Creato da ciapessoni.sandro il 21/02/2010

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SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA - dello Scrittore : Guido da Verona

Post n°193 pubblicato il 03 Ottobre 2012 da ciapessoni.sandro

SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA – dello scrittore: Guido da Verona.

 

 

Immagine: Biarritz (Francia)

Siamo sempre a… Biarritz!

Cliccare sull’immagine per ingrandire.

***

XVI° parte del romanzo. (seguito del post 192)

Allora, con un altro sospiro, M.me Fellner disse:

- Oh, com'è tardi, amici miei! Vi prego, lasciatemi andar via... - Sì, avete ragione, contessa. Ora verremo noi pure. Vedo che Litzine e Madlen hanno bisogno di raccoglimento. Questo giovine signore, che purtroppo non è il vostro tipo, le aiuterà probabilmente a spogliarsi, ed è opportuno che noi provinciali, noi, gente a modo, non assistiamo a questi gravi disordini...

- Provinciale io? - brontolò M.me Fellner, gialla di stizza. – Per vostra norma son vent'anni che ho il mio appartamento in Boulevard Hoche!

- Non dico di no, cara contessa. Ma le donne che al giorno d'oggi si contentano ancora di andare a letto con un uomo – voglio dire semplicemente con un uomo - voi, di grazia, come le chiamate? Per conto mio le chiamo provinciali, mentre giudico addirittura prive di educazione quelle che ancora si permettono di avere un figlio... Dopo ciò, non mi rimane altro che augurare a tutti quanti la buona notte!

Restammo soli, Madlen, Litzine ed io. Apersi una finestra perché si diradasse il fumo, ed uscii sul balcone.

Un incerto chiarore d'alba scendeva dal promontorio verso il mare; correva giù con impeto, a grandi folate, avvolto in voluminose bufere di nebbia, che si sfasciavano contro l'ondata. Il molo della Zurriola si perdeva nel buio colore del vento. Su lo zoccolo del suo monumento l'Ammiraglio de Oquenda pareva un grand'uomo. Il lampione ad arco del teatro Eugenia Vittoria faceva dondolare con un lento ronzio di corde elettriche il suo globo spento. Una d'esse mi chiamò:

- Eh bien, monsieur le poète, que faites-vous là? Inspectez vous les airs à la découverte d'une nouvelle planète?

- Non, mesdames; cette vieille terre me suffit. J'observais l'Amiral de Oquenda; il vient de s'enrhumer; la rosée matinale dégoutte de son nez historique.

- Mais vous allez bientôt nous quitter, je suppose... - Jamais de la vie!

- Vous dites?... Ah, par exemple! on appelle ça une violation de domicile.

- Eh bien, soit! En fait de viol, quelle est, dites-moi, la femme qui oserait s'en plaindre?

Risero. Vennero entrambe sul terrazzo, si affacciarono, una contro il mio braccio destro, l'altra contro il mio braccio sinistro. E Litzine disse:

- N'exagerez donc pas, cher poète!... L'aube est froide, et vous allez vous refroidir vous-même par ce brouillard couleur de taupe... Madlen soggiunse:

- Dieu! que la nature devient banale... Même les brouillards se choisissent désormais des couleurs à la ode!...

Volsi la bocca verso Madlen e le diedi un bacio; le diedi con irritazione un bacio su la nuca, dove i capelli premuti sul cuscino leggermente si arruffavano. Madlen non si mosse; rimase a guardare con una specie di fissità nella notte lontana.

- Embrasse-le donc... - la esortò Litzine, con la sua voce carezzevole, premendosi contro la mia spalla.

- Les Anglaises ne savent pas embrasser. I do not. Embrasse-le toi d'abord.

- Voyons! Je ne suis pas sa maîtresse.

- Ni moi non plus.

- Tu as peut-être tort...

- Peut-être.

Il vento mi avvolgeva nel loro indivisibile profumo. Una piccola striscia di cielo divenne in quel momento azzurra. Ma era laggiù, sul mare, al confine dello spazio, e pareva uno spiraglio di eternità nella infinita ombra.

- Dis-lui qu'il s'en aille, Litzine; j'ai très sommeil... l'aube est froide... fermons la fenêtre.

Tornammo nella camera, senza chiudere i vetri. Confidai a Litzine tutto quello che accadeva tra noi da lunghe settimane. Litzine si mise a difendermi.

