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Sardinia and the world in my opinion.

 

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La cura per i mali della democrazia è più democrazia. (Henry Louis Mencken). La via del saggio è agire, ma non competere. (Lao Tzu). Fortis cadere, cedere non potest. Il forte può cadere, ma non cedere. (Detto latino).

 

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Poesie.

Post n°14 pubblicato il 19 Marzo 2011 da myrthus
 
Foto di myrthus

Pensierini del giorno.

Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo. (Giovanni Pascoli).

La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento. (Mata Hari).

La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo. (Charles Bukowski).

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Girovagando per il web, mentre perdevo tempo con degli amici, alcuni giorni fa, mi sono imbattuto in un blog molto interessante che, tra le tante cose, parlava di poesia giapponese. Si poteva addirittura comporre un haiku sotto la guida di un tutor virtuale. Così ci ho provato anche io. E' un'esperienza interessante e la consiglio a tutti. Comunque, dopo varie bacchettate sulle mani il mio tutor ha preso per buono il mio componimento. E' brevissimo, come tutti gli haiku di questo mondo, e ve lo propongo così come è uscito dalla mia penna.

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Sotto la neve

il mandorlo è fiorito

e tutto è lieve.

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N.B.: Eventuali lamentele circa la qualità del componimento possono essere inoltrate al mio tutor.

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1861 - 2011. 150° anniversario Unità d'Italia.

Post n°13 pubblicato il 17 Marzo 2011 da myrthus
Foto di myrthus

Pensierino del giorno:

Non sono un Libertador. I Libertadores non esistono. Sono i popoli che si liberano da sè.

Ernesto "Che" Guevara.

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In questi giorni si è fatto un gran parlare dell'Unità d'Italia. Ma al di là della retorica e della demagogia, delle polemiche poltiche e del separatismo mascherato da federalismo di Umberto Bossi & C., nonchè degli errori della prima, della seconda Repubblica e di tutte quelle che verranno, l'unità d'Italia è una valore da preservare a tutti i costi.

Perchè gli italiani si sentono e sono un popolo unito. Il volerli dividere per forza è andare contro la loro volontà e contro la storia. Oggi dirò anch'io la mia. Tra me e me. Legga chi vuole.

L'Italia unita, è bene dirlo, fu fatta da pochi. Si è discusso e si discuterà ancora tanto sulle reali motivazioni di coloro che per primi credettero in questo progetto politico a farsi promotori di questa impresa. Che in alcuni territori fu vissuta quasi con indifferenza dalle popolazioni dell'epoca. Del resto, erano passate dall'uno all'altro governante per secoli. Si barattavano i territori ed i loro abitanti come se niente fosse. E perciò c'era pure una certa rassegnazione e bisogna capirli. Non tutto andò liscio, non tutto fu perfetto, non tutti erano d'accordo. E molte cose ci resteranno oscure. Ma quel che conta è che alla fine la gente accettò questa idea di unità nazionale. La solidarietà che lega un siciliano ad un valdostano, o un sardo ad un veneto, pur conservando ognuno l'orgoglio di appartenere alla propria terra ed alla propria storia, nasce anche dalla consapevolezza che le divisioni politiche che per secoli avevano caratterizzato l'Italia, nulla avevano potuto contro un'identità culturale che per lungo tempo visse nell'oblio, ma che era comune a tutti. Questo ognuno lo può constatare di persona ancora oggi. Ed è la più grande verità e realtà storica che il Risorgimento ci ha lasciato. Ecco perchè non si può disperdere in un mare di polemiche e di speculazioni politiche una così grande eredità. In un momento di crisi come quello che l'Italia attraversa, occorre restare ancora di più uniti.

Forse certe azioni o certe figure vennero enfatizzate, si crearono dei miti. Come quello dell'epopea garibaldina. Su Garibaldi si è creata un'aura di leggenda, commise probabilmente degli errori ed è un personaggio che ha sempre fatto discutere.

Ma a me sta simpatico. Lo è sempre stato. Fondamentalmente era un idealista. E nella sua impresa fu seguito da tanti giovani idealisti. Che traevano la loro forza ed il loro coraggio proprio dal fatto che credevano fermamente nella bontà della loro impresa e nel loro generale. Consideriamo che erano veramente pochi. Ma erano uniti. Per questo vinsero. Per questo sacrificarono le proprie vite. E lo fecero anche per noi. Alcuni di questi avevano seguito Garibaldi in tutte le sue imprese,  restando al suo fianco in ogni circostanza. E forse non li ringrazieremo mai abbastanza.

