Ti chiamo. Mi capita spesso alla sera, quando sono da sola, avere voglia di sentire la tua voce che arriva da oltre al mare. Tua madre mi risponde al telefono “Come stai? I tuoi? Il tuo compagno?”. “Bene, tutti bene, grazie” anche se penso a mio padre che invecchia ogni giorno al pulcino bagnato della mia mamma che lo segue come un cucciolo. Riguardo intanto la foto della nostra prima comunione.
Sento strana la tua voce mentre parli con lei “Dille che la richiamo”. Mentre sono alla presa con le fatidiche sette camice da stirare, squilla il telefono. Eccoti qua. Quel tuo accento inconfondibile.
“Amica mia, eri affaccendata?” “Ero in doccia, allora che mi racconti?” Si parla del più e del meno, ti racconto le mie cose e alla fine tocco il tasto dolente “E la casa come va?” Mi rispondi asettica che hai ordinato le piastrelle, gli infissi. Bene, penso. Nessun entusiasmo nella tua voce. Scherzando, ma non troppo ti dico “Tra poco allora non avrai più scuse a cui appellarti. Posso dirti una cosa da amica?” “Certo” “Non ti sento convinta, nemmeno quando sei venuta qua”. “Lasciatelo dire da chi ha sbagliato prima di te: pensaci”. Allora ti apri e mi racconti che hai tremato, che hai avuto paura, che hai gestito la crisi, che ti sei fatta forte. Che hai litigato. Raccolto un semino piccolo piccolo e poi è tornato tutto come prima. Mi racconti delle cose che vorresti vivere e condividere con lui, ma che non accadono mai. Di tutti questi anni che sono passati e che adesso pesano e non ti fanno essere completamente felice. Ma la macchina è in moto e non sai come fermarla, come scendere e non sai nemmeno se vuoi farlo. Ti ascolto e sento dentro di me ogni singola parola. So cosa provi . Ti ascolto e ascolto la me stessa di due anni fa. So quanto è difficile. Cammini in questo labirinto e non trovi l’uscita. Da un lato un noto rassicurante che ti lascia un buco nello stomaco, dall’altro l’ignoto che spaventa e intriga. L’autrice sei tu e la storia nessuno sa come finirà. Ciascuna storia corre sui suoi binari, puoi solo scegliere quali scambi prendere che piega dare alla tua esistenza. “Ti saluto adesso, lui è giù da mezzora e mi aspetta. Ti richiamo in questi giorni”. “Ci sono, in ogni momento”. Vorrei avere risposte per le tue domande alla stessa maniera in cui io avrei voluto averne quando la scelta toccava a me. Posso solo offrirti il mio orecchio e il mio cuore e sperare che qualunque sia la tua decisione, tu non debba mai pentirti guardando indietro. Spero che ovunque andrai nessuno ti sottrarrà mai la tua curiosità e la tua gioia di vivere, il tuo ingegno e il tuo sorriso che da quasi trent’anni, sebbene a tanta distanza sono sempre stati un faro e un conforto alla mia via. In bocca al lupo!
Inviato da: pleasenosxcityandage
il 24/12/2010 alle 11:38
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il 08/09/2010 alle 07:09
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il 09/06/2009 alle 15:37
Inviato da: tatisposi
il 08/05/2009 alle 10:30
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il 02/03/2009 alle 17:54