Callyphora

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Come aria che scarseggia, come strido abortito,
come ora, come attimo che non sempre equivale al battito,
come ciò che irrompe dentro per non andarsene più
divenendo silenzio, silenzio che porta altro silenzio
che di parlare non abbiamo bisogno, che già tutto è stato proferito
e non resta che accompagnare il passo con ordine
~che il disordine è ingovernabile e poco gestibile~

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Come loquela dell'acqua, de~canti~ svii,
come blandizia lenisci la cascaggine, stemperi, sedi i tafferugli,
fluendo mescidi, percoli, trasfiguri le sostanze in sospensione,
clarifichi poi gemmei, rinfrancato, scevro da incagli, sciorini.

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Luciderai quella salsedine,
rete su papille torbide,
sarà l'estinguersi dell'incavo
a brindare al ventre curvo.

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Poi giungono i fuochi d'aria, così,

come un osso che zampilla midollo,

come scaglia necessaria d'una radice debita.

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Piegata su un fianco,

sbocconcellata viva dall'ansia

l'anima sfornita d'osso e priva di carne

è sola.

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Tra il pensiero e la pelle

vagula irrisolta la cupidigia

tracimando dalla gola in sospiri.

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Morbido sotto l'arcata del crepuscolo ti abbozzo

e tra le costole ti lascio scivolare.

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Origami di respiri tra le ombre di notte

che stilla dai bordi della bocca.

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E' melodia che dilaga dal cielo,

quell'atipica pulsazione cardiaca

che pervade le vene e lascia correre il sangue.

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Vita legata alle tue dita

che scorrono tra gli echi di un lamento

e raggiungono la sete tra schiuma di favole.