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Creato da: cibista il 07/02/2012
Amare il cibo è amare se stessi

 

 

British flavour: UovAcolAzione

Post n°4 pubblicato il 02 Marzo 2012 da cibista
 
Foto di cibista

Forse non tutti sanno che... un uovo a colazione con 30 grammi di pane integrale (o 3 fette biscottate piccole), consumato senza lasciar trascorrere troppo tempo da quando ci si sveglia, inibisce la produzione di colesterolo.

Una frase semplificativa di più complessi meccanismi metabolici, ma a noi che importa? L'importante è che funzioni!

La mattina, soprattutto se so che poi durante il giorno dovrò svolgere attività fisica, anche se mi alzo alle 6, mi preparo uno scrambled egg (uovo strapazzato), in una padellina, aggiungendo solo un goccio d'acqua e niente olio. Lo spalmo sulle fette e con un pizzico di sale è perfetto per apportare proteine, carboidrati e grassi in modo equilibrato. Sazia a lungo e appunto, anche se non è cultura diffusa, quando lo si consuma al risveglio ha la capacità di inibire la produzione di colesteroli fino al 10/15 % nell'arco della giornata... non male! Si può fare fino a 4 volte la settimana, con un solo uovo. Diverso è ai pasti: il consumo equilibrato è di due, una volta a settimana, dimenticandosi però i crostacei in quello stesso periodo!

 
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Ricette & recipes: discovering 'bastilla'

Post n°3 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da cibista
 
Foto di cibista

Una promessa che intendo mantenere è quella di condire la mia storia con ricette e curiosità culinarie, proprio perchè essendo una cibista non posso dimenticare i piaceri del palato, di certo, ne' la curiosità che mi ha sempre spinto a sperimentare abbinamenti, profumi, aromi, spezie, tradizioni... la prima ricetta che vorrei proporre - anche perchè chi mi segue su FB aveva avuto modo di apprezzarne varie foto durante la preparazione - è la 'bastilla'.

La prima volta che l'ho mangiata stavo percorrendo il Marocco on the road, una decina d'anni fa su per giù, dopo aver curiosato in lungo e in largo per il souk di Fez ci siamo addentrati in un ristorante pazzesco, con le fontane all'interno della sala, divani e cuscini, strumenti musicali ovunque e una torretta con una vista strabiliante... Lì le mie papille hanno sposato una delle piu' antiche e tradizionali ricette mediterranee: la bastilla. Da allora mi sono sempre ripromessa di tentarne la riproduzione, ma solo un mesetto fa, organizzando una cena araba con alcune amiche, mi son decisa.

Forse dovevo essere pronta a farla, perchè come spesso vuole la cucina araba ma anche quella tradizionale in genere, va composta con ogni dovizia di attenzioni e particolari, con delicatezza e amore e pazienza, godendo della selezione di ogni ingrediente, dei profumi che si sprigionano ad ogni passaggio, delle sensazioni tattili (tra il materno e il lussurioso...) prodotte dalla sua preparazione...

E' essenziale sapere che la bastilla è una sorta di pasticcio a tre strati, pertanto ogni strato richiede una preparazione a sè. Si parte con quello che poi sarà il sottostante: si preparano 2 belle cosce e sottocosce di pollo che vanno posizionate in una casseruola appena bagnata d'olio (nella ricetta tradizionale si userebbe il piccione). Sopra ed intorno al pollo va distribuita la cipolla, e il tutto poi spolverato di prezzemolo (poco per non rendere troppo amara la carne in cottura), zenzero, cannella, zafferano, sale, pepe, curcuma. Si lascia cuocere a fuoco medio per 10', poi si aggiunge un bicchiere d'acqua, si copre e si lascia andare per mezz'ora regolando la fiamma, perchè non si attacchi.

Conclusa la cottura del pollo, questo va messo da parte, mentre si lascia il sugo rilasciato nella casseruola, attendendo che si raffreddi (occorrerà per la ricetta del secondo strato). Il pollo, quando sarà ad una temperatura 'affrontabile' va spezzettato o a mano o con le forbici e lasciato in una terrina.

Quando il sugo si sarà freddato, aggiungere 3 uova e a fuoco basso, spesso mescolando, in 10-15 minuti senza coprire si andrà a creare una crema.

In fine preparare il terzo strato, quello piu' in alto: occorrono due o tre manciate di mandorle pelate, si lasciano tostare leggermente nel forno su un foglio di cartaforno (la tradizione dice di friggerle ma garantisco che il risultato è ottimo ugualmente, contenendo i grassi!), poi frullarle in un mixer con zucchero a velo e cannella. Si può aggiungere anche l'aroma di fiori d'arancio, oppure un cucchiaio di alchermes. Non deve diventare un 'pastone' farinoso ma mantenere una certa croccantezza, con pezzettini non troppo sminuzzati.

