Creato da agpcamuni il 25/01/2008
Associazione Giovani Padani - Valle Camonica
 

Chi Siamo

Associazione Giovani Padani - Valle Camonica

L'associazione non ha finalità di lucro ed è finalizzata a promuovere la riscoperta e lo studio delle origini dei Popoli della Padania: a questa attività unisce quelle di ricerca sulle ragioni ecomoniche e politiche dell'Indipendentismo Padano e di riflessione sul significato delle lotte liberitarie di comunità e individui.

L'Associazione promuove inoltre tutte quelle iniziative volte a difendere il diritto allo studio, al lavoro ed alla casa nonché il recupero e la difesa degli usi, dei costumi e della cultura delle terre natie.

CONTATTACI:

La Sezione Camuna si trova a Capo di Ponte, in Via Italia n° 34

e-mail: mgp@giovanicamuni.com 
Fax: 02.700449839 oppure 0364.2631196 
Segreteria telefonica: 02.303124599

 

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FORUM CULTURA 2008

Post n°18 pubblicato il 16 Maggio 2008 da theriddle
 

Breno 16 maggio 2008

Forum delle Associazioni e dei gruppi culturali della Valle Camonica

Tema: “Icroyable Richesse” Proposte per il futuro della media Valle Camonica
Associazione: Ass.Culturale Giovani Padani
Sito internet:
 http://blog.libero.it/camunia
 

“La Valle Camonica, patrimonio inestimabile da valorizzare”

Dott.ssa SAbina Mastroeni - Severino damiolini

La Valle Camonica presenta un patrimonio culturale e naturale vario e molto ricco e per questo non sempre assimilabile, inoltre le diverse esigenze del turista necessitano di pacchetti adeguati e sempre diversi, coerenti con le richieste specifiche (scuola, pubblico adulto e/o straniero) che sono tra le più variegate, pacchetti costruiti su misura sfruttando la competenza e la professionalità delle singole associazioni presenti sul territorio e specializzate da anni in ambiti precisi.  

E’ evidente che specializzazione significa qualità! 

La conservazione, il restauro e la valorizzazione degli ambienti di vita tradizionali, del patrimonio naturalistico e di quello storico-artistico di cui la nostra valle è impregnata possono essere possibili solo attuando una programmazione ed un coordinamento che coinvolgano tutte le realtà turistico-culturali presenti sul territorio, facendo molta attenzione però, laddove è importante incrociare le varie professionalità, a  lasciare la giusta autonomia alle associazioni di collaborare tra loro per soddisfare varie esigenze richieste. 

Si rende praticamente indispensabile quindi lo sviluppo di un ENTE UNICO DI GESTIONE DEL TURISMO IN VALLECAMONICA che coordini tutte le iniziative valligiane (evitando la sovrapposizione di eventi) senza però limitare la professionalità acquisita negli anni da molti operatori camuni e facendo molta attenzione a che questo non diventi uno dei troppi “enti inutili” creati solo per  distribuire favori agli “amici degli amici” o per garantire la sedia a qualche “amministratore professionista”. 

Riteniamo che compito di un ente centrale sia innanzitutto risolvere l’annoso problema di una promozione che sia unica e della ricerca di risorse da distribuirsi, ovviamente, non secondo logiche politiche bensì seguendo quelle dettate dalle reali esigenze del turismo moderno.   

Esplorare un territorio significa saperlo avvicinare nelle sue più intime strutture, lasciandosi guidare dall'esperienza delle sue genti, prestando attenzione alla storia quanto all'ecologia, assaporando il mutare delle stagioni dal verde dei suoi monti fino alle rive del suo lago, cogliendo le suggestioni dei suoi vini e della sua cucina. In questo senso il turismo diviene consapevole, cioè ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali: un turismo che deve assicurare un'evoluzione accettabile per quanto riguarda l'impatto delle attività sulle risorse naturali, sulla biodiversità e sulla capacità di assorbimento dei prodotti residui.

Componenti fondamentale del patrimonio culturale della nostra valle sono anche l’artigianato,  l’agricoltura  e i prodotti tipici. A nostro parere è urgente un intervento immediato finalizzato alla salvaguardia del nostro ecosistema montano attraverso la Costituzione di un Marchio che identifichi tutti i prodotti Camuni sulla falsariga dell’esperienza Trentina e Valtellinese. Un unico marchio, un’unica immagine (nome Val Camonica o Valle Camonica? Quale logo? Quali colori?) un marchio che sia visibile e riconoscibile ovunque e che identifichi progetti che non siano sporadici tentativi di promozione della durata di pochi anni, ma siano interventi strutturali pensati a largo respiro.