Ma dicevo della mia simpatia per Garibaldi. Forse non era l'uomo più perfetto di questo mondo, ma era molto coraggioso ed un idealista a suo modo.  Forse un giorno avrò modo di parlarvi del suo rapporto con i sardi e con la Sardegna. E di quanto lui li amasse e li rispettasse. Fin da quando, esule, approdò a Cala Gavetta per la prima volta, accompagnato dal fido "Leggero", al secolo Giovanni Battista Culiolo, maddalenino.

Garibaldi. Avventuriero ed idealista. Per tanti anni, fin dalla giovinezza, la sua idea di libertà era sempre stata associata ad una gran voglia di menar le mani. Per questo correva ovunque gli venisse richiesto. Ma il suo fine ultimo era la pace tra i popoli. Combatteva perchè voleva la pace. Infatti, le sue erano tutte guerre di liberazione, e non di occupazione e oppressione. Forse altri avevano scopi oscuri, ma non lui.  Che, pur con tutti i limiti dettati dalla condizione umana, aveva degli ideali così alti ed attuali che forse sono stati messi in secondo piano dal suo mito. La libertà ed il benessere dei popoli gli stava veramente a cuore. Forse si compiaceva di essere già allora considerato un eroe. Del resto, lo era veramente. Il vero problema fu che se lui credeva e combatteva per degli ideali, già all'epoca vi furono coloro che si servirono di lui per raggiungere i propri scopi politici senza avere gli stessi ideali. Garibaldi era fautore della pace tra i popoli e dell'uguaglianza sociale. Per non parlare dell'abolizione della schiavitù. L'ho detto e lo ripeto: forse la leggenda che si è creata intorno al suo nome ha messo in secondo piano il pensiero di Garibaldi, che andrebbe invece riscoperto e rivalutato. Questi giorni in cui si celebra l'anniversario dell'unità nazionale potrebbero essere l'occasione giusta anche per riscoprire Garibaldi ed il valore e l'attualità del suo pensiero.

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Vento di Sardegna.

Foto di myrthus

Pensierino del giorno:

Un grande pilota sa navigare anche con la vela rotta.

Lucio Anneo Seneca.

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Quando ho letto questa frase di Seneca non potevo credere ai miei occhi. Sembrava fatta apposta per Andrea Mura e la sua (e di Guido Maisto) Vento di Sardegna.

In questi giorni Andrea si trova a Guadalupa per la registrazione di una puntata di "Saiiling woman", un programma della pay-tv Sky.  E forse anche per riportare a casa Vento di Sardegna. La sua barca. Che ormai è diventata la barca di tutti i sardi e non solo. Anche se esiste la possibilità che Vento di Sardegna resti a Guadalupa ancora per qualche tempo nell'attesa che Andrea e Guido mettano a punto i loro programmi per quest'anno.

E' una storia vecchia, ma voglio raccontarvela ugualmente cercando di essere sintetico. E sperando che Andrea mi perdoni l'ardire e qualche imprecisione.

Andrea Mura nasce in una famiglia di velisti. E fin da ragazzo ha iniziato a gareggiare un po' in tutto il mondo, ottenendo anche discreti successi.

Quando Raul Gardini lanciò la sua sfida all'America's Cup, Andrea fu scelto dallo skipper Paul Cayard come randista. Un ruolo di grande responasibilità. E qui mi piace ricordare con una certa commozione quel grande uomo di mare che fu Raul Gardini e ciò che disse di Andrea in quell'occasione: alla vela più grande abbiamo l'uomo più piccolo. Ma è un grande uomo.

Nell'edizione del '92 dell'America's cup il Moro di Venezia si comportò più che bene. Sconfiggendo i neozelandesi conquistò la Luis Vuitton cup. Perse successivamente la finale con gli americani. Ma ormai era entrato nella storia della vela. E con esso, anche Andrea.

Che continuò a veleggiare oltre che occuparsi della "Veleria Andrea Mura", che aveva creato nel 1985.  Ve ne parlo non per fargli pubblicità, anche perchè non ne ha bisogno, ma per farvi capire un pochino meglio il personaggio. Tanto per intenderci: oltre che gareggiare e vincere con le vele che lui ed il suo team costruiscono con tanta maestria, ha vinto premi anche in qualità di imprenditore.

Poi c'è stato l'incontro con Guido Maisto e la nascita del progetto Vento di Sardegna.

Insieme hanno vinto varie regate nel Mediterrano e stabilito diversi record. Detto in soldoni: negli ultimi anni hanno vinto tutte le gare alle quali hanno partecipato, a partire dalla Roma X 2.