- Tu es cruelle, Mad. Oui, tu es vainement cruelle. A quoi bon exaspérer un homme? On cède toujours, à la fin des fins... Vois tu? même la comtesse Fellner, ce vieux perroquet, nous le disait tout à l'heure... Car, ma petite Mad, si c'est vrai que la nature est banale, rien n'est plus banal que de ne pas vouloir lui obéir. Et enfin, moi aussi, toi aussi, nous tous, la nuit, vers quatre heures, quand on a bu du Pommery...

- Mais alors, puisque tu le défends si bien, couche donc avec lui! - l'interruppe Madlen battendo il piede. Poi soggiunse: - Moi je vous regarderai...

E rise.

Litzine aperse più che poteva i suoi chiari occhi d'educanda, mi guardò, la guardò, poi disse:

- Mais... c'est de toi qu'il veut, ma petite Mad; sans ça... évidemment!

Madlen, con un atto repentino, buttò le braccia al collo di Litzine, mise la bocca vicino alla sua bocca e ripeté, alterata nel viso e nella voce: - Couche donc avec lui... veux-tu, Litzine?

 

Questa, con molta pulizia, con molta educazione, rispose:

- Je ne vois pas quel plaisir cela puisse te faire...

Poi, dopo una riflessione, osservò senza il minimo rancore:

- Si c'est pour te débarrasser de lui, je veux bien te rendre ce petit service.

- Non, ma foi, non! C'était pour autre chose... Tu me connais,

Litzine; j'ai parfois des idées irréalisables...

- Rien n'est irréalisable dans ce sens, Mad. Et, d'ailleurs, Monsieur Claude avait parfaitement raison: nous ne sommes pas des provinciales... voilà tout! Mais enfin, mol, chers amis, je vous dis bonsoir.

- Bonsoir, Litzine...

Ma nonostante questo commiato Litzine non se n'andava. Mi domandò una sigaretta, che io le diedi. Poi, nell'accenderla, toccai la sua mano. La sua mano era morbida, calda, profumata; la sua mano era lieve come un piumino per la cipria. Forse non ho mai veduti occhi di fanciulla più limpidi e più calmi dei suoi. Era gentile come l'innocenza. Il suo labbro superiore non le chiudeva bene la bocca; vi rimaneva sempre nel mezzo uno spiraglio di sorriso. Non so perché la guardavo, e Litzine guardava me.

Suonarono le quattro di notte. Dal balcone aperto veniva il profumo del mare. Mi ricordo ancora le sue braccia; mi ricordo con precisione la forma delle sue nude braccia. Nel muoversi facevano pensare agli steli dei narcisi, nelle praterie alte, quando il vento di primavera incurva tutto il campo. Madlen si era sciolta i capelli; ora si spogliava. La sua lunga treccia, colore di vecchia tartaruga, nasceva oscura e diveniva intensamente bionda. Il pettine vi cigolava, sollevando furiosi disordini tra quella ricchezza buia ed incendiata. Disse a Litzine:

- Tâchez de vous rendre utile, mon ami! Allez vite chercher le sac de Litzine.

Vi andai. E feci tutto questo con diligenza, con docilità, senza produrre strepito, come un uomo desideroso di bene compiere quanto gli si richiede.

La borsa d'automobile della bionda Litzine era molto grande, ma pesava poco. Nel portarla vi si udiva un rumore di sottili boccette. Dalla sua fodera si sprigionava un buon odore di cuoio fino e d'Acqua di Lavanda. Ritornato nella camera di Madlen posai quella borsa nella poltrona di M.me de Lonard, ove la gloriosa cantante aveva lasciata cadere una sua piccola forcella.

- Oui... mais vous n'allez pas assister à notre toilette, j'espère...

- Pourquoi pas?

Anche Litzine si andava ora sbottonando la camicetta; il suo pudore non le concedeva di lasciar cadere l'abito, perciò camminava nella stanza con un visibile impaccio.

- Tout de même j'ai honte! - esclamò ridendo Litzine. – Les poètes surtout m'intimident, lorsque je me déshabille.

- Les poètes?... Oui, je comprends ça. Quand vous leur montrez une épaule très blanche, eux ils ne pensent qu'à l'orner d'une rime décrépite. Oh, je les plains, ces idéalistes! Mais, quant à moi, chère Litzine, je ne serai au pis aller qu'un poète du vingtième siècle, pour qui Orphée n'est plus qu'un mediocre tzigane, Mercure un employé du téléphone, Apollon un chansonnier de Montmartre et la voluptueuse Vénus une belle fille comme vous.