Secondo un piano di “dissemination” comune decidere quale materiale informativo produrre, CD, materiale cartaceo, il sito etc., per promuovere finalmente un prodotto che sia complessivo, all’interno del quale poi ogni associazione a seconda della propria specializzazione possa trovare il suo spazio, mantenendo una certa autonomia.

La libera concorrenza crea infatti un miglioramento dell’offerta.

Come poi non considerare che oggi il turista, soprattutto il turista straniero, si muove sempre più indipendentemente nell’ampio mercato delle offerte turistiche attraverso internet?

Il sito ufficiale (ma esiste? Voli? Invallecamonica.it? vallecamonica.net?) dovrebbe essere continuamente aggiornato con le ultime novità, gli eventi, le manifestazioni ed i links delle diverse associazioni, in modo che ognuna possa poi offrire la propria professionalità specifica. Un sito che dovrebbe essere posizionato il più in alto possibile nei motori di ricerca, sfruttando degli spazi a pagamento o anche dei circuiti di scambio banner; oltre a prevedere una versione quantomeno in lingua inglese, ma sarebbe il caso anche francese, tedesca e spagnola. Ci chiediamo infatti come possa oggi un turista straniero capire cosa la Valle può offrirgli. Confrontiamo i numerosi siti camuni con il sito ufficiale dell’Alpe di Siusi (www.alpedisiusionline.it): la differenza è palese…. 

Turismo culturale a 360 gradi.
E’ ormai innegabile come, anche negli ambienti culturali e istituzionali, si stia progressivamente estendendo il concetto stesso di patrimonio culturale, fino a  comprenderne elementi, oltre che materiali, anche immateriali e intangibili fondati sul riconoscimento dell’identità delle comunità e sul valore della diversità che vanno dagli ambienti naturali antropizzati (paesaggi culturali) alla produzione artistica, allo spettacolo, all’alto artigianato, alla filiera enogastronomia, alle culture tradizionali.

Per questo motivo riteniamo fondamentale la creazione dei cosiddetti “ecomusei” (termine coniato proprio da da Hugues de Varine) pensati come strumenti per tutelare le tracce delle società rurali in un momento in cui l'urbanizzazione, le nuove acquisizioni tecnologiche e i conseguenti cambiamenti sociali rappresentavano un rischio reale di completo oblio di un patrimonio culturale millenario. L'ecomuseo interviene infatti sullo spazio di una comunità, nel suo divenire storico, proponendo "come oggetti del museo" non solo gli oggetti della vita quotidiana ma anche i paesaggi, l'architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione, ecc.

Le esperienze ecomuseali in Italia sono numerose e spesso molto diversificate, anche per le divergenze interpretative da parte dei soggetti promotori. Vale la pena ricordare che, accanto ad iniziative isolate, esistono reti di ecomusei, in fase di espansione, realizzati sulla base di leggi regionali specifiche. Il Piemonte è stata la prima regione a dotarsi di uno strumento normativo in materia (L.R. 31/95), seguita dalla provincia autonoma di Trento e dalla regione Friuli - Venezia Giulia e recentemente dalla Regione Lombardia (L.R. 13/2007).

In quest’ottica le notevoli ricchezze che la Valle Camonica offre sotto il profilo storico, culturale, artistico e naturale possono essere classificate e valorizzate attraverso l’individuazione di tre principali filoni o percorsi, che propongono la suggestiva occasione di esplorarla da altrettanti punti di osservazione: 

Il Percorso della Memoria.
La particolare collocazione geografica ha reso il territorio Camuno una terra di confine e di passaggio quale strategico valico di accesso al mondo alpino. Numerosissime le tracce lasciate da condottieri, personaggi storici, popoli e culture: gli antichi camuni, la contaminazione dei celti prima e degli antichi romani poi, il passaggio di Carlo Magno e del Barbarossa, e così via sino ai drammatici segni della Grande Guerra, che interessò fortemente la nostra terra ed in particolare il massiccio dell’Adamello;

Il percorso del Lavoro.
Le specifiche caratteristiche del territorio, dominato dall’ambiente montuoso, hanno spinto gli abitanti a basare la loro esistenza principalmente sulla sfera rurale, della quale sono state tramandate innumerevoli testimonianze e da cui dipende ancor oggi l’attività di una piccola parte della popolazione. Molte delle mansioni proprie del mondo contadino sono rintracciabili nel cospicuo numero di fienili e casolari, posti a varie quote lungo tutto il tratto della Valle, nelle malghe ed in molte abitazioni collocate nei centri storici, che conservano le caratteristiche di un tempo. Fenomenale è l’archeologia industriale legata alla lavorazione del ferro; 

Un percorso dell’Arte che consenta di valorizzare le varie tipologie di arte presenti in Camunia,
permettendo al turista di assaporare le ricchezze storico culturali della nostra valle, partendo dalle incisioni rupestri, passando per l’architettura rustica, l’arte sacra e l’arte romana che, molto spesso, si intersecano tra loro dando origine a “fenomeni culturali” tipicamente camuni. 