Bene, ora siamo alla fase finale: occorre essersi procurati la pasta BRIK, in mancanza della quale si può usare la fillo. La Brik si trova tranquillamemte nei negozi arabi tipo halal market, costa pochissimo ed è divisa in fogli sottilissimi, separati da veline di plastica alimentare: per staccarla occorre bagnarla un po' a mano carezzandola con amore! Meglio prendere quella circolare perchè la bastilla si prepara cosi: occorre una teglia da forno rotonda, va imburrata leggermente, e su questa si posiziona il primo foglio di pasta brik in modo che sporga per poco meno di metà dalla teglia, praticamente il suo orlo deve essere al centro della teglia. In questo modo se ne dispongono altri (5 in tutto) a raggera, sembrerà un fiore, e alla fine un sesto al centro, a fare da fondo. La pasta all'esterno occorre per coprire poi i vari strati. Tenere a portata di mano un po' di burro fuso che andrà spalmato su ogni foglio di pasta, senza abbondare però!

Preparato questo fondo, iniziare coi ripieni. Prima il pollo, poi coprire con un foglio di pasta brik (alcuni la fanno incroccantire prima qualche minuto al forno, secondo l'effetto che si desidera ottenere), poi l'impasto di uova, un foglio di pasta brik, e infine le mandorle tritate e aromatizzate. Sollevare tutti i lembi del brik lasciati all'esterno della teglia, e con l'ultimo rimasto intero ricoprire e rimboccare la 'torta' nella teglia lungo il suo perimetro.

Preriscaldare il forno a 280 gradi, lasciar cuocere per 20/30 minuti, guardando che lo strato soprastante di pasta non scurisca troppo. Estrarre, spolverare di zucchero a velo, creare quelche decorazione con la polvere di cannella e la bastilla è pronta per deliziare nasi e gole di qualunque commensale con delicatezza, profumi e ... beh, provatela poi mi saprete dire!

Un consiglio per la dieta: questo piatto è particolarmente composito, con proteine, carboidrati e grassi. La cosa positiva è che con qualche accortezza si può limitare il danno: il tegame va appena appena oliato anche perchè poi andrà aggiunta acqua che consente di non bruciare la carne, al pollo va assolutamente asportata la pelle, le mandorle non devono essere una quantità eccessiva e neanche lo zucchero, e siate parsimoniosi con le spennellate di burro fuso.. ne basta anche pochissimo! E poi piatti del genere vanno consumati con moderazione: porzioni piccole e rare!

 
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Quel giorno che trasforma tutto

Post n°2 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da cibista
 
Foto di cibista

 “Cos'è stato? Cosa ha fatto scattare la consapevole decisione di dare una svolta?”. Questa è una delle domande più frequenti che mi pongono amici e conoscenti quando sanno del mio importante (per svariati motivi) dimagrimento.

E la risposta è particolarmente intima. Ma non ho paura a scoprirmi se questo può far bene ad altre persone con problemi di alimentazione.

Premetto che, nonostante da anni fossi in sovrappeso, psicologicamente questo aveva significato sempre poco o niente per me. Anzi, mi arrabbiavo anche un po' se qualcuno mi considerava 'cicciona'... mi chiedevo quanto potessero essere superficiali quelli che, guardandomi, mi vedevano solo per quello che apparivo fisicamente. Convinta che l'animo fosse l'essenza del mio essere in questo mondo. Così quasi mi consideravo una sorta di sfida all'altrui intelligenza. In particolare con i maschietti, ovviamente: chi non era attratto dal mio aspetto e a quello si fosse fermato, pensavo, avrebbe solo perso l'occasione di apprezzare la donna che ero.

(Parlo al passato perchè c'era un 'prima', ed ora c'è un 'dopo': ma di questo parlerò successivamente).

Poi c'è stato un momento in cui ho iniziato a non riuscire più a guardarmi allo specchio. E in foto. E acquistare vestiti era un'impresa, con il vincolo di non poter scegliere secondo il proprio gusto, ma solo secondo la disponibilità delle taglie (cosa che comunque trovo ancora fortemente discriminante perchè sembra che una donna con un girovita oltre la taglia 48 non abbia diritto o voglia di vestirsi come si deve...). E la sfida di stare alla presenza degli altri con la presunzione di poter essere vista per la mia interiorità non mi salvava dal disagio di doverci stare anche come corpo che non apprezzavo più. Che quasi non sapevo come contenere nella sua imperterrita seppur lenta ma costante crescita.

Schifo allo specchio: questo forse è stato decisivo. Tutta quella ciccia che iniziava a inabissare l'animo...

Nel contempo conobbi la storia di un'amica con gravi problemi di sovrappeso che aveva perso oltre 20 chili, della moglie di un amico che ne aveva eliminati altrettanti, e mi appassionai a quei programmi su certe reti dove, grazie a un coach, gente enorme entrava in programmi annuali in cui passo passo ritrovava se stessa e alla fine del percorso riacquisiva fiducia, stima, sorrisi e un aspetto normale. Normale... equivaleva a guardabile, apprezzabile, bello e sano.

Mettiamoci pure che un anno fa con l'incidente al ginocchio rimasi ferma in casa quasi 3 mesi e contemporaneamente intrapresi la via dei vegetariani (che poi si rivelò per me dannosissima), e presi tanti chili. Ero gonfia e grassa. Mi vergogno ancora adesso a dirlo. Ma non ero altro! Anche nella testa ero un po' così: pigra, appesantita, troppo in casa, troppo spesso stanca, spossata, slanata.

