Due volte vent'anni
Parole nude alla soglia dei 40 anni. E stavolta ho deciso di vuotare il sacco... Per farmi un regalo.
ATTENZIONE!!!
30 DIRITTI UMANI nella DICHIARAZIONE UNIVERSALE del 1948 dalle Nazioni Unite. l'opera rapp. l'articolo n°27: Il diritto d'autore. Il NO COPY è inserito, come fosse un timbro indelebile a protezione di tutte le opere artistiche e scientifiche.
Le opere letterarie che trovate nel mio blog sono frutto del mio ingegno e sono depositate presso la S.I.A.E. Non è concesso ad alcuno di farne uso neppure parziale.
NUDEPAROLE DENTRO CAMERE D'ALBERGO
Isabella, Eva, Giulia, Emanuela, Laura, Asia, Alice, Viola, Sarah, Alisea, Ines, Monica, Siria. Ognuna di queste donne ha amato un uomo diverso. Ognuna con caratteristiche diverse, con differenti approcci e analoghi intrecci e sviluppi nel contesto di rapporti occasionali o duraturi, di relazioni frivole o storie serie. Sono tredici ed è una donna soltanto. E' la sottoscritta ma potrebbe essere qualunque altra donna. Mi piace distinguermi da me per dare enfasi a piccoli particolari. Uno fra tutti: l'apparire di una stessa persona agli occhi di più persone, pur rimanendo sempre la stessa.
TUTTE LE MIE NUDEPAROLE
Sarah
Emanuela
NUDEPAROLE
Isabella
Alisea
Laura
Alice
Viola
Monica
Eva |
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La colpa è da addurre probabilmente al mio aspetto nordico... algido. Se hai una lunga chioma fluente platinata, se non sei oca allora sei frigida. Questo ho capito frequentando molti degli uomini che mi hanno avvicinata. Solo chi mi conosce da vicino ha avuto l'ardire e gli attributi di vivermi sfidando il rischio di rimanere scottato. E qualcuno, qualche volta, si è bruciato sul serio. Mai quanto la sottoscritta però, la sera in cui - per provare qualcosa di diverso - il mio amore despota e vizioso - mi portò a cena a casa di due amici fidatissimi. Usò proprio questo termine nel parlarmene durante il tragitto: fidatissimi. Termine al quale non seppi quale significato associare, disorientata forse dallo strano bagliore che gli attraversò lo sguardo mentre me ne parlava.Quella sera indossai un lungo abito sfrangiato, mi truccai pochissimo, optando per un rossetto perlato e passai, in compenso, il kajal nero intorno agli occhi, tagliando in due le palpebre da una matita dello stesso colore per sottolineare il taglio dell'occhio ed il ceruleo della pupilla. Un luogo un po' fuori mano, ma in compenso la location era splendida proprio perché i pini tutt'intorno a fungere da cornice e, insieme, da cortina invalicabile, rendevano lo scenario ancora più suggestivo, vestendola di una strana atmosfera che si percepiva a pelle. Guardandomi intorno, un po' mi meravigliai dell'assenza di altre figure femminili. Solamente i due amici del mio amante e la sottoscritta a consumare una cena lunghissima e articolata, costituita da diverse portate al termine della quale venne servito in un elegante quanto coreografico bicchiere ghiacciato, un mix di vodka, spremuta di fragole, limone ed anice. Ricordo che mi piacque moltissimo. Il mio uomo si allungò verso di me e, all'altezza della tempia, avvertii il suo respiro insinuarsi tra i capelli."Te ne faccio portare un altro", bisbigliò mentre iniziavo a sorseggiare avida parte del liquido corposo che, fresco a contatto con le papille gustative, scendeva però giù provocando indicibili vampate di calore.Ne bevvero anche gli altri, più moderatamente. Mentre accostavo le labbra al secondo bicchiere, sotto il tavolo lui prese a frugare furtivamente bel oltre l'orlo della mia gonna, continuando a parlare, nel frattempo, con assoluta disinvoltura di frivoli convenevoli con i due uomini seduti di fronte, intrattenendoli amabilmente e ignorando la mia espressione interdetta, inizialmente di disappunto, via via sempre più languida ed arrendevole.Seguì il terzo bicchiere e, per quanto mi sforzassi di rimanere ancorata all'ultimo barlume di lucidità, il movimento abile ed incessante