- Oh! mais alors il ne nous reste qu'à suivre l'exemple de cette Déesse, qui dépensait très peu pour ses toilettes, préférant se promener toute nue sur les plages que fréquentaient les Athéniens. Fermez donc les volets, monsieur le poète! Madlen est assez belle pour laisser tomber sa chemise, et moi, si vous atténuez la lumière, je vous avouerai tout bas que, pour mon compte, la Grèce n'a eu qu'un poète: ce poète était une femme, son nom était Sapho...

Così parlando Litzine frugava nella borsa mezzo vuota; Madlen scioglieva il suo leggero busto. Un profumo di nudità femminile riempiva la soave stanza. Chiusa la finestra, mitigato il fulgore delle numerose lampadine, or nuovamente ci fasciava la notte scura e colpevole, ci avvolgeva il suo torbido silenzio, che in sè custodisce ogni folle peccato.

Forse non ho mai vedute insieme due così belle creature. A poco a poco mi dimenticarono. Solamente le donne timorose dei propri difetti si rassegnano mal volentieri a lasciarsi veder discinte. Il pudore non è per la donna che un dubbio di natura estetica, in contraddizione con la sua fondamentale propensione ad essere impudica ed a giacere ignuda. La forma femminile è ciò che deve aver suggerito ai primitivi artefici la tentazione di esprimere un'idea con note musicali. Poiché la musica viene dall'amore. Viene da quell'amor sensuale, da quella tendenza verso l'amplesso, cui tutto l'universo ubbidisce.

Nulla nel mondo è così degno di religione come la bellezza del corpo femminile. La voluttà è sublimazione d'intelletto, stupenda e grave, poiché affaccia verso desiderî ulteriori, che non appartengono alla umana vita. In verità la gioia dei sensi non è mai totale né perfetta, poiché s'inoltra verso l'ingaudibile. Così pensavo, guardando lo splendore di nudità che sbocciava dalle tenui biancherie delle due bellissime cortigiane. Que' trasparenti involucri di fino batista si scioglievano dai loro dolci corpi come da un fiore l'involucro; per qualche istante rimanevano pregni e gonfi del loro profumato calore. Un po' assorto nel sogno e nella tentazione, avvolto io pure nella ebbrezza musicale del vino biondo, sommerso in quel profumo di capelli odorosi e di stoffe leggere, di fragranze carnali e di ciprie imponderabili, non udivo che un rumore confuso d'acqua e di braccialetti, un fruscìo di vestaglie, un ridere di parole sommesse, di qua, di là, tra l'urto continuo dei pettini e dei cristalli; tutto ciò nel caldo peso della notte, nel silenzio rumoroso delle mie battenti vene, tra il fuoco delle rifrazioni minutissime che l'unica lampadina ripercoteva nelle specchiere luccicanti.

Erano due perfette cortigiane, due creature gloriose di tutto lo sfarzo che può essere nella bellezza umana, ed avevano dato sé stesse al piacere altrui. Traverso i loro corpi formati con un raggio di sole era passato il desiderio degli uomini come l'impeto lirico in una concitata poesia. Erano forse due donne vendute, ma professavano la loro sottomissione con una specie di stupenda regalità, esercitavano la bellezza, dispensavano il perfetto piacere, come l'artefice d'un'opera d'ingegno regala sé stesso nel suo felice capolavoro.

Il Codice di Diritto Civile, questo grottesco libro di satira sociale, non possedeva un certo numero di articoli destinati a disciplinare la loro vita insolente, come invece ne ha per incatenare la triste obbedienza delle donne maritate. Nessuno le poteva costringere ad esser madri, nessuno poteva imprimere su la loro nudità scintillante il marchio dell'assoluta proprietà. Nel secolo di tutti i cataloghi e di tutte le classificazioni esse vivevano, libere da ogni casta, franche da ogni servitù splendenti come i loro gioielli, meravigliose come i loro vizi, tuffando crudelmente nel denaro altrui la mano inanellata o regalandosi al primo venuto, se questi era un uomo che poteva, per qualche notte, impadronirsi del loro generoso piacere.

Fine XVI° Parte del romanzo.

Buona lettura.


