Alpha-Omega

Una persona mi ha detto: "Non dimenticare mai quello che sei."

Un giorno, sulla riva di un fiume, ho osservato la mia immagine riflessa nell'acqua. L'immagine di un uomo. Di un animale. Di un essere unico. Non replicabile.

Un'essere straordinario. Come ogni cosa che mi circonda.

Questo sono. Parte di questo affresco bellissimo.

Ritorno nel mondo che mi era appartenuto. Senza nessuna domanda. Osservo i miei simili abbarbicarsi su concetti polverosi, e non condivido né accetto. Compatisco.

Sul filo di lana del tempo le stagioni si accavallano ed io risorgo dalle ceneri. Di un rogo lontano. Autocreato.

Suggestivo, il tramonto mi osserva dispiegare le ali. In questo nuovo inizio. Senza che parola alcuna possa fermarmi. Né pensiero toccarmi.

Rinnovarsi è d'obbligo per gli umani. Capirne la necessità è difficile.

Così, spicco il volo. Osservando. E vivendo il mio ritorno all'esistenza che mi era appartenuta.

Volo libero. Senza nessun rimorso. Lasciami navigare senza senza domani. Non chiedere. E non attendendermi. Non tornerò.

(Omega)

Non chiedermi di essere quello che non sono. E non tentare di mutare il mio cammino. Ho faticato tanto per arrivare fin qui. Ho speso anni e anni, arrampicandomi su pareti lisce e taglienti come rasoi, senza un lamento e senza guardare indietro. Piangendo nelle notti insonni e nei giorni luminescenti di felicità che non 'appartenevano. Non chiedermi, ora, di esser qualcosa che non posso, non voglio, non devo essere. Vita, non farlo. Non merito anche questo. No. Non t'ho chiesto né fama, né ricchezza. Avevo chiesto una possibilità, solo quella. D'amare e d'essere amato. E quale follia è mai questa? Che follia è quella dove amore è visto come qualcosa d'irraggiungibile? Taci ora, vita. Taci...

(Omega)

Vorrei essere come Alpha. Ma non lo sono. Forse proprio per questo andiamo d'accordo. Siamo diversi.

Per me il ricordo del mio amore sospeso è come una lancia conficcata nel petto. E le gocce che scendono copiose hanno il frastuono di mille uragani. Gocce di sangue. Rosse. Cupe.

Io non ho una foto da guardare. E nemmeno lettere da rileggere. Ho solo ricordi. Che alimento ogni giorno per non perderli. Perchè la memoria può fare scherzi strani ed io non posso rimanere senza quei ricordi. Senza i suoi occhi. La sua voce. La sua carezza. I suoi capelli e i suoi profumi. E i suoi movimenti. E le risa. Come vorrei sentirla ridere...

Ma la mia Principessa non è più qui. E' là, nel castello dove ha scelto di vivere. Ed io posso solo pensarla. E continuare ad amarla. Come se nulla ci avesse separato. Come se l'ultimo sguardo fosse stato ieri...

Sai quanto dolore c'è in tutto questo? No. Nessuno lo sa. Nemmeno io. Esso si alimenta di giorno in giorno, nell'immagine sbiadita di un uomo alla finestra. In attesa di quell'Amore che, lo sa, non tornerà. Suo malgrado.

(Omega)