delle sue dita, sempre più intime fra le mie cosce oscenamente allargate, prese il sopravvento su ogni buona intenzione. Quando uno dei due uomini abbandonò il tavolo, aggirandolo con flemma inquietante mentre mi si accostava, intuii la rapidità con cui il tono della conversazione intrattenuta fino a quel momento, mutò d'impatto. Finii il quarto bicchieretrangugiando il contenuto senza prendere respiro. Interrogai il mio uomo lanciandogli una rapida occhiata d'intesa mentre la mano di uno dei suoi amici mi carezzava lievemente il capo.Lo vidi annuire e ritrarre la mano che cercai di trattenere tra le cosce furiosa e frustrata, cos'cché, mentre lo vedevo tintinnare il cristallo del suo bicchiere e mandare giù qualche sorso, vidi l'uomo in vidi accanto a me estrarre dalla patta dei pantaloni un membro in evidente stato di erezione, e la mano che prima mi sfiorava i capelli, adesso premeva alla base della mia nuca, spingendomi verso l'asta svettante che mi offriva senza proferire verbo.Ne avevamo parlato tante volte. Io le mie fantasie, lui e le sue. Pensavo scherzasse quella volta in cui mi chiese se mi sarebbe piaciuto farmi scopare da due sconosciuti, perché lui era eccitato all'idea di godersi la scena. Si allontanò da me, girò intorno al tavolo accendendo una sigaretta e mi indicò con fare imperativo ma pacato, osservando la scena da un altro angolo della sala."Se non sei in grado di fare quello che ti chiedo - esordì in tono solenne - ricomponiti e ti riaccompagno a casa. Poi però trovo una meno frigida e troia quanto basta per potersi permettere di stare con me". Una vampata mi colorò le guance, facendomi trasalire al suono di quelle parole. L'algida puttanella innamorata, continuava a ripetere la mia vocina interna. Inchiodata al bivio della propria coscienza mentre, quasi meccanicamente, lasciava che il sesso di un estraneo le violasse la bocca e il secondo uomo mi piegava sul tavolo, sollevandomi il vestito fino ai fianchi, insinuando un dito appena sotto il tessuto sottile del perizoma e spingendo contro lo sfintere mentre con due dita mi penetrava la vagina. Lo sguardo incollato a quello del mio uomo, presi a suggere avidamente, pompando ingorda con lunghe pennellate, laddove la mia lingue produceva su quel grosso membro tozzo delle contrazioni più forti, aumentandone il volume mentre si spingeva nella mia gola fino a quasi soffocarmi. Non riuscii neppure ad urlare quando l'uomo alle mie spalle, le mani incollate ai miei fianchi, prese a forzare la mia apertura, lacerandomi la carne pur di entrare. E spinse con forza, emettendo un suono simile al grugnito di un animale mentre sentivo la tensione nervosa allentarsi, le cosce bagnarsi e la mia bocca ingoiare ripetutamente il grosso pezzo di carne ormai sul punto di esplodere. "Ingoia", m'intimò il mio uomo, con voce ferma ma incrinata dall'eccitazione che tentava di mascherare dietro lente boccate di nicotina. Tenni l'orlo del vestito ben sollevato all'altezza dei fianchi mentre riuscivo finalmente a gridare per l'intrusione continua degli affondi concitati che mi dilaniavano le viscere. Un sollievo breve e di scarsa consolazione. La sofferenza fisica si acuì quando una mano sulla testa mi impedì qualsiasi altro movimento frattanto che, inchiodata contro il tavolo, senza riuscire a venire, rivoli di umori che non riuscivo a distinguere, mi solcavano l'interno delle cosce. L'uomo alle mie spalle fece scivolare il corpetto del vestito al di sotto dei seni, spingendo il tessuto lungo le spalle, e scoprì i capezzoli turgidi, estraendoli dalle coppe e tintinnandoli più volte, poi stringensoli e strizzandoli tra le dita. Fu allora che mi sentii venire, mentre il suo sesso si spingeva con forza tra le mie natiche e fiotti di sperma m'investivano il volto, le labbra, il seno, i capelli... Ingoiai così come lui mi aveva chiesto. Mentre seguivo con lo sguardo il mio amante, sul divano a pochi metri da noi, abbandonarsi pigramente tra i cuscini. Ma