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BAIA DEL MARINERO E DEL NOCCHIERO PER LA RICERCA DEL NOVELLO VELLO D'ORO DELLE COMUNICAZIONI PURE DELLA VISIONICA DELL'IMMAGNE E DELLA PAROLA DELL'ARTE E DELLA POESIA PURA MDEDITERRANEAMENTE COSMICAMENTE OLTRE OGNI LIMITE DEI LIMITI DELL' ESTETICA ARTISTICA E DELLA TECNICA à-decollage espresione dell'Arte-Pura e parola-immagine-poesia-pura come la lirica di SALVATORE QUASIMODO, le immagini di Marcel DUSCHAMP, il colore puro di Yes KLEIN, l'arte delle "laceration" d'arte pura à-decollage per la comunicAzione e l'Espressione artistica e poetica per la CittàMUSEO - MuseoCITTA' (MuseoCittàTerritorio di ASILO-ESILIO) e del LIBRO PURO D'ARTISTA di Vittorio Del Piano dell'Atelier MediterraneArtePura - Grottaglie -Taranto/Nizza: Tel. 080-4831821 MARTINA FRANCA/TARANTO (Italia), ...(Continua - V. D. P.), NEL TRIANGOLO: >TARANTO MEDITERRANEA, >SIBARI-KROTONE, >DEL MAR MEDITERRANEO, >E IN ALTRO PUNTO DEL "MARE NOSTRUM" BLU, BLU, BLU E ANCORA BLU, E OLTRE IL BLU DEL CIELO, DEL MARE E DELLA TERRA - VITTORIO DEL PIANO "FECIT"

 

 

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PIERRE RESTANY . BIOBIBLIOGRAFIA...

Post n°46 pubblicato il 05 Novembre 2010 da delpiano.artepura
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Fondatore del movimento del ''[[Nouveau Réalisme]]''  all’inizio degli [[Anni 1960|anni sessanta]], è stato presente con numerosi interventi, saggi, mostre e provocazioni intellettuali nel dibattito culturale e artistico della seconda metà del secolo.

Nato nel 1930 ad Amélie-les-Bains nella regione francese dei Pirenei Orientali, dopo aver frequentato le scuole superiori in [[Marocco]] e conseguito la laurea in Lettere, Pierre Restany prosegue gli studi di [[estetica]] e di [[storia dell'arte]] in [[Italia]] ed in [[Irlanda]].

Stabilitosi a [[Parigi]] nel [[1948]], comincia a scrivere novelle e saggi letterari in collaborazione con le riviste ''Libres Propos'' di Parigi e ''Symphonie'' di [[Algeri]]. In questo periodo inizia la sua carriera di [[critico d'arte]]. È legato da profonda amicizia con il pittore [[Jean Fautrier]], che considera il maestro dell’[[informale]]; a lui dedica numerosi articoli ed interviste.

Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]], Restany prende parti al dibattito francese sulla [[pittura]], che oppone [[astrazione lirica]] e astrazione geometrica. Si interessa alla gestualità pittorica presente nelle opere di [[Camille Bryen]] e [[Georges Mathieu]] e stringe amicizia con gli artisti [[René Laubies]] e [[Claude Bellegarde]]. Nel [[1955]] e nei due anni successivi presenta le realizzazioni di quest’ultimo alla galleria milanese Apollinaire, diretta da [[Guido Le Noci]]. Difende il lavoro di questi artisti sulle riviste ''14 Soli'' di [[Torino]], ''Cimaise'' e ''Prisme des Arts'' di Parigi. Nel [[1956]], crea il movimento ''[[Espaces Imaginaires]]'', formato dagli artisti Claude Bellegarde, [[Gianni Bertini]], [[Peter Bröning]], [[Sacha Halpern]] e dallo scultore [[Jacques Delahaye]]. Presenta i loro lavori nel gennaio [[1957]] alla galleria H. Kamer di Parigi nel luglio 1957 alla galleria di Guido Le Noci a [[Milano]].

