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IL PARADOSSO DEL MENTITORE

Creato da BLACKAENIMA il 03/03/2011

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SUPERBE ERESIE

Post n°140 pubblicato il 27 Maggio 2024 da BLACKAENIMA

"... l'amore presenta un'identica necessità d'infinito:

non vuole mai farla finita perché è del non finire che si nutre,

del non limitarsi a ciò che solo io posso essere, possedere e fare

"... Fare l'amore vuol dire disfare il proprio essere, il proprio possesso

e creare da due realtà scisse

un'opera unica assoluta..."

IL SESSO

L'EROS

Permea tutta l'esistenza fino a confondersi con la vita stessa.

E' creatività, è pulsione di vita.

La sottile differenza tra vedere e osservare nella mediocrità il sublime.

Qual è il limite tra il lecito e l'osceno? 

 

La società limita gli impulsi individuali a favore di quelli comunitari, plasmando una libido collettiva che prediliga i diritti del sistema e mai quelli della propria volontà. Valorizzare l'eros è rivendicare la propria identità, la propria libertà: è la più naturale rivoluzione contro le repressioni. L'amore è naturale. Nel momento in cui viene occultato, nascosto, filtrato, risulta forzato, diventa osceno.

Nel Simposio Platone immagina un dialogo tra sei personaggi (Agatone, Aristofane, Erissimaco, Fedro, Pausania e Socrate) che discutono sulla natura di Eros. Fedro lo definisce come uno degli dèi più antichi che guida l'uomo sulla via della virtù e della felicità, mentre Pausania distingue l'amore volgare, proprio degli uomini da poco che bramano solo i corpi, da quello spirituale che induce ad amare «l carattere di una persona per le sue alte qualità.
Erissimaco, a sua volta, giudica Eros una forza cosmica, esaltandone la molteplice, l'immensa o piuttosto l'universale potenza. Aristofane, invece, afferma che i primi uomini erano ermafroditi terribilmente forti e vigorosi tanto da sfidare gli dèi. Zeus, tuttavia, li ha sottomessi e separati in due esseri distinti, infondendo in ognuno di loro il desiderio d'amore gli uni per gli altri, per riformare l'unità della nostra antica natura

EROS = AGGRESSIVITA'

Senza una giusta componente di aggressività non c'è contatto nè reazione sessuale. La sessualità umana ha due facce: una oggettiva ossia il comportamento ed una soggettiva, il vissuto, le fantasie, il proprio mondo interiore.  La sessualità non ha sede nel corpo, il piacere nasce nella mente ma si serve degli organi. A livello di percezione ed attrazione erotica tutto accade nella mente. Il piacere sessuale origina dalle fantasie che si sviluppano all'interno della mente, anche se la morale comune lega il piacere agli organi sessuali e alla loro stimolazione. Per il piacere non esiste un organo di senso specifico, ma è la Mente l'organo di senso del piacere. La stessa carezza può assumere una valenza piacevole o spiacevole in virtù dei significati inconsci o consci di cui viene investita dalla psiche del soggetto, non in base a fattori oggettivi esterni. Il vero organo sessuale non è né il pene, né la vagina, ma il cervello. La sessualità è creatività, è conoscenza e sviluppo mentale, ma anche aggressività e conflitto. La Sessualità è la spinta vitale alla trascendenza onde creare nuove realtà con l'altro, distruggendone le vecchie e promuovendo l'evoluzione della vita e della mente. 

Nel sesso si sublima la procreazione, intesa non solo come creazione di una nuova vita, ma anche nel senso di scambio e comunione, di costruzione dell'amore. Queste fonti di gioia si possono manifestare come impulso alla creatività artistica, professionale e sociale. E, attraverso questa gioia, si realizza la sublimazione dell'aggressività: nell'atto sessuale si verifica un impasto tra pulsione di vita e pulsione di morte. Ma è l'unico caso in cui la morte, l'annullamento della divisione dei corpi, è al servizio della prima.  

Quando però la persona è povera, arida e superficiale, quando il corpo è svilito, mercificato, il sesso non può che essere fonte di dolore. Quando l'attività sessuale è eccessiva, compulsiva, lo sviluppo mentale e la creatività si affievoliscono. E la pulsione di vita si mette al servizio della pulsione di morte. In questi casi l'attrazione sessuale e il piacere, anziché significare amore, mascherano un profondo odio e una meschina ignoranza.

Si prova piacere quando si crea qualcosa,

quando si ha creazione di creatività.

