voce del padrone». Viviamo nell’epoca della più massiva produzione  iconografica di tutta la storia umana. Con l’avvento in questo tempo storico anche del libro elettronico – l’iPad e l’eBook – siamo in piena innovazione della lettura e della visione – con quella sorta di saturazione che il prof.  Gillo Dorfles ben definisce i concetti nel suo libro dell’ “HORROR Pleni. La (in)civiltà del rumore” – ci sarà chi inserirà questo mio libro nella booklist del proprio iPad o del proprio iPhone? Mah! chiaramente sono in sintonia con chi preferisce sentire il peso del libro – nel senso fisico di volume, carta, rilegatura, immagine impresse e così di seguito –, leggere le immagini, sfogliarlo avendolo tra le mani ed esplorarne le pagine. Non mi piace leggere un qualsiasi libro su di una “tavoletta elettronica” (e neanche un giornale) anche vivendo nell’epoca dell’iPad. Invece forti passioni scatena in me il libro in folio, un codice antico o una cinquecentina, ma, un volumetto stampato (anche con una “pedalina“) da un tipografo artigiano. Esso è significativo – come libro-ritratto “Biografia per immagini” – per essere un documento vivo dell’opera in cui le immagini e le parole si completano, s’interrogano vicendevolmente di ‘comunicazione’ essenziale dell’architetto – artista – guru silenzioso  dell’arte applicata quale è  Alessandro Mendini. La sua opera di “artista totale” di quella “comunicazione dell’arte” preconizzata da Pierre Restany, di quella “comunicazione dell’arte” stabilita anche da Marshall McLuhan e della combinazione architettura e design analizzata – già in varie conferenze e specfici studi – da Gillo Dorfles quasi in tutto questo complesso labirinto dell’espressione dove le immagini e le parole si supportano, si avvicinano e si allontanano (sintesi della visione attraverso l’arte visiva pura – la Kphrasis – specialità della quale Dorfles, è uno dei più completi e originali e intelligenti studiosi), dai suoi progetti… si evince, secondo me: Mendini è diventato parte integrante di una poetica pura,

‘bastone da ricerca, strumento radicale puro di rabdomanzia artistica sulle tracce, appunto, di questo “medium” dell’arte totale e con la capacità di saper comunicare l’architettura ecc. oltre la bellezza.

Data la mia attività anche già di docente nell’AA. BB. AA. credo che fra qualche anno si arriverà a far studiare (come disciplina accademica universitaria) “l’opera totale di Mendini” – architetto, artista, designer – tra i maggiori protagonisti dell’architettura-arte pura e del design. Egli è, secondo me, il più espressivo e puro artista della “Comunic/Azione” per la Città – composto sul linguaggio combinato con le sue tre componenti “architettura-pura”, “arte-pura”, “design-puro” – dell’arte d’oggi, in quanto ha saputo ottenere il difficilissimo equilibrio tra architettura e spazio (lo spazio urbano va interpretato… e no violentato!), e la pausa del colore egli la colloca su tutto con poetica purezza; dico che ha dato l’anima in questa ogni sua ricerca originale: ha salvato il valore perduto del “progetto puro”, della “sensibilità da tempo smarrita” – dell’arte contemporanea – ed è un anticipatore ‘ante litteram’ dell’avanguardia delle arti applicate d’oggi, superando il vuoto contenutistico estetico del “contemporaneo” o (il Neocontepora-neismo?) anche dell’arredo urbano, unitamente agli “oggetti” di design: la Poltrona di Proust è un capolavoro da collocare non solo nel Museo del Louvre (magari accanto alla Gioconda di Leonardo). E che dire di quella particolare bellezza che caratterizza gli “oggettini” della linea ideata e prodotta dalla Compagnia Alessi? Egli fa dei tagli alla funzione utilitaria, estetica e comunicativa dell’oggetto e del progetto tutta nuova, e come artista, per questo, senza alcun dubbio lo definirei il della Porta e il Benvenuto Cellini del nostro tempo.

L’opera progettuale d’architettura di Alessandro Mendini, la casa sulla Cascata di Frank Lloyd Wright, la Chiesa sull’autostrada di Giovanni Michelucci, la Cappella di Rochamp di Le Corbusier, il “graffiacelo” Pirelli di Gio Ponti a Milano, etc., saranno opere ricordate come i dolmen. In primo luogo i disegni di Mendini affascineranno come seducono oggi quelli di Michelangelo (1), e si vedano pure i disegni (cfr. il piccolo ‘manuale’ dei 2469, «'Pulviscoli' Disegni e Parole» per la Collezione Permanente del Design Italiano – a cura di/edited by Silvana Annicchiarico – CHARTA - Nava Milano, aprile 2005, Milano) di Mendini come fossero delle incisioni di Giambattista Piranesi.

(1).    Continua...  

(v. continua 2)