Centocelle, la casa è un diritto?
Lunedì 26 Luglio 2010 15:51
Da dodici anni aspettano la vendita dall'Ater di 140 appartamenti. Gli inquilini: "Ci faremmo carico di manutenzione ordinaria e straordinaria, che in realtà l'azienda non fa"
di VERONICA ALTIMARI (L'UNICO) Da oltre 10 anni, gli inquilini del comprensorio Ater in Via di Centocelle 3-15, attendono una conferma di vendita.
La proposta di acquisto è stata inoltrata a dicembre del 1998 e da allora, ad ogni sollecitazione delle famiglie, l’Ater ha risposto che “per motivi amministrativi e burocratici bisogna aspettare”.
Il villaggio, costruito negli anni ‘50 e destinato alle famiglie sell’aereonautica militare, oggi è interamente proprietà di questa azienda.
Composto da 146 appartamenti, suddiviso in palazzine di tre piani, vialetti fatiscenti e con scarsa illuminazione, questo comprensorio presenta molti problemi legati alla mancanza di manutenzione ordinar
ia e straordinaria.
“Chiediamo solo che ci venga data la possibilità di acquistare queste case come promesso dal presidente dell’Ater più di 10 anni fa – racconta Giuseppe Polverari, rappresentante dell’Autogestione – da anni manca la reale manutenzione degli stabili. I piccoli lavori di miglioria effettuati sono stati svolti a carico nostro. Se l’Ater, come denuncia di frequente, non dispone dei soldi necessari ad effettuare gli interventi di cui abbiamo bisogno, la vendita potrebbe essere una soluzione – e sottolinea – diventando proprietari di questi appartamenti, la manutenzione sarebbe di nostra competenze e potremmo provvedere personalmente alla sistemazione del villaggio”.
A marzo 2010, il corriere dell’Ater, comunica che proseguono le vendite dei comprensori dismessi, ma senza fa
re nessuna accenno alle palazzine di Via Centocelle.
Perché, malgrado l’adesione del 95% delle famiglie all’acquisto, ad oggi tutto tace?
“Questo è un villaggio sereno e che non ha mai procurato problemi all’azienda – prosegue Polverari – l’autogestione esiste da ben 16 anni ed è perfettamente funzionale nell’attuazione dei servizi condominiali. Proprio per questo, probabilmente, l’Ater non vuole rinunciare ad una situazione così efficiente”.
In una nota redatta dal comitato di autogestione, datata 2009, vengono fatti presente alla presidenza dell’azienda, i diversi problemi delle palazzine: gli infissi in legno, la mancanza di riscaldamento all’interno delle a
bitazioni (ad oggi vengono utilizzate solo stufette a gas), la mancanza di ascensori anche laddove ci siano persone con forti handicap fisici, rete fognaria e copertura degli stabili originali, ovvero risalenti all’anno di costruzione (anni ’50). Nota rimasta però senza alcuna risposta.
L’emergenza abitativa nella città di Roma, riguarda anche i problemi legati alla situazione degli immobili popolari. La soluzione della vendita di un comprensorio come questo, consentirebbe una situazione abitativa migliore per gli inquilini, ed inoltre, l’adempimento ad una promessa di vendita, certificata con tanto di protocollo legale dell’Ater. Senza dimenticare il compimento di un diritto. Il diritto ad avere una casa di proprietà. (L'UNICO) |