leggevo nei suoi occhi una luce che prima non c'era. Malferma sui tacchi, lo raggiungi percorrendo a piccoli passi il breve tragitto che ci separava, sistemandomi sul suo grembo e guardandolo reclinare il capo e chiudere gli occhi quando le mie dita indugiarano lievemente sulla patta dei suoi pantaloni. Insinuai una mano strusciandomi contro il suo corpo, sentendolo spingere tra le mie dita e percorrendo il glande con una carezza lieve. Lo stimolai a lungo, tanto più il suo pene premeva turgido ed impaziente. Spinsi il bacino contro il suo lasciando che mi penetrasse. Mi sentii attraversare da una scrica elettrica mentre gettavo la testa indietro e guidavo le sue mani sui fianchi, ondeggiando sinuosamente. Sollevandomi e abbassandomi ritmicamente, raggiunta da un orgasmo violento quando due dita e poi tre s'intrufolarono tra le natiche, spingendo con forza. Lui irruppe nel mio ventre coon una contrazione deflagrante, trasformando i gemiti di piacere in un grido soffocato che gli morì in gola prima che, inarcata fra le sue mani, il mio urlo liberatorio si unisse al suo. Continuai a cavalcarlo mentre eiaculava rumorosamente, muovendomi frenetica e febbrile, perché mi piace tutto ciò che fa parte di un uomo che si riversa dentro di me. E mi piace che il seme caldo del MIO uomo mi colmi fino a farmi straripare; mi piace il suono che ogni fiotto produce travasando dalla vagina. Mi piace sentire il suo liquido caldo che riga la mia pelle, come un cane marca il suo territorio, così il suo sperma deve scrivermi sulla carne, ché nessun altro uomo prima né dopo lui potrà raccontare in quanti modi gode e sa farti godere una valchiria glaciale quando il sentimento le si annida fra le cosce facendo di una Femmina su cui niente mai avresti scommesso, una lasciva cagna in calore. |
Aveva promesso d'insaponarmi la schiena. Solo questo. Basta sesso, s'era detto. Nell'ultimo fine settimana, per quanto mi abbia scopata da dio, se il lunedì mattina, in balìa degli ultimi fumi della lussuria sono rimasta inchiodata al suo letto dal vigoroso membro con il quale ha riempito ogni anfratto che consentiva d'essere riempito, la giornata di oggi mi ha riportata alla lucida e spietata realtà. Lui ha una fede al dito ed io un legame stabile e consolidato che non si discute nemmeno. Ma sotto la doccia, quando sotto il getto d'acqua calda mi ha sapientemente insaponata e, scendendo lungo la colonna vertebrale e più giù, fino ad allargarmi le natiche con le dita trabordanti di profumatissima schiuma, ho trattenuto il respiro, inarcandomi con un mugolio d'assenso. Avevo gli occhi chiusi quando il suo corpo mi ha sovrastata e la sua mano ha guidato la turgida virilità con una spinta che mi ha raggiunto il ventre. L'istante in cui è sopraggiunto il secondo orgasmo, sotto le quelle spinte feroci, mentre il suo corpo sbatteva contro il mio e gli umori si mischiavano, così come l'ansimare prima e lo scambio di respiri febbrili e gemiti soffocati l'una sulla bocca dell'altro. Fino a gridare, quando lui mi ha chiesto trafelato di alzare le gambe al di sopra delle sue spalle e, uscito grondando sperma tra le mie cosce, è rientrato con foga, spingendo contro lo sfintere. Al terzo affondo mi ha riempita di liquido bollente le viscere, continuando a scoparmi come un forsennato, sbattendo il bacino contro le mie natiche; le gambe in alto, le caviglie serrate nelle sue mani e la sensazione dei miei umori che riempivano l'aria schizzando sulla sua pancia, fra le cosce, sul suo sesso... Mi sono accasciata sul letto, le gambe divaricate, ad osservare quell'enorme palo di carne violare con una flemma esasperante il mio lago bollente: entrava, usciva, andava dentro, poi fuori, poi ancora dentro... Mi sono sollevata sui gomiti, volevo vederlo esplodere e lui ha capito. E' rimasto appoggiato al Monte di Venere, l'ha spinto dentro lentamente, è uscito nuovamente e lo ha appoggiato alla mia vulva. Ho fatto roteare due dita sulla cappella lucida e gonfia