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« TRA CIELO E INFERNO | SUPERBE ERESIE » |
Post n°139 pubblicato il 13 Maggio 2024 da BLACKAENIMA
La morsa del presente ci afferra alla gola quale resistenza è possibile nel regno attuale del denaro, dove persino le nevrosi individuali sono un suo prodotto sociale? Dove ci si sveglia di notte azzannati dall'insicurezza e ci si riaddormenta solo dopo aver ingoiato i farmaci predisposti non per curare ma per continuare a produrre? Noi che Freud ha raccontato negli stupefacenti Casi clinici siamo quelli che hanno interiorizzato la distruttività fino a rivolgerla contro se stessi La nostra patria sono isterie multiple, nevrosi ossessive, sessualità turbate, angosce innominabili. Charles Baudelaire nato a Parigi il 9 aprile del 1821, è oggi considerato uno dei più grandi poeti francesi. Incompreso dai suoi contemporanei, non ancora pronti ad apprezzare quella sua poesia innovativa e provocatoria espressa attraverso violenti contrasti e temi scabrosi. E lo scandalo suscitato dalla sua produzione scandalizza ancora la società odierna, apparentemente abituata ad ogni genere di provocazione. Collerico e irascibile, prosegue la sua opera di autodistruzione con alcool e droghe che rinsaldano ancor più la sua distanza da quel mondo borghese che lo ripugna profondamente. Le sue storie d’amore, tempestose e instabili, vedono apparire una donna su tutte, molto nota negli ambienti intellettuali e descritta dagli artisti di quel periodo come una figura femminile di estrema intelligenza e rarissima bellezza. Si tratta di Madame Sabatier, una cortigiana idealizzata da Baudelaire e ispiratrice dell’opera del poeta. Nel 1857 pubblica la raccolta di poesie “I Fiori del Male“, bandito dalla vendita, per cui subisce un processo e una condanna per aver offeso “la morale pubblica e il buon costume“. “I Fiori del Male” Lo scrittore sente in se stesso la compresenza del diabolico e dell’angelico e il male, così come il bene, ha anche i suoi fiori e la sua bellezza. Ma i Fiori del Male sono fiori velenosi e attraenti, sono l’ossimoro della tensione di trovare l’estasi in tutti quei piaceri sensuali proibiti dalla morale borghese. Le realtà più basse e istintive della natura e della carne (il male), possono impadronirsi della bellezza ed innalzarsi al sublime (i fiori). Sempre sospeso in un dualismo tra la divinità e l’inferno. Partendo dallo Spleen, la noia di vivere, a cui si contrappone l’Idèal, ovvero quell’ideale divino fatto di amore e bellezza, si giunge alla fine di quel percorso: attraverso il male per sublimarlo nel bene. Il nemico principale di Baudelaire è dunque la realtà a cui si può sfuggire attraverso l’immaginazione, una fantasia regolata dalla ragione. In un mondo privo di ideali, preferisce ritirarsi in solitudine e allontanarsi dalla società In equilibrio tra vizio e purezza. La sensibilità di ognuno è il suo genio. Dal suo antico vizio... Una tua nuova virtù... |
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