L'anno scorso, infine, Andrea decise quasi all'ultimo momento di iscriversi alla Route du Rhum,  una transoceanica in solitario che partendo da Saint Malo in Francia, arriva a Point à Pitre, in Guadalupa. Vento di Sardegna, fin dal suo arrivo in Francia, non passò di certo inosservata, anche per la sua stupenda grafica. Una barca italiana con vele italiane (sarde) era tutto sommato una novità. Insomma, è stata più che ammirata. Con l'andare dei giorni, intorno a Vento di Sardegna si creò una grande attesa. Anche perchè Andrea, lasciando per un attimo da parte la sua innata modestia, fece capire abbastanza chiaramente che era lì per vincere. Il 31 ottobre 2010 la Route du Rhum 2010 prese finalmente il via. Fin dall'inizio Andrea ha dovuto superare molte difficoltà. Compresa la rottura del gennaker che lo ha portato ad un passo dal ritiro. Ma Seneca era stato profetico. Il suo coraggio ed il suo spirito di sacrificio sono stati infine premiati. Dopo 19 giorni di navigazione ha tagliato il traguardo per primo nella categoria Rhum, diventando così il primo italiano a scrivere il suo nome nell'albo d'oro di questa prestigiosa competizione. I francesi l'hanno però soprannominato "Le Sarde".

Lui e Guido Maisto sono attesi ora da altre imprese. Ma spero di averne modo di parlarne in futuro, sperando di non avervi troppo annoiato anche oggi.

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Ritagli della settimana.

Post n°11 pubblicato il 13 Marzo 2011 da myrthus
 
Foto di myrthus

Pensierino del giorno:

Ci vogliono venti anni a una donna per fare del proprio figlio un uomo, e venti minuti a un'altra donna per farne un idiota.

Charles Dickens.

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Ritagli della settimana.

Tornato ad Oristano per una circostanza inaspettata, chi ti vado a beccare per primo, non appena messo piede in città? L'araldo della Sartiglia, che ricopre questo prestigioso incarico da quest'anno. E così ne abbiamo fatto un breve riepilogo. Delle belle discese e delle pariglie, avevo già detto. E pure dei cavalieri. Ma dei cavalli? Purtroppo per alcuni di loro l'araldo non mi ha recato buone notizie. A causa di due distinti incidenti occorsi loro durante la Sartiglia, uno è stato abbattuto mentre un altro non potrà più correre. Quest'ultimo è stato ingessato e dopo la convalescenza verrà messo al pascolo. Il riposo del guerriero.

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Oggi piove, dimane nin so.

Tempo incerto in questa valle. C'è sempre qualcuno che si lamenta. Ma io penso al Giappone. Un disastro le cui dimensioni sono difficilmente quantificabili e che dovrebbe farci riflettere. Mi vien voglia di adottare un giapponese. Noi pure siamo disastrati, anche se facciamo finta di niente. Quando tra qualche anno la realtà ci presenterà il conto, sarà come uno tsunami. Anche i più previdenti ne saranno travolti. Soprattutto quelli. Per il momento, siamo molto bravi a creare dei disastri ambientali, con molta leggerezza e superficialità. Per qualche euro in più.

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Ma è primavera. E la pioggia non fa che imperlare di leggere gocciole i rosei germogli del mio giardino. La Sardegna fiorita è un grande spettacolo. Che la natura ci offre gratuitamente ogni anno. Anche se la stessa cosa accade anche in Toscana o in altre regioni d'Italia. Ma qui ci sono degli spazi e dei paesaggi che altrove, almeno in Italia, sono difficilmente immaginabili. Una volta, nel pieno centro di Cagliari, c'era un angolo selvaggio che pochi conoscevano, dove spuntavano fiori di ogni tipo e svolazzavano variopinte farfalle. Naturalmente, alcuni anni fa, hanno distrutto pure quello. Mi restano delle foto-ricordo. Ora ne ho scoperto un altro, questo a poca distanza dal centro, in un punto non ancora minacciato dalle speculazioni e dal cemento, dove fioriscono copiosamente alcune rigogliose varietà di orchidee selvatiche. Qualche anno fa, a poca distanza da casa, diciamo qualche chilometro, avevo scoperto un picolo areale di minuscole orchidee. Ma nel costruire una strada, l'hanno fatta estinguere. Quella particolare specie, nella mia zona, si poteva trovare soltanto in quei pochi metri quadri. Per fortuna è un'orchidea presente anche in altre zone dell'isola. Ma intanto è un altro pezzo di bellezza e di natura che è sparito per sempre.

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Il mare d'inverno.

Foto di myrthus

Pensierino del giorno:

Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, sarebbe cambiata l'intera faccia della Terra.

Blaise Pascal

Blaise Pascal, chi era costui? Forse non era proprio quel che si dice un allegrone, del resto la sua cagionevole salute lo portò alla morte all'età di soli 39 anni. "Soli" per lui, ma anche per l'intera umanità. Purtroppo non sapremo mai cosa avrebbe potuto regalarci il suo genio se fosse vissuto più a lungo.

