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1861 - 2011. 150° anniversario Unità d'Italia.
Post n°13 pubblicato il 17 Marzo 2011 da myrthus
Pensierino del giorno: Non sono un Libertador. I Libertadores non esistono. Sono i popoli che si liberano da sè. Ernesto "Che" Guevara. ************************** In questi giorni si è fatto un gran parlare dell'Unità d'Italia. Ma al di là della retorica e della demagogia, delle polemiche poltiche e del separatismo mascherato da federalismo di Umberto Bossi & C., nonchè degli errori della prima, della seconda Repubblica e di tutte quelle che verranno, l'unità d'Italia è una valore da preservare a tutti i costi. Perchè gli italiani si sentono e sono un popolo unito. Il volerli dividere per forza è andare contro la loro volontà e contro la storia. Oggi dirò anch'io la mia. Tra me e me. Legga chi vuole. L'Italia unita, è bene dirlo, fu fatta da pochi. Si è discusso e si discuterà ancora tanto sulle reali motivazioni di coloro che per primi credettero in questo progetto politico a farsi promotori di questa impresa. Che in alcuni territori fu vissuta quasi con indifferenza dalle popolazioni dell'epoca. Del resto, erano passate dall'uno all'altro governante per secoli. Si barattavano i territori ed i loro abitanti come se niente fosse. E perciò c'era pure una certa rassegnazione e bisogna capirli. Non tutto andò liscio, non tutto fu perfetto, non tutti erano d'accordo. E molte cose ci resteranno oscure. Ma quel che conta è che alla fine la gente accettò questa idea di unità nazionale. La solidarietà che lega un siciliano ad un valdostano, o un sardo ad un veneto, pur conservando ognuno l'orgoglio di appartenere alla propria terra ed alla propria storia, nasce anche dalla consapevolezza che le divisioni politiche che per secoli avevano caratterizzato l'Italia, nulla avevano potuto contro un'identità culturale che per lungo tempo visse nell'oblio, ma che era comune a tutti. Questo ognuno lo può constatare di persona ancora oggi. Ed è la più grande verità e realtà storica che il Risorgimento ci ha lasciato. Ecco perchè non si può disperdere in un mare di polemiche e di speculazioni politiche una così grande eredità. In un momento di crisi come quello che l'Italia attraversa, occorre restare ancora di più uniti. Forse certe azioni o certe figure vennero enfatizzate, si crearono dei miti. Come quello dell'epopea garibaldina. Su Garibaldi si è creata un'aura di leggenda, commise probabilmente degli errori ed è un personaggio che ha sempre fatto discutere. Ma a me sta simpatico. Lo è sempre stato. Fondamentalmente era un idealista. E nella sua impresa fu seguito da tanti giovani idealisti. Che traevano la loro forza ed il loro coraggio proprio dal fatto che credevano fermamente nella bontà della loro impresa e nel loro generale. Consideriamo che erano veramente pochi. Ma erano uniti. Per questo vinsero. Per questo sacrificarono le proprie vite. E lo fecero anche per noi. Alcuni di questi avevano seguito Garibaldi in tutte le sue imprese, restando al suo fianco in ogni circostanza. E forse non li ringrazieremo mai abbastanza. Ma dicevo della mia simpatia per Garibaldi. Forse non era l'uomo più perfetto di questo mondo, ma era molto coraggioso ed un idealista a suo modo. Forse un giorno avrò modo di parlarvi del suo rapporto con i sardi e con la Sardegna. E di quanto lui li amasse e li rispettasse. Fin da quando, esule, approdò a Cala Gavetta per la prima volta, accompagnato dal fido "Leggero", al secolo Giovanni Battista Culiolo, maddalenino. Garibaldi. Avventuriero ed idealista. Per tanti anni, fin dalla giovinezza, la sua idea di libertà era sempre stata associata ad una gran voglia di menar le mani. Per questo correva ovunque gli venisse richiesto. Ma il suo fine ultimo era la pace tra i popoli. Combatteva perchè voleva la pace. Infatti, le sue erano tutte guerre di liberazione, e non di occupazione e oppressione. Forse altri avevano scopi oscuri, ma non lui. Che, pur con tutti i limiti dettati dalla condizione umana, aveva degli ideali così alti ed attuali che forse sono stati messi in secondo piano dal suo mito. La libertà ed il benessere dei popoli gli stava veramente a cuore. Forse si compiaceva di essere già allora considerato un eroe. Del resto, lo era veramente. Il vero problema fu che se lui credeva e combatteva per degli ideali, già all'epoca vi furono coloro che si servirono di lui per raggiungere i propri scopi politici senza avere gli stessi ideali. Garibaldi era fautore della pace tra i popoli e dell'uguaglianza sociale. Per non parlare dell'abolizione della schiavitù. L'ho detto e lo ripeto: forse la leggenda che si è creata intorno al suo nome ha messo in secondo piano il pensiero di Garibaldi, che andrebbe invece riscoperto e rivalutato. Questi giorni in cui si celebra l'anniversario dell'unità nazionale potrebbero essere l'occasione giusta anche per riscoprire Garibaldi ed il valore e l'attualità del suo pensiero. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
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