Pontedecimo

Voci di donne dal carcere

Creato da elledizeta il 15/01/2011

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GARANTIRE LA SPERANZA E' IL NOSTRO COMPITO

Post n°30 pubblicato il 15 Febbraio 2011 da elledizeta
 

Per punizione non ti consegno la posta!

 ... ho avuto problemi con il brigadiere addetto alla consegna della posta. Non so nemmeno se questa mia ti arriverà..."


 Questa tua mi è arrivata, caro XYZ, rinchiuso nelle belle carceri di Marassi, dove chi deve insegnare con l'esempio e la dedizione IL PERCORSO DELLA RIABILITAZIONE si arroga l'arbitrio di trattenere per punizione la corrispondenza dei detenuti!

 Talvolta chi indossa una divisa si sente già un generale con ampio margine di potere... immaginatelo senza... che derelitto!
                                                     

 
 
 

Venticinquenne suicida a Marassi

Post n°29 pubblicato il 10 Febbraio 2011 da elledizeta
 

Pochi grammi di hascish, misure restrittive, 2 bombole di gas, un sacco .... VOLEVA SBALLARE?!?



18:46 09 FEB 2011 

(AGI) - Genova, 9 feb. - Sara' effettuata domani l'autopsia sulla salma Gheorghita Florin Ciprian, 25 anni, romeno, il detenuto trovato agonizzante nel bagno della sua cella con a fianco
 un sacco nero che emanava odore di butano e due bombole di gas usate di solito per cucinare. Non e' noto se il giovane abbia tentato il suicidio o abbia invece usato il gas nel tentativo di stordirsi. La procura ha intanto disposto gli accertamenti autoptici che saranno effettuati nelle camere settorie dell'istituto di Medicina legale dell'ospedale San Martino. (AGI) Ge1/Mav
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15:45 09 FEB 2011 

(AGI) - Genova, 9 feb. - "Dal 17 agosto scorso Ciprian Florin Gheorghita, 25 anni, romeno, era recluso nel carcere di Marassi a Genova, dopo che i carabinieri della stazione di San Teodoro (Genova) 
lo avevano arrestato perche in possesso di alcuni grammi di hascisc e per resistenza. Condannato a 13 mesi di carcere (di cui 6 gia' scontati), avrebbe terminato la pena il 9 settembre prossimo. Ma ieri pomeriggio lo hanno trovato agonizzante nel bagno della cella, con accanto un sacco nero di plastica che emanava ancora gas butano, e due fornelletti da camping. E' morto poco dopo nell'infermiera mentre provavano a rianimarlo. A novembre la fidanzata di Ciprian Florin era stata fermata nella sala colloqui dagli agenti della polizia penitenziaria dopo che le unita' cinofile avevano fiutato dell'hascisc, una piccola dose nascosta nelle scarpe. Da quel momento alla donna era stata vietato l'incontro con il fidanzato. Piu' recentemente il romeno era stato trovato in possesso di un cellulare all'interno della cella e per questo al giudice di sorveglianza era stata propostal'adozione di una misura di sorveglianza piu' restrittiva. I detenuti al Marassi sono circa 730 detenuti (il 60% dei quali stranieri), a fronte di una capienza di 456 posti letto. Il Sappe, sindacato della Polizia penitenziaria, parla di suicidio. Per il direttore del carcere, Salvatore Mazzeo, invece si e'trattato di un incidente: "Il detenuto - si legge in una nota - era tossicodipendente e seguito dal Sert, con ogni probabilita' ha inalato il gas per lo sballo, in carcere una pratica alternativa alla droga". Il ritrovamento vicino al ragazzo morente di un sacchetto di plastica riempito di gas sembra pero' avvalorare l'ipotesi del Sappe. Di solito lo 'sballo' viene ottenuto inalando il butano dalla bomboletta posta sotto le narici, mentre la pratica di riempire di gas il sacchetto e poi di infilarselo in testa e' utilizzata prevalentemente per uccidersi. Lo scorso anno - si legge in una nota dell'osservatorio permanente sulle morti in carcere - su un totale di 66 detenuti suicidi, in 8 hanno scelto questo metodo, sicuramente meno cruento rispetto a quello dell'impiccagione, e tuttavia meno utilizzato. Nei primi 40 giorni dell'anno salgono a 6 i suicidi in carcere e a 12 il totale dei detenuti morti".
  (AGI) Com/Sep

 
 
 

Suicidio nelle "belle carceri"

Post n°28 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da elledizeta
 

CARCERI, 6^ SUICIDIO DEL 2011: AL MARASSI DI GENOVA UN 26ENNE ROMENO HA INALATO GAS DALLA BOMBOLETTA

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mercoledì 09 febbraio 2011
 
Un detenuto rumeno di 26 anni, che sarebbe dovuto uscire in agosto, si e' tolto la vita nel carcere di Genova Marassi. "E' morto nel vano doccia di una cella, inalando il gas della bomboletta che i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande. Forse e' opportuno che si riveda il regolamento penitenziario, al fine di rivedere o organizzare diversamente l'uso e il possesso delle bombolette di gas".
Lo ha dichiarato, in una nota, Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e Commissario straordinario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). "Il suicidio del detenuto - aggiunge - riporta drammaticamente d'attualita' la grave situazione penitenziaria genovese ed avviene proprio il giorno dopo l'ennesimo pubblico allarme lanciato dal Sappe sulle critiche condizioni detentive genovesi. I detenuti a Marassi sono circa 730 detenuti (il 60% dei quali stranieri) a fronte di una capienza massima ufficiale della struttura di 456 posti letto mentre gli organici della Polizia Penitenziaria registrano carenze organiche pari a ben 157 Agenti".
In riferimento al breve periodo di detenzione ancora da scontare, Martinelli sottolinea come la legge recentemente approvata sulla detenzione domiciliare, che consente di scontare ai domiciliari pene detentive non superiori a un anno, non abbia ancora prodotto gli effetti sperati. "Bisogna certamente aspettare alcuni mesi per valutare appieno il risultato della legge ma - sottolinea - rispetto all'indulto che fece uscire complessivamente e quasi subito circa 650 persone detenute tra Marassi e Pontedecimo, con la nuova legge fino ad oggi sono usciti solamente 15 detenuti da Marassi e 3 da Pontedecimo".
"Le disposizioni previste dalla legge - continua Martinelli - sono molto vincolanti e quindi restringono il numero dei detenuti cui e' possibile applicare tale normativa, impedendone di fatto un'uscita piu' significativa ed un reale alleggerimento della popolazione reclusa".
La legge dispone che la pena detentiva (non superiore a 12 mesi) sia eseguita nell'abitazione del condannato o altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza, denominato domicilio. "Ma tanti - conclude Martinelli - non possiedono questo requisito: basti pensare ai detenuti stranieri che oggi, tra Marassi e Pontedecimo, rappresentano il 60% della popolazione carceraria".

 
 
 

Sogno o realtą?

Post n°27 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da elledizeta
 

Ma che belle celle!!!!


 
 
 

Ć 

Post n°26 pubblicato il 08 Febbraio 2011 da elledizeta

 
 
 
 
 

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