e ho portato le dita in bocca, succhiandole con l'aria da troia con cui ho sostenuto il suo sguardo mentre un fiotto di sperma mi raggiungeva la pancia e dell'altro, copioso, sotto getti assai più potenti, mentre lui godeva rumorosamente, si posava sui fianchi, sul seno... Con un colpo di reni secco, ha assestato l'ultimo affondo, inondandomi le cosce di tutto il liquido denso che fuoriusciva dalla vagina, portandomi all'orgasmo solo attraverso le contrazioni fortissime che dal suo membro si sono abbattute fin nelle viscere, mentre sentivo la sua presa salda ancorarmi i fianchi e spingere ancora assestando gli ultimi colpi mentre mi veniva dentro. |
Post n°12 pubblicato il 15 Aprile 2011 da NudaParola
Bene, bene, bene... Un altro fine settimana per staccare un po' la spina e salpare verso altri lidi, non prima d'avervi però augurato una serena domenica delle Palme. Per quanto le festività tutte che il calendario periodicamente scandisce e ricorda, abbiano sulla sottoscritta un effetto disperante. Mi annoio, io non sono il tipo da feste comandate e didscalie comportamentali (l'avrete capito...). Un mio post di qualche giorno fa sembra non essere passato inosservato: mi sono giunte perfino proproste da parte di uomini disposti a mantenermi! Non avrei mai osato immaginare tanto... Tuttavia, non si è fatta altresì disattendere qualche divertente quanto patetica testimonianza di qualche delatore frustrato: "Io non ti pago!", comunicazione, breve e coincisa. Messaggio recepito. Grazie per i commenti e i messaggi che ricevo numerosissimi quotidianamente perché, proprio grazie a voi (tutti voi), sto realizzando di quanto attendibile e veritiera sia la distinzione che mira a mettere a fuoco la figura degli UOMINI, distinguendola da quella dei MASCHI. "Io non ti pago" porta sicuramente la firma di un maschio. Gli uomini sono cerebrali, riescono ad entrarti nella testa prima che fra le gambe (ad andare dentro e fuori son tutti capaci...) e un uomo cerebrale avrebbe compreso che la mia esortazione ad invogliare uno o più lettori (generalmente fissi) a rendermi oggetto di generoso onorario in cambio di prestazioni di natura sessual-sentimentale, chi dispone di un minimo di materia grigia, dicevo, non avrà certo bisogno dell'illuminazione di questo post per distinguere l'intento reale dalla provocazione ostentata al fine di testare quanto spessore taluni individui ripongano in zucca. Evidentemente, lo ripongono altrove per farne poi chissà quale precario e maldestro uso. Tesoro mio bello (non ti menziono neppure perché sono una signora e tu non hai nessuna importanza né è mia intenzione concedertene), non mi avresti neppure regalandomi la tua carta di credito (ammesso che tu ne abbia mai posseduta una), neanche svenandoti avrai da me un seppur minimo margine di attenzione che non sia rivolto a sottolineare la tua goffa stupidità da essere frustrato la cui argomentazione si riduce a quel rigo e mezzo che non hai nemmeno avuto le palle di firmare. Informo pertanto i singori Maschi (gli Uomini sono intelligenti, sono quelli che staranno sorridendo leggendomi vagamente alterata) che non sono in vendita (ne traesse almeno mera consolazione lo sfigato di cui sopra che neanche in sette vite potrebbe permettersi la sottoscritta!), che vado a letto quando, come e con chi dico io, che nessun uomo mi ha mai pagata (ma, in compenso, io ho dato dei soldi a un morto di fame che non me li ha mai resi) e che nessuno avrà MAI dato sensibile alcuno per potermi contattare, telefonicamente, a mezzo posta o segnali di fumo. Mettetevi l'anima in pace. In ultimo, mi preme informare i più affezionati che entrando in questo luogo di perdizione solo di tanto in tanto, non sempre riesco ad essere tempestiva nelle risposte e me ne scuso. Siate buoni e sereni, almeno sotto Pasqua! Amatevi tanto e smettete di scrivermi porcate o frasi stucchevoli da baci perugina: mi annoiano. P.S. Ma quant'è rancica l'uva che non si riesce a cogliere?