 

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Commenti al Post:
maraciccia
maraciccia il 03/10/12 alle 18:14 via WEB
Due perfette cortigiane...descritte con maestria..oggi sarebbero chiamate escort..e descritte in ben altro modo "couche donc avec lui..." rivolta all'amica... m'ha fatto ridere....buon pomeriggio Sandro..*__*
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 04/10/12 alle 17:00 via WEB
Buona giornata Mara carissima e grazie per il Suo intervento. Qui, l'Autore per descrivere i particolari... piccanti (oggi ci vuol ben altro!) ha usato la lingua francese, però in quell'epoca lo studio della lingua francese era considerata come un obbligo nell'istruzione superiore alle Elementari. Mara! Queste benedette Creature!... Con affetto, un forte abbraqccio, Sandro.
 
anyony
anyony il 04/10/12 alle 09:56 via WEB
Caro Sandro, molto bella la descrizione di queste donne senza inibizioni che non solo si donano agli uomini ma non disdegnano neppure di amoreggiare tra di loro. Caro Sandro ho notato che un pezzo del capito è ripetuto due volte da quando dice: questa con molta pulizia e mota educazione... Un abbraccio mio caro, con affetto Antonia
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 04/10/12 alle 16:55 via WEB
Carissima Antonia, come devo fare per premiare la tua fedeltà? e la tua collaborazione? Ho anche provveduto ad eliminare il doppione... cose che succedono anche nelle migliori famiglie! Queste benedette fanciulle erano abbastanza disinibite, e chissà che cosa muoveva loro a tal desiderio? Diciamo che dovevano pur... arrivare a sera! Ciao Antonia, con affetto il Sandrino di Tremezzo ti abbraccia!
 
   
anyony
anyony il 05/10/12 alle 09:05 via WEB
Caro Sandro, sono io che ti devo ringraziare per tutto ciò che ci proponi, squarci di vita che appartengono al passato e che rivivono attraverso il tuo interessantissimo blog, ricambio l'abbraccio con affetto Antonia
 
     
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 05/10/12 alle 14:22 via WEB
Lo sai Antonia! Come mi sarei visto volentieri accanto a te, in quella tua fotografia pubblicata del tuo Blog mentre tu stai rovistando sulla bancarella delle cartoline antiche, ed io... sicuramente rovistando tutte le bancarelle di libri... Ci saremmo scambiate le nostre impressioni, e ci saremmo domandati entusiasticamente: "che cosa hai trovato?" Un momento di vita bella Antonia, lo vivo con la mia fantasia, con l'immaginazione... Ti abbraccio carissima! il Sandrino.
 
     
anyony
anyony il 06/10/12 alle 13:04 via WEB
Ed io, caro Sandro, sarei stata conteintissima della tua compagnia e poi certamente mi avresti saputo ben consigliare per gli acquisti. Ti abbraccio mio caro, con affetto Antonia
 
     
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/10/12 alle 14:35 via WEB
Benedetta! Intanto: buon fine settimana Antonia, ed una serena domenica per domani. Io sarò dalla Roberta, mi riporteranno a casa alla sera. Se il tempo sarà buono, sarà facile che si vada ad Abano e prendere il caffè, ed è anche facile che ci sia qualche bancarella di libri. Sicuramente ammirerò degli ulivi ultracentenari! Ti abbraccio con affetto; il Sandrino.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 04/10/12 alle 17:07 via WEB
Per: Lady_Juliette - Carissima Simona, ben tornata nel nostro salotto di lettura alle prese col romanzo della... Treccia della bionda Maria Maddalena! La prossima puntata - sono sicuro - l'apprezzerai maggiormente. Ti spero bene Simona, io... invecchio come il buon vino! Che devo mai dire? Così sono sicuro che sorriderai! Ti abbraccio Simona e con affetto. Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 04/10/12 alle 17:32 via WEB
Per: elisabetta.alviti - Elisabetta, ti voglio ringraziare per la GRADITISSIMA tu costante presenza nella lettura di queste pagine. Vedrai Elisabetta cara, che la prossima... sarà ancora più interessante. Ti abbraccio cara, con affetto Sandro.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 05/10/12 alle 15:18 via WEB
MI fido di te...alla prossima allora! Buon pomeriggio, caro amico.
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 05/10/12 alle 16:09 via WEB
Elisabetta, Ciao! Intanto cara Elisabetta... buon pomeriggio! Tutto oK? spero di sì. Il prossimo lo dovrai leggere con molta attenzione, perché apparentemente sembra che salti... da palo in frasca, ma riflettendoci bene, vedrai che non è così. Caramente, Sandro.
 
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