Direttore delle pubblicazioni H. Kamer nel 1956-57, fa uscire uno studio su ''Espaces Imaginaires'', seguito da varie monografie dedicate ai pittori Bellegarde, Bertini e Hundertwasser. Parallelamente alla [[Scuola di Parigi]], si interessa agli artisti americani dell’[[Espressionismo Astratto]], soprattutto a [[Jackson Pollock]]. Gli anni 1957 e [[1958]] sono un periodo di rimessa in questione della validità di questi movimenti artistici. Il suo libro ''Lyrisme et abstraction'', scritto nel primo semestre del 1958, ma pubblicato da [[Guido Le Noci]] solo nel [[1960]], è un’interrogazione sul futuro dell’Astrazione Lirica e dell’Espressionismo astratto, del quale sottolinea l’importanza ma anche i pericoli di conformismo e la necessità di evoluzione.
L’incontro con [[Yves Klein]] nel [[1955]], avvenuto tramite [[Arman]], è decisivo per le future scelte estetiche di Restany. In quel periodo Yves Klein giunge al culmine delle sue ricerche sul monocromo e  trova in Restany, che cura le prefazioni di tutte le sue mostre, un sostegno importante. L’opera di Yves Klein consente a Restany di superare la problematica senza via di uscita dell’astrazione lirica a vantaggio di una maggiore apertura verso la cultura industriale.

Nel 1959, nel corso della prima [[Biennale di Parigi]], dove sono esposti una proposizione monocroma di Yves Klein, la macchina per dipingere di [[Jean Tinguely]] e la palizzata di manifesti lacerati di [[Raymond Hains]], Restany trova un denominatore comune in questi artisti nella loro capacità di appropriazione della realtà industriale del dopoguerra. Il 16 aprile 1960 pubblica il Primo Manifesto del ''Nouveau Réalisme'', in vista di un’esposizione di Arman, [[François Dufrêne]], [[Raymond Hains]], Yves Klein, Jean Tinguely e [[Jacques de la Villeglé]] che avrebbe avuto luogo il mese seguente alla [[galleria Apollinaire]].

Il [[27 ottobre]] 1960, presso l’abitazione parigina di Yves Klein, fonda il gruppo dei ''Nouveaux Réalistes''; agli artisti presenti a Milano, si aggiungono [[Daniel Spoerri]] e [[Martial Raysse]]. [[César Baldaccini|César]] e [[Mimmo Rotella]], invitati, sono assenti. Parteciperanno alle manifestazioni successive del gruppo al quale si uniranno in seguito anche [[Niki de Saint-Phalle]], [[Christo e Jeanne-Claude |Christo]] e [[Gérard Deschamps]]. La dichiarazione costitutiva del gruppo, scritta di proprio pugno da Restany su sfondi preparati da Klein, è firmata in nove esemplari, uno per ciascun componente del gruppo, sette su monocromo blu, uno su monocromo rosa, uno su monocromo oro.

Nel [[1961]], Restany fonda con Jeannine de Goldschmidt la galleria J, per consentire ai ''Nouveau Réalistes'' di portare avanti la loro ricerca. In occasione di una mostra collettiva presso questa galleria, nel maggio 1961, Restany redige il Secondo Manifesto del ''Nouveau Réalisme'', dal significativo titolo ''A 40° au dessus de dada'' (''A quaranta gradi sopra Dada''). Nel luglio 1961 si inaugura il primo festival del ''Nouveau Réalisme'' a [[Nizza]], Pierre Restany registra un gran successo personale, con vario pubblico che partecipa e s'incontra con vari amici e artisti vicini a Jacques Lepage (l'amico poeta parigino, ma da sempre residente a Nizza); il poeta Jacques Lepage, promotore dell'''École de Nice'', gli fa rincontrare il giovane artista pugliese Vittorio Del Piano (nato a Grottaglie, Taranto); conosciuto in occasione di una sua venuta a Nizza (dicembre 1959) per un incontro con Lepage e con César nella casa-studio dello stesso Lepage nella campagna nei pessi del "Var" e (per motivi artistici - dovendo curare un catalogo con alcuni artisti vicini a Lepage e un libretto), e fargli visitare l'atelier dell'artista Arman. In seguito, Lepage, fa stringere rapporti - (sapendolo spesso a Nizza con Pierre Restany e stabilmente, non solo nei mesi estivi, anche per interessi familiari), incoraggiato generosamente da Restany, ad avvicinarsi all'ambiente artistico e culturale di Nizza, del ''Papier Mache'' e della ''Scuola di Nizza'' - con: Claude Viallat, Bernard Pages, Fhari, Ben Vautier, Frederic Altman, Sosno, Noël Dolla, Henry Olivier, Serge Sekler, Brigitte Nahon, Serge III e Denis Castellas. Senza trascurare il gruppo dei ''Nouveaux Réalistes'' e in particolare lo scultore César (molto vicino a Verdet) - l'artista Arman (unito da "antica" amicizia a Lepage).
 