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Post n°9 pubblicato il 10 Aprile 2011 da NudaParola
... come, affettuosamente, in privato, si continui ad insinuare io possa essere una puttana. Ma io non mi offendo mica... Gli uomini che sono passati dal mio letto mi hanno sempre "adornato" di questo epiteto-vezzeggiativo: sono sempre stata la puttana di qualcuno. Ma l'ho sempre data via gratis. E a chi mi andava di darla. Però, se ci tenete proprio così tanto, io posso anche accettare beni in natura in cambio del mio tempo e della disponibilità della mia persona (non solo virtualmente). Dietro appropriata e ragionevole "ricompensa" da effettuarsi prima che ci si ritrovi a scopare da qualche parte (sono una cagna in calore, più i luoghi sono "illeciti" e moralmente biasimevoli, più mi bagno...), perché prima sarebbe prostituzione. Dopo solo genuina riconoscenza. Inutile sottolineare che si effettuano altresì servizi fotografici privati su richiesta: tutti gli scatti saranno riservati e chiunque potrà richiedere sia la lingerie indossata dalla sottoscritta nelle immagini, sia i miei "giocattolini", che userò per darmi e darvi il massimo del piacere. Chi fosse interessato, potrà (ri)utilizzarli sulla sottoscritta durante uno dei possibili incontri da concordare. Vesto una 46 e porto la quinta di reggiseno. Altre e più dettagliate descrizioni sulle mie preferenza di natura squisitamente sessuale, verranno fornite solo su richiesta di generosi ed esperti uomini maturi (dai 40 ai 60 anni) disponibili nell'instaurare una relazione libera, senza impegno alcuno da parte di entrambe le parti, all'insegna del massimo rispetto e della più totale riservatezza. Potrei mettere all'asta al miglior offerente anche recapiti telefonici ed indirizzi privati tanto quanto a disposizione riferimenti su come provvedere alla noiosa ma necessaria incombenza di natura squallidamente onoraria. Perché, sia ben inteso, le puttane accettano anche regali, amano le sorprese e lasciano spesso in dono "souvenir" intrisi di umori dopo lunghi e appassionati amplessi. Affinché ci si possa sempre ricordare di quanto torrida e porca io sia, contrariamente alle mogli, compagne o fidanzate insipide che albergano le vostre vite insoddisfatte. Ché siete sempre alla ricerca di qualcos'altro... Non mentite con me se non volete che metta in piazza la verità sui tanti altarini privati che colleziono correlati da inverosimili nick. Puttana forse, ma non provate nemmeno a trattarmi da stupida perché tiro fuori le unghie e, anche se a qualcuno potrebbe perfino piacere, molti sono abituati a gradire più dei miei artigli conficcati nella schiena, i propri gingilli immersi in qualche altra parte di me... Detto ciò, fatevi avanti. Chi fosse interessato, avrà ogni dettaglio in merito su come "muoversi". Per i più timidi, ho una voce calda e inconfutabilmente accattivante cui ricorro spesso per procurare intensi orgasmi telefonici condivisi (l'arte sta sempre nell'unire l'utile al dilettevole). Se qualcuno avesse da ridire o volesse manifestare indignazione, mi permetto di suggerire una petizione con apposita raccolta firme nella quale far presente A CHIARE LETTERE alla sottoscritta di rinunciare a qualsivoglia diritto o libero arbitrio di continuare ad apostrofarmi come puttana. Ché nessuna di coloro che rientrano nelle vostre conoscenze, ve la darà mai gratis. E a quel punto nemmeno io. Neanche pagando... |
Post n°7 pubblicato il 07 Aprile 2011 da NudaParola
... ma non lo sono, mi viene spontaneo concludere la frase. Curioso come qualcuno (in privato, non sia mai lasciar traccia pubblica di sé in questo pubblico luogo sconsacrato! Le storie che avete letto e che, qualora vi facesse piacere, continuerete a leggere, sono tutte quante VERE. Non ho spostato, non sposto una sola virgola e non modifico alcun particolare - nemmeno il più apparentemente insignificante - che possa alterare gli eventi così come sono stati vissuti nella realtà. Se fossi una escort, ho esordito questo post con queste parole, poc'anzi... Beh, se davvero fossi una escort non sarebbe poi così male. Conosco gente che ci ha costruito su una fortuna, donne "in carriera" che fanno un baffo a certe manager rampanti e frustrate, però - personalmente - solo all'idea di dovermi spogliare per soldi mi "smonto". Le camere d'albergo da cui prende spunto il titolo del Blog si relazionano ad alcune (molte... anzi, numerose) relazioni intrettenute con uomini sposati, fidanzati o comunque sentimentalmente legati ad altre donne. E' naturale, non potendoti invitare a casa, per questa categoria di uomini portarti in un poco romantico hotel ma, in compenso, funzionale e lussuoso tanto da compensare il disagio dell'anonimato di ogni stanza. E poi, proprio in uno dei miei primissimi post, parlavo giusto appunto di quanto mi piaccia l'idea di rifugiarmi con un uomo in una stanza d'albergo. Lo trovo incredibilmente eccitante, senza considerare quanto sia comodo e pratico: ti rivesti e te ne vai. Non devi rifare il letto, non devi mettere in ordine (prima e dopo)... insomma, tutta una serie di incombenze noiosissime e fastidiose. Fatta questa piccola puntualizzazione, prometto di darvi presto in pasto il degno sequel dei capitoli fin qui editati. E' divertente scriverli... mi riporta indietro nel tempo e ripensare a determinate situazioni e stati d'animo eccita me per prima. Mi auguro l'effetto seguiti a rivelarsi contagioso come in privato i vostri messaggi, garbati e lusinghieri, mi testimoniano... |
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il 02/05/2011 alle 15:26
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il 15/04/2011 alle 14:26
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il 13/04/2011 alle 13:26