La formazione di nuove strutture mentali

E' la mente che impregna di significato e di valore le cose che,

in quanto tali,

sole,

avulse dal contatto con la mente,

non hanno attributi


L'incontro sessuale è, così, strumento di conoscenza e di crescita mentale.

Nell'atto sessuale non c'è tanto lo scambio di corpi,

ma lo scambio di pezzi del proprio mondo interno.

 

E poi fate l'amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo
i baci lenti sulla bocca,
sul collo,
sulla pancia,
sulla schiena,
i morsi sulle labbra,
le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi,
vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita
che fino a quel momento
era stata un po' sbiadita.
Intendo dita sui corpi,
creare costellazioni,
inalare profumi,
cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano
allo stesso ritmo.
E poi sorrisi,
sinceri dopo un po'
che non lo erano più.
Ecco,
fate l'amore e non vergognatevi,
perché l'amore è arte,
e voi i capolavori.

Alda Merini

 La sessualità è, dunque, un'opera d'arte

i cui tratti sono definiti da due mani.

Non meccanica di fluidi. 

 
 
 

LA LETTERA SCARLATTA

Post n°139 pubblicato il 13 Maggio 2024 da BLACKAENIMA

La morsa del presente ci afferra alla gola

quale resistenza è possibile nel regno attuale del denaro,

dove persino le nevrosi individuali sono un suo prodotto sociale?

Dove ci si sveglia di notte azzannati dall'insicurezza

e ci si riaddormenta solo dopo aver ingoiato i farmaci predisposti non per curare

ma per continuare a produrre?

Noi che Freud ha raccontato negli stupefacenti Casi clinici

siamo quelli che hanno interiorizzato la distruttività fino a rivolgerla contro se stessi

La nostra patria sono isterie multiple, nevrosi ossessive,

sessualità turbate, angosce innominabili. 

Charles Baudelaire

nato a Parigi il 9 aprile del 1821, è oggi considerato uno dei più grandi poeti francesi. Incompreso dai suoi contemporanei, non ancora pronti ad apprezzare quella sua poesia innovativa e provocatoria espressa attraverso violenti contrasti e temi scabrosi. E lo scandalo suscitato dalla sua produzione scandalizza ancora la società odierna, apparentemente abituata ad ogni genere di provocazione. Collerico e irascibile, prosegue la sua opera di autodistruzione con alcool e droghe che rinsaldano ancor più la sua distanza da quel mondo borghese che lo ripugna profondamente.

Le sue storie d’amore, tempestose e instabili, vedono apparire una donna su tutte, molto nota negli ambienti intellettuali e descritta dagli artisti di quel periodo come una figura femminile di estrema intelligenza e rarissima bellezza. Si tratta di Madame Sabatier, una cortigiana idealizzata da Baudelaire e ispiratrice dell’opera del poeta. Nel 1857 pubblica la raccolta di poesie “I Fiori del Male“, bandito dalla vendita, per cui subisce un processo e una condanna per aver offeso “la morale pubblica e il buon costume“.

“I Fiori del Male”

Lo scrittore sente in se stesso la compresenza del diabolico e dell’angelico e il male, così come il bene, ha anche i suoi fiori e la sua bellezza. Ma i Fiori del Male sono fiori velenosi e attraenti, sono l’ossimoro della tensione di trovare l’estasi in tutti quei piaceri sensuali proibiti dalla morale borghese. Le realtà più basse e istintive della natura e della carne (il male), possono impadronirsi della bellezza ed innalzarsi al sublime (i fiori). Sempre sospeso in un dualismo tra la divinità e l’inferno. Partendo dallo Spleen, la noia di vivere, a cui si contrappone l’Idèal, ovvero quell’ideale divino fatto di amore e bellezza, si giunge alla fine di quel percorso: attraverso il male per sublimarlo nel bene.

Il nemico principale di Baudelaire è dunque la realtà a cui si può sfuggire attraverso l’immaginazione, una fantasia regolata dalla ragione. In un mondo privo di ideali, preferisce ritirarsi in solitudine e allontanarsi dalla società

In equilibrio tra vizio e purezza.


...Non disprezzate la sensibilità e il dissoluto di nessuno.

La sensibilità di ognuno è il suo genio.

Dal suo antico vizio... Una tua nuova virtù...


 
 
 

TRA CIELO E INFERNO

Post n°138 pubblicato il 27 Aprile 2024 da BLACKAENIMA

 

... Come sono le cose quando non le guardiamo?

