Lettera aperta a tutti coloro che odiano le culture locali
di Angelo Veronesi
L'amore che i padani portano per la pluralità delle culture, delle musiche, delle storie e delle lingue locali non ha nulla a che vedere con il nazionalismo di marca italiana.
L'italianità, come la si considera di solito, odia e disprezza tutte le manifestazioni culturali locali fino alla falsificazione storica e accademica bollando come "popolari", "volgari" e "infime" lingue e culture con millenni di gloriosa storia alle spalle.
Se durante il Risorgimento italiano fossero prevalsi i federalisti, oggi l'italianità vorrebbe dire pluralità di culture locali viste come un arricchimento stesso della specificità del nostro stato.
In Svizzera parlare il tedesco, il lombardo, il toscano, il romancio o il francese non viene vissuto come avvilente del cosiddetto sentimento nazionale o come anti-statale, ma come specificità stessa della loro identità legata a doppio filo con le culture locali che la compongono e ne sono parte integrante.
Purtroppo non è successa così in Italia e da più di 150 anni l'italianità odia e disprezza di un odio feroce e con metodi oppressivi da regime dittatoriale ogni forma di autonomia locale fosse anche solo culturale o linguistica.
Quando si parla di locale lo si fa sempre in un'ottica folklorica, quando non ironicamente, quasi con un sentimento compassionevole di qualcosa che si vorrebbe far diventare a tutti i costi passato, ma che fortunatamente non è ancora morto e resiste perchè e' parte di noi stessi.
Le culture locali non tolgono nulla nè all'italianità nè alle altre culture.
E' difficile farlo capire soprattutto agli italiani etnici che, pur parlando a casa loro la propria lingua locale (romano, napoletano, siciliano, pugliese, ecc..), non tollerano, e si sentono offesi, che qui da noi, in Padania, si parli lombardo, piemontese, veneto, tedesco o francese, come se togliessimo o offendessimo qualcuno parlando la nostra lingua madre.
Mai sentito dire da nessun padano che chi parla napoletano o romano deprime il sentimento nazionale.
Perchè noi padani dovremmo offenderci o incollerirci?
Noi amiamo le culture e le lingue locali e pensiamo che siano un arricchimento per le nostre società da valorizzare e promuovere.
L'italianità non è così.
Fino ad un recente passato l'Italia proibiva anche il solo parlare in lingua locale, come se chi lo facesse e l'aveva sempre fatto, dall'oggi al domani fosse diventato un criminale incallito degno delle patrie galere.
In Val D'Aosta addirittura il regime italiano sradicò le lapidi tombali scritte in arpitano o francese e ne installò di nuove scritte in toscano.
Sicuramente se in Italia vi fosse stato almeno un benchè minimo rispetto per le culture locali e non l'odio fossennato che c'e' stato, non vi sarebbero state leggi razziste come quella contro le lingue locali o addirittura quelle razziali contro le comunità locali di ebrei padani e italiani da sempre presenti sul nostro territorio.
L'Italia venne qui da noi e cambiò i nomi dei paesi perchè si sentiva -ingiustamente diciamo noi- offesa se a casa nostra parliamo la nostra lingua.
Visto che l'italianità è da sempre intesa come odio per le diversità e le pluralità, sono fiero di essere padanista ed amare invece le pluralità ed essere convinto oppositore di ogni becero nazionalismo centralista italiano.
Inviato da: tuodeo
il 13/01/2010 alle 14:42
Inviato da: elenaforsport
il 27/11/2009 alle 12:48
Inviato da: psicologiaforense
il 26/01/2008 alle 01:39