Nello stesso mese Restany organizza la mostra ''Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York'' alla galleria ''Rive Droite'' di Jean Larcade, che gli consente di stabilire delle relazioni tra gli artisti francesi e americani ([[Robert Rauschenberg]], [[Jasper Johns]], [[Chryssa]], [[Richard Stankiewicz]], [[Richard Chamberlain]]). L’anno successivo, nell’ottobre [[1962]], ''nouveaux réalistes'' e [[neodadaisti]] si trovano nuovamente a confronto nella mostra ''The New Realists'' alla galleria Sidney Janis di [[New York]]. Nel febbraio 1963, in occasione del secondo festival del ''Nouveau Réalisme'' a [[Monaco di Baviera|Monaco]], Restany pubblica il Terzo Manifesto del ''Nouveau Réalisme'',una sorta di bilancio sulle nuove direzioni di ricerca offerte dalle opere degli artisti (estetica dell’oggetto, arte di ''[[assemblage]]'', ambiente, …). Il festival di Monaco segna la fine dell’avventura dei ''Nouveaux Réalistes'' come gruppo; ognuno proseguirà sulla propria strada. Restany continuerà a scrivere sul ''Nouveau Réalisme'' in diversi cataloghi e riviste, pubblicando nel 1968 la sua sintesi teorica intitolata appunto ''Nouveaux Réalistes''. 

Nel [[1963]], Restany si interessa all’Arte Meccanica o [[Mec-Art]], in particolare alle riprese fotografiche dei décollage di manifesti di Rotella. Nell’ottobre 1965, alla galleria J, nel corso di un omaggio a [[Nicéphore Niepce]], redige il manifesto della Mec-Art, che riunisce [[Serge Béquier]], [[Gianni Bertini]], [[Pol Bury]], [[Alain Jacquet]], [[Yehuda Neiman]], [[Nikos]] e Rotella. Restany considera Alain Jacquet come uno dei protagonisti principali della Mec-Art; a lui dedicherà nel marzo 1989 una monografia alla galleria Beaubourg.

Nel corso degli anni Sessanta, Restany è anche impegnato nel dibattito sulla crisi delle istituzioni museali e culturali francesi nel campo dell’arte contemporanea. Nel dicembre [[1967]], pubblica per le edizioni Apollinaire di Milano un manifesto intitolato ''Contro l'Internazionale della mediocrità, verso l'estetica generalizzata: manifeste du 14 novembre 1967''. Sabato 18 maggio 1968, dalle pagine del quotidiano ''Combat'', chiede le dimissioni del Ministro degli affari culturali [[André Malraux]] e del Ministro dell’educazione nazionale [[Alain Peyrefitte]] e annuncia l’occupazione del Museo di arte moderna di Parigi per mettere in evidenza la sua inutilità e la necessità della sua chiusura.
Nel 1963 inizia la collaborazione – mai interrotta – con la rivista milanese ''[[Domus]]''.

Nel 1969, nel corso della [[Biennale di San Paolo]], mentre è incaricato dell’organizzazione di una sezione speciale ''Arte e tecnologia'', prende parte al suo boicottaggio. Nel contesto della crisi del 1968, pubblica ''Le Livre rouge de la révolution picturale'' (''Il libro rosso della rivoluzione pittorica''), nel quale opera una messa a punto delle sue scelte artistiche  e esprime i conflitti della politica artistica e culturale in materia di arte contemporanea. Qualche mese dopo ''Le Livre blanc de l'art total'' (''Il libro bianco dell’arte totale'') gli permette di esprimere la sua visione artistica nel dopo-1968, in particolare nel campo dell’arte pubblica.

Dall’inizio degli anni Sessanta, Restany non ha smesso di viaggiare per il mondo e continuerà a farlo nei decenni successivi, soprattutto tenendo conferenze e collaborando a esposizioni negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], in [[Quebec (provincia)|Québec]], in [[Brasile]] (dove Mario  Pedrosa gli ha aperto le porte della Biennale di San Paolo), in [[Australia]], [[Cecoslovacchia]], [[Israele]], [[Corsica]], [[Giappone]], [[Argentina]] (è invitato da Jorge Romero Brest àll’Istituto Torquato di Tella), [[Russia]].

Nel [[1970]] Restany e Guido Le Noci organizzano, con il concorso della municipalità di Milano, la celebrazione del X Anniversario della fondazione del gruppo dei ''Nouveaux Réalistes''. Per tre giorni, nel mese di novembre, le azioni-spettacolo degli artisti che avevano preso parte al gruppo portano scompiglio nel centro di Milano. per l'occasione coinvolge Francois Dufrène, Rico Weber e [[Armando Marrocco]] a collaborare con Jean Tinguely all'allestimento della sua scultura pirotecnica ''Vittoria'', in Piazza Duomo a Milano.