Gli Alberghi diffusi
Naturalmente il turista dev’essere messo in condizione di poter fruire dell’offerta turistico-culturale anche dal punto di vista logistico. Per questo motivo proponiamo la creazione dei cosiddetti “Alberghi diffusi”: strutture ricettive unitarie che si rivolgono ad una domanda interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio, a contatto con i residenti, usufruendo dei normali servizi alberghieri. L’albergo diffuso può essere definito come un albergo orizzontale, situato in un centro storico, con camere e servizi dislocati in edifici diversi, seppure vicini tra di loro. Tale formula si è rivelata particolarmente adatta per borghi e paesi caratterizzati da centri storici di interesse artistico ed architettonico, che in tal modo possono recuperare e valorizzare vecchi edifici chiusi e non utilizzati e ormai disabitati, ed al tempo stesso possono evitare di risolvere i problemi della ricettività turistica con nuove costruzioni. 

L'offerta dell'albergo diffuso si pone nel mercato turistico come tipologia ricettiva in grado di offrire capacità di soddisfare i desideri di un’utenza esigente ed esperta; rispetto e recupero dell’ambiente culturale;  autenticità e originalità della proposta; gestione tipicamente familiare; creazione di un indotto virtuoso con la valorizzazione delle tradizioni gastronomiche, artistiche e artigianali, e contesto ideale per organizzare convegni, simposi, attività culturali; crea inoltre opportunità di lavoro correlate.

Cosa non fare
Quello che noi invece non vogliamo è che l’ente unico di gestione diventi un “pentolone” in cui finiscano progetti, specializzazioni e teste talmente diversi tra loro che risulterebbero poi molto difficili da mettere d’accordo, e soprattutto interessi politici diversi che porterebbero alla creazione di altre poltrone inutili con conseguenze disastrose sull’immagine e della Valle e senza risultati apprezzabili.

 Basti pensare che in Valle non si riesce neanche ad accordarsi sugli standard qualitativi che una guida turistica dovrebbe possedere, tra cui importante ed ora quasi inesistente è la conoscenza delle lingue straniere. Non servono infatti più studi di fattibilità o  un censimento del patrimonio culturale e dei soggetti che operano sul territorio, naturalistico e delle tradizioni della Valle poiché esistono già,ciò significherebbe sprecare altre risorse inutilmente, servono invece azioni mirate ed interventi strutturali.

E’ noto infatti come il territorio della Valle, a livello turistico, sia estremamente diviso tra Secas, Comunità Montana e Provincia, in una babele ove ognuno organizza eventi e progetti  scollegati l’uno dall’altro senza una politica comune, facendosi talvolta la guerra e spendendo montagne di soldi pubblici.

Conclusioni
La risorsa culturale può fungere da attrattore e volano di sviluppo per i settori del turismo culturale di qualità e dell’industria culturale nella sua accezione allargata, ed in quanto tale  in grado di: rafforzare i processi di identità culturale di aree territoriali; promuovere lo sviluppo socio-economico locale; sviluppare processi di sviluppo sostenibile dei flussi turistici, costituendo, nel contempo, un capitale strutturato ed un fattore specifico di specializzazione, in grado di contrastare gli impatti negativi della globalizzazione dei mercati valorizzando i propri elementi distintivi  di identità ed autenticità, contro i rischi della banalizzazione e omogeneizzazione culturale.

Il tutto a patto che gli attori operanti sul territorio gestiscano tali risorse in maniera integrata: Beni Culturali, identità culturale, ambiente naturale e prodotti tipici devono essere inseriti in reti o sistemi di offerta, al fine di consentine la massima capacità di fruizione da parte del turista e contestualmente consentire all’ente gestore di fornire un servizio di eccellenza sotto tutti i punti di vista.

L’idea di trovare delle basi comuni per organizzare il turismo in Valle, non è certo nuova e se ne parla già da troppi anni. Speriamo quindi vivamente che la futura creazione di un ente unico di gestione del patrimonio turistico della Valle Camonica sia finalmente fatto con lungimiranza e possa dare al nostro territorio ampie prospettive future

 

 
 
 
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