Creato da MeticciaInLove il 29/04/2006
Anche i cani piangono

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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 22 Giugno 2006 da MeticciaInLove

Era un viandante e come fosse giunto fin lì non lo sapeva. Non si chiedeva mai dove portasse la strada. Era uno che camminava anche la notte, uno che faceva della sua emarginazione una ragione di vita, uno di quelli per i quali tra un posto e l'altro non c'era mai stata troppa differenza. Camminava lungo i binari dei treni perché erano una via già tracciata che portava sempre da qualche parte.

Così facendo, pensava, non si sarebbe mai perso e non avrebbe neanche avuto la necessità di orientarsi con le stelle o con strumenti da viaggiatori. La ferrovia era un'immensa linea retta che partiva sempre da una città per arrivare in un'altra, vicina o lontana che fosse. C'erano solo due possibilità: andare avanti o tornare indietro. E lui non aveva mai ricalcato i suoi passi.

 Vagando nella notte senza fine di quel labirinto che era stata la guerra, era riuscito, con la sua vita fatta di percorsi e rifugi, a passare quegli anni crudeli nel dimenticatoio. La tempesta delle follie umane, placatasi solo da pochi mesi, non lo aveva travolto. Per lui il tempo non aveva rintocchi e tutto quello che succedeva ed era successo sembrava appartenere soltanto al resto dell'umanità. Bastava soltanto che lui avesse un binario di fianco per non dimenticare che il mondo andava avanti, sempre avanti, proprio come i suoi piedi.

Così quando sul far di una sera qualunque di un'estate qualsiasi la ferrovia si arrestò davanti ai suoi passi,come inghiottita dal suolo,ebbe l'impressione che il suo cuore stesso avesse deciso di fermare i suoi battiti. In quel momento si sentì sconfitto e provò una sensazione di estremo disagio. Era come se gli avessero amputato le gambe, o come se avessero tolto d'improvviso la strada da sotto le suole logore delle sue scarpe. Si sedette per terra e guardò il tramonto, uno dei tanti, in un luogo a lui sconosciuto.

Gli ultimi fuochi si agitavano sotto la cenere che ne soffocava gli ansimanti respiri, e i loro bagliori disperati morivano contro la luna sorgente, che inebetita da tanto scempio si nascondeva, preferendo scomparire dietro le rade nubi di passaggio che le occultavano la vista, proprio come fino a poco tempo prima avevano fatto le dense colonne di fumo nero che si avvolgevano verso il cielo in immense spirali. Sui camini incrinati delle case le cicogne erano tornate a impagliare i loro nidi: non ne costruivano più da cinque anni, da quando l'inferno aveva spalancato le sue porte e sviscerato le sue mefitiche esalazioni di zolfo e carne bruciata. Erano tornate su tutti i camini meno che su quelli alti, sagome nell'oscurità davanti a i suoi occhi, dove il laido fetore della morte era rimasto mescolato alla spessa fuliggine appiccicata tra i mattoni. Mute di cani sbandati continuavano a rincorrersi azzannandosi sul collo e tra le costole che la fame scolpiva sui loro scarni corpi, quasi cercassero ancor più di indebolirsi a vicenda, lacerando sottili ferite sotto la pelle.

La notte e il silenzio arrivavano sotto braccio - evanescenti, spettrali, anguste figure senza movimento proprio - ritagli d'ombra inanimati tra le ombre - lucciole o fuochi fatui ? - qui era sempre notte da un pezzo - notte per la memoria davanti agli occhi sperduti, smarriti, del viandante sconfitto che aveva trascinato i suoi passi lungo quel binario morto sommerso da sterpi che andava dritto contro i cancelli spalancati dell'abisso e che tornava sottoterra mentre le anime e i corpi, leggeri e inconsistenti, erano passati, fluttuando nel vento, dalle fiamme degli inferi al profumo delle nuvole, come quei fiocchi di neve a Natale - ultima illusione - ma il calore del pianto che irrigava le pietre scioglieva in lacrime le gelide speranze. Tutto qui era intriso di odori, e il pugno di terra che lui si allungò a stringere nella sua mano indurita grondava di sangue, di fumo, di uomini.

Ogni zolla era una conchiglia che ululava il suo mare in tempesta, prigioniero tra piccole mura avvelenate e graffiate di disperazione che era divenuta rassegnata preghiera - ogni zolla calpestata e appiattita dalla paura e dal furore, da mille marce forzate, concimata dalla ricaduta di ceneri erranti - lontane, per miglia e miglia. Le bolge svuotate dall'orrore dell'odio restavano inerti ma urlavano, imploravano, ammonivano - tremavano, vibravano - respiravano. Il viandante attese l'alba, immobile, raggomitolato su sé stesso, gli occhi spalancati verso quell'orizzonte da dove uno stanco sole dell'est, inorridito, stava adesso risvegliando le sventure umane in una notte senza fine.

Era arrivato vagando nell'oblìo perenne nel quale aveva deciso di affondare, come se tutto l'orrore di cui il mondo era capace potesse riecheggiare lontano - lampi, colpi di cannone ovattati come tuoni di un temporale lontano - come se vagando ai bordi del male tutto quello che ne faceva parte potesse soltanto sfiorarlo. I colori infuocati dell'alba sembrarono riaccendere per un momento le fosche luci della spianata. Attorno a lui era giugno e alti fasci d'erba selvaggia fremevano alla brezza del mattino.

Si alzò volgendosi attorno, cercando di fissare dei punti di riferimento spazio-temporali tra quelle macerie che la luna aveva tramutato in ombre durante la notte. Un senso d'angoscia aveva appesantito il suo dormiveglia divenuto opprimente, come se vaghe presenze avessero insistentemente bussato ai suoi sogni, in cerca di risposte che lui non avrebbe potuto mai trovare. Quel suo vivere ai margini lo manteneva in un equilibrio precario, che si divincolava tra gli oscuri precipizi della coscienza e gli illusori paradisi dell'innocenza.

 
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Commenti al Post:
marymagnus
marymagnus il 22/06/06 alle 02:09 via WEB
Un racconto scritto molto bene, ma che lascia l'animo in uno stato di angoscia e tristezza...Il viandante che suo malgrado è costretto a subire l'inferno che lo circonda...un senso di disperazione e rabbia...ma sopratutto di impotenza...Ciao amica mia , spero tu abbia anche racconti più allegri...a presto.
(Rispondi)
 
MeticciaInLove
MeticciaInLove il 23/06/06 alle 00:39 via WEB
Per onestà intellettuale questo racconto non è mio, mi piaceva per come era narrato io ne ho preso solo una parte perchè il resto si riferiva ai treni di Auschwiz e quindi era ancora più triste di come l'ho presentato. I miei post rispecchiano il mio stato d'animo ... ci saranno anche i momenti allegri!
(Rispondi)
 
reginadeiprati01
reginadeiprati01 il 26/06/06 alle 16:27 via WEB
GRAZIE DELLA VISITA BEN ARRIVATA . CIAO MI CHIAMO LAURA
(Rispondi)
 
 
MeticciaInLove
MeticciaInLove il 27/06/06 alle 00:44 via WEB
Ciao Laura benvenuta nel mio mondo!
(Rispondi)
 
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