Sono uguali a quello che stiamo sentendo mentre le stiamo guardando?..."

"Noi tutti abbiamo in noi un che di forze elettriche e magnetiche

e come il magnete esercitiamo un potere di attrazione e di ripulsione

a seconda che veniamo in contatto con qualcosa di uguale o di disuguale." 

SINCRONICITA'

 le "coincidenze significative".  

un legame tra due soggetti connessi tra loro non in maniera causale,

come due orologi sincronizzati su una stessa ora.

Il primo a parlare di Sincronicità fu Jung, sottolineando l'intima connessione tra l'individuo e l'ambiente, che in alcuni casi cela un'attrazione così forte da realizzare quelle che noi chiamiamo coincidenze, ossia esperienze con un valore proprio e fortemente simbolico. Normalmente questi tipi di esperienze compaiono nella nostra vita all'improvviso, ma molto spesso possono cambiare il corso della nostra vita. La sincronicità presuppone che vi sia una connessione tra mente e materia, suggerendo che gli eventi esterni possano riflettere, in qualche modo, processi psicologici interni. 

"simile attrae simile" 

le coincidenze non esistono,

non sono connesse da collegamenti causa-effetto,

ma da una rete che unisce l'ambiente, l'inconscio collettivo e le persone.

Gli eventi sincronicinhanno la funzione di rendere conscio

ciò che è normalmente inconscio.

Tutto accade per una ragione

in primis perché siamo connessi gli uni agli altri, e in seconda istanza perché ci sono dei messaggi dietro quelle che chiamiamo normalmente coincidenze. Gli elementi degli eventi sincronici ci permettono di relazionarci e vivere con gli altri esperienze piene di significato che diversamente non sarebbe possibile vivere.

Quando ci sono troppe coincidenze e affinità con una persona crediamo che sia frutto del caso, ma in realtà la motivazione che si cela dietro la loro dinamica è implicitamente collegata alla connessione che l'individuo ha con l'ambiente e il resto del mondo. In pratica, a volte quest'ultimo esercita un'attrazione così forte da determinare una sincronicità. Queste esperienze accadono in maniera improvvisa, ma spesso possono determinare un completo punto di svolta nell'esistenza. 

La sincronicità tra due persone in amore è frutto di un perfetto tempismo che fa incrociare due esistenze in un momento del tutto imprevisto che accade senza preavviso e che può cambiare definitivamente la vita di entrambi. La chimica tra due persone può manifestarsi in maniera potente proprio quando l'incontro avviene nel momento giusto. Questo momento diventa un punto di congiunzione unico dove le possibilità si allineano, permettendo alle persone di connettersi su un piano più profondo. 

La nostra psiche è sempre presa nell'osservare il mondo esterno in cui esistono le leggi di spazio e tempo canonici, in questo stato la psiche mantiene un alto livello di coscienza e di allerta. Ma quando la psiche si stacca dall'osservazione del mondo oggettivo e si rivolge all'osservazione di se stessa questo stato di coscienza si abbassa. Questo "abbassamento di coscienza" avviene durante il sonno, durante fasi di meditazione profonda, ma anche durante tutte quelle situazioni in cui si è sotto l'effetto di stati emotivi (esempio: un innamoramento, un forte dolore per una perdita di una persona cara, uno stato di rabbia o di eccitazone ecc..): ciò che Jung chiama "affetti".

L'affetto o stato emotivo provoca un parziale abbassamento di coscienza, lasciando all'inconscio un'occasione favorevole per inserirsi nello spazio lasciato vuoto. In altre parole, in presenza di uno stato emotivo che abbassa il livello di coscienza, si apre la porta a contenuti inconsci che irrompono nella coscienza, questi contenuti sono gli archetipi che si attivano, generano energia.

Ecco allora che abbiamo l'incontro di due mondi:

la realtà oggettiva in cui viviamo

e la psiche profonda

L'evento sincronico, diventa pertanto manifestazione di un "senso nascosto", un senso a priori esistente al di fuori della coscienza dell'individuo che appartiene ad una "realtà ultima" che unisce e coordina ogni cosa. Questa realtà ultima Jung l'ha chiamata unus mundus, termine che sta ad indicare uno o unico mondo ovvero una realtà unitaria da cui tutto emerge e a cui tutto ritorna.