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Il mare d'inverno. Quello della Sardegna, naturalmente. Dove, di mare, in verità, non ce n'è soltanto uno. A pochi metri di distanza l'uno dall'altro, si possono trovare spiagge, fondali e colori differenti. Ma ne parlerò al singolare per comodità.

Oppure non dovrei parlarvene per niente. Anche se temo che altri l'abbiano già fatto.

Penso con relativo orrore alle torme di turisti che verrebbero a godersi il mare sardo nelle tiepide giornate invernali ed a turbare la tranquillità delle spiagge e dei pochi fortunati che fino a quel momento se le sono potute godere indisturbati.

Senza andare troppo lontano, oggi mi soffermerò a parlare del mare di Cagliari, dove, tra le altre, ma è la più conosciuta, c'è la spiaggia del Poetto. Che nonostante sia stata praticamente distrutta da uno scriteriato e quanto mai inopportuno ripascimento che le ha fatto perdere il suo originario candore, in tutti i sensi, in inverno riesce ancora a dare il meglio di sè. Non è raro vedere qualcuno praticare il windsurf oppure il kitesurfing. In Sardegna, il vento non manca mai. Per i meno avventurosi, c'è sempre la possibilità di fare una lunga passeggiata, da soli, in coppia o con il proprio cane, senza incontrare anima viva o quasi.

Questo l'hanno ben compreso i crocieristi che in ogni periodo dell'anno giungono a Cagliari sempre più numerosi e che hanno fatto della spiaggia del Poetto la loro meta privilegiata. E allora, addio tranquillità. Anche se ogni tanto mi diverto a far loro da cicerone improvvisato con il mio inglese d'occasione.

Quel che non riesco a fare, è convincerli che ci sono ristoranti migliori di quelli segnalati dalle loro guide turistiche. Anzi, mi guardano pure con sospetto. Perciò non insisto. Le buone azioni non vanno mai imposte.

E, sempre con lo stesso relativo orrore del quale ho già detto in precedenza, penso a ciò che potrebbero trovarsi davanti ai loro occhi tra qualche mese. Quando in piena stagione estiva il Poetto sarà tutto un cantiere. E qui si corre il rischio di andare di male in peggio. Tutto merito della burocrazia e della politica. Ma mi corre l'obbligo di spiegarmi meglio, oltre che di concludere.

Occorre fare un po' di storia. Una volta c'erano i casotti. Che avevano soltanto bisogno di essere regolamentati, perchè in verità taluni proprietari ne avevano modificato la destinazione d'uso. E che invece sono stati demoliti. Per decenni le palificazioni sulle quali si reggevano avevano trattenuto la bianca sabbia del Poetto e contrastato l'azione erosiva del moto ondoso. Poi venne il ripascimento del quale si è già detto. Infine i "baretti". Ovvero i chioschi sempre ben frequentati ed animati sia d'estate che d'inverno. Non sono a norma, questo è vero. Ma una volta che si è stabilito di porre ordine seguendo criteri costruttivi ed ambientali quanto meno oggettivi ed uguali per tutti, perchè mai gli amministratori hanno deciso che i chioschi vanno demoliti o ristrutturati proprio adesso e con assoluta urgenza? Spero che ci ripensino. Perchè sarebbe un'azione del tutto intempestiva. Un po' come se a Cortina decidessero di ristrutturare le piste da sci durante la stagione invernale o rifacessero la pavimentazione della piazzetta di Capri a ferragosto. Non sarebbe certamente una buona idea, oltre che un pessimo biglietto da visita da mostrare ai propri ospiti.

In quanto a me, nell'attesa e nella speranza che tutto si chiarisca, mi accingo ad esplorare altri lidi.

 
 
 
 
 

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Un blog di: myrthus
Data di creazione: 28/02/2011
 

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CALENDARIO MANIFESTAZIONI IN SARDEGNA ANNO 2011.

Calendario manifestazioni 2011 in Sardegna.

Questo spazio riguarda le manifestazioni di vario genere, culturali, folcloristiche e sportive che si svolgeranno in Sardegna nel 2011 e che hanno attirato maggiormente la mia attenzione anche quando sono di interesse locale. Per tutti gli avvenimenti che non citerò direttamente, rimando ai link che inserirò in un apposito spazio a loro dedicato. Cercherò di aggiornarlo periodicamente nei limiti del possibile. I commenti relativi saranno oggetto di appositi post.

  • 06.03.2011 - Oristano. Sartiglia del gremio dei Contadini.
  • 08.03.2011 - Oristano - Sartiglia del gremio dei Falegnami.
  • 03.04.2011 - Cagliari - Vivicittà - Partenza H. 10:30
  • 01÷04-05.2011 - Cagliari - 355ª Festa di Sant'Efisio.
 

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