All’inizio degli [[Anni 1970|anni settanta]], Restany si interessa alle nuove correnti artistiche della ''[[Body Art]]'' e dell’''[[Art Sociologique]]''. In questo periodo si interessa anche all'arte di [[Armando Marrocco]], conosciuto nel corso degli anni '60 in occasione delle sue frequentazioni delle Gallerie milanesi ''Cenobio-Visualità'' e ''Apollinaire''.  Lo chiama infatti a partecipare a ''Operazione Vesuvio'' sull'asse Napoli-Milano-Colonia, nonché alle rassegne sul tema della comunicazione ''Inter-Etrennes'' e ''Intervention sur les mass-media'', tenutesi a Parigi presso la Galleria Lara-Vincy e organizzate assieme a [[Alex Mlynarcik]]. Presta particolare attenzione alle opere di [[Fred Forest]] sui media, scrivendo un saggio su ciascun intervento dell’artista e partecipando a diverse azioni video, fra cui la celebre ''Restany dîne à La Coupole'' (''Restany cena a La Coupole'') del [[1974]]. In occasione della mostra: ''Progetto per un manifesto: NO all'abrogazione della legge sul divorzio in Italia'' - promossa e organizzata da Vittorio Del Piano (fondatore del ''Centro d'arte d'avanguadia ".0"'' di Taranto); Pierre Restany, è l'unico intellettuale francese a partecipare allo storico I° Referendum sul Divorzio in Italia (maggio 1974) e prontamente invia da Parigi un suo importante "testo verbo-visivo" a colori, intitolato ''de Cruciverba'', per la presentazione alla "mostra-documento" e Del Piano lo stampa - in migliaia di ''cartoline-messaggio'', unitamente a quelle dei vari artisti. Il "catalogo in edizione limitata e numerata", è a cura del giovame amico artista pugliese, che ne pubblica un'edizione in collaborazione con l'Editore Piero Lacaita di Manduria (Taranto), unendovi una "scheda" con una "nota" sttolineante l'impegno degli artisti del "NO", l'analisi storico-critica-realistica di Pierre Restany con riferimenti a ''Le Livre rouge de la révolution picturale''.

La ricerca critica di Restany nel corso degli anni ’70 e ’80 si volge verso una riflessione sull’equilibrio tra natura e cultura. Cerca di mettere in relazione estetica comunicazione ed urbanistica, si interessa agli artisti che lavorano nella città e nella natura. Nel [[1976]], nel corso della [[Biennale di Venezia]], conosce lo scultore di ambiente [[Dani Caravan]], cui dedica numerosi articoli, cataloghi e opere.

La sua attenzione si rivolge anche ai lavori di [[Nissim Merkado]], di [[Jean Pierre Raynaud]], del gruppo [[SITE]], di [[Peter Gnass]] e di  [[Ignazio Moncada]]. Negli Stati Uniti partecipa alla fondazione della ''Stuart Collection'', museo vivente di sculture ambientali, situato nel campus dell'Universita' di San Diego in [[California]], nel quale è uno degli esperti degli anni ’80.