Platone sosteneva l'esistenza di una realtà intelligente, il mondo delle idee, che formano e indirizzano quella materiale, in maniera tale che i fenomeni della natura risultano collegati tra loro da una legge superiore. 

Schopenhauer in "Speculazione trascendente sull'apparente disegno intenzionale nel destino dell'individuo" conclude che l'unica spiegazione possibile è data da un harmonia praestabilita, una volontà trascendentale, la prima causa, dalla quale tutte le catene causali si irraggiano.

"Casuale" accenna a un incontro nel tempo degli elementi non collegati causalmente. Non vi è nulla però di assolutamente casuale, e anche ciò che sembra massimamente tale non è altro se non qualcosa di necessario, che si realizza in modo attenuato. Delle cause determinate, per quanto lontane nella catena causale, hanno già da lungo tempo stabilito necessariamente che esso doveva verificarsi proprio ora, e contemporaneamente a quell'altra cosa."

Così come per gli eventi naturali, allo stesso modo si pensa che due persone, in una vita passata si siano date appuntamento nella vita successiva o che siano state così tanto legate da riuscire a ricongiungersi nella vita attuale. In breve, non servirà cercare l'anima gemella perché sarà lei a trovare te (o tu a trovare lei) quando meno te lo aspetti, ma poi dovrete possedere entrambi la volontà di tenervi o, nel caso, rimandare tutto alla prossima vita. Di solito questo accade perché due persone entrano in uno stato di alta ricettività che le porta a incontrarsi.

Probabilmente entrambe si trovano in una situazione stagnante che va avanti da diverso tempo o in un amore che porta più dolori che gioie e il nostro subconscio, quindi, come se fosse una sorta di chiaroveggenza, ci mette in contatto con questa persona per fare in modo che qualcosa nelle nostre vite cambi.

Anche in questa occasione però, l'incontro fortunato potrebbe durare per il solo tempo necessario alla presa di coscienza del cambiamento che dovremmo mettere in atto. In altre situazioni, invece, potrebbe essere la persona con la quale passeremo la nostra intera esistenza.

Gli eventi tendono sempre a muoversi in nostro favore

portandoci alla meta che inconsciamente desideriamo.

 

Il destino delle anime gemelle è proprio quello d'incontrarsi

anche solo per un attimo.

 

 
 
 

PER ASPERA AD ASTRA

Post n°137 pubblicato il 08 Aprile 2024 da BLACKAENIMA

 

«Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo ma a te, Dio di tutti gli esseri:
se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità,

osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato.
Fa' sì che questi errori non generino la nostra sventura.

Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro,

né delle mani per sgozzarci a vicenda;

Fa' sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi,
tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole,
tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate,
tra tutte le nostre convinzioni

così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te,
non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.

Fa' in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti

sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole;
che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti,

non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera;
che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!
Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime.
Se sono inevitabili i flagelli della guerra,

non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace,
ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse,

 la tua bontà che ci ha donato questo istante».

 

La storia per Polibio si sviluppa seguendo la teoria dell'anaciclosi, secondo cui i regimi politici hanno una sorta di evoluzione ciclica che si conclude con la loro fine, secondo un andamento circolare nel tempo e, giunti all'ultimo stadio, si tornerebbe alla forma iniziale di partenza.

L'anaciclosi afferma che le 3 forme fondamentali di governo "benigno" (monarchia, aristocrazia e democrazia) sono intrinsecamente deboli e instabili e tendono a degenerare rapidamente nelle tre forme di governo "maligno" (tirannide, oligarchia e oclocrazia). Secondo la teoria i governi "benigni" hanno a cuore gli interessi di tutti, mentre i governi "maligni" hanno a cuore gli interessi di pochi eletti. Tuttavia, tutti e sei i regimi sono considerati transitori perché, a causa della corruzione politica, i primi tre si trasformano rapidamente e sempre in quelli negativi.