Alla fine mi decisi. Se ce la facevano 4 enormi americani pieni di hamburger avrei potuto farcela anche io. Un paio di anni fa intrapresi la dieta metabolica, si rivelò efficace, ma fu per poco, perchè mentalmente non ressi, non divenne mai uno stile, non imparai mai a resistere, anzi meglio a convivere, con le 'voglie' e finivo per assecondarle. Ed ero sola.

La svolta per me è stata: mi faccio schifo allo specchio.

Ma anche: da sola non ce la faccio, ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa devo fare e che nei momenti di fatica mi supporti.

E infine, ma non per questo meno importante, a causa del sovrappeso i miei ormoni hanno iniziato a scantonare: una pregiudiziale non di poca rilevanza per chi desideri un bambino...

Così ho chiesto all'amica che aveva perso tanti chili a chi si era rivolta, che percorso aveva seguito, come si era trovata, quanta fame aveva patito... Questo era uno dei miei timori pazzeschi, unito al terrore di non riuscire a organizzare i pranzi adeguati a causa del lavoro che faccio (su turni che spezzano proprio il momento del pranzo o anticipandolo o posticipandolo).

Tutti problemi, questioni, ansie che ho riversato sul mio medico dietologo.

Il quale si è rivelato fin dalla prima visita e per tutti questi mesi un professionale e straordinario compagno di viaggio.

Perchè quando un medico ti visita, facendo l'anamnesi storica del tuo stato di salute e guardando quei quattro esami che avevi fatto pochi mesi prima, poi ti osserva il corpo, le evidenze fisiologiche che tu non pensi neanche di avere, e dopo due ore ti mette sul piatto le ipotesi sul funzionamento metabolico del tuo organismo, sintetizzando quali saranno gli obiettivi e i modi per raggiungerli, fornendo spiegazioni e dati su sintomi e aspetti vari delle tue reazioni alimentari: quando un medico fa così, e magari anche col sorriso senza mai farti sentire in imbarazzo per come sei ma senza neanche farti sentire una cavia, trasmettendoti che ti considera una persona con un valore... beh, quel medico ha già conquistato la tua fiducia.

E tu la dieta l'hai iniziata in quel momento in cui il patto 'alchemico' medico paziente viene tradotto nell'intenzione di affidarsi alle sue indicazioni.

E' un processo interiore che fa provare quasi ebbrezza.

Ti senti sollevata. Inizi a pensare: allora forse questa volta davvero ce la faccio.

E il medico ti risponde: non forse, ma di certo. Dimagrirà circa in questo modo, con questo andamento, in questo arco temporale. E aggiunge: e non soffrirà la fame.

Beh, allora subito a fare gli ultimi esami e poi si comincia.

"Non vedo l'ora". Questo pensavo chiudendomi la porta del suo studio alle spalle.

Ed era ancora il backstage della mia fantastica avventura.

Ma era già finito il 'prima' in quel momento, in quel giorno che mi ha cambiato la vita trasformandola in un 'dopo' che non ha prezzo.

 
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Cibista?

Post n°1 pubblicato il 21 Febbraio 2012 da cibista
 
Tag: cibista
Foto di cibista

Ci sono l'artista, il musicista, il ciclista, il podista, il giornalista... tutta gente che scopre in sè una passione e la coltiva, nel tempo, nella ripetizione migliora la tecnica e immancabilmente vi ritrova l'emozione. E con un po' di fantasia quest'alchimia di testa e cuore finisce per produrre qualcosa di nuovo.

Il gusto sta nell'individuare un'idea, scegliere gli strumenti per realizzarla, spendere tempo nel percorrere la strada che punta all'obiettivo e la soddisfazione di aver creato, e di consentire agli altri di goderne. Penso al musicista che si allena per ore e per anni, al violinista che sceglie corde e pece, all'artista che compra i colori e i pennelli, li mischia, li stende; penso al giornalista che cattura una notizia e la trasforma in pagina cercando le parole giuste, o al podista che sceglie percorsi, scarpe e abiti, poi corre, sente il fiato, il cuore, le gambe, respira e guarda il cielo, cerca il suo ritmo. Alla fine lo spartito è stato suonato, il quadro esposto, il giornale stampato, la corsa completata. Ne gode l'artefice ma anche chi condivide i suoi atti e i suoi prodotti.

Ecco perchè mi son ridefinita 'cibista'. Perchè la mia passione per il cibo, per la gastronomia, per le curiosità, gli abbinamenti, le ricette della tradizione e dei paesi lontani, ora si è sposata con la consapevolezza nuova di cosa sia il cibo per il nostro corpo e la nostra mente. La passione, unita a una nuova alimentazione, hanno creato in me una nuova mentalità. Ho perso oltre 20 kg, conoscendo meglio me stessa, la mia biochimica, i miei ormoni, e anche il senso del gusto oltre che del valore del cibo. Che diventa una autentica medicina per il corpo e per l'anima. Perchè siamo una sola cosa.

 
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