Nel giugno-luglio [[1978]], Restany intraprende un viaggio in [[Amazzonia]], dove risale in battello il [[Rio Negro (fiume colombiano)|Rio Negro]], principale affluente dal lato nord del [[Rio delle Amazzoni]]. Durante questo giro, redige il 3 agosto del 1978 il ''Manifeste du Rio Negro du Naturalisme Intégral'', esalta la rigenerazione della percezione e della sensibilità attraverso una riscoperta della Natura. Nel 1979 e nel [[1980]] Pierre Restany, Sepp Baendereck e Frans Krajcberg organizzano in diversi paesi una serie di conferenze su questo tema del rapporto natura/cultura. Dall’aprile-maggio [[1979]] al febbraio-marzo [[1981]], dirige a Milano, con [[Carmelo Strano]], la rivista ''Natura Integrale'', che dà conto dell’ampiezza di queste ricerche e della loro eco nel mondo dell’arte anche con conferenze e incontri in grandi e piccoli centri. Pierre Restany aveva compiuto già un viaggio in Amazzonia nel 197. Nello stesso anno, infatti, il periodico di cultura e comunicazione visiva D’Ars (con il quale inizia a collaborare nel '65 e di cui diventa direttore dal 1984 fino alla sua scomparsa) pubblica in tre puntate il Diario brasiliano, ovvero il resoconto giornaliero dei 45 giorni che Restany trascorre nella foresta amazzonica, navigando lungo il Rio Negro.  Da questo e dal viaggio che compie nel 1978 con Krajcberg nascerà il Manifesto del Naturalismo Integrale.
Nei primi anni '80, per il '''Progetto''' della "Città dell'Arte-Pura", la cosiddetta ''comunicazione-visionica'' dell'Arte-Pura per ''l'immagine pura della città'' (poetica elaborata dall'artista pugliese [[Vittorio Del Piano]]), da Parigi Pierre Restany scrive - trasmettendolo via fax a Del Piano - un "testo di presentazione" (''ancora inedito''): "Miracolo a Taranto", dove, traccia delle linee essenziali sull'operazione e sulle "opere" ''post industriali'' degli artisti, tra gli altri, per primo Alessandro Mendini, Nino Franchina, Vittorio Del Piano, Giuseppe Chiari, Guido Baldessari, Mimmo Conenna, Franco Gelli, Ugo Marano, Renaldo Nuzzolese, Sosno, Salvatore Spedicato. Instancabile, l'''Esperto d'Arte Internazionale'' Pierre Restany, ''vola'' da una parte all'altra del pianeta e la sera del 2 febbraio 1985, tiene nella piccola cittadina di Grottaglie in provincia di Taranto, la nota conferenza "Natura e Cultura" con la ''proiezione straordinaria'' del film girato in Ammazonia ''Naturalisme Intégral'', la presentazione è (a cura di Vittorio Del Piano), con il patrocinio della municipalità, guidata dal Sindaco avv. Antonio Cavallo.--[[Speciale:Contributi/62.13.169.96|62.13.169.96]]

Negli [[Anni 1980|anni ’80]], la sua riflessione sulla cultura postmoderna porta alla pubblicazione di un’opera intitolata ''Les Objets Plus et leurs présentations informationnelles'' (versione rivista e ampliata a Milano nel [[1990]]), nella quale si occupa del rapporto tra l’arte e la cultura post-industriale. Nel 1984-85, su invito di Maria Grazia Mazzocchi, prende parte alla fondazione a Milano della ''Domus Academy'', un istituto post-universitario di ricerca sulla moda ed il design. Membro del comitato organizzativo dell’Olimpiade delle Arti, programma artistico legato ai giochi olimpici di [[Corea]], dà vita al Parco Olimpico di Sculture di [[Seul]], realizzato nel 1987-88, che riunisce 200 opere internazionali. Per l'occasione seleziona tra gli scultori italiani  [[Asnaghi Carlo Massimo]], [[Pietro Consagra]], [[Piero Gilardi]], [[Armando Marrocco]], [[Urano Palma]], [[Arnaldo Pomodoro]], [[Giuseppe Spagnulo]], [[Mauro Staccioli]]. Dal 1985 è inoltre direttore della rivista italiana ''[[D'Ars]]''. Nel 2002 cambia totalmente l'assetto della redazione fondando una redazione-laboratorio formata da giovani critici da lui scelti, che continua tuttora ad operare secondo le sue direttive.

Nel 1992 è chiamato a dirigere e a selezionare gli artisti partecipanti alla mostra itinerante [[Art & Tabac]]. La mostra esordisce nel dicembre 1993 a Roma, nelle scuderie di Palazzo Ruspoli, per proseguire negli anni successivi a Riccione, Vienna ([[Tabak Museum]]) e Amsterdam ([[R.A.I]]).

Verso la fine degli anni '90 teorizza il cosiddetto "shock tecnologico", ideato dall'artista padovano [[Renato Pengo]]

Dal [[1999]] al [[2003]], Restany è presidente del ''[[Palais de Tokyo]]'', punto di incontro dell’arte contemporanea a Parigi.

Il suo ultimo saggio ''Le Feu au cœur du vide'' (''Il fuoco nel cuore del vuoto''), pubblicato nel 2000, riguarda ancora una volta Yves Klein. Questo importante saggio è stato tradotto in italiano da Cristina Trivellin (che ha lavorato con lui alla redazione della rivista D'Ars) e pubblicato da Giampaolo Prearo Editore nell'aprile 2008.

Pierre Restany muore a Parigi per un arresto cardiaco il 29 maggio 2003, all’età di 72 anni.
È sepolto nel [[cimitero di Montparnasse]].

 
 
 
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