isolachenonc'e'

comunichiamo in vari modi ...... ma son sempre le parole che escono da noi stessi... " le parole " del nostro corpo.... "le parole del nostro cuore" ... "le parole della nostra mente".... in tutto e per tutto il desiderio di comunicare è alla base della nostra vita, anche nella solitudine un dialogo cn noi stessi che nn deve essere un piangersi addosso ma una conoscenza dei misteri del cuore e della nostra mente.. e tu mia cara.... sei nella mia isola nell'isola del mio cuore

Elisa, mi riprometto di leggere tutto quanto è scritto in questo blog, ma al momento vorrei provare a dare un mio pensiero al post qui sopra... A volte nella vita accadono fatti irreversibili da cui puoi fare come hai detto tu, andare avanti o lasciarti andare...io mi darei e mi do.. anche un'altra opportunità...oltre all' andare avanti, convogliare il dolore, trasformarlo in una nuova esperienza...altri hanno bisogno di noi..non è facile...ma a volte ci si riesce...non mi rimane altro al momento che abbracciarti forte...

Grazie... mi basta solo trasmettere delle sensazioni...mi basta sapere che ci sono grandi dolori simili al mio...mi basta un sorriso ogni tanto...mi basta sapere che qualcuno c'e'...ho sete e fame di amori profondi...non mi bastano piu' le conoscenze di individui futili quelli a cui dici "Buon Giorno..bella giornata oggi vero?"...adesso ho voglia di togliere la maschera dietro la quale mi sono rifugiata...adesso ho deciso di essere solo me stessa...l'esperienza della morte mi ha insegnato che non serve nascondersi...serve solo dare moltissimo e ricevere altrettanto... Con affetto Enza

Salve io mi chiamo Giorgio e sono nuovo del blog. Ci sono capitato dentro, dubbioso e prevenuto, un po’ per curiosità, molto per disperazione ed il primo salotto che ho incontrato è stato quello della nostra comune amica Asia. E’ stata quasi una folgorazione: ritenevo che questo fosse il solito luogo effimero e frivolo che ormai si incontra dovunque ed invece ho trovato una “comunione” di persone vive, sensibili, aperte al dialogo ed alla comprensione degli altri! Parlavo sopra di disperazione, ebbene sì dopo quaranta anni di vita insieme, un anno e mezzo fa, ho perduto la mia adorata compagna nel breve arco di mese e mezzo a causa di uno di quei mali che si usano adesso (risultato forse dell’inquinamento e del nostro insano modo di vivere quotidiano!) è mi ritrovo assolutamente in quel messaggio come… davanti ad uno specchio! E’ vero quando sei così colpito rimani attonito, inebetito, con un profondo vuoto dentro come se avessero strappato dall’interno del tuo corpo un organo vitale. Si deve capire, forse accettare, scegliere una nuova strada, forse un diverso modo di essere! Non è facile, non so quanto tempo debba passare per riuscire a metabolizzare psichicamente l’accaduto. Personalmente, io ho tentato di mantenere, per i miei figli, anche se ormai adulti, aperta “ la casa della mamma” come se Lei ci fosse ancora, e credo di aver fatto una cosa saggia perché ci si rifugiano ancora a cercare conforto. Questo, né son certo, lo vuole ( o forse dovrei dire l’avrebbe voluto!) mia moglie e quindi lo dovevo a Lei ed ai miei figlioli. Ma io, nel profondo del mio animo sento che non sono riuscito superare un bel niente! Ed allora, come una barca disalberata fra i marosi, continuo ad essere sbattuto ora sugli scogli della memoria, ora su quelli di una speranza metafisica (ma quale poi??) di un qualche ricongiungimento, ora su quelli ancora più orridi della ribellione e del rifiuto; come uscirne? Forse è vero bisogna stringere i denti e continuare a vivere, ma dando ancora un senso alla vita, aiutando quanti altri sfortunati siano, come noi, trascinati nel baratro della disperazione. Per questo, per imparare a ricevere e dare consolazione, chiedo la cortesia di poter ogni tanto approdare alla “ Isola che non c’è” come amico! A proposito in quel castello dell’isola che non c’è credo di esserci stato almeno un paio di volte con mia moglie e, il rivederlo, mi ha fatto un gran bene al cuore! Buona notte Charlotte, Giorgio