Alicia nel paese...

...delle Stoviglie. Vademecum per destreggiarsi tra Cappellai Matti, Teiere e Stregatti con l'aiuto del Bianconiglio...

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

 

« Io sono donna... ma qual...L'IDIOTA »

I POOHLITICIZZATI

Post n°4 pubblicato il 17 Dicembre 2006 da carola1977
Foto di carola1977

Il gruppo più longevo della musica italiana (si teme l’effetto Highlander) sbarca per la prima volta in seconda serata con un concerto per la terza età.

Agli italiani, già provati per il racconto dei primi 40 anni della Marina Ripa di Meana, è toccata in sorte la seconda mazzata: i (primi?!) 40 anni dei Pooh.

Dopo aver, nell’ordine: pubblicato un doppio CD, ennesima raccolta di consumate PICCOLe KATY imPENSIERite da UOMINI SOLI, un libro e un DVD, affollato irriducibili fans nelle piazzette assetate di sole della penisola italiana per tutta l’estate, presenziato alla cena natalizia del Milan (il cui ufficio stampa si è preoccupato di annunciare la notizia della straordinaria partecipazione a mari e (tre)monti sottolineando la fraterna amicizia fra il mitico Templare di Arcore ed i fabfour RobyRedDodiStefano, che, per dovere di cronaca, sono rispettivamente di Bergamo (Atalanta), Treviso (Juve), Bologna (Bologna) e Roma (Totti) e quindi anche un po’ abusivi in mezzo ai rossoneri), i Pooh concludono in bellezza i festeggiamenti per il quarantennale con un concerto trasmesso il 15 dicembre su Italia 1 (guarda caso rete Mediaset).

Padova, esterno notte.
Quattro pensionati che giocano a stecca.
Forse ultimo baluardo di quei nostalgici che si ostinano ad assistere agli spettacoli circensi sotto Natale, con tanto di clown e scimmiette coi piatti, i Pooh sulla scena esprimono il meglio di loro stessi.
Temiamo il peggio.

Palco arioso e ben illuminato da una sempre impeccabile pioggia di luci e laser ClayPaky, parterre affollato ma non abbastanza per essere quello di un concerto gratuito (della serie un milione per gli organizzatori – Cose di Musica – e ottomila per la Questura) e, naturalmente, LUI, il mostro a quattro teste chiamato Pooh.

I Pooh emergono – moderne veneri botticelliane – dai flutti spumosi dei fumi acri, tutti, rigorosamente, in bianco.
Red – Frankestein – Canzian al basso; frangettina mostruosamente …… e casacca bianconera (ma Galliani non si offende?!) dalla fantasia escheriana.
Roby Facchinetti alle tastiere (…); stonato come il predicozzo di Moratti su Calciopoli e abbigliato come un alpino in vacanza a Cesenatico, con tanto di maglietta della salute in bella vista (su un collo sempre più vuoto, anche di corde vocali).
Dodi Battaglia Sorapis alla chitarra; neopapà, neocapellone, neofita di una moda made in China che ce lo presenta inguainato in una candida camiciola traslucida con le paillettes ma senza i bottoni (pare li abbia donati al Cavaliere, momentaneamente esiliato dalla stanza dei - ), aperta su di un petto glabro e discordante con la chioma branduardesca che gli adorna il cranio.
Stefano D’Orazio - unico a conservare quel minimo di decenza che spinge le persone ad annunciarsi col proprio nome di battesimo senza ricorrere ad imbarazzanti nomignoli da cuccioli canini – al… alla… al…?! Ah sì, alla batteria (ehehhehehe!!!)

I Pooh cantano tre ore (di cui, pofferbacco, concedono solo una parte, trasmettendo l’ora abbondante del DVD - paro paro - in vendita).
Spendono le proprie energie senza risparmiarsi.
Purtroppo.
Le mani macchiate, i palloni volanti e le AllStar rosse ai piedi di Facchinetti non ne sono che un assaggio.
La scaletta del concerto ha i soliti pioli, ormai lontani dalle cime delle classifiche ma pur sempre solidi e consolidati: da Tanta voglia di lei a Pensiero, passando per Dammi solo un minuto, La Gabbia, Ci penserò domani e Dimmi di si (al vaglio degli inquirenti per oltraggio alla normodotazione cerebrale), il tutto condito con i consueti medley e saltelli, urletti, spasmi muscolari e smorfie da stipsi dei quattro artisti a rotazione.

Un tricolore si innalza solitario sulla prima fila di teste in delirio (d’altronde anche Charles Manson contava su di una sua devota “famiglia”) e, a metà concerto arriva l’attesissimo coro a cappella (su cui sorvolo perché credo si commenti da sé, un nome, una garanzia).

Ma io, impeterrita, resisto.
E continuo a guardare, perché sono masochista. Certa che solo così - determinata a vederne la conclusione - quando arriverà potrò sentirmi libera di dire di aver ulteriormente (s)gradito:
Gli acuti di Facchinetti, padre del redento Capitan Uncino e della redenta stilista Gucci e Prada, ora – forse – Postalmarket, più adatti ad clima pasquale che natalizio (così straordinariamente simili alle grida di un agnello disteso sull’altare scarificale).
La serigrafia P40h sul magnifico strumento del Battaglia, oltraggio alla Fender e a tutti i suoi amanti (ma forse nascondeva un salvavita Beghelli, e allora ritiro la critica).
L’aerobica del Canzian-Frankestein, continuamente in viaggio tra una parte e l’altra del palcoscenico. Un pendolare con la faccia gonfia di sonno, che fa incazzare perché milionario.
La flemma del D’Orazio, più impegnato nel tenere il ritmo delle tastiere che nel dimostrarsi vivo; lui non lo sa, ma gli altri tre stanno pensando di sostituirlo col pupo del museo delle Cere che lo rappresenta: pare sia meno esoso (e che non viaggi solo in Jaguar).

Però oramai, giunta quasi alla fine, posso confessarvelo: all’attacco di Se nasco un’altra volta, persino il mio cuore peloso s’è degnato di perdere un battito; perché passi che ne rinasca uno, ma altri quattro di questi riuscirebbero ad interrare pure Andreotti.

Il concerto si è chiuso su una versione rispolverata della malinconica Goodbye.
Mani verso il cielo, baci, coriandoli e cotillons; personalmente, chi fermerà la musica non lo so, ma per fermare i Pooh io proporrei una petizione.

P.S. Qualora fallisse la sottoscrizione, verrà indetto un casting per ricercare cloni dei Pooh in grado di perpetrare in eterno i loro più grandi successi; unica figura non richiesta è quella di D’Orazio, in quanto la sua cover risulta già coperta dal signor Mastrota Giorgio (la competenza in fatto di batterie risulta la stessa).

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: carola1977
Data di creazione: 06/12/2006
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Silvanilmachocassandra792carola1977ribellina2009elvis2880liberissima86dada890arsenicum1ZPPWZAFAGOGEfurbetta77.msAli_di_Farfalla84
 

ULTIMI COMMENTI

ciao!nel mio blog c'è un pensierino per te! :)
Inviato da: cassandra792
il 25/09/2008 alle 12:07
 
CIAO BUONA GIORNATA
Inviato da: ugualmenteabile
il 31/01/2007 alle 13:31
 
Ma come hai ragione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Inviato da: elydeb
il 08/01/2007 alle 13:30
 
Ciaoooooo! Buonissima Giornata! ;-))
Inviato da: redelconsumismo
il 02/01/2007 alle 13:30
 
BUON ANNO!
Inviato da: HugoBoss999
il 02/01/2007 alle 11:01
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963