Secondo Polibio lo Stato inizia con una forma di monarchia primitiva che, sotto la guida di un re autorevole e saggio, agisce nell'interesse del suo popolo. Quando il potere politico passa per successione ereditaria ai figli del re, questi, abusando dell'autorità per loro tornaconto, fanno sì che la monarchia degeneri in tirannide. Alcuni degli uomini più influenti e potenti dello Stato si stancheranno alla fine degli abusi dei tiranni e li rovesceranno instaurando il regime della aristocrazia. Quando il potere passerà ai discendenti degli aristocratici, questi inizieranno ad abusare della loro influenza, come i tiranni prima di loro, causando il declino dell'aristocrazia e l'inizio dell'oligarchia. Ci sarà non più la "legge di uno" ma l'inizio delle "leggi da parte di pochi" che approfitteranno a loro vantaggio del potere. Ma anche gli oligarchi saranno abbattuti dal popolo che instaurerà la democrazia. Anch'essa destinata a degenerare quando curerà con "leggi inique e confuse", solo gli interessi delle masse trasformandosi in oclocrazia. Durante l'oclocrazia il popolo, danneggiato dal disordine politico e dalla corruzione, svilupperà il sentimento della giustizia e sarà spinto a credere nel populismo dei demagoghi che porteranno lo stato al caos da cui si uscirà quando emergerà un unico. Tale demagogo instaurerà il potere assoluto dittatoriale riportando lo stato alla monarchia.

La Monarchia indica il governo di un sol uomo.

La democrazia è il governo in cui a comandare è la massa.

L'Oligarchia è il governo di alcuni, non necessariamente i migliori.

L'Oclocrazia è il "governo della feccia del popolo".

« La nostra democrazia si autodistruggerà perché ha abusato nel il diritto alla libertà e uguaglianza, perché ha insegnato alla gente a considerare l'insolenza come diritto, l'illegalità come la libertà, l'impudenza di parola come uguaglianza.  La società deve fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale.

I mezzi di produzione devono essere a disposizione di tutti e nessun uomo, o gruppo di uomini, può obbligare gli altri a sottostare alla sua volontà né esercitare la sua influenza tranne che con la forza della ragione e dell'esempio personale »

 

 

 

 
 
 

TACITA MUTA

Post n°136 pubblicato il 22 Febbraio 2024 da BLACKAENIMA

Forse per il troppo dilagare delle chiacchiere e del frastuono, è cresciuto recentemente anche l'interesse per l'opposto

 il silenzio

Mai come oggi il silenzio è violentato, continuamente, da rumori, suoni e parole, per lo più vane ed inopportune. Sembra quasi che del silenzio di abbia paura, quasi terrore. Lo si evita, lo si sfugge con ogni stratagemma, ogni cosa può servire per non trovarvisi di fronte, specchio troppo limpido e sincero di una realtà tragica nella sua presuntuosa e vana inconsistenza, inganno continuo che non si vuol svelare, che non si vuole o non si può accettare.


Anche se non è facile ascoltare il suono del silenzio, guardarsi dentro lo specchio che il silenzio ci offre. Sicuramente potrebbe riservare delle sorprese, a ciascuno. E in fondo a questo specchio, ciascuno, se sapesse sostenerne fino in fondo la vista, troverebbe davvero qualcosa di determinante, di centrale.


Non per tutti è la ricca fonte del silenzio, non per tutti le sue acque sgorgano. Purtroppo per molti i suoi percorsi rimangono ignoti, purtroppo molti rimangono comunque invischiati nella palude delle parole vane, nelle chiacchiere assurde e mondane di un mondo che vuole ingannarsi, che vive di adulazioni e di adulatori, di farse e di commedie, in cui tutti recitano una parte, rivestono un ruolo, ricalcano un personaggio noto. Sensazioni e sentimenti artificiali e artificiosi sono il destino di molti che non vogliono o non sanno rialzare la testa dal comodo pasto delle chiacchiere, che non vogliono abbandonare la pacata serenità delle conversazioni di consuetudine.

A loro il silenzio non potrà dire nulla.

Loro, in quello specchio, vedrebbero forse solo se stessi

e, non piacendosi, lo getterebbero.

Non tutti quindi sono in grado di accettare e coltivare quest'esigenza comune, insita nella natura dell'uomo, questo bisogno di silenzio che ci costituisce. Nel silenzio, solo nel silenzio la personalità dell'uomo può riacquistare consapevolezza di sé, riprendere coscienza della propria importanza.

Molti sono i volti che il silenzio ci presenta, molti sono i colori con cui di volta in volta si mostra; tutti contribuiscono a farne un quadro in formazione, una storia in svolgimento in cui ritrovarsi. 

Nel silenzio c'è infatti il volto affascinante e terribile della malinconia,

la sua immensa capacità di intensificare tutto

e la sua tristezza paralizzante,

c'è la sensibilità estetica per la natura e l'arte

c'è la possibilità di parlare significativamente

 

 ...Era nel mio carattere evitare la folla

per legarmi appassionatamente a pochi...

 